«La scuola "logora". Arrivo a casa sfinito. Ma con tutto questo, amo la scuola, e chissà se saprei abbandonarla davvero, come tante volte mi sono proposto di fare.» Così scriveva Giorgio Caproni nel registro di classe del 1962-63. Aveva cinquant'anni e da quasi trenta entrava in classe ogni mattina portando con sé il sogno di «una scuola né pedante né pesante, ma allegra e piena di scoperte». Fare il maestro elementare non rappresentò mai un ripiego: al contrario, fu un mestiere profondamente amato, esercitato con umiltà, dedizione, energia e inventiva. Sensibile, affettuoso, paziente, attento soprattutto agli allievi più disagiati e fragili, Caproni incantava i suoi ragazzi, facendone i protagonisti delle lezioni. Nina Quarenghi ha trascritto e raccolto in questo volume i registri compilati con cura dal poeta nella sua lunga carriera di insegnante, dapprima in Val Trebbia e ad Arenzano (1935-37), poi a Roma (1938-73). Scorrendone le pagine si resta stupiti per la varietà delle proposte didattiche spesso innovative, per la finezza con cui viene tratteggiato il profilo degli alunni, per i numerosi riferimenti alle trasformazioni sociali e culturali del paese. Rimasti a lungo inediti e pubblicati ora per la prima volta integralmente, i Registri di classe offrono un ritratto inatteso e sorprendente di uno dei più grandi poeti del Novecento, che tra i banchi di scuola come nei propri versi ha sempre cercato la verità dell'uomo.
Roma 1459. Lavinia non avrebbe mai immaginato che qualcuno potesse commissionarle un ritratto. Da quando è nata, si è sentita ripetere che le donne non possono diventare pittrici, ma ora, nella sua vita, nulla è più come prima. Vive a Roma, lontana dalla sua Firenze, in una locanda dove altre giovani donne inseguono la propria indipendenza. Solo una cosa non è cambiata: accanto a lei c'è Piero della Francesca; per tutti un maestro di valore assoluto, per Lavinia l'uomo che è riuscito a insegnarle i segreti della pittura. E Piero è in pericolo. Dopo essere stato testimone di un incendio in cui ha perso la vita una vecchia amica, riceve una serie di messaggi cifrati che scatenano una gara d'astuzia in cui sembra che l'avversario sia sempre in vantaggio. Piero vorrebbe fare affidamento solo sul proprio intuito, ma ha imparato che l'aiuto di Lavinia è prezioso. I due si mettono allora sulle tracce di un antico manoscritto greco che potrebbe avere a che fare con il tentativo di salvare il Despotato di Morea, ultimo baluardo della cristianità contro l'invasione turca. Il gioco si sta facendo più grande di loro e la verità sembra a portata di mano. Finché qualcuno attenta alla vita di Lavinia. Solo allora la giovane comprende che, lontano da pennelli e colori, il mondo può essere oscuro e pericoloso per una donna sagace e intelligente come lei. Che a volte non basta il coraggio, a volte bisogna andare oltre i propri limiti. Solo così si può essere liberi davvero. Chiara Montani torna con i due amati protagonisti che sono stati al centro di un passaparola senza fine: Lavinia, giovane donna che non vuole sottostare alle convenzioni del suo tempo, e Piero della Francesca con il suo affascinante mondo fatto di arte e razionalità. Una nuova avventura impreziosita dalla meraviglia di una Roma che, ancora lontana dai fasti del barocco, sa già abbagliare.
Alla vecchiaia comunemente si pensa come a una stagione di triste declino, d'immobilità, di giorni vuoti. Oppure, oggi più che mai, come a un'età in cui ancora tutto è possibile, in un prolungamento indefinito della giovinezza. Ma non appena laceriamo il velo dei tabù e dei luoghi comuni, l'«età grande» spalanca davanti a noi paesaggi inesplorati. Nel suo nuovo libro Gabriella Caramore fa esattamente questo: risponde all'esigenza di spingere lo sguardo tra le fenditure del tempo, ponendosi in ascolto «della propria carne e del proprio sentire». Senza cedere a nessuna nostalgia, apre il suo cuore al passato, ricorda i turbamenti e gli affetti dell'infanzia e della giovinezza, contempla il panorama delle cose perdute. Ma soprattutto guarda nascere nel presente un desiderio inaspettato: il bisogno di sentirsi vivi, proprio quando ormai s'insinua la consapevolezza della fine. Pur senza rinunciare alle asprezze e ai dubbi del pensiero, le sue riflessioni danno forma a pagine delicate e intense, illuminate da una grazia che incanta. Nel ripercorrere gli snodi di un cammino profondamente umano, e per questo esemplare, "L'età grande" prova così a riscoprire il senso più autentico della nostra vita.
A partire dagli anni Settanta del Novecento, il tema della donazione del corpo si è imposto come ambito di riflessione delle scienze umane. Si sono così moltiplicati studi antropologici, filosofici, sociologici e giuridici, dove l'argomento più indagato è stato quello della donazione degli organi, nel tentativo di rispondere alle molteplici domande che da esso derivano. Come si ridefinisce, oggi, la frontiera tra vita e morte? Che tipo di oggetti sono «gli organi»? Che relazioni esistono tra donatori e riceventi? Che ruolo assume lo Stato nella forma di scambio rappresentata dalla donazione degli organi? Nel perimetro delle relazioni umane, quale elemento - collettivo o individuale - deve assumere una preminenza etica e ontologica? Come interpretare le ragioni del consenso o dell'opposizione a questa forma di dono del sé? I saggi raccolti in questo volume ricompongono una pluralità di sguardi, offrendo al lettore un percorso intellettuale volto a evidenziare tanto le problematiche quanto gli interrogativi scientifici, politici ed esistenziali connessi a questo nuovo oggetto sociale.
Dalla proclamazione dell'armistizio l'8 settembre all'imbarco del Re e del governo Badoglio sulla corvetta Baionetta a Ortona il giorno successivo trascorrono circa trenta ore. In questo lasso di tempo l'Italia implode, con una velocità e con conseguenze che non hanno precedenti nella storia. Il precipitoso abbandono di Roma da parte dei vertici istituzionali e militari provoca il crollo verticale dello Stato. Fu una fuga o un allontanamento? Tragedia e farsa si sono spesso mescolate nella narrazione storica quanto nelle varianti della vulgata e della dietrologia. Ma come e perché le cose andarono in quel modo è possibile ricostruirlo, come fa Marco Patricelli in questo libro prezioso, attraverso il raffronto incrociato delle fonti d'archivio, degli atti processuali, della diaristica e della memorialistica dei protagonisti, nonché dei contributi individuali di spettatori della fuga di Pescara (e di Ortona), e ancora con l'analisi delle versioni emerse a distanza di anni. Una potente rievocazione ora per ora, a 80 anni dagli eventi, che mette in luce la portata storica, le incongruenze e le mistificazioni sedimentate nel tempo, insieme a molti aspetti inediti. Una ricostruzione che per la prima volta mette in risalto come quel 9 settembre gran parte dei fili furono mossi - e male - proprio da Pescara. Da qui partirono ordini e informative, qui si decise di fuggire via mare, qui de Courten cercò di salvare il salvabile, qui Badoglio si imbarcò per primo sulla Baionetta senza neanche dirlo a Vittorio Emanuele che lo cercava sul molo di Ortona. E a Chieti, dopo lo scioglimento dello Stato maggiore generale, fu sciolto il Regio Esercito e l'Italia iniziò la sua rapida caduta.
Realizzare con le proprie mani i cosmetici e i saponi che si utilizzano ogni giorno è divertente, ecologico e fa risparmiare denaro. Questo manuale - qui presentato in una nuova edizione rivista e aggiornata con nuovi materiali - nasce dalla passione della sua autrice per l'autoproduzione e dalla sua voglia di condividere con gli altri le sue conoscenze in materia di igiene e bellezza. Tatiana Maselli vi insegnerà a leggere le etichette dei cosmetici in vendita, a giudicare qualità e sicurezza delle materie prime contenute nelle diverse preparazioni, a conoscere i bisogni della pelle, a formulare e autoprodurre i cosmetici più adatti per curarne in modo delicato i problemi. Illustrando ricette semplici ed economiche, e guidandovi nel reperimento degli ingredienti e degli strumenti di lavoro, vi aiuterà a confezionare detergenti per il corpo, il viso e i capelli, creme, balsami per labbra, scrub, profumi, shampoo, bagnischiuma, e tanti altri prodotti naturali. L'ultima parte del libro è dedicata alla produzione casalinga del sapone con il metodo a freddo: il meno laborioso, il più veloce e alla portata di tutti, nonché il più ecologico.
Disordine generale, annebbiamento delle coscienze, sentimento di maggiore imprevedibilità del futuro sono fenomeni oggi sotto gli occhi di tutti. Indicano un radicale disorientamento del mondo di cui occorre comprendere le cause reali. Preesistente alla pandemia, che tuttavia ne ha svelato la portata, il fenomeno si manifesta nei campi piú diversi, in un rincorrersi di opinioni prive di qualunque verità politica. Alain Badiou offre esempi dettagliati tratti dalla situazione francese, ma che sono estendibili all'insieme dell'Occidente: i movimenti di protesta contro il cosiddetto «liberalismo autoritario» promossi da destra e da sinistra, il movimento neofemminista ed ecologista. Con l'idea, che gli è cara e che fonda il suo discorso, per la quale «un disordine manifesto diventa chiaro solo se lo si considera come un effetto dell'ordine da cui procede», Badiou mostra l'ineffettualità politica di tali movimenti d'opinione e la loro scomposta derivazione dal capitalismo contemporaneo, che essi non mettono minimamente in discussione.
La fine dell'uomo è un'ossessione recente. Nel dibattito filosofico contemporaneo si agitano domande relative al nostro destino: sopravvivremo al disastro climatico, all'intelligenza artificiale, a noi stessi? Eppure i limiti di corpo e mente sono in continua definizione. È tempo, quindi, di lasciare spazio a un'altra questione: i con-fini. L'individuazione, cioè il nostro divenire, il divenire ciò che siamo, è un tema caro a due grandi pensatori del Novecento: Gilles Deleuze e Gilbert Simondon. Attraverso una loro alleanza, ovvero nelle concordanze tra il pensiero dell'uno e dell'altro, e talvolta nelle diversità, è possibile scorgere alcune risposte ai dilemmi del presente. E dedurre, così, che la fine dell'uomo è in fondo un falso problema. Vita e morte non sono principi dualistici, ma momenti di passaggio, "soglie" da attraversare; l'individuazione non ha inizio e non conosce fine, perché «fluisce lungo la superficie dell'immanenza». La questione dell'individualità è tutta da ripensare. Prefazione di Rossella Fabbrichesi.
Una specie di Dizionario delle opere che si presenta come un Dizionario degli autori: così l'autore presentava la prima edizione delle sue Letture. Questa nuova edizione aggiorna la prima e aggiunge al valutazioni critiche che arrivano fino al 2022. L'attenzione ad alcuni autori come Montale, Kundera, Pound, Raboni assume dimensioni monografiche, ma non mancano libri di autori minori. Un libro venato da uno stile che non fa sconti e denota una curiosità intellettuale che sfocia in personalissime valutazioni critiche.
Carlo Alberto Biggini, professore e costituzionalista, venne scelto da Mussolini, dopo Gentile e Bottai, a guidare il ministero dell’Educazione Nazionale nel delicato passaggio che portò alla formazione della Repubblica sociale italiana con lo scopo di realizzare l'idea di “scuola totalitaria” fascista. Quando i progetti del Duce si scontrarono con la realtà della guerra, Biggini, intellettuale di formazione liberale che aderì al fascismo per la sua visione corporativa della società, provò a salvare la scuola italiana, svincolandola dalle pretese ideologiche del regime e favorendo una “restaurazione culturale” che agevolasse la transizione dal fascismo alla futura democrazia.
"Da pastore preoccupato che ai figli che chiedono un pane non venga data una pietra indigesta ma il pane sostanzioso della Parola, l'unico in grado di nutrire, il cardinale Antonelli osserva con passione e acutezza il complessissimo movimento teologico odierno. In quest'opera, egli presenta i principi fondamentali che dovrebbero ispirare una teologia desiderosa di congiungere fedeltà e rinnovamento, vale a dire una teologia che sappia accrescere l’antico con il nuovo. Il lettore ha in mano un’opera di saggezza che attinge alle ricchezze inesauribili della Sacra Scrittura e della Tradizione della Chiesa, oltre che al patrimonio perenne della filosofia tomista, sviluppato secondo la domanda dei nostri giorni (Dalla Prefazione)