Apparso in lingua tedesca ad Amsterdam nel 1939 e pubblicato in Italia nel 1946, "Homo ludens" si caratterizza per un approccio spiccatamente interdisciplinare. Dall'indice: Natura e significato del gioco come fenomeno culturale; La nozione del gioco nella lingua; Gioco e gara come funzioni creatrici della cultura; Gioco e diritto; Gioco e guerra; Gioco e sapere; Gioco e poesia.
"L'altra crescita" non significa contrapposizione ad una crescita ufficialmente riconosciuta. "L'altra crescita" significa un viaggio evolutivo per tutti gli individui anche quando presentano una disabilità; significa imparare a decodificare messaggi interindividuali nuovi ed affascinanti; significa osservare l'insolito e prepararsi a considerarlo prevedibile; significa essere educato al riconoscimento della diversità degli altri che diventa sapere anche di noi stessi: è, insomma, rivendicazione della propria dignità di persona. Il libro intende essere un vero e proprio manuale che scaturisce dall'impegno di molte persone "diverse" che hanno perfettamente integrato i colleghi "normali".
Pensiero e linguaggio viene pubblicato per la prima volta in Russia nel 1934. Nel 1936 è di fatto messo al bando a causa di un decreto governativo che proibisce la diffusione e l'applicazione in campo pedagogico delle teorie di Vygotskij. L'opera ricompare nel 1956; l'edizione americana del 1962, su cui si basa in parte la presente edizione, fa conoscere Vygotskij in Occidente. Secondo l'autore le operazioni mentali superiori, specificamente umane, si sviluppano da funzioni naturali, organicamente determinate, a mano a mano che il fanciullo interiorizza gli strumenti culturali che mediano e guidano il suo pensiero. I principi teorici formulati in Pensiero e linguaggio sono basati sullo studio della formazione concettuale; in questo ambito l'autore si confronta con la teoria piagetiana del linguaggio egocentrico (in appendice è riportato un Commento di Piaget stesso alle osservazioni critiche di Vygotskij) e analizza temi come le interazioni fra sviluppo mentale e istruzione scolastica e il rapporto fra apprendimento dei concetti scientifici e sviluppo dei concetti spontanei.
Da sempre la psicologia sociale fa capo a una scuola "americana" e a una scuola "europea". Anche la manualistica universitaria ha risentito di questa situazione, con testi che di volta in volta andavano a collocarsi sull'uno o sull'altro versante. A dispetto delle dimensioni contenute, questo volume presenta, in modo calibrato per un primo approccio, un panorama completo della disciplina, proponendo sia i temi sviluppati di preferenza negli Stati Uniti, sia quelli privilegiati in Europa.
L'esperienza di questi anni e la recente riforma universitaria hanno spinto le autrici di "Statistica per la ricerca in psicologia", ora affiancate da un terzo coautore, a predisporre uno strumento più consono ai nuovi programmi. In questa prospettiva si è ritenuta più utile un'organizzazione che consenta un'utilizzazione per moduli. Viene dunque proposto un testo in due volumi: il primo dedicato ai concetti e alle applicazioni della statistica descrittiva alla psicologia, il secondo alla probabilità e alla verifica delle ipotesi. Caratteristica distintiva di entrambi è la preferenza accordata all'applicazione degli strumenti statistici nel contesto psicologico, con ampio spazio alla parte più strettamente psicometrica della disciplina.
Questo testo è stato costruito a partire dalla convinzione che il discorso sociologico costituisce la base non solo per l'impegno diretto nelle scienze sociali, ma anche per l'acquisizione di quella sensibilità alla dimensione socioculturale che è complemento essenziale di ogni formazione (politica, giuridica, storica, economica, psicologica, educativa, ma anche medica, ingegneristica, urbanistica).