Se chiedete a un giornalista, affermato o meno, perché abbia scelto di scrivere per guadagnarsi da vivere, la risposta che vi darà, proverbialmente, sarà: «Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare».
La realtà è che saper scrivere è ben più che un talento o una dote, e che per arrivare a lavorare in un giornale sono fondamentali sì l’abilità nel raccontare storie e la passione per la comunicazione ma soprattutto il costante aggiornamento personale e un continuo esercizio sulla scrittura.
Questo libro non è un semplice manuale di tecnica. È, piuttosto, un lungo viaggio compiuto “testi alla mano” attraverso tutti i generi giornalistici, analizzando per ciascuno di essi i pezzi più decisivi degli ultimi anni in una sorta di autopsia della struttura, della forma e delle tecniche più efficaci sperimentate da giornalisti e scrittori dei principali giornali italiani.
Obiettivo: insegnare al lettore che è possibile provare a scrivere come un reporter, un commentatore o un intervistatore sia per diletto che per esercitare la propria passione per la notizia o, più ambiziosamente, per imparare dalle grandi firme del passato e dai professionisti di oggi a raccontare “per mestiere” la società in cui viviamo.
42 uomini e donne, alcuni consacrati, molti di più laici, professionisti di diverse discipline - medici, insegnanti, magistrati, ufficiali, casalinghe... -, in qualche caso scrittori o poeti pubblicati, giovani e meno giovani, la maggior parte liguri come le due curatrici, si interrogano sul senso dell'esistenza e del reale. Scavando nella profondità del loro io ne scoprono le carni nude, la piccolezza, rinvenendo non di rado fra le ombre della fatica e della sofferenza le luci della fede e della speranza in Qualcuno, altro da sé, infinitamente più grande, più buono, davanti a cui potersi arrendere e dire: «io minuscolo CREDO».
Quando si pensa alla medicina medievale è quasi automatico figurarsi scene da in-cubo. Ma siamo di fronte a un’immagine falsata: il Medioevo è stato un periodo molto fecondo sia per la medicina che per la chirurgia, durante il quale gli insegna-menti dei grandi dell’antichità si sono uniti alle conoscenze portate in Europa dagli Arabi e all’esperienza dei singoli medici. Negli erbari medioevali, le piante vengono descritte, illustrate tramite miniatura e classificate in base alle modalità di raccolta e alle patologie che sono in grado di curare. Santa Ildegarda di Bingen, monaca bene-dettina e intellettuale poliedrica (mistica, compositrice, poetessa, filosofa), sarà il punto di riferimento della medicina monastica medievale. L’abadessa nel suo erbario dà dei precisi ragguagli su come e con cosa bisogna usare le spezie e le erbe aroma-tiche in modo efficace per curarsi secondo natura.
GLI AUTORI
Marcello STANZIONE è nato a Salerno il 20 marzo 1963, ordi-nato Sacerdote nel 1990. Ha rifondato l’8 maggio 2002 l’Associazione Cattolica Mi-lizia di San Michele Arcangelo – www.miliziadisanmichelearcangelo.org per la retta diffusione della devozione cattolica ai Santi Angeli.
Elisa GIORGIO è nata a Salerno il 6 novembre 1983, laureata in Chimica e Tecno-logia Farmaceutiche, dal 2011 svolge la professione di farmacista specializzata in Fitogemmoterapia sistemica, in riconoscimento ed uso delle piante officinali, in Flo-riterapia metodo di E. Bach e in ricette di Medicina Medievale per il benessere del corpo della mente.
Prima opera teologica - scritta all'inizio del III sec. - espressamente dedicata allo studio dell'enigmatica figura dell'Anticristo. Questi è l'esatto contraltare di Gesù Cristo, al punto che la cristologia di Ippolito emerge spontaneamente dalla sua "anticristologia". Per Ippolito la vera differenza tra il Cristo e l'Anticristo sta nelle intenzioni dell'Avversario e nel modo con cui costruisce il suo regno del male. Invece, nelle forme in cui si presenta, l'Avversario fa tutto a somiglianza di Cristo per sedurre e ingannare. Seguono poi tre opere. "Omelia pasquale": non è di Ippolito, ma ha come fonte un'omelia di Ippolito. È un documento inestimabile: ci trasmette il modo penetrante e profondo con cui gli antichi cristiani vivevano e contemplavano il grande mistero della nostra fede. "Due discorsi sull'Anticristo", pungenti e ironici del cardinal Giacomo Biffi. È la prima edizione di "Cristo e l'Anticristo" con testo critico greco e traduzione a fronte.
¿Existen criterios objetivos para apreciar cuándo se lesiona la libertad de la persona de modo que afecte a su capacidad para contraer matrimonio? ¿Dónde están los límites entre normalidad, anomalía y patología? ¿Cabe el encuentro del lenguaje jurídico y el lenguaje psiquiátrico? ¿Puede hacer algo la pastoral de la Iglesia en la preparación del matrimonio para evitar futuras nulidades? En este libro, que recoge las Actas del X Simposio Internacional del Instituto Martín de Azpilcueta, se plantean estas cuestiones desde el punto de vista del itinerario de formación de la voluntad matrimonial; desde el punto de vista de diversas disciplinas (derecho canónico, antropología, psicología, psiquiatría…); y desde el principio del noviazgo hasta los posibles conflictos (y soluciones) en la vida conyugal. Como es cabal, se presta una particular atención a las exigencias del consentimiento matrimonial y a las actuaciones de las diversas partes implicadas en los procesos de nulidad. Se trata, en definitiva, de un conjunto de estudios interdisciplinares que aporta luz sobre el complejo concepto del dominio de sí necesario para casarse y de los medios posibles para conocerlo antes o para medirlo después.
Felicità: cosa significa davvero? In cosa risiede? Da sempre il genere umano concentra i suoi sforzi per afferrarla, per coglierla tanto nel fascino delle grandi idee quando nella meraviglia delle piccole cose. Eppure, raramente si può dire di esserci riusciti. In questo libro - parte di un progetto più ampio, che comprende anche uno spettacolo teatrale dal titolo omonimo e un film documentario di Andrea Cocchi - si sceglie di provare a spiegare cosa la felicità rappresenti, al riparo da facili entusiasmi e conclusioni affrettate. La ricerca della felicità si sposa, infatti, con l'inesauribile curiosità di Simone Cristicchi, qui viaggiatore insieme al lettore, il quale, attraverso la filosofia, la meditazione e la fede, ci parla della bellezza, della vitalità, del tempo, del senso di appartenenza e di comunità, di musica e di storie. Ispirandosi a "Comizi d'amore" di Pasolini, Simone Cristicchi crea per il lettore un percorso in sette parole chiave - attenzione, lentezza, umiltà, cambiamento, memoria, talento, noi - in cui trovano spazio aneddoti, racconti e interviste, che ci accompagna nella sorprendente scoperta del senso profondo di questa ricerca per ciascuno di noi.
Gli undici poemetti delle "Ceneri di Gramsci" vennero raccolti in volume per la prima volta nel 1957, in un momento particolarmente delicato per la cultura di sinistra, a un anno di distanza dalla condanna di Stalin al XX Congresso del Partito Comunista Sovietico e dalla drammatica invasione dell'Ungheria. Ebbero un successo di vendite insolito per un libro di poesia e provocarono accese discussioni tra i critici. Con la prefazione di Giuseppe Leonelli.
Nella nostra esistenza la morte resta l'evento ineluttabile per eccellenza, anche se oggi si vive come se si fosse immortali. La morte viene rubata all'uomo, come se fosse qualcosa di osceno, e la nostra vita rischia di non avere più un confronto con il momento della propria finitudine. Il libro è una forte - e insieme consolante - reazione alle ideologie dell'edonismo che confina l'esperienza della morte nello spazio degli emarginati o della incoscienza.
Nei lontani anni Ottanta un giovane Paolo Dall'Oglio si imbatte per caso in un antico monastero sperduto fra le montagne nel Qalamun siriano a circa 1500 metri di altitudine, a metà strada fra Damasco e Homs. Quel luogo e la spiritualità che ne emana diventano la missione del giovane gesuita che ha, oltre alla vocazione, l'idea di un punto di incontro fisico e simbolico fra Oriente e Occidente. Nel corso di lunghi anni la visione teologica e spirituale di padre Paolo ha coinvolto un gran numero di persone, le ha colpite, cambiando il corso delle loro esistenze. Dal 1982 il monastero di Mar Musa al-Habashi, ovvero di San Mosè l'Abissino, è diventato un saldo punto di riferimento per il dialogo islamo-cristiano ed è passato attraverso numerose trasformazioni, sopravvivendo alla guerra, alla minaccia dell'Isis e al rapimento del suo fondatore avvenuto a Raqqa il 29 luglio 2013. Da allora, di lui non si hanno più notizie. Questo libro ne racconta la storia attraverso la voce dei protagonisti. Ciascuna di queste testimonianze narra un viaggio nel cuore della fede, dell'accoglienza e dell'amore verso l'Islam. È un viaggio carico di umanità spesso difficile e sofferto ma sempre accompagnato da una profonda comunione spirituale all'interno della Comunità e guidato dalla fede. È un viaggio iniziato per mano di padre Paolo, ma che non è finito con la sua scomparsa. Al contrario. In questi scritti la Comunità rinnova un voto di fede che trascende le vicende storiche per rimettere al centro il pensiero del suo fondatore. Oltre le testimonianze dei monaci, delle monache e dei laici che a vario titolo hanno fatto parte di questa storia, dodici lettere di padre Paolo accompagnano il racconto. Questo libro ci racconta e ci spiega molte cose, dando giustamente lo spazio principale alle testimonianze personali di tutti i membri della Comunità che ne fanno parte finora, o di altri che hanno partecipato più profondamente al suo cammino nel corso degli anni. Paolo è presentissimo, come origine, guida e ispiratore di questa straordinaria avventura, e anche con le sue lettere. Ma non c'è solo lui. Ed è proprio per questo che la Comunità c'è ancora. (Padre Federico Lombardi s.j.)