La risurrezione è ardua da descrivere. Perché la presenza di Gesù si manifesta in un modo difficile da capire per gli stessi discepoli: c'è, ma non sempre lo riconoscono. Però cominciano a sentire dentro sé stessi una presenza che li porta a parlare dello spirito di Gesù nelle loro vite. Sanno di essere stati inviati a proseguire il cammino del Maestro. Ora sta a noi continuare a cercare. Siamo, perciò, gente in cammino, cercatori di Dio, degli altri e di noi stessi. In tutti gli aspetti del nostro cercare vi è l'alito dello Spirito. E impariamo a testimoniare Dio. Il libro si struttura in tre parti: la contemplazione immaginativa di un brano biblico, una riflessione spirituale che attualizza il messaggio, una preghiera. Estratto dal libro "La Passione".
Come leggere il libro di Osea, che per gli antichi è un profeta scandaloso e per noi resta difficilmente comprensibile? L'autore del volume ci accompagna in questa lettura di un testo che è, nell'originale ebraico, molto difficile, pieno di arcaismi e di parole rare, e mal conservato. Per questo, cercare di interpretarlo "richiede un notevole sforzo" di sapienza e intelligenza, insieme a una necessaria libertà. È attraverso la propria vicenda personale che Osea matura la propria comprensione dell'amore di Dio, cioè della sua misericordia. Non si tratta di un vissuto facile. Soprattutto è quasi impercettibile la linea di demarcazione tra esperienza personale e comprensione teologica, tra l'umano anche troppo umano e il divino, tra lo psichico e lo spirituale. Tanto più che Osea è il primo a comunicarci questa esperienza, è il primo a leggere il rapporto con Dio come un'esperienza sponsale. Per questo egli è un profeta: è l'inventore di un nuovo rapporto con Dio.
«In Osea si parla di amore. Un amore tormentato, infedele, passionale, straziante e che, riferito a Dio che sceglie di identificarsi in Osea e nella sua vicenda, diventa uno spaccato impressionante sull'identità del Dio di Israele. Sì: Dio ama l'umanità anche (e quando) non viene corrisposto». Così Paolo Curtaz nella sua prefazione a questo libro a tratti crudo che, attraverso una lettura e interpretazione puntuale delle pagine del profeta Osea, ricorda ai credenti di oggi che il messaggio profetico riguarda ciascuno di noi, le nostre comunità. Osea sposa una prostituta, immagine dell'Israele che si è allontanato da Dio e, dice Dino Pirri, immagine di una Chiesa che rischia di morire proprio perché il suo respiro si è fatto distante dal richiamo del Vangelo: «Immagino tutti i figli della Chiesa, chiamati in giudizio da Dio. Non nel riserbo di un tribunale ecclesiastico, a porte chiuse, ma in diretta streaming. Davanti a tutto il mondo. I capi di accusa sono tre: la mancanza di affidabilità, la mancanza di compassione e la mancanza di "conoscenza di Dio"». La speranza, per l'Israele di Osea e per la Chiesa di oggi, però non viene meno: se ci convertiremo, se accetteremo di tornare nel deserto lasciando che Dio ci parli "cuore a cuore", potremo nuovamente essere chiamati da Lui: "Mio popolo". La domanda è: lo vogliamo davvero?
La preghiera di intercessione è una delle esperienze importanti della spiritualità cristiana. L'Autore affronta con grande puntualità i fondamenti biblici dell'intercessione nell'Antico e nel Nuovo Testamento, con alcuni iconici esempi di intercessori e con alcune interessanti novità, tra cui l'approfondimento di alcune figure femminili. Il volume delinea anche i destinatari dell'intercessione, a partire da sé stessi fino ad arrivare ai prossimi, alla società e anche ai nemici, restituendo molto bene il respiro "cattolico" della preghiera cristiana. Si evidenziano anche situazioni concrete nelle quali intercedere, per sé stessi e per gli altri, come le persecuzioni o la sofferenza, e si riprende il valore pastorale del sacramento della Santa Unzione. Il testo offre prospettive interessanti per la lettura della realtà contemporanea e propone ottime applicazioni esistenziali, arricchite anche da piccoli aneddoti.
Il libro mee insieme brevi racconti i cui protagonisti sono Dio, Gesù, Satana, gli angeli e i discepoli che si confrontano e discutono nel tentativo di capire l'operato di Dio, ovvero di far valere le proprie ragioni. Lo scopo del volume è triplice: aiutare il lettore a superare il timore nei riguardi della divinità; suscitare in lui curiosità, motivandolo così a intraprendere la lettura del testo biblico; infine presentare nella conclusione il tema della salvezza. Si può dire che i racconti favolistici siano un espediente per dire di quale "grazia" l'uomo stia, ancora per poco, beneficiando.
Attivista di lunga data, autore e insegnante di nonviolenza, John Dear offre qui il primo commento sui Vangeli sinottici dal punto di vista della nonviolenza attiva. In particolare, in questo volume il commento si concentra sul Vangelo di Luca, tradizionalmente riconosciuto come il "Vangelo dell'amore e del perdono". Dear, con una lettura provocatoria e originale del testo, evidenzia la pratica e gli insegnamenti di nonviolenza di Gesù, quale antesignano e persino ispiratore del Mahatma Gandhi: presenza disarmante e curativa verso chi è nel bisogno e, insieme, vero rivoluzionario che sconvolge l'ingiusto status quo, il profeta di Nazareth è una minaccia per le autorità che, perciò, vogliono ucciderlo: proprio la sua morte lo porterà alle vette della nonviolenza, con il perdono dato dalla croce. Questo commento originale è per tutti coloro che cercano qualcosa di vivo e attuale nei Vangeli, e ispirerà soprattutto oggi, tempo di guerra permanente, crescente, di violenza armata e, drammaticamente, di povertà sempre più diffusa. Poiché solo nella nonviolenza si può ancora nascondere la speranza.
Commenti ai Vangeli dell'Anno B dell'autore padre Ubaldo Terrinoni. I Vangeli sono commentati con uno stile sobrio, legato all'esegesi della pagina evangelica, attualizzata in stile francescano.
La comunicazione è basilare nella vita umana perché plasma le relazioni e la visione del mondo. E la parola è il primo strumento per intervenire sulla realtà. Ma quali parole Dio pronuncia quando crea l'umano? Genesi ci dà alcune indicazioni importanti sul modo con cui Dio comunica. La sua comunicazione è aperta, liberante, si inserisce in una relazione diversificata e pone quello spazio che permette all'altro e all'altra di esistere. E il nostro linguaggio? Le nostre parole a volte creano sbilanciamenti nei rapporti, quando non sappiamo riconoscere che chi ci sta di fronte viene da Dio ed è dono, affidato a noi per la nostra fecondità, ma a patto di lasciarlo libero e dialogante. Sussidio da valorizzare anche per la Domenica della Parola di Dio e per il Giubileo del mondo della comunicazione (24-26 gennaio 2025).
Gesù è la Parola fatta carne. Per questo noi cristiani non possiamo non dare valore alla parola, anche con la p minuscola. La parola è fondamentale. Elementi significativi della "parola" del Figlio di Dio sono le parabole e il dialogo. È Giovanni l'evangelista che mostra meglio lo stile dialogico della comunicazione di Gesù. Nelle sue parole con la Samaritana e con il cieco nato si possono scoprire le attenzioni che il maestro di Nazareth adotta. Egli parte dal bisogno dell'altro, abita il fraintendimento e valorizza l'ironia, dà autorevolezza alle idee di chi ha di fronte, si lascia stupire, smaschera violenza e presunzione, e ricerca la luce insieme all'interlocutore. Partendo da qui, possiamo rivedere il nostro modo di parlare. Sussidio da valorizzare anche per la Domenica della Parola di Dio e per il Giubileo del mondo della comunicazione (24-26 gennaio 2025).
È un lavoro interdisciplinare, che utilizza tutte le fonti di conoscenza disponibili per affrontare il difficile tema della scrittura e della storicità dei Vangeli. Un grande contributo a questa investigazione viene dallo studio scientifico e brillante delle opere di Maria Valtorta.
L’argomento del presente libro è quello della datazione e attribuzione dei Vangeli canonici, la cui storicità, che comporta la verità storica degli eventi narrati è stata apertamente messa in dubbio nel secolo XIX. In particolare, è stato messo in dubbio che fossero stati scritti da testimoni oculari degli eventi narrati e che risalissero ai primi decenni dopo la crocifissione di Gesù, nonostante i molti documenti storici rinvenuti, tra i quali i frammenti di papiro molto antichi che potrebbero risalire anche a poco dopo il concilio di Gerusalemme dell’anno 49. Gli scritti di Maria Valtorta possono aiutarci in questo sforzo esegetico. E al di là delle tante informazioni di carattere storico, la lettura delle sue pagine davvero «innalza la mente a Dio, nutre l’animo e promuove la vita interiore».
Questo bel libro ci introduce ai Vangeli dell'infanzia nonché all'infanzia (all'adolescenza, e alla giovinezza) nei Vangeli; e insieme ci guida all'esplorazione e alla comprensione di una delle grandi periferie dell'esistenza, quella degli inizi della vita e della minore età. Il suo contributo aiuta a calare nell'oggi le pagine sapienziali del Vangelo. Gulotta e Marazzi riflettono la ricca esperienza di una Comunità ecclesiale come Sant'Egidio, che dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso si è fatta vicina al mondo dei bambini e degli adolescenti in difficoltà, partendo da Roma per giungere via via in tanti angoli del pianeta. Questa esperienza e questo vissuto rifluiscono evidentemente nel libro che si apre con i Vangeli dell'infanzia, quindi con Gesù da bambino, per muovere poi verso gli episodi evangelici che vedono come protagonisti o coprotagonisti bambini, adolescenti e giovani, ritraendo il modo in cui il Signore si rapporta ad essi, parla con loro, risponde al loro bisogno. Questo libro infonde coraggio, in una stagione di ripiegamento e di pessimismo. È qualcosa di prezioso mentre stiamo per entrare in un anno giubilare dedicato, appunto, alla speranza.
Perché intitolare Sui fiumi di Babilonia un libro che parla di Bibbia? Perché è lì che, 2.600 anni fa, tutto ebbe inizio: gli ebrei, deportati, sedevano lungo l'Eufrate, piangendo al pensiero di Sion (Salmo 137) ed entrando al contempo in contatto con la cultura, le riflessioni e i miti del mondo sumerico e assiro-babilonese. Lungo le rive di quel fiume nacquero così alcune delle pagine più belle della letteratura di tutti i tempi, quelle della Bibbia, pagine che parlano di un Dio unico, Yahweh, e del suo amore per l'uomo. Ma questo avvenne attraverso la mediazione linguistica e culturale del luogo: miti e riflessioni si trasformarono in racconti e messaggi, significanti e significati, che dobbiamo imparare a decriptare, se vogliamo attribuire loro il giusto valore e comprenderli. Questo testo ripercorre le lezioni tenute in ambito universitario facendone una sintesi il più possibile intrigante e scorrevole, indirizzata a tutti gli appassionati e a chi vuole aprirsi a nuove interpretazioni della Bibbia nel mondo cattolico, ebraico e musulmano, con la speranza di offrire spunti di riflessione coerenti e stimolanti.