Le Lettere cristologiche di Atanasio, redatte tra 370 e 372, sono pietre miliari della storia della teologia. La Lettera a Massimo è un limpido sommario del pensiero atanasiano. L'unicità e lo scandalo dell'incarnazione e della croce assumono senso solo considerandone il fine: la salvezza. Solo Dio, non un altro uomo o una creatura, poteva salvare l'uomo, cioè divinizzarlo. E solo avendo un corpo umano, Cristo poteva offrirlo al Padre per tale fine. Con riferimento al culto, invece, la Lettera ad Adelfio afferma la distinzione e l'inscindibilità, in Cristo, di umanità e divinità. Infine, la Lettera a Epitteto, la più famosa delle tre, espone un catalogo di undici opinioni cristologiche dibattute e qui contestate da Atanasio, costituendo il punto più alto a cui si è spinta la sua cristologia. Testo originale a fronte.
Un'antropologia plasmata dal sapere delle scienze umane detta oggi la linea, in campo si accademico che politico. La teologia, collegandosi a quel discorso, può riscoprire l'istanza centrale che condivide con l'antropologia e che le è propria: ricordare agli uomini che cosa può significare essere in cammino verso una vita in pienezza. Questa è l’intuizione sviluppata da Jürgen Werbick: partendo dall'antropologia, egli interroga la teologia sistematica e la spinge a rileggere le sue dottrine, a rivederle se necessario, e a dare risposta a problematiche nuove. Allo stesso tempo, introduce criticamente nei discorsi antropologici le tradizioni di fede e le prospettive teologiche. Dunque Werbick non offre una antropologia in prospettiva teologica, ma una teologia in prospettiva antropologica: qui la teologia non dà anzitutto risposte, ma è l'istanza cui si avanzano richieste. La teologia sente che deve entrare nel dibattito antropologico, se poi esige che si presti attenzione alle cose che ha da dire. Il suo obiettivo deve essere quello di mostrare che può dare un suo contributo quando parla teologicamente di argomenti articolati antropologicamente.
Il mondo invoca costantemente la pace, che in questi tempi difficili sembra sempre più un miraggio. Ma il cristiano sa bene che la pace vera è dono di Cristo e che, per ottenerla, è necessario un cuore purificato e totalmente aperto all'amore salvifico del Figlio di Dio. Questo è l'insegnamento dei nostri padri nella fede: essi, infatti, non sono mai venuti meno alla loro fedeltà al signore, nemmeno durante le più violente persecuzioni. I Padri della Chiesa hanno esplorato in particolare la pace del cuore, cercandola e trovandola nella scrittura e nella tradizione della Chiesa. Questo libro propone di ripercorrere le loro orme, affinché possiamo anche noi cercare e infine trovare il riposo nel cuore dell'agnello immolato vincitore del Male.
Quando si tratta di pensare ad Abramo, sono come annichilito. In ogni momento mi accorgo di quel paradosso enorme che è il contenuto della vita di Abramo, in ogni momento vengo respinto indietro e il mio pensiero malgrado tutta la sua passione non può penetrarlo, non può giungere di un capello oltre. Tendo ogni muscolo per aguzzare la vista, istantaneamente divento paralitico. Nei suoi scritti Kierkegaard ritorna più volte sulla figura di Abramo. Il momento topico del sacrificio di Isacco attorno a cui ruota questo libro offerto al lettore italiano in una nuova traduzione basata sull'edizione critica danese, è per lui il respingimento della fidanzata Regine Olsen e, al tempo stesso, l'occasione per smontare la concezione hegeliana che confinava la fede a stadio primo e immediato della conoscenza umana. Con una serrata logica inferenziale che deve molto agli Stoici, Kierkegaard lavora ai confini della ragione, dunque al limite del paradosso, restituendo alla fede il suo statuto di passione eccedente.
"Sono un figlio di Sant'Agostino, agostiniano. Con voi sono cristiano e per voi vescovo", ha affermato Papa Leone XIV nel discorso pronunciato la sera dell'8 maggio 2025, dalla loggia della basilica vaticana in occasione della sua prima benedizione Urbi et Orbi a coronamento dell'elezione a 267° successore di Pietro citando una frase del grande filosofo e Dottore della Chiesa. Anche nell'omelia di intronizzazione di domenica 18 maggio il nuovo pontefice ha esposto più volte alcuni pensieri di sant'Agostino. Don Marcello Stanzione - sacerdote, autore, con oltre 200 libri pubblicati a carattere religioso e tradotti anche all'estero - presenta la vita di Santa Monica e quella del figlio Sant'Agostino. Conoscendo a fondo la vita di entrambi e il pensiero filosofico e teologico di Agostino si potrà comprendere meglio l'impostazione dottrinale e morale che regge il pontificato di Papa Leone XIV. Completano il libro le preghiere e le Novene ai due Santi.
Il volume, scritto in collaborazione con il compianto Aldo Natale Terrin, fenomenologo delle religioni, e con Sergio Manghi, sociologo della conoscenza, propone, a 1700 anni dal Concilio di Nicea, un dibattito sulla possibilità di una razionalità nuova, non più medio-platonica, per dire la fede cristiana. È evidente che oggi è in atto una crisi epistemica nella ricerca teologica perché categorie classiche - come sostanza, ipostasi e via discorrendo - trovano udienza solo fra gli addetti ai lavori. Il problema è che Nicea ha prodotto il Simbolo apostolico, che ancora oggi unisce le Chiese e i cristiani, pur non comprendendone più il linguaggio. La proposta di un "Sacro ecologico" nella versione di Gregory Bateson, discussa nella seconda parte del libro, può rappresentare una solida piattaforma epistemologica per ribadire la fede, superando sia l'ontologizzazione metafisica classica sia l'antropocentrismo moderno, in un quadro ecosistemico in cui la coscienza originaria del sacro può delineare una svolta per l'annuncio cristiano.
Papa Francesco con le sue parole e suoi gesti ci testimonia che Dio trova l'uomo avvicinandosi a lui con tenerezza, abbracciandolo e amandolo. Perché il cristianesimo è una relazione con la persona di Gesù vivo oggi. Nel suo magistero petrino egli presenta l'idea di una Chiesa come luogo aperto dove tutti possono trovarsi e incontrarsi, perché in essa c'è spazio per l'accoglienza, la diversità, il dialogo. Il sogno di Bergoglio è una Chiesa che esca per le strade per evangelizzare e per toccare con mano il cuore delle persone, pronta a servire, che si propone di raggiungere non solo le periferie geografiche, ma dell'esistenza dove a volte stentano a vivere i nostri fratelli e sorelle; una Chiesa povera, che privilegia i poveri e dà loro voce, che vede negli ammalati, negli anziani e negli emarginati le piaghe di Cristo; una Chiesa che si impegna a superare la cultura dell'indifferenza, una Chiesa che dà giusta rilevanza e attenzione alle donne, sia nella società che all'interno delle sue istituzioni. «Dal lavoro di G. Spedicato si comprende che il pensiero e il magistero di Papa Francesco non nascono dal nulla, ma hanno un contesto ben preciso dal quale non si può prescindere, anche sotto il profilo socioeconomico e perfino politico. Sono, in realtà, sempre le "situazioni" che provocano un pensiero, stimolano un sentimento, provocano una scelta, spingono all'azione!» (dalla Prefazione del cardinale Marcello Semeraro)
La comunicazione della fede rappresenta da sempre il nodo centrale dell'azione pastorale della comunità cristiana. Fin dalle origini essa ha trovato il suo fulcro in una dinamica: il racconto di un'esperienza. Oggi la sfida che si intravede, anche alla luce del Cammino Sinodale della Chiesa italiana, è quella di fare della narrazione della fede non solo una tecnica, ma un vero e proprio stile, personale e comunitario. È ciò che questo studio vorrebbe mettere a tema.
A sessant'anni da Dei Verbum è possibile individuare alcune delle tappe più significative del cammino che la Chiesa ha compiuto esortando sé stessa a porre nel suo cuore la Parola di Dio, Gesù Cristo, e stabilendo i criteri metodologici fondamentali per indagare la Sacra Scrittura, cui ha assegnato un ruolo precipuo nella formazione alla Vita Presbiterale, alla Vita Consacrata, alla Missione Ecclesiale. Il volume indica alcuni degli orientamenti teologici e formativi che la Chiesa dona a sé stessa per navigare nel mare della storia restando fedele alla Parola di Cristo Gesù, evitando così di insabbiarsi in secche pericolose.
Potrebbe sembrare romantico parlare di "cuore" in un contesto culturale dominato dall'efficienza e oggi anche dall'intelligenza artificiale, in cui ogni decisione sembra nascere dalla capacità analitica o dall'immediatezza di un clic. Eppure, fin dall'antichità, il cuore è stato considerato il luogo dell'intuizione e della saggezza. Nel cuore si incontrano ragione e sentimento, logica e creatività, calcolo e sensazione intrecciati in un dialogo armonico che dà forma alle nostre scelte. Siamo spinti a fare ciò che riteniamo buono non solo perché lo "sappiamo" in termini razionali ma anche perché il nostro cuore ci guida, facendocene "sentire" la bontà e la bellezza.
L'empatia con la Santissima Umanità di Cristo è un aspetto indispensabile della vita di preghiera, una tappa nel liberante cammino verso l'intimità con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.Questo libro non si rivolge solo ai cristiani che desiderano imparare ad amare di più Dio, ma anche a chi ha meno familiarità con la dottrina cattolica e desidera avvicinarsi agli orizzonti della vita cristiana. Inoltre, ha una specifica vicinanza con Dilexit nos, l'ultima enciclica di papa Francesco, che ha invitato tutti i credenti a riscoprire la devozione al Sacro Cuore di Gesù Cristo.
La beatitudine consiste nel raggiungimento di ciò che fa felice il cuore umano. Le Beatitudini sono inserite nel "Discorso della montagna" che è un'istruzione rivolta ai discepoli riguardante l'essenza del discepolato e della missione apostolica, lo stile di vita e l'identità del vero discepolo. Le Beatitudini diventano una parola di consolazione per i cristiani che soffrono la povertà, la fame e pure situazioni precarie. Tutto cambierà quando Dio li introdurrà nel suo regno di gioia e di felicità.