Nato a Port Talbot, cittadina gallese dominata dalle acciaierie, Anthony Hopkins è cresciuto in mezzo a uomini duri, per usare un eufemismo: uomini che rifiutavano ogni forma di vulnerabilità emotiva. A scuola era uno studente modesto, considerato un fallito senza futuro non solo dai coetanei ma dai suoi stessi genitori. Finché, un fatidico sabato sera del 1949, quel ragazzo gallese ignorato da tutti vide un film tratto da Amleto e dentro di lui si accese una passione a cui non aveva ancora dato un nome, segnando l'inizio di un percorso che nessuno avrebbe potuto prevedere. Con disarmante spontaneità e una voce accattivante, Anthony Hopkins si racconta e ci svela gli straordinari retroscena dei suoi ruoli più iconici. Il monologo di Iago per l'audizione gli vale l'ammissione alla prestigiosa Royal Academy of Dramatic Art di Londra. In seguito, è invitato a unirsi al Royal National Theatre ed è scelto da Sir Laurence Olivier come suo sostituto. Lo seguiamo quindi lungo le tappe di una carriera incredibile e assistiamo alla creazione delle sue interpretazioni più grandi, da Hannibal Lecter al memorabile Re Lear per cui egli attinse alla crudezza dello stoicismo del padre e del nonno. Con generosa onestà, Hopkins ripercorre i momenti più intimi e difficili della propria vita privata. L'alcol distrugge i suoi primi due matrimoni, mina il rapporto con l'unica figlia e gli costa quasi la vita. Ma sfiorare la morte lo convince a smettere di bere, una scelta che riconferma ogni giorno da quasi mezzo secolo. In queste pagine l'attore confessa anche la sua costante lotta con la tentazione della solitudine, pesante lascito familiare che lo spinge a fuggire i legami per paura di soffrire. E, con il passare degli anni, ammette di confrontarsi sempre più spesso con la propria mortalità, interrogandosi su ciò che suo padre chiamava «il grande segreto». Tra successi e cadute, perdite strazianti e luminosi momenti di gioia, la vita di Anthony Hopkins si rivela ai nostri occhi. Scopriamo che c'è un piccolo talismano che l'attore porta sempre con sé, è una foto che lo ritrae in spiaggia, con suo padre, all'età di tre anni: un momento in cui il piccolo Tony ha ottenuto una seconda possibilità di essere felice, quasi la premonizione degli errori ̶ e delle infinite opportunità ̶ del futuro. Oggi, così distante dal bambino insicuro di un tempo, Sir Hopkins può sussurrare a quel giovane se stesso: «È andata bene, ragazzino».
Ad Aosta è quasi Natale. Una stagione difficile, per Rocco Schiavone, e non solo per lui. Un periodo dell’anno che da sempre con le sue usanze svetta nella nota classifica affissa in Questura. Tutto sembra andare male. Ovunque nelle strade si esibiscono cori di dilettanti che cantano in ogni momento della giornata. La città è preda di lucine a intermittenza, della puzza di fritto, dell’agitazione dovuta all’acquisto compulsivo. Lampeggiano vetrine e finestre, auto e antifurti. Di fronte ai negozi, pupazzi di raso e fiamme di stoffa si agitano al soffio dell’aria calda dimenando braccia, teste e lingue. Non c’è da aspettarsi niente di buono. E infatti. Una rapina finisce nel peggiore dei modi possibili, coprendo Rocco di ridicolo, fin sui giornali. Un cadavere senza nome viene ritrovato in un lago, incatenato a 150 chili di pesi. Un chimico di un’azienda farmaceutica sparisce senza lasciare traccia. Rocco non parla più con Marina. E nevica. Eppure qualcosa si muove. Sandra sta meglio, sta per uscire dall’ospedale. Piccoli spiragli, rari sorrisi, la squadra, come la chiama Rocco con un filo di sarcasmo, sembra crescere, i colleghi migliorano, i superiori comprendono. Schiavone a tratti sembra trovare le energie per affrontare gli eventi che si susseguono, le difficoltà che si porta dentro, e poi quello slancio svanisce e ancora si riforma. Il vicequestore entra ed esce dalla sua oscurità, a volte il sole lo aspetta, quasi sempre il cielo è plumbeo, una promessa di neve e di gelo. Passo dopo passo, però, anche se stanco, amareggiato, arrabbiato, Rocco Schiavone continua a guardare il mondo con gli occhi socchiusi, a indignarsi, a tenere insieme il cuore e il cervello, la memoria e il futuro.
È in una tiepida primavera di Seoul, quando le magnolie in fiore parlano di rinnovamento e rinascita, che Han Kang matura l’idea di scrivere un libro sul bianco. Ma solo nel corso di un lungo soggiorno all’estero, mentre vaga per le strade di una città sepolta sotto la neve, il suo progetto comincia a prendere corpo intorno al ricordo della sorella maggiore, morta poche ore dopo la nascita. Narrare la sua storia è un modo di restituirle la vita che non ha avuto, facendole dono di tutte quelle cose bianche, in cui si rivela la «parte di noi che rimane intatta, pulita, indistruttibile a dispetto di tutto». Le prime che Han Kang ci pone sotto gli occhi sono proprio le fasce cucite per la neonata, il camicino che la madre prepara per lei e la bimba stessa, simile a un dolcetto di riso. E bianco sarà tutto ciò che alla sorella la scrittrice offrirà: una zolletta di zucchero, un pugno di sale grosso, il volto della luna, la schiuma delle onde, il respiro che il gelo condensa e rende visibile, la neve - materia «fragile, effimera eppure di una bellezza impetuosa» - e le stelle limpide e fredde della Via Lattea, capaci di «lavare lo sguardo all’istante». Perché la purezza del bianco e il potere curativo delle parole possano lenire il dolore e alleviare la perdita.
"Le età della vita" - qui tradotto integralmente - è una delle opere più fortunate di Romano Guardini. La sua popolarità è dipesa dal felice connubio di molteplici fattori: la capacità con la quale Guardini riesce a delineare, con pochi essenziali tratti, ciascuna età della vita in un modo che consente a tutti di ritrovarsi; la maturità dello sguardo frutto di una trentennale esperienza di docente, di educatore, di pastore d'anime in costante confronto con le tappe e le crisi della vita; l'approccio insieme distaccato ed empatico con il quale vengono còlti con nettezza sia i tratti positivi presenti in ogni età, sia quelli che destano inquietudine; non da ultimo, l'affabilità dello stile espressivo che lascia trasparire una fondamentale dimensione orale, una parola rivolta e ascoltata che rende così vicino il testo. Un vademecum per la vita in cui ogni lettore può riconoscere, e accettare, se stesso.
Il libro contiene tutti i ritornelli con melodia di tutte le Domeniche, di tutte le Solennità e Feste dell’Anno liturgico, ciclo A, del lezionario per l’Eucaristia. Il libro è corredato di un utilissimo indice alfabetico dei responsori.
Il libro contiene tutti i ritornelli con melodia di tutte le Domeniche, di tutte le Solennità e Feste dell’Anno liturgico, ciclo B, del lezionario per l’Eucaristia. Il libro è corredato di un utilissimo indice alfabetico dei responsori.
Il libro contiene tutti i ritornelli con melodia di tutte le Domeniche, di tutte le Solennità e Feste dell’Anno liturgico, ciclo C, del lezionario per l’Eucaristia. Il libro è corredato di un utilissimo indice alfabetico dei responsori.
Questo libro invita a entrare nel silenzio interiore, dove Dio parla e il cuore si innamora di Cristo. In ogni pagina si scoprirà come la preghiera renda il cuore «tanto grande da contenere il dono che Dio fa di sé stesso» e renda capaci di «vedere Gesù nel volto di ogni fratello». Attraverso le parole di Madre Teresa e tante preghiere (quelle che lei amava, quelle a lei rivolte, il santo Rosario e la Novena), si impara che la preghiera è il frutto del silenzio e il suo culmine è la pace. Un libro di preghiere capace di illuminare gli occhi dell’anima per camminare insieme alla "Matita di Dio", santa Teresa di Calcutta, autentica maestra di preghiera.
Trenta storie di santità del quotidiano per raccontare la "santità della porta accanto"! Questo libro è un viaggio alla scoperta di quella santità fatta di cose semplici e quotidiane, quella santità "alla portata di tutti", capace di rendere straordinario l’ordinario. È un viaggio nel cuore di uomini e donne di ogni condizione (bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani, sposi, sacerdoti e religiose, missionari…) che hanno avuto il coraggio di guardare oltre, di fare spazio al Signore Gesù nella loro vita di tutti i giorni. Sono amici a cui guardare e intercessori a cui affidarci; sono la dimostrazione più evidente che la santità è una chiamata alla felicità, da cui nessuno è escluso.