Nella raccolta antologica Le Beatitudini nel commento dei Padri Latini ritroviamo diversi maestri che con la loro passione e la loro sapienza accompagnano il credente nel tradurre la Parola nella propria vita: Ilario di Poitiers, Ambrogio, Cromazio di Aquileia, Girolamo, Agostino, Cassiano, Leone Magno, Cesario di Arles e Beda il Venerabile. Dopo una introduzione sostanziosa che dà le chiavi di lettura del linguaggio dei Padri e dei loro testi, si entra nella parte antologica tratta dalle loro opere - trattati spirituali, sermoni o commenti ai Vangeli di Matteo e Luca: brani talvolta brevi, ma densi di contenuto. Il testo, come tutti quelli della collana arricchito da indici scritturistico, dei nomi e analitico, è pensato non solo per gli studiosi di patristica e di esegesi biblica ma anche per religiosi e laici che intendano lasciarsi guidare da una riflessione approfondita sulla parola di Dio e "riscoprire" cosa significhi essere cristiani.
Lo scopo del Vangelo secondo Marco è quello di affermare con chiarezza l'identità di Gesù di Nazaret, il Cristo-messia, il Figlio di Dio, riconosciuto e adorato come il Signore, crocifisso e risorto. Il testo riferisce soprattutto parole e fatti legati all'attività svolta da Gesù in Palestina, a partire dalla Galilea fino a Gerusalemme, e manca di qualsiasi riferimento alla sua infanzia. Nel quadro generale gli episodi riferiti non sono strettamente collegati fra loro, la psicologia dei protagonisti non è approfondita, la collocazione nel tempo e nello spazio è molto schematica. Eppure ci sono aspetti particolari di grande interesse: le scene che descrivono l'ambiente palestinese sono ricche di annotazioni concrete e vivaci; Gesù si mostra, ogni volta, un personaggio che non finisce di stupire, un uomo vero e sensibile, deciso e sicuro nella parola e nei gesti, assolutamente indipendente dai maestri della legge di Mosè. Egli non ricerca popolarità ma autenticità di rapporti; la sua vita e il suo insegnamento vogliono condurre alla fede.
I Vangeli: Il Vangelo secondo Matteo nella traduzione di Nicola Lisi, Il Vangelo secondo Marco nella traduzione di Corrado Alvaro, Il Vangelo secondo Luca nella traduzione di Diego Valeri, Il Vangelo secondo Giovanni nella traduzione di Salvatore Quasimodo.
Il saggio di Bruce Malina e Jerome Neyrey tratta della concezione che le persone del Mediterraneo del primo secolo avevano le une delle altre, ossia del significato che a quei tempi e in quei luoghi si attribuiva alla persona umana. I significati sono l'anima e insieme il risultato del sistema sociale soggiacente agli scritti e al pubblico per il quale sono concepiti, e ciò vale pure per Paolo e le sue lettere. Alla rete di significati che fecero di Paolo un apostolo e un profeta gli autori dedicano un esame approfondito sia della letteratura neotestamentaria inerente a Paolo, sia della letteratura protocristiana che ebbe a occuparsene, sia anche dei trattati coevi di retorica e fisiognomica, altamente istruttivi per inquadrare fatti e valori della persona mediterranea antica. Ne risulta un'immagine di Paolo che acquista tutta la sua vitalità e la sua individualità non nella misura in cui egli si stacchi dall'ambiente circostante, ma al contrario per quanto vi è profondamente radicato: di questo ambiente Paolo condivide consapevolmente ogni dimensione religiosa, culturale e sociale.
Il Vangelo secondo Matteo è stato scritto in greco probabilmente intorno all'anno 80 in Siria o in Fenicia, due zone dove i cristiani provenivano in gran parte dal giudaismo. Il testo non dice nulla a proposito dell'autore, ma il suo nome compare nel racconto della chiamata di un funzionario che riscuote le imposte a Cafarnao e nell'elenco dei dodici apostoli, dove è accompagnato dal soprannome «il pubblicano». Nel testo sono riconoscibili situazioni, problemi, residui di tradizioni e preoccupazioni che rivelano un ambiente e un'origine giudaici. È evidente tuttavia che i destinatari del Vangelo secondo Matteo non sono giudei, ma cristiani che hanno bisogno di una«catechesi» per consolidare la fede in Gesù e per affrontare problemi sul piano dell'organizzazione, della vita morale, della preghiera e della pratica sacramentale. L'autore del primo Vangelo redige il suo testo dando un'interpretazione nuova a tradizioni preesistenti. Cura attentamente lo stile, è chiaro e preciso nelle espressioni, usa un linguaggio raffinato, non trascura i particolari e li inserisce armoniosamente all'interno dei blocchi dottrinali. L'intero racconto si regge su due idee-chiave: Gesù è il Messia atteso da Israele, ma in seno al suo popolo questa verità non è stata riconosciuta; egli fonda una nuova comunità e la chiama Chiesa, depositaria delle promesse di Dio e incaricata di annunciare a tutti i popoli il regno dei cieli. Il Cristo del Vangelo di Matteo è il Maestro per eccellenza, che vive in mezzo alla comunità, insegna la nuova «giustizia» e interpreta la Legge con autorità e in maniera definitiva. Egli è inoltre il Signore onnipotente, un titolo che nel testo viene ripetuto ottanta volte ed equivale all'affermazione che Gesù è Dio, vive nella sua Chiesa e agisce inessa.Del Vangelo di Matteo il volume propone: il testo della Bibbia CEI 2008 con introduzione e note dalla Bibbia di Gerusalemme; il testo greco tratto dall'edizione interconfessionale TheGreek New Testament (GNT), basato prevalentemente sul codice manoscritto B(Vaticano), risalente al IV secolo; la versione interlineare in lingua italiana eseguita a calco, che cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo greco, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica. Lo strumento consente anche a chi non conosce o conosce solo parzialmente la lingua antica di coglierne le specificità e il ritmo, per una fruizione più piena di un contenuto che non è solo testo sacro ma anche opera letteraria. Come per tutti gli altri testi della stessa collana, anche questo è adatto anche a un pubblico laico.
L'evangelista Giovanni non racconta l'istituzione dell'Eucaristia ma ci regala alcune pagine uniche e originali, che desiderano avvicinare il lettore al cuore stesso di Gesù. Tra queste emerge senza dubbio il discorso di addio, che occupa i capitoli dal 13 al 17. Negli ultimi, intensi momenti della sua vita, Gesù istruisce i suoi discepoli per aprirli alla comprensione del mistero della sua passione, morte e risurrezione. Tra i più studiati e discussi del Nuovo Testamento, questi capitoli giovannei hanno spesso dato l'impressione di essere un "mosaico in frantumi", i cui pezzi sono accostati senza ordine. Al contrario l'autore, che ha lungamente studiato la questione, presenta le ragioni che inducono a ritenere l'addio di Gesù un "discorso scritto con ordine".
Un'analisi dei primi tre Vangeli che prende il via da due approcci privilegiati: quello storico e quello letterario, con ampio ricorso ai risultati dei metodi narrativi. L'obiettivo è quello di determinare al meglio non soltanto lo stile e la forma di ogni Vangelo, ma anche le sue preoccupazioni teologiche, per metterne in luce la comprensione della figura di Gesù e la concezione della vita comunitaria. In questo modo si rivelano i primi lineamenti di una cristologia e di una ecclesiologia talvolta ancora esitanti. Infine, si presenta qualche esempio di questa teologia in costruzione con le sue conseguenze morali, offrendo un'analisi di brani sinottici con al centro i temi della vocazione, della preghiera e del comandamento dell'amore. Questo volume si propone come un'introduzione che non esaurisce tutte le problematiche legate ai tre Vangeli, ma che serve soprattutto da stimolo per continuare ad attingere alla straordinaria ricchezza di testi che tanto hanno influito nella storia della chiesa.
Lutero riteneva che la Lettera di Giacomo avesse il peso di una «lettera di paglia». Essa invece non manca di audacia né di invenzione; nel suo stile controllato e immaginoso mescola veemenza, serietà e ironia, proponendo una comprensione della fede attraverso l'immagine di una «traversata».L'autore è un artigiano della lingua - il suo greco è uno dei migliori del Nuovo Testamento - e un poeta. Ma chi era precisamente Giacomo? Il «fratello del Signore»? San Girolamone ne dubitava e gli esegeti di oggi ancora di più, ma la Lettera è stata accolta dalla Chiesa come espressione della Parola diDio. Essa vibra di Vangelo. E ne cerca l'impatto nelle relazioni comunitarie e sociali. Il volume prosegue la traduzione italiana dei Cahiers Évangile, noti a livello internazionale quali strumenti preziosi per lo studio e la pastorale.
Il volume raccoglie, insieme ai Vangeli delle domeniche e delle solennità, il commento di poco più di un minuto curato per tre anni al Radiogiornale della Radio Vaticana: è un servizio semplice! Spesso offre solo una provocazione a chi desidera un breve incontro con la bellezza e la ricchezza del Vangelo. Del Vangelo della domenica. Nel commento si è sempre privilegiato l'aspetto kerigmatico - di buona notizia - del Vangelo, prima di tutto e sopra tutto, e sempre in relazione al contesto liturgico nel quale il Vangelo è proclamato.
ll commentario di Thomas C. Oden alle epistole a Timoteo e Tito si fonda sulla tradizione interpretativa classica: esegeti quali Atanasio, Giovanni Cristostomo, sant'Agostino, san Girolamo, nonché Lutero, Calvino e Wesley, ne sono per l'Autore i migliori interpreti, non solo perché più vicini nel tempo, ma per il minore debito verso le teorie speculative e la maggiore attenzione alla tradizione condivisa.
Ancora assai discusse al tempo dello storico ecclesiastico Eusebio di Cesarea, le epistole "cattoliche" - universali, indirizzate alla chiesa in generale - appartengono da molto tempo al canone di tutti i cristiani.
Non solidamente attribuibili agli apostoli da cui prendono il nome, ma anche considerate esempi di fede autentica, sono spesso sconosciute ed erroneamente considerate di secondaria importanza.
"Nonostante le evidenti tensioni con la società dell'epoca, gli autori di queste antiche lettere rimangono fiduciosi nella possibilità, per i cristiani, di vivere in quel mondo. Noi, oltre a cercare di capire ciò che dicevano alle chiese del i secolo, dobbiamo provare a intenderne le voci come una sfida per la nostra condizione".
L’apostolo Paolo procedeverso la fine della sua missione. Dopo essere stato costretto a fuggire daEfeso, sale a Gerusalemme, dove viene arrestato. Inizia qui il capitolo finaledella sua vita, segnata da nuove tribolazioni che lo porteranno a Roma, ove,nella capitale dell’impero pagano, la Parola raggiunge la sua meta finaleiniziando il suo cammino nel tempo, verso le generazioni future.
Gli Atti non ci dicono comesi conclude la vita di Paolo. Il finale aperto sottolinea che a importare non èpiù ora l’apostolo, ma la Chiesa, una Chiesa chiamata ad aprirsi al mondo e anon rimanere ostaggio della tradizione.