Il dibattito sulla dignità dell'essere "persona" vede cattolici e laici sempre contrapposti. Da una parte, chi difende la vita a ogni costo, dalla nascita alla morte; dall'altra chi ritiene che la vita sia un valore negoziabile e che ciascuno debba avere il diritto di manipolarla: da questo presunto diritto discendono l'aborto, la fecondazione assistita, il trattamento della "commercializzazione" degli embrioni, l'eutanasia, l'eugenetica.
L'Autore affronta questi temi senza riferirsi, se non nelle parti conclusive del testo, alle posizioni della Chiesa cattolica, dimostrando attraverso alcuni casi di studio quanto queste logiche stiano influenzando la diffusione della cultura della morte e come esistano dei fenomeni di persuasione di massa estremamente pericolosi.
Emilia del Valle Walsh nasce a San Francisco nel 1866. Sua madre, Molly Walsh, è una suora irlandese sedotta da un aristocratico cileno. Emilia cresce nel cuore di un umile quartiere messicano, diventando una giovane donna brillante e indipendente che sfida le norme sociali per perseguire la sua passione per la scrittura. Da giovanissima, inizia a scrivere romanzi d'avventura sotto lo pseudonimo di Brandon J. Price, ma la sua carriera decolla quando diventa editorialista al San Francisco Examiner. Emilia convince il suo editore a mandarla in Cile per coprire una guerra civile con interessi economici e politici statunitensi. Così, nel 1891, si ritrova a Santiago, una città sull'orlo del baratro. Ospite della (già nota ai lettori) mitica Paulina del Valle, vive gli scontri in prima linea, s'innamora e riprende contatto con il padre biologico in punto di morte. Emilia dovrebbe tornare a San Francisco, anche per coronare il suo amore, ma decide prima di voler vedere una piccola proprietà terriera, l'unica eredità lasciatale dal padre, nei pressi del lago Pirihueico, in una zona disabitata di inviolata bellezza naturalistica. Una storia di amore e guerra, di scoperta e redenzione, raccontata da una giovane donna coraggiosa che affronta sfide monumentali, sopravvive e si reinventa.
Con la forza di un pastore e la lucidità di un grande osservatore del nostro tempo, Papa Francesco in questo suo ultimo Messaggio, nell'anno del Giubileo, indica la via per una comunicazione che non venda illusioni o paure, ma offra ragioni per sperare. Un cammino che passa attraverso la guarigione dal protagonismo, l'ascolto profondo e la riscoperta del volto dell'altro, per "disarmare" parole troppo spesso intrise di odio e semplificazioni. Un testo che si rivolge a ogni persona, ricordando che la speranza è sempre un progetto comunitario, un "camminare insieme" verso un futuro di fraternità e cura. «Chi spera non è ingenuo o poco realista. Chi spera cerca la pace quando ancora c'è la guerra, il perdono quando ci sono solo la sofferenza e la rabbia, il fratello quando c'è un nemico. Chi spera vede quello che c'è sebbene sia nascosto, quello che è possibile nella misura in cui lo si vuole e lo si costruisce, pagandone il prezzo di sacrificio, pazienza, insistenza» (Matteo Maria Zuppi). Prefazione Vincenzo Corrado Stefano Pasta, Introduzione Commenti di Riccardo Battocchio, Stefania Careddu, Alessandra Carenzio, Gino Cecchettin, Vincenzo Corrado, Antonio Cuciniello, Annalisa Guida, Colum McCann, Arnoldo Mosca Mondadori, Denis Mukwege, Gabriele Nissim, Fabio Pasqualetti, Stefano Pasta, Sergio Perugini, Alessandro Rosina, Paolo Ruffini, Milena Santerini, Giovanni Scarafile, Nello Scavo, Rita Sidoli.
Enigmi ed esperimenti mentali rivestono un ruolo fondamentale nella filosofia della mente. Anche il mondo reale offre ai filosofi una ricca gamma di rompicapi. Questo volume raccoglie cinquanta tra i più significativi esperimenti mentali - ormai divenuti storici o provenienti dalla stretta contemporaneità - suddivisi in cinque sezioni: coscienza e dualismo; teorie fisicaliste e metafisica della mente; contenuto, intenzionalità e rappresentazione; percezione, immaginazione e attenzione; persone, identità personale e sé. Ogni capitolo fornisce un inquadramento teorico, descrive uno o più casi esemplari, analizza la letteratura pertinente e suggerisce letture di approfondimento.
Acclamato a livello internazionale per la limpidezza della sua scrittura e del suo pensiero, Thomas Ogden propone una concezione nuova della psicoanalisi, che intende come processo terapeutico in cui non solo una persona può giungere a conoscere meglio se stessa, ma attraverso cui diviene più pienamente se stessa. L'individuo arriva a sperimentare la vita in un modo che sente più reale, più personale, più creativo, in un modo che è suo. L'analista aiuta il paziente a rivendicare la vita che ha perduto: qualcosa che non ha potuto sperimentare nel momento in cui è accaduto perché troppo doloroso, troppo disorientante, troppo pericoloso. Ogden si spinge oltre i confini della psicoanalisi per come oggi la conosciamo, ripensa e ridefinisce i concetti di inconscio e di tempo analitico; espande il significato di cosa significa essere se stessi in modo autentico e immagina il processo psicoanalitico come un percorso che permette di raggiungere questo obiettivo.
Cosa significa pensare? In "Filosofia e memoria", Carlo Sini risponde a questa domanda essenziale con un'opera che è insieme meditazione e racconto. Il pensiero, ci dice Sini, non nasce dal nulla, non inizia da zero: è sempre una risposta a qualcosa che ci ha preceduti. Pensare è ricordare. È questo il nucleo attorno a cui si muove tutto il libro, che intreccia filosofia e memoria non come concetti astratti, ma come esperienze concrete e vissute. La memoria non è un semplice archivio del passato: è il modo in cui ci orientiamo nel mondo, in cui attribuiamo significato a ciò che ci accade. È l'ambiente in cui il pensiero si forma e prende corpo. Non esiste conoscenza senza una memoria condivisa, una lingua appresa, dei gesti ripetuti, una storia in cui siamo già immersi. Il sapere, allora, non è mai disincarnato: nasce dal tempo, dal corpo, dal linguaggio. La filosofia, in questo libro, non è esercizio tecnico o accademico. È una pratica, un'esperienza che riguarda tutti, perché tutti viviamo dentro la memoria. Le idee non vengono mai da fuori, non si impongono dall'alto: affiorano, si sedimentano, si trasmettono, si trasformano. In questo senso, Sini ci mostra come ogni pensiero sia una risposta che prende forma dentro una relazione: con i maestri, con la lingua, con ciò che ci ha toccati. E ricordare non è mai un atto neutro: è scegliere, ordinare, interrogare, dare forma al senso. "Filosofia e memoria" è un libro che descrive il pensiero come gesto vivente, che si compie ogni volta che proviamo a dire qualcosa che conta. È un invito a ripensare l'origine del sapere non come fondazione astratta, ma come sedimentazione di voci, gesti, affetti. Un testo limpido e profondo, che ci ricorda che il pensiero non nasce da un atto solitario, ma da una fedeltà: a ciò che ci ha preceduti, e che ancora oggi ci parla.
Il Concilio Ecumenico è un avvenimento tanto importante quanto raro nella storia della Chiesa. Questo libro è una presentazione divulgativa e concisa, ma sorprendentemente completa, dei protagonisti e dei risultati dei venti Concili tenutisi negli ultimi duemila anni. Ciascuno di questi Concili, anche i meno importanti, è stata una vera e propria pietra miliare nella storia della vita cristiana. Le loro vicende condensano le dispute dottrinali, le questioni morali e i problemi disciplinari che hanno costituito le inseparabili componenti umane del progresso e della decadenza della cristianità. In un certo senso la storia di questi grandi Concili e la storia stessa della Cristianità. Troppo spesso la storia dei Concili si è ridotta a un arido elenco di nomi, date e oscure dispute teologiche. Questo libro ricostruisce i singoli contesti nei quali si svolsero e riflette sulle conseguenze che ha avito sulla società del tempo. In uno sfondo vibrante di vivaci personalità, meschine questioni, intrighi machiavellici, minacce e violenze, procede la narrazione degli avvenimenti e degli argomenti, pieni di interesse, spesso complessi, talvolta ridicoli, che ne sono risultati. Competa ogni Concilio il sommario delle decisioni prese e la loro prospettiva storica.
Alla fine degli anni Sessanta lo slogan era «la fantasia al potere», con questo libro che si muove nella Storia e danza tra racconto, saggio e narrazione, Mauro Berruto sposta l'accento sullo sport, descrivendolo nel suo essere un fatto politico: strumento di potere, propaganda e, allo stesso tempo, valore prezioso, delicato, da tutelare. È un legame sottile e millenario quello che tiene insieme sport e politica. Nasce nel mondo classico, trova la sua culla nei Giochi Olimpici antichi e si trasforma, con l'avvento di quelli moderni, nel medagliere come termometro di geopolitica, nei boicottaggi, nella propaganda, nello sportwashing, ma anche negli atleti e nelle atlete simboli di lotta e conquista di diritti. Per tutte queste ragioni lo sport è politica. Il libro si chiude con un manifesto: dodici proposte di politiche per prendersi cura dello sport: patrimonio culturale e umano da cui la nostra società non può prescindere.
Gli eroi silenziosi della nonviolenza. Dai maestri antichi a quelli medievali e rinascimentali, fino ai maestri moderni e contemporanei, cento voci e volti di pace. Un collage di ritratti e di storie per raccontare la determinazione e il coraggio dei protagonisti della difesa attiva e della lotta popolare non violenta. Sophie Aurélienne Messiez ha schizzato cento ritratti di figure che si sono battute contro ogni forma di sopruso, di violenza e di guerra. In questi ritratti la quintessenza delle loro parole e della loro saggezza.
Raccontando in prima persona il suo diretto coinvolgimento nei processi di mediazione in aree di conflitto in Mozambico, Corno d'Africa e Nagorno Karabakh (dai primi anni '80 al 2018), l'Autore, in particolare attraverso le vicende dell'Africa Australe, spiega come la pace non sia mai il frutto di una buona predicazione, quanto piuttosto della costruzione di un contesto nuovo (fatto di elementi economici, istituzionali, garanzie interne e internazionali) che consenta alle parti in causa non di diventare amici, ma di continuare ad essere diversi (anche antagonisti) passando però dalla "critica delle armi" alla "armi della critica". Insomma, dalla guerra alla politica.
Punto di riferimento insostituibile per la teologia cattolica contemporanea, la rivista Concilium delinea la mappa delle domande più pressanti che l'attualità pone alla riflessione teologica. E costringe la fede cristiana non solo a confrontarsi con il discorso pubblico, ma anche a impegnarsi nel dialogo con le prospettive specifiche delle diverse confessioni cristiane. Per la profondità dei contenuti, oltre che per l'ampiezza di respiro e la capacità di penetrazione intellettuale, Concilium riesce così a fornire risposte innovative e di convincente solidità alle questioni più importanti che si pongono alla teologia.