C'è una tentazione che serpeggia da sempre. È quella di fare da soli. Anche nella formazione, nell'educazione, nel diventare grandi. Vale per tutti. Anche nella formazione del prete, che è insieme uomo e credente prima che ministro. E non da solo, ma dentro una Chiesa, con dei compagni di viaggio, in una realtà, che sono da accogliere. La formazione dei preti non si interrompe mai e non è una questione solo individuale o di «seminario», ma interessa tutta la vita e tutti gli attori in gioco: il prete, il presbiterio, il vescovo, perché ha una valenza collettiva e fraterna. Afferma l'autore: «Vale la pena darsi tempo e voglia per pensarci sempre di più come "presbiterio" e sempre meno come "presbitero", più al "plurale" che al "singolare", meglio insieme che da soli perché, solamente come corpo, sapremo affrontare gioie e dolori, fatiche e traguardi e accompagnarci reciprocamente». Guida e caratterizza questa riflessione «ad alta voce» una metafora musicale: quella dell'orchestra, del coro. Il prete dovrebbe essere non un solista stonato ma un orchestrale accordato che suona la sinfonia del Maestro assieme agli altri.
Estate 1944. Lungo la Linea gotica si consuma la parte più feroce della guerra in Italia, una serie di eccidi orribili per mano dei nazifascisti. A San Terenzo Monti, paese di poche centinaia di abitanti tra Liguria, Emilia e Toscana, vengono uccise senza pietà 159 persone, in prevalenza donne e bambini, l'esecuzione accompagnata dal suono di un organetto. Attraverso la storia della sua famiglia, con una scrittura intensa, viva e piena di grazia, una galleria di personaggi che diventano romanzeschi per la forza e l'umanità della narrazione, Agnese Pini ha scritto un grande romanzo civile, con il respiro universale dell'inchiesta-racconto che parla di noi e del presente. "Una storia così" dice l'autrice "lascia un segno indelebile nelle famiglie che l'hanno subita, e appartiene a tutti i sopravvissuti e ai figli dei sopravvissuti. È una storia di umanità e di amore perché, soprattutto nei momenti in cui vita e morte sono così vicine, l'umanità e l'amore escono più forti che mai. L'ho sentita raccontare fin da quando ero piccola: la raccontavano mia nonna, mia madre, mia zia (nella foto di copertina), ma per molto tempo ho pensato che fosse un capitolo ormai chiuso della storia d'Italia e della mia storia personale. Grazie anche al lavoro che faccio, ho capito invece che quel capitolo era tutt'altro che chiuso, che lì si nascondono gli istinti più inconfessabili di ciò che possiamo ancora essere. L'ho capito con la guerra in Ucraina, vedendo come certi orrori si perpetuino sempre identici al di là delle latitudini e degli anni. E l'ho capito perché nel nostro paese c'è un periodo, il ventennio fascista, che ancora non riusciamo a guardare con una memoria davvero condivisa. La storia raccontata in questo libro può diventare allora un'occasione per tornare a ciò che siamo stati con una consapevolezza nuova. Del resto la resistenza civile di un paese si può tenere viva solo restituendo verità e dignità al destino degli ultimi. Questo è un libro sugli ultimi ed è a loro che è dedicato, perché su di loro si è costruita l'ossatura forte e imperfetta di tutto il nostro presente, dunque anche del mio".
«La riflessione nelle pagine che seguono vorrebbe suggerire alcuni spunti di discussione circa quello che oggi si percepisce come una crisi. All'alba del XXI secolo sembrano emergere vari livelli di crisi: certamente vi è, in generale, una crisi economica, una crisi nata dalla pandemia di Covid-19, una crisi sociale (ad esempio quella data dalla crescente solitudine compensata con mezzi digitali o televisivi), e, certo, anche una crisi della politica. Oggi si percepisce una crisi in generale, sia per quanto riguarda il modello democratico dei paesi "occidentali", ma, anche, in forme diverse, per tutti gli altri modelli alternativi (pensiamo alle monarchie arabe, ai sistemi post-comunisti e totalitari, alle altre forme di stati con ristretta partecipazione dei cittadini...). Oggi sembra in profonda crisi sia l'idea storica di stato nazionale, sia quella più recente di governo ispirato da ideologie, o altri modelli non basati sulla sovranità di uno specifico paese (come ad esempio il progetto europeo). Forse siamo di fronte alla crisi, in effetti, dell'identità personale dell'uomo» (per la II Parte del volume vedasi l'Introduzione guida iniziale).
"Ancora" è l'inizio scelto per il titolo di questo libro, scritto senza accento su "a", né forzatura di voce su "o". Così è lasciato aperto il modo di lettura possibile perché entrambe le scelte sono volute, messe insieme, a somiglianza del ritornello storico "et...et", tante volte richiamato nelle pubblicazioni dell'Autore sul Concilio Ecumenico Vaticano II. In effetti esso è un' àncora della barca altresì di Pietro, il Nocchiero, nel gran mare del mondo e del tempo, del lockdown cioè che caratterizza questo anno del Signore, ma anche della pandemia. L'altro aspetto, dell'ancòra, rivela che quasi si può dire, del Magno Sinodo, "numquam satis", per cui pur con una bibliografia vertiginosa, c'è spazio per far entrare il tempo attuale nello sviluppo della ricerca che continua, anche se si rivela in rapporti ancora contrastanti.
Negli ultimi decenni gli abusi sessuali del clero sono stati occasione di scandalo in quasi tutti i paesi cattolici, che hanno avviato inchieste indipendenti per misurare l'ampiezza del problema. Solo in Italia e in Spagna le conferenze episcopali si rifiutano di collaborare, all'interno di una Chiesa in cui l'abuso è tuttora considerato una trasgressione del sesto comandamento senza tuttavia che il diritto canonico ne consideri l'effetto e le conseguenze per le vittime. Le autrici di questo libro, redattrici o collaboratrici di "Donne Chiesa Mondo", mensile dell'Osservatore Romano, per la prima volta cercano di capire la situazione italiana, confrontandola anche con quella degli altri paesi, a partire dall'unico archivio sugli abusi disponibile in Italia, quello della "Rete L'Abuso", fondata e diretta da una vittima. Ne emerge un quadro molto preoccupante, di fronte al quale la Chiesa sembra non muoversi. Quali sono state le posizioni dei papi degli ultimi anni, Benedetto XVI e Francesco? E da dove possiamo ripartire? Occorre anzitutto l'esplicita condanna degli abusi e un ripensamento della sessualità, cui segua una riconciliazione con le vittime che passi anche da indennizzi economici per aiutare le persone a ricostruire la propria integrità. Solo così la Chiesa potrà riacquistare credibilità di fronte ai fedeli.
SOstare con Te è uno strumento pensato dall’Azione cattolica per aiutare i giovani (19-30 anni) a coltivare la preghiera personale “tutti i santi giorni”, attraverso la meditazione quotidiana della parola di Dio. Il brano del Vangelo del giorno è accompagnato da un commento audio e da uno spazio per la riflessione. Un metodo di preghiera semplice ed efficace per entrare in dialogo con il Signore e per sentirci pienamente chiamati a vivere l’esortazione di Gesù: «Andate, dunque» (Mt 28,16-20) in ogni tempo della vita, anche in quello del riposo estivo!
Il volume intende analizzare la struttura e l'organizzazione della Democrazia cristiana in area veneta tra Liberazione e 1948, vale a dire in un periodo storico difficile e controverso, segnato da cambiamenti politici e istituzionali, da tensioni sociali e, non ultimo, dalle sofferenze economiche di una popolazione appena uscita dalla guerra. L'indagine riguarda non solo l'apparato amministrativo-burocratico del Partito, ovvero le normative e le pratiche che ne regolarono il funzionamento, ma pure le concrete figure di dirigenti, amministratori e propagandisti operanti a livello provinciale e comunale, nei capoluoghi così come nelle piccole comunità di pianura e di montagna. Grazie all'ausilio di un corposo materiale d'archivio inedito è stato possibile ridisegnare nelle sue linee generali il processo di organizzazione e crescita del Partito scudocrociato in zone sub-regionali strategiche, quali Belluno, Padova, Rovigo, Venezia e Vittorio Veneto. L'attenzione è rivolta anche alla ricognizione del ruolo della Chiesa e delle associazioni collaterali (Acli, Azione cattolica, Coltivatori diretti). Il volume è corredato da una solida appendice di testi e di documenti.
Un sussidio bimestrale semplice, completo e prezioso, che favorisce nel fedele una partecipazione attiva e proficua alla celebrazione quotidiana dell’Eucaristia. Il beato Giacomo Alberione, infatti, diceva che «la Messa è la gioia del vero cristiano». È pensato sia per i sacerdoti che per i laici; sia per chi partecipa quotidianamente alla Santa Messa che per coloro i quali, non potendovi partecipare ferialmente, desiderano, tuttavia, accostarsi alla Parola di Dio proclamata in quel giorno nelle assemblee liturgiche. Le parole non riescono a descrivere l’unicità, la completezza e la bellezza di questo messalino: bisogna tenerlo in mano e sfogliarlo! Chi lo acquista non lo lascia più!
Partendo dal Sessantotto, l’autore ripercorre in un’ipotetica intervista alcuni fatti realmente vissuti fino ad arrivare all’attualità più recente, dalle manifestazioni del Black Lives Matter al Covid-19. Tra le memorie spesso esilaranti Attila racconta alcuni fatti inaspettati che, toccando davvero cielo e terra, gli arrivano addosso come macigni. Cresciuto di musica, arte e libertinaggio, riconosce che attraverso una profonda riflessione senza pregiudizi, chiunque può aspirare a una fede razionale che cambia in meglio la vita.
Note sull'autore
Agostino Nobile, professore di storia della musica, per oltre dieci anni ha vissuto nel mondo musulmano, indù e buddista, per tornare poi alla sua casa cattolica. Ha scritto articoli di apologetica sul quotidiano portoghese Jornal da Madeira e pubblicato il saggio “Governados pela Mentira” (Principia Editora). Dopo numerosi articoli pubblicati su alcuni siti italiani, attualmente scrive per il blog Stilum Curiae. Con le Edizioni Segno ha pubblicato “Anticristo Superstar”, “Quello che i cattolici devono sapere” e “Moloch”.