Il termine "nuovo realismo" può essere a pieno titolo considerato la parola chiave della filosofia continentale contemporanea. In un movimento che abbraccia pensatori provenienti da tutto il mondo, questa corrente di pensiero si oppone all'antropocentrismo che ha caratterizzato la filosofia occidentale da Kant in poi, sostenendo un ritorno alla realtà oggettiva: c'è un mondo che esiste "là fuori", indipendente rispetto all'intelletto umano, che anzi resiste a quest'ultimo e ne smentisce ipotesi e aspettative. Questa raccolta di saggi include i contributi di diversi filosofi collegati al nuovo realismo nelle sue varie espressioni: Maurizio Ferraris, che ha reso il movimento celebre in Italia, Quentin Meillassoux, pensatore estremamente influente e principale ispiratore del realismo speculativo, Tristan Garcia, Markus Gabriel, Graham Harman, Peter Gratton e Lee Braver.
La lotta dello Stato contro la 'ndrangheta non si interrompe mai. Si è da poco aperto il secondo grande maxiprocesso della storia d'Italia: a Lamezia Terme si giudicano 300 imputati accusati a diverso titolo di appartenere a questa organizzazione. Ma c'è un lato umano di questa tragedia che non deve essere ignorato. Cosa "promette la più potente associazione criminale del mondo a chi entra a farvi parte e a chi collabora con i suoi traffici? Com'è la vita di una persona che si lega a questa realtà? E soprattutto: è possibile interrompere la schiavitù e uscire da questo "inferno dorato? Un testimone d'eccezione racconta il suo percorso dentro la 'ndrangheta attiva a Milano, la "capitale morale del Paese. Dove ci sono i soldi, dove c'è la finanza, dove si continuano a fare guadagni con la droga e il controllo di molteplici attività economiche legali. Il protagonista percorre la sua "carriera, poi viene arrestato nell'ambito della più importante operazione contro la 'ndrangheta al Nord, processato e condannato a sedici anni di prigione per gravissimi reati (che ha scontato interamente). Oggi racconta il prezzo da pagare per essere un criminale; l'atroce pena rappresentata dal carcere e cosa significa cambiare vita.
Viviamo nell'epoca della prestazione, della performance, del culto dell'Io e delle capacità individuali. L'epoca del controllo, che anche il progresso scientifico ha contribuito a rendere sempre più verosimile. Un'esperienza come la pandemia ci ha imposto un bagno di realtà, sui limiti individuali, collettivi e sui limiti in generale. Il corpo, proprio e degli altri, è diventato fragile, esposto, luogo di pericolo e incertezza. E sparisce. Abbiamo lasciato la libertà degli incontri "dal vivo- e conosciuto l'obbligo delle connessioni virtuali, sono saltati i riti quotidiani e quelli di una Vita intera. La speranza è che questa esperienza possa far nascere nuovi significati e desideri degli incontri in presenza, far riscoprire il rispetto dei riti, nella loro portata risanatrice più profonda. Sappiamo che i cambiamenti hanno bisogno di tempo e di esperienze su larga scala e quindi abbiamo un'occasione: essere così tanti coinvolti e così a lungo, può sostenere un cambiamento reale, anche delle rappresentazioni più profonde e antiche. E allora, qual è la libertà possibile? Nelle relazioni con noi stessi, con gli altri e con la Vita.
Quale è il dovere etico fondamentale dell'uomo? In che modo risponde ai valori e quale è l'origine del male morale? Nell'opera più rappresentativa della sua feconda produzione, il filosofo tedesco, sfuggito alla minaccia nazista, affronta i valori in generale e il loro primato, il loro ruolo nella vita dell'uomo e il rapporto con Dio. Distinguendo ciò che è soddisfacente per il soggetto e ciò che è importante in sé stesso, l'autore delinea la struttura di un'etica di impostazione fenomenologica, basata sull'esperienza. Ne deriva un'opera di filosofia morale che scandaglia la natura dei valori e la risposta dell'uomo - non limitabile al mero apprezzamento ma determinata dall'agire in conformità ad essi -; l'articolazione dei valori morali realizzati dalla persona attraverso la propria libertà della quale si è responsabili; la fondamentale differenza tra l'uomo moralmente consapevole e quello inconsapevole e le radici del male morale, orgoglio e concupiscenza. Un pensiero che si conclude con l'elaborazione di un'etica cristiana, quella del santo, che porta a compimento la morale naturale, la quale raggiunge la sua pienezza solo se permeata dall'amore, dal momento in cui l'essere umano è relazionale e nessuna relazione è adeguata alla sua dignità di persona quanto l'amore interpersonale. L'uomo trova infatti la sua vocazione suprema nell'amare e nulla lo rende felice quanto amare ed essere amati. L'etica di von Hildebrand è quindi una filosofia dell'amore, che pone il vertice della moralità nell'amore per Dio.
«I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c'era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.» Così scrisse Teresa Noce, dirigente dell'Udi, Unione donne italiane, che fu l'anima del grande sforzo collettivo avviato all'indomani della Seconda guerra mondiale per salvare i piccoli del Sud condannati dalla povertà. Li accolsero famiglie del Centro-Nord, spesso a loro volta povere ma disposte a ospitarli per qualche mese e dividere quel che c'era. Un'incredibile espressione di solidarietà che richiese un intenso lavoro logistico, con il coinvolgimento di medici e insegnanti. E che non fu priva di ostacoli, tra cui la diffidenza della Chiesa timorosa dell'indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva: «Se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno». Giovanni Rinaldi raccoglie queste storie da oltre vent'anni: partendo dalla sua terra, il Tavoliere delle Puglie, ha viaggiato in ogni regione d'Italia parlando con tanti ex bambini dei «treni della felicità». Franco che non aveva mai dormito in un letto pulito. Severino che non era mai andato in vacanza al mare. Dante che non sapeva cosa fosse una brioche. Rosanna che non voleva più togliere l'abito verde ricevuto in regalo, il primo con cui si sentiva bella. Con le loro voci e un'accurata ricostruzione storica disegna un mosaico di testimonianze di prima mano, divertenti e commoventi: il ritratto di un'Italia popolare eppure profondamente nobile.
Con l'avvento di Internet, si è tornati a comunicare per iscritto, già dalla più tenera età i millenial comunicano quasi unicamente scrivendosi, per qualunque motivo. Questo fenomeno che riguarda la popolazione mondiale e di qualsiasi età, presenta però anche degli svantaggi. Con la velocità consentita dai nuovi mezzi di comunicazione, si sono perse alcune regole che conviene rispettare per farsi comprendere al meglio, per fare arrivare nel modo più efficace possibile ciò che desideriamo dire. Per scrivere, non importa se alla nonna, all'amica del cuore, al Professore con cui si sta preparando la tesi o al Presidente della Repubblica, ci sono delle regole e consuetudini che devono essere conosciute e applicate. Una corretta comunicazione, rispettosa delle regole e delle consuetudini, è indispensabile sia nei rapporti tra privati, sia nei rapporti professionali. In questo agile manuale, si potranno trovare preziose indicazioni, criteri e suggerimenti per ogni occasione.
Quali ideologie si celano dietro le moderne battaglie per i diritti individuali? Il prof. Umberto Spiniello, attraverso un linguaggio semplice e ben documentato, affronta temi attualissimi quali l'aborto, il divorzio, le unioni civili, l'eutanasia, considerati spesso dall'opinione pubblica come segno del progresso dei tempi, ma che presentano gravi ripercussioni etiche. Ponendo a confronto questi moderni "diritti" con il Magistero della Chiesa, e vagliando le ripercussioni di queste "conquiste di civiltà" attraverso indagini sociologiche e studi scientifici, si palesa una violenta offensiva ideologica contro l'Occidente cristiano. I popoli occidentali affondano le proprie radici nella cultura giudaico cristiana e nel sistema di valori morali ad essa ispirato perciò le moderne battaglie condotte per affermare supposti diritti individuali, che di civile hanno ben poco, presentano invece i connotati di una rivoluzione antropologia avversa ai principi cristiani. Le ideologie ispiratrici di tali diritti affermano, più o meno esplicitamente, il ripudio dei cardini identitari ed etici in cui si riconoscono i popoli occidentali, ma l'uomo, privato della propria identità culturale, smarrisce il senso ultimo della esistenza.
Per richiamare gli intellettuali a reinventarsi senza tradirsi. Chi sono gli intellettuali oggi? Com'è cambiato il loro ruolo al tempo di internet? Se tutti possono dialogare con tutti, se i media tradizionali di cui di solito gli intellettuali si valgono sono in crisi, chi potrà ancora ascoltarli? L'atteggiamento populista alimenta il rifiuto degli intellettuali, e le forze politiche che lo coltivano sono fondate su un falso egualitarismo che dichiara di poter fare a meno di loro; dobbiamo allora rassegnarci al trionfo di chi non sa? Contro l'epidemia dell'ignoranza e i suoi effetti negativi sulla società e sulla democrazia, un'analisi lucida e senza sconti a difesa del ruolo dell'intellettuale come critico essenziale nel «mercato delle idee».
«È questo il modo in cui finisce il mondo. Non con uno schianto ma con un lamento». Quello che Antonio Scurati compie in queste pagine è un grande viaggio d'autore nella crisi italiana che la pandemia ha trasformato in dramma. Un percorso attraverso i commenti scritti in questi ultimi anni che svela il rischio del populismo e di un ritorno al fascismo, la condanna dei pochi nuovi figli e l'assenza di un deciso investimento nell'istruzione e nel futuro dei giovani. Un futuro che ricade sulle spalle di una generazione di adulti, quella cui appartiene l'autore, che sembra quasi vittima di se stessa: incapace di reagire e di difendere i padri, pronta a vivere solo nel presente, schiacciata dalla paura e con un vicino che viene da un altro mondo ancora troppo lontano. C'è, però, una luce di fiducia e speranza che illumina il racconto di questo nostro presente, l'indicazione di un cammino per risorgere che parte dal mito: la fuga di Enea in cui c'è la nostra salvezza. Il padre caricato sulle spalle e il figlio per mano: gli esseri umani sono coloro che soccorrono i loro simili più fragili, i malati, gli indifesi. Per preparare un futuro alla prossima generazione. Un atto di accusa al Paese di oggi, sospeso tra decadenza e occasione di redenzione. Un pamphlet intenso, a tratti anche intimo, che non fa sconti a nessuno ma anche un accorato appello all'impegno e alla mobilitazione etica che traccia la strada per la politica, per le istituzioni e per ognuno di noi.
In filosofia il dialogo dovrebbe costituire una modalità privilegiata di indagine razionale, costringe i due interlocutori a fare i conti con obiezioni e critiche cui si è altrimenti tentati di sfuggire. Dia-logos, argomento contro argomento: nessuna diplomazia, il confronto razionale è semmai controversia, scontro, polemica (polemos, cioè guerra!). Questo fra Paolo Flores d'Arcais e Maurizio Ferraris è durato dieci anni, e affronta tutti i temi cruciali della filosofia, dal ruolo della scienza alla possibilità di fondare un'etica, dal rischio del nichilismo al rapporto tra ideologie e scienze umane, dalla "esplosione" della biologia darwiniana alla rivoluzione del web. Un confronto serrato, fatto di dieci lettere/saggi, che costringe il lettore a sottoporre a critica convinzioni consolidate, e diventare partecipe della controversia.
Il futuro entra in noi prima che accada (R. M. Rilke). Il futuro digitale è entrato già in noi, e sta per accadere. I governi autoritari sembrano trovare nei controlli informatici nuovi strumenti di oppressione, mentre le democrazie sono in difficoltà per il potere di grandi monopoli. Come progettare la formazione, curare le capacità di attenzione, concentrazione, giudizio critico? Abbiamo bisogno di un umanesimo digitale, capace di farci vivere connessi, ma anche in relazione. Questo libro apre uno sguardo sul presente e sui futuri, al plurale, della nostra vita sociale e personale.
Il volume fornisce principi, metodo e strumenti per l'organizzazione, la tenuta e la conservazione degli archivi correnti, di deposito e storici della pubblica amministrazione e dei privati. Costituisce una base essenziale per la formazione dei professionisti e degli studiosi nel campo dell'ordinamento, della descrizione, della formazione e gestione delle fonti documentarie, tradizionali e digitali, offrendo un quadro esaustivo della complessa normativa di settore e degli standard di riferimento. Questa nuova edizione del manuale presenta importanti aggiornamenti riguardo alla normativa e agli assetti istituzionali di riferimento nel settore degli archivi, soprattutto per quegli ambiti che hanno subito maggiori se non radicali trasformazioni quali le disposizioni sull'accesso, sulla privacy, sulla formazione e conservazione di patrimoni documentari digitali. Gli standard internazionali per la descrizione archivistica e i recenti linguaggi di rappresentazione sono stati oggetto di una nuova e completa trattazione a cura di Stella Di Fazio.