Dal 1975 vivono nel deserto algerino, vicino a Tindouf, 165.000 saharawi. Il governo saharawi in esilio è già stato riconosciuto dal Sudafrica, dal Kenya, all'Uruguay e da altri paesi. Il libro, a colori, e il DVD allegato in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, presentano la storia di questo popolo e del loro territorio con un viaggio nel tempo e nello spazio. A partire dai siti di arte rupestre di Tifariti, all'invasione marocchina, alla vita oggi nelle zone liberate e nei campi profughi. Un'iniziativa dell'Associazione di Solidarietà con il Popolo Saharawi in occasione dei 30 anni dalla proclamazione della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD).
Del volume uscito nella collana Pbe ("La Resistenza in Italia") si ripropone la prima parte, quella che offre una sintesi degli avvenimenti, e ricostruisce il costante intreccio di vincoli esterni e di progetti politici, di scelte etiche e di casualità, di problemi nazionali-internazionali e di localismi che costituisce l'humus della Resistenza, e che nella memoria e nel senso storico diffuso è stato via via scarnificato e schemarizzato, o appiattito sul momento finale.
Che cosa c'è in comune tra le città sacre dell'Antico Egitto come Luxor e le grandi capitali europee come Roma e Parigi e le metropoli americane come Washington e New York? Graham Hancock e Robert Bauval ci guidano lungo i sentieri meno battuti della storia per individuare, attraverso i monumenti e le planimetrie di molte città, le tracce di una religione occulta tramandata nei secoli da sette segrete. Sulla base di dati storici accertati, i due studiosi ricostruiscono percorsi inediti facendoci scoprire curiosità e verità parallele.
Per circa trecento anni, tra il XVI e il XIX secolo, i corsari barbareschi costituirono una corposa realtà dello scenario mediterraneo. Muovendo dalle loro sedi posizionate nei principali porti maghrebini (Algeri, Tunisi e Tripoli), le loro agili imbarcazioni costituirono una costante minaccia per la navigazione europea; si trattò di una pagina del secolare confronto tra Islam e Cristianità ancora oggi non ben conosciuta dal grande pubblico. Il volume intende fornire una lettura equilibrata del fenomeno, correlandolo sempre alla vicenda parallela rappresentata dall'attività predatoria che ebbe per protagonisti, con non minore ferocia e brutalità, gli europei.
La peste arrivò in Europa nell'ottobre 1347, su una nave proveniente dalla Crimea che altraccò a Messina carica di marinai morti o moribondi. Si diffuse molto in fretta e uccise circa un terzo dell'intera popolazione europea. Fino a tutto il Seicento, l'Europa ha dovuto convivere con ondate pressoché regolari di epidemia; la popolazione europea ha impiegato quattro secoli a tornare ai livelli precedenti il 1350. La peste ha dunque impresso un segno fortissimo e decisivo sulla vita europea nell'età moderna. Questo volume sintetizza la storia della "morte nera" e del suo impatto sull'Europa.
A partire dall'8 settembre 1943, nelle terre che costituivano i confini orientali d'Italia - l'Istria e la Dalmazia - si consumò una duplice tragedia. I partigiani jugoslavi di Tito instaurarono un regime di terrore che prefigurava la "pulizia etnica" di molti decenni dopo e trucidarono migliaia di italiani gettandoli nelle cavità carsiche chiamate foibe. Il trattato di Parigi del 1947 ratificò poi il passaggio di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, scatenando l'esodo del novanta per cento della popolazione italiana (circa 300.000 persone), che abbandonò la casa e gli averi e cercò rifugio in Italia o emigrò oltreoceano. Lo storico Raoul Pupo disegna oggi un quadro completo di quelle vicende.
Requisitoria appassionata, il "libro dell'orrore" costruito da Pietro Verri raccoglie le testimonianze documentarie del processo agli untori del 1630, uno dei casi più crudeli della storia del diritto, lo stesso poi ripreso nella "Storia della colonna infame" di Manzoni. In appendice, l'Orazione panegirica sulla giurisprudenza milanese (1763) e le sezioni tratte dal testo di Beccaria e da "Su l'abolizione della tortura" di Joseph von Sonnenfels (1775) attestano la centralità del dibattito sulla tortura nell'Europa dei Lumi.
Un velo bianco unisce le storie di tre donne appartenenti alla stessa famiglia ebraica, attraversando il Novecento e le sue immani tragedie fino ai giorni nostri. Il velo con cui Rebecca, poco più che bambina, si copre il volto prima di incontrare Isacco, il suo futuro sposo. Il velo altrettanto candido che l'anziana Claudia, consacratasi a ricamare una tovaglia che festeggerà la futura morte di Hitler, indossa per commemorare i suoi famigliari mentre scompaiono uno dopo l'altro durante le persecuzioni naziste. E infine il velo nel quale Elvira e il suo amato custodiscono una manciata della Terra Promessa. È lo stesso velo che un giovane rabbino tiene tra le mani a Venezia, mentre attende giorno dopo giorno, con fede incrollabile, l'arrivo del Messia.
Atti dei Convegni Internazionali di Studi 2003-2004 (Rimini, Viterbo, Ancona, Allumiere, Roma) su papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini.
L'esordio, le illusioni, le sconfitte, le ritirate, la ripresa e le prime vittorie
La lotta politica che cattolici, agnostici e valdesi vissero fianco a fianco
Libertà di coscienza e lotta di liberazione
Una ricerca, basata sul confronto di testimonianze dirette, sul primo periodo della guerra partigiana nelle valli valdesi del Piemonte - teatro di lunghe lotte in difesa della religione protestante - a cui ambiente geografico, economico-sociale e religioso conferirono caratteri specifici.