La dichiarazione Dignitas infinita fa memoria del 75° anniverario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e riafferma l’imprescindibilità del concetto di dignità della persona umana all’interno dell’antropologia cristiana (Introduzione). La principale novità del documento, frutto di un lavoro durato cinque anni, è l’inclusione di alcuni temi portanti del recente magistero pontificio che affiancano quelli bioetici.
Tra le violazioni della
dignità umana, accanto all’aborto, all’eutanasia e alla maternità surrogata compaiono la guerra, il dramma della povertà e dei mi granti, la tratta delle persone. In questo modo, la Dignitas infinita si propone come un testo che, pur radicato nella storia, si proietta con urgenza verso le questioni più pressanti del nostro mondo.
La Chiesa deve diventare sempre più attenta alle necessità della società contemporanea e avviare con umiltà e coraggio un'operazione di aggiornamento del linguaggio per riuscire a farsi comprendere oggi. Poiché il primo gesto comunicativo è costituito dall'ascolto degli altri, è necessario nella predicazione farsi carico del vissuto e delle storie dei membri della comunità a cui è rivolta un'omelia. A questo proposito, lo storytelling può costituire un'ottima risorsa, grazie alla sua capacità di creare una relazione forte con l'interlocutore. Prefazione di Dario E. Viganò.
Cosa significa "prendere la parola" nella comunità cristiana? Non solo nell'omelia, durante la messa, ma anche nelle celebrazioni "in attesa di un prete" (ADAP), animate da diaconi, religiosi e religiose, da laici e da laiche. E poi nelle altre liturgie, nella catechesi, nei gruppi di ascolto della Parola, nei diversi frangenti della vita di una parrocchia... In modo semplice ed estremamente concreto, i due autori, grazie alla loro competenza scientifica e alla loro esperienza nella pratica pastorale, cercano di offrire una risposta. Perché prendere la parola in ambito ecclesiale non è solo esporre una teologia o saper applicare una tecnica oratoria. È tentare di raggiungere il cuore di un'esperienza e di un servizio preziosi: è comunicare la fede, destarla, accompagnarla, intenderne gli interrogativi profondi, sanarne l'astrattezza o le debolezze, all'insegna di una spiritualità nutrita di sapienza e di audacia.
Il libro affronta i fondamenti teologici e liturgici legati ai promotori del Movimento liturgico e, con una puntuale analisi testuale, delinea i percorsi dei grandi autori che attraversano i passaggi teoretici ed esperienziali di una fede celebrata “per ritus et preces”, come evidenziato nelle opere di Odo Casel, Romano Guardini, Salvatore Marsili e Cipriano Vagaggini. Attraverso l’indagine attenta e sensibile dei processi rituali, il lettore potrà riconoscere l’attenzione all’uomo liturgico rispettato nella fisiologia del suo rapporto naturale con il divino e la profonda connessione tra la persona credente e il Dio del tempo liturgico, riconosciuto con il pensiero, abitato dalla fede e celebrato nella storia con i gesti e i riti.
Questa ricerca – grazie alle opere dei liturgisti – chiarisce che la liturgia è esperienza della salvezza operata da Cristo nel suo mistero di redenzione, concreta realizzazione di comunione con il Salvatore. L’uomo è al contempo storicizzato, pensante, credente e celebrante secondo il suo cuore e modellato dall’impatto salvifico con la grazia preveniente, dinanzi alla quale si pone con un volto, le mani, la voce e la parola.
Informazioni sull'autore
Davide Garganese, presbitero della Diocesi di Conversano-Monopoli, ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Sacra Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo (Roma). Attualmente è direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, parroco della parrocchia di Sant’Antonio di Padova in Monopoli e insegnante di Religione cattolica.
Calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2025. In lingua inglese
E' il calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2025. In lingua spagnola
L'Eucaristia non è fatta solo per essere "mangiata", ma anche per essere "adorata". Adorazione è stare dinanzi a Dio onnipotente in un atteggiamento di silenzio: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,9). È un incontro personale e, in qualche misura, comunitario con il Signore. Normalmente si sente il bisogno di un sussidio che ci aiuti a pregare. Questo libretto vuole rispondere a questo scopo ma anche per alimentare la devozione eucaristica in modo che le nostre comunità cristiane abbiano al centro della loro vita sempre l'Eucaristia.
Scrittura, Eucaristia e un bilancio della riforma conciliare a 60 anni dalla promulgazione della Sacrosantum Concilium. I tre approfondimenti liturgici con il quale Mons. Vezzoli, Vescovo di Fidenza, ha accompagnato la formazione del clero di Faenza sono qui rivisti e raccolti. Essi vengono offerti a tutti perché possano essere un'occasione per fare il punto sul "cantiere" liturgia, per stimolare lo studio e l'approfondimento di questa parte fondamentale della vita della Chiesa e degli stessi discepoli del Risorto.
Questo commento al Padre Nostro vuole presentarsi come un piccolo aiuto per penetrare nella bellezza di una preghiera che è unica al mondo. La preghiera del Padre nostro è la più importante di tutte le altre preghiere cristiane per l'autorità di chi l'ha composta, per la brevità delle parole, perché contiene tutto ciò che è necessario e utile per questa vita e per l'altra.
Pregare perché accada il regno di Dio equivale ad agire perché la sua giustizia ricrei nel mondo condizioni umane di accoglienza, amicizia, fratellanza universale. Pregare è ascendere al cuore stesso di Dio, solo e sempre amore, e da lì guardare giù, nella nostra "valle di lacrime", per vedere la sofferenza degli uomini con gli occhi dell'affetto di Dio. Occhi non soltanto compassionevoli ma profetici, capaci cioè di prefigurare il superamento di tutto quel dolore. Ogni preghiera è immersione nell'amore di Dio e mano tesa a stringere quella dei fratelli: sostegno desiderato e offerto, reciproco aiuto. Se non si salda a questa dimensione concreta, la preghiera appare qualcosa di sterile. Ammonisce infatti Gesù: «Non chiunque mi dice "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». Ecco perché il cristianesimo non può esistere come una "fede senza le opere", se non a rischio di fraintendere in maniera drammatica il significato del dialogo fra i credenti e Dio.
In questo Messalino Quotidiano trovi il Santo del giorno, la Messa del giorno commentata con audio, alcune piccole preghiere e invocazioni all'interno del testo, le preghiere del buon cristiano, il Santo Rosario e le preghiere del periodo.
Nato in una familia russa di radici tedesche e ordinato sacerdote nel 1946, Alexander Schmemann (1921-1983) fu studente dell'Istituto di teologia ortodossa Saint-Serge e visse nell'ambito dell'emigrazione russa a Parigi fino alla sua partenza per gli Stati Uniti nel 1951. Qui divenne una personalità di spicco della Chiesa ortodossa d'America. Per lunghi anni decano del Seminario di San Vladimir a New York, è stato uno dei teologi più rinomati a livello mondiale: i suoi studi più apprezzati vertono soprattutto sulla liturgia, l'ecclesiologia e la storia della Chiesa.
Sincero ammiratore del movimento liturgico che, nell'ambito della Chiesa cattolica, si concretizzò nella riforma liturgica promossa dal concilio Vaticano II, Schmemann ne è stato anche un critico appassionato che non si è stancato di segnalare il rischio che quel processo di rinnovamento potesse tradire la natura stessa della liturgia, culmine e fonte della vita della Chiesa.
Come sottolinea il card. Raymond Leo Burke nella sua prefazione, la ricerca di Arian Shkurti ci consegna un articolato itinerario per entrare in contatto con la teologia liturgica di Schmemann, che ha saputo confrontarsi coraggiosamente con la sfida della modernità del secolarismo fino a costituire un'eredità ancora da valorizzare per il nostro tempo.