
Le domande di una figlia al padre, al suo passato e ai suoi silenzi riflessi nel volto della madre. E le risposte inafferrabili, tese sul filo del ricordo familiare, nascoste nelle pieghe di un amore segreto. Il giorno in cui scopre che suo padre è stato un prete Agnese ha tredici anni. Lo viene a sapere per caso, quando trova in fondo a un cassetto un piccolo album rosso: sulla copertina si legge il nome «don Pini» e le foto raccolte all'interno ritraggono un giovane sacerdote dall'espressione assorta. È in quel giorno che l'infanzia di Agnese finisce e comincia per lei una nuova vita: una vita in cui è costretta a misurarsi con un segreto bruciante e una verità impossibile da accettare. Ventisei anni dopo, "La verità è un fuoco" dà voce alle incomprensioni e alla tenerezza indicibile che legano un padre e una figlia, e al passato di quello stesso padre prima di sua figlia. Oggi per Agnese è arrivato il momento di rispondere ad alcuni interrogativi ineludibili: cosa ha spinto don Pini a lasciare tutto per amore di una ragazza dagli occhi verdi di nome Mira? Dove ha trovato il coraggio di ignorare ogni condanna per sposarla, e poi per diventare padre di Agnese e dei suoi due fratelli? Soprattutto, cos'ha significato per lui e per Mira portare dentro di sé per anni, insieme all'amore che li unisce, una verità tanto scomoda da condividere? In questo memoir Agnese Pini intraprende un'indagine faticosa ma implacabile, scrivendo pagine emozionanti in cui rivivono gli oggetti e i ricordi di famiglia, si animano i volti di chi ha conosciuto don Pini prima della svolta avvenuta a fine anni Settanta, il passato restituisce i luoghi di un'Italia recentissima eppure già lontana. E si compie la riconciliazione di una donna con il passato suo e delle persone amate che le hanno dato la vita.
Estate 1944. Lungo la Linea gotica si consuma la parte più feroce della guerra in Italia, una serie di eccidi orribili per mano dei nazifascisti. A San Terenzo Monti, paese di poche centinaia di abitanti tra Liguria, Emilia e Toscana, vengono uccise senza pietà 159 persone, in prevalenza donne e bambini, l'esecuzione accompagnata dal suono di un organetto. Attraverso la storia della sua famiglia, con una scrittura intensa, viva e piena di grazia, una galleria di personaggi che diventano romanzeschi per la forza e l'umanità della narrazione, Agnese Pini ha scritto un grande romanzo civile, con il respiro universale dell'inchiesta-racconto che parla di noi e del presente. "Una storia così" dice l'autrice "lascia un segno indelebile nelle famiglie che l'hanno subita, e appartiene a tutti i sopravvissuti e ai figli dei sopravvissuti. È una storia di umanità e di amore perché, soprattutto nei momenti in cui vita e morte sono così vicine, l'umanità e l'amore escono più forti che mai. L'ho sentita raccontare fin da quando ero piccola: la raccontavano mia nonna, mia madre, mia zia (nella foto di copertina), ma per molto tempo ho pensato che fosse un capitolo ormai chiuso della storia d'Italia e della mia storia personale. Grazie anche al lavoro che faccio, ho capito invece che quel capitolo era tutt'altro che chiuso, che lì si nascondono gli istinti più inconfessabili di ciò che possiamo ancora essere. L'ho capito con la guerra in Ucraina, vedendo come certi orrori si perpetuino sempre identici al di là delle latitudini e degli anni. E l'ho capito perché nel nostro paese c'è un periodo, il ventennio fascista, che ancora non riusciamo a guardare con una memoria davvero condivisa. La storia raccontata in questo libro può diventare allora un'occasione per tornare a ciò che siamo stati con una consapevolezza nuova. Del resto la resistenza civile di un paese si può tenere viva solo restituendo verità e dignità al destino degli ultimi. Questo è un libro sugli ultimi ed è a loro che è dedicato, perché su di loro si è costruita l'ossatura forte e imperfetta di tutto il nostro presente, dunque anche del mio".