La protagonista di questo romanzo è Carolina, una ragazza dei nostri giorni che, in un momento molto difficile della sua storia, trova in Sandra Sabattini una luce, un esempio da seguire. Grazie a Sandra scoprirà la sua strada nell'amore donato agli altri. Sandra Sabattini nasce a Riccione nel 1961, a 12 anni conosce don Oreste Benzi e sul suo esempio inizia a condividere la vita con persone segnate dalla disabilità. Nel 1980 si iscrive a Medicina pensando di diventare medico missionario in Africa e si fidanza con Guido, il loro rapporto durerà fino al 1984 quando, investita da un'auto, morirà a 23 anni non ancora compiuti. Don Benzi che ha promosso allora l'apertura della causa di beatificazione di lei ha detto: "quello che viveva nel suo intimo con Dio lo esprimeva in ogni ambito di vita, con tanta semplicità da passare inosservata e con tanta intensità da lasciare un'impronta". La cerimonia di beatificazione inizialmente prevista per il 14 giugno 2020, presso la Fiera di Rimini, a causa della pandemia è stata rimandata al 24 ottobre 2021.
Il 15 settembre 2020 don Roberto Malgesini, 51 anni, viene ucciso a Como da una delle moltissime persone cui forniva aiuto ogni giorno. La sua morte ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica ed è stata ricordata con intensa partecipazione da papa Francesco. Questo libro ricostruisce il percorso di un sacerdote umile e concreto che ha offerto le sue risorse, le sue intuizioni e il suo sorriso perché tutti i dimenticati e scartati dalla società potessero trovare accoglienza, ascolto e aiuto. L'autore ha intervistato i famigliari, gli amici, i confratelli e i fedeli, tra i quali molti volontari che oggi stanno continuando l'opera del loro "don". Passi che consolano, accanto a una figura riservata e solida: un prete con il sorriso che ha vissuto secondo il cuore di Cristo e si è guadagnato la riconoscenza di tutta la città in cui ha operato.
Gabriele Amorth muore a Roma il 16 settembre 2016. «A 91 anni di età, 69 di vita paolina, 62 di sacerdozio, 30 di esorcismo». Così sintetizza Domenico Agasso, alla fine della sua indagine sulla vita di colui che tutti ricordano come il più famoso esorcista dei nostri tempi. Quella di Amorth, però, non è stata solo la vita di un "nemico di Satana-, ma anche di un protagonista della storia recente di un'Italia che, nell'ante e nel dopoguerra, si trovava a doversi costruire un'immagine democratica che non perdesse i valori più profondi del cristianesimo. Padre Gabriele visse con intensità tutta questa straordinaria stagione a fianco dei più grandi dell'epoca, dai quali ricevette stima e rispetto. Ancora Agasso chiosa: «Tanti gli debbono gratitudine e salvezza. Preti, vescovi e Papi non possono disperdere il suo esempio e la sua lezione, ma piuttosto farne tesoro. [...] La Chiesa, un giorno, dovrà indagare le virtù di don Gabriele Amorth». Questo libro è un invito ad approfondire la storia di un uomo, di un prete e di un combattente tra le fila di Dio che non ha ancora finito di stupire.
Filippa se n’è andata, in un incidente stradale, dopo soli cento giorni di matrimonio, lasciando in chi l’ha conosciuta un grande e incolmabile vuoto e un’ultima comunicazione nella segreteria del telefonino: «Non ci sono, ma lasciate un messaggio».
Ma grazie al diario ritrovato dopo qualche mese, Filippa continua a comunicare con giovani e adulti. Aveva otto anni quando iniziò a scrivere il suo diario e diciannove quando vi appuntò l’ultimo pensiero. Su queste pagine ha annotato le gioie e le fatiche di un’adolescente che si affaccia alla vita, suda sui libri di scuola, vive le prime cotte e i conflitti della sua età.
Con il linguaggio tipico dei giovani ha affidato alla parola scritta avvenimenti e incontri: ne traspare il mondo a tratti fiabesco nel quale vive – è una vera principessa, quarta di sette fratelli – ma anche il cuore di una ragazza con una forte spiritualità, una fede non scontata, vivace, critica e capace di cercare sempre la volontà di Dio nelle sue giornate.
Filippa Sayn-Wittgenstein, principessa discendente di un antico lignaggio, quarta di sette figli, è morta a 21 anni in un incidente stradale, il 30 settembre 2001. Era sposata da soli cento giorni con Vittorio Mazzetti d’Albertis, anch’egli discendente da famiglie nobili.
Alcuni mesi dopo, viene trovato il suo diario, iniziato da Filippa all’età di 8 anni e proseguito sino all’incontro con colui che avrebbe sposato. Fatto circolare prima fra parenti e amici, che rimangono profondamente colpiti dalla carica umana e di speranza che esce dalle sue pagine, viene quindi pubblicato perché più persone possano trarre beneficio da questa lettura.
Il successo sancito dal pubblico di lingua tedesca, e poi da quello spagnolo, conferma la bontà dell’intuizione.
La prefazione per il libro è stata scritta dal Cardinale Christoph Schönborn, parente di Filippa.
La piccola Sara Mariucci, la sera del 4 agosto 2006 prima di dormire raccontò a sua madre Anna una storia nella quale era protagonista un'altra mamma dai capelli blu e dagli occhi castani, una mamma buonissima: «Mamma Morena». La mamma allora pose una domanda che potrebbe sembrare strana o quanto meno esagerata e chiese a Sara: «Lasceresti mamma Anna per andare con Mamma Morena?». La bambina le diede una risposta che la spiazzò dicendole, con sicurezza e fermezza: «Siiii». Il giorno dopo, il 5 agosto, Sara morì per una folgorazione elettrica. L'8 agosto il papà di Sara, Michele, fece una ricerca su "Mamma Morena" e con immenso stupore scoprì che questo è il nome con cui viene venerata la Vergine Maria protettrice della Bolivia, la cui statua si trova nel santuario di Copacabana, sul Lago Titicaca in Bolivia. La sua festa ricorre il 5 agosto. Dal giorno di quella scoperta la storia di Sara Mariucci iniziò a portare tanta speranza nei sofferenti, in chi ha paura e in chi ha perso la fede, tanto che la tomba della bimba a Gubbio è méta di continue visite da parte di persone alla ricerca di Dio, da ogni luogo di Italia e del mondo.
Viene per la prima volta pubblicata nella sua integralità la corrispondenza fra Ettore Bastianini e Manuela Bianchi Porro, da lei donata alla Biblioteca Musicale Gaetano Donizetti di Bergamo. Mutuando il titolo d'un film di Michelangelo Antonioni, quella che da tal carteggio sortisce è realmente La cronaca di un amore. "Sento tanto questa lontananza che ci separa, ti penso sempre e penso che un giorno sarai a me vicina sempre. La irrequietezza di Bastianini sei solo tu riuscita (quasi) a domarla" (Ettore Bastianini).
Caterina Labouré, questa giovane contadina del centro della Francia, appartiene a quella immensa schiera di credenti che hanno avuto il dono di poter vedere, dentro questo mondo, il dischiudersi dell'amore risanante di Dio nei frammenti decaduti della creazione. Con gli occhi della fede è stata attenta allo svelarsi del mistero di Dio attraverso le sue origini umili; nella chiamata a dedicarsi a lui nel servizio dei poveri; nell'abbraccio mistico della Vergine Maria che le consegnava una missione; nella tribolazione di non essere creduta e messa in disparte; nel nascondimento di una vita incolore per il mondo, ma per la fede ricca di sorprese. Questo nuovo libretto intende mostrare l'intimo nesso tra le vicende umane con il destino eterno dell'uomo, di cui la biografia di santa Caterina è stata ed è una trasparente testimonianza.
Racchiudere Girolamo Savonarola da Ferrara in una formula non è facile. La scomunica e la condanna come eretico non hanno infatti impedito a personaggi esemplari di ispirarsi al suo insegnamento e di considerarlo un santo. Lo si può collocare in continuità con le tante voci che, a vario titolo e in modi anche radicalmente diversi, avevano già evidenziato il bisogno di una riforma dei costumi nella Chiesa a partire da san Francesco. Qualcosa però rende peculiare l'esperienza di Savonarola. È il tema della religione civica, il fatto che abbia resto una città, la splendida Firenze, un grande laboratorio in cui, balugina qualcosa di profetico, qualcosa che, in forme diverse, sarebbe tornato a rivelarsi nella storia degli Stati nazionali europei.
Martin Lutero fu nemico della pace - lo dichiarano anche i suoi biografi più indulgenti - ma la pace che avversava era apparente e per questo veniva irrisa e smascherata. Non si trattava della pace politica: Lutero odiava la falsa unanimità religiosa. Era un credente che si interrogava sulle ragioni della fede e non accettava di limitare per quieto vivere le domande che turbavano la sua stessa psiche. Era un uomo ambizioso, disposto a metter in pericolo la propria sicurezza per proseguire la ricerca di verità fondata sullo studio della Parola. Era forte e debole, generoso e meschino, misericordioso e vendicativo, lucido e furibondo, santo e peccatore. Era un figlio di Dio, un lottatore a cui ci scopriremo uniti nell'essenziale, nonostante tutto.
Un'intervista-biografia a Monsignor Filippo Santoro, da dieci anni arcivescovo di Taranto. Si celebrano i venticinque anni dalla sua ordinazione episcopale: il noto vaticanista Fabio Zavattaro conduce un dialogo che riporta l'esperienza ricchissima di Monsignor Santoro, a partire dagli studi in filosofia fino all'impegno spirituale e sociale che lo coinvolge quotidianamente, passando per la sua esperienza pluridecennale in America Latina come missionario e responsabile di Comunione e Liberazione. L'intervista attraversa varie questioni fondamentali, a partire dalle sfide contemporanee per la Chiesa moderna e la sua missione di essere presente nella vita quotidiana, senza distogliere lo sguardo dalle vicende sociali e comunitarie che attraversano le città e le realtà umane in cui l'impegno religioso e spirituale mira ad inserirsi. Zavattaro entra inoltre nel vivo ponendo domande significative su Papa Francesco, il suo operato e le sue iniziative, e sul panorama politico e sociale moderno. Prefazione Padre Antonio Spadaro.
Queste sono pagine preziose per serbare memoria e confermare una scelta di servizio fraterno rivolto a chi è più solo e fragile
È una lettura che parte dal verso di una poesia di Mariangela Gualtieri "C'è dell'oro in questo tempo strano" per dirci che questo è un tempo difficile, ma è comunque un tempo che può riservare sorprese, che può nascondere, in profondità, delle pepite d'oro. E l'oro consiste nella riscoperta di una dimensione di contatto più autentica con sé stessi, con gli altri, con il creato.