Una de las obras imprescindibles para entender la base filosófica que dio origen a la visión cristiana del mundo y de la vida.
Este volumen recoge las lecciones dictadas por el autor en las Gifford Lectures de 1931, en la Universidad de Aberdeen. A menudo se piensa que la Edad Media posee una literatura y un arte bien reconocibles, pero carece de filosofía propia. Pero de igual modo que el arte o la literatura medieval tiene fundamentos anteriores, igual sucede con la filosofía. En este caso, el autor la presenta como la filosofía cristiana por excelencia, penetrada por la tradición griega y capaz de producir una visión del mundo específicamente cristiana.
El espíritu de la Filosofía Medieval es una de las obras imprescindibles para entender los presupuestos filosóficos que dieron origen a la visión cristiana del mundo y de la vida.
La escuela no tiene que tratar solo de ser una buena escuela, ni siquiera la mejor. Debe tener el coraje de salir de sí misma y comprometerse con la construcción de un mundo mejor.
Una escuela o una familia que desea educar con sentido cristiano es, en sí, una comunidad creativa y abierta. Su fe se hace cultura, y arraiga en escenarios muy diversos.
La escuela no puede tener un horizonte autorreferencial, ni tratar solo de ser una buena escuela, ni siquiera la mejor. No puede vivir para su propia autopreservación, sino para responder con valentía a los desafíos del presente y del futuro. Debe tener el coraje de salir de sí misma y comprometerse con la construcción de un mundo mejor.
Este libro se dirige a todo aquel que, para educar, desee inspirarse en los grandes principios de convivencia que la fe cristiana ha traído a nuestra civilización.
Una exploración por el origen, objeto y método de la disciplina que se ocupa de la Revelación de Dios, "fundamento" de toda labor teológica. Incluye un extenso capítulo sobre el diálogo ecuménico.
La Teología Fundamental se ocupa de los “fundamentos” de toda labor teológica: la Revelación de Dios al hombre y su transmisión en la Iglesia, el deseo de Dios y las razones para creer, la libertad y el poder transformador de la fe. Esta disciplina nace de la actitud espontánea de todo creyente: la de la fe que busca entender. La autora concluye su obra con un extenso capítulo sobre el diálogo ecuménico.
Publicado en el centenario de la ordenación de san Josemaría Escrivá, el libro explora su enseñanza sobre la espiritualidad laical, donde destaca la llamada de los laicos a la santidad y a la misión apostólica en la vida cotidiana.
Este libro ve la luz en el centenario de la ordenación sacerdotal de san Josemaría Escrivá de Balaguer, fundador del Opus Dei y maestro de espiritualidad laical y secular.
El papa Benedicto XVI hizo colocar su imagen en la Basílica de San Pedro con unas palabras de Jesús –“Yo, cuando sea levantado de la tierra atraeré a todos hacia mí” (Jn 12,32)– que entrañan el corazón de su enseñanza.
Ese corazón lo constituyen los dones recibidos en el Bautismo: la filiación divina adoptiva, el sacerdocio común y la herencia de los hijos de Dios: todas las realidades creadas que los laicos están llamados a santificar tratando de ser contemplativos y de realizar la
misión apostólica en su vida diaria. De esos dones trata este libro.
Cómo fue la mirada del fundador del Opus Dei sobre la liturgia, y sobre la Misa como corriente trinitaria de amor. Así se explica en este libro, al hilo de su biografía y del contexto del Concilio Vaticano II.
El autor explora la relación del fundador del Opus Dei con la liturgia, al hilo de su biografía y del contexto del Concilio Vaticano II. Se detiene así a considerar la Misa como corriente trinitaria de amor, y centro y raíz de la vida del cristiano, que debe prolongar su efecto durante toda la jornada.
Para ello, recurre a abundantes citas textuales de san Josemaría y, al hilo de ellas, ofrece un comentario detenido de la Santa Misa.
JUAN JOSÉ SILVESTRE (1973) es licenciado en Derecho y en Historia de la Iglesia. Sacerdote, doctor en Sagrada Liturgia por el Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo de Roma, ha sido profesor de Teología litúrgica en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz y consultor del Ufficio Celebrazione Liturgiche del Sommo Pontifice y del Dicasterio del Culto Divino. En la actualidad es profesor de Liturgia en la Facultad de Teología de la Universidad de Navar
La oración es uno de los tesoros más sublimes porque supone tener hilo directo con Dios, y este libro nos ayudará a descubrir sus diferentes facetas.
«Donde esté tu tesoro, allí estará tu corazón», nos dice Jesús en el Evangelio. La oración es uno de los tesoros más sublimes porque supone tener hilo directo con Dios. Si la fe cristiana es un encuentro, la oración es el cauce.
En esta obra, Jacques Philippe y varios autores más nos ayudarán a descubrir las diferentes facetas de la oración y los medios que la Iglesia nos ofrece para alimentarla y hacerla parte de nuestra vida.
Nella memoria collettiva dei Romani la nascita della repubblica, sullo scorcio finale del VI secolo a.C., è legata allo stupro commesso dal figlio del re Tarquinio il Superbo ai danni della castissima Lucrezia: furono quella violenza e il conseguente suicidio della matrona ad accendere la miccia della rivolta popolare e a determinare il crollo della monarchia e l'avvento di un nuovo regime politico, che avrà in Bruto il suo padre fondatore e nel rifiuto del regno il suo mito di fondazione. Nel libro, per la prima volta tre studiosi di letterature antiche e altrettanti specialisti di diritto romano incrociano i loro sguardi su un episodio chiave della leggenda di Roma, a partire dal resoconto che ne fornisce in età augustea lo storico Tito Livio, allo scopo di metterne in luce gli aspetti letterari, antropologici, retorici, giuridici e di storia delle istituzioni. Ne risulta una prospettiva a più voci che esplora il racconto in tutta la ricchezza delle sue sfumature e restituisce lo spessore di una storia nella quale un'intera cultura ha riconosciuto la matrice della propria identità.
La storia dell'archeologia dalle origini ai nostri giorni, raccontata attraverso le vite di alcuni tra i più importanti studiosi: uomini e donne che hanno dato forma e sostanza alla disciplina, nel corso del tempo e in modi diversi. Da Johann Winckelmann, che getta le basi dell'archeologia come storia dell'arte, a Mortimer Wheeler, a cui si deve uno dei primi manuali di scavo; da Gertrude Bell, instancabile studiosa dell'Oriente, a Thomas Lawrence, militare e spia, ma anche archeologo con la passione del Medioevo e dei castelli dei crociati. E poi Rodolfo Lanciani, autore di una straordinaria mappa di Roma antica, Mary Leakey e le sue grandi scoperte sui nostri antenati, e molti altri ancora. Un viaggio nell'evoluzione del pensiero archeologico, nelle vicende, nelle menti e nelle emozioni dei personaggi che grazie al loro lavoro hanno scritto pagine fondamentali della storia. La scrittura chiara e scorrevole, assieme alle immagini degli scavi, degli oggetti e dei taccuini di appunti, permette al lettore di tuffarsi nel passato, per scoprire la meraviglia di un mestiere davvero affascinante.
La filosofia è utile per capire le cose, per orientarci nel mondo. Ciò vale ancor di più oggi, nell'epoca dell'intelligenza artificiale. È proprio adottando una prospettiva filosofica che il libro vuole aiutarci a vivere meglio e a fare le scelte giuste negli ambienti tecnologici in cui siamo immersi. Lo fa anzitutto chiarendo il significato di alcune parole che usiamo quotidianamente e che, riferendosi sia agli esseri umani che a entità artificiali, vengono spesso travisate: basti pensare al termine intelligenza. Chiarisce poi i presupposti impliciti nel gioco dell'imitazione di Alan Turing, mostrando come sia possibile il recupero della verità nell'era delle fake news. Presenta infine un'etica dell'intelligenza artificiale e ne giustifica i principi di riferimento. Emerge così la questione cruciale, con tutte le conseguenze del caso: vogliamo farci affiancare o farci sostituire dai prodotti tecnologici?
La consapevolezza dell'iniziativa di Dio come favorisce la nostra preghiera e la nostra apertura ontologica a Luí? Dove si svolge la relazione con Lui e quali sono le sue trace in noi e attorno noi! Come portare l'esperienza mistica nella ricerca dei giovani e nel dialogo con le altre religioni e e con non credenti? Esistono delle costanti di una mistica naturale? Queste le domande da cui si sono mossi i lavori del Convegno internazionale di mistica cristiana, svoltosi ad Assisi dal 27 al 29 settembre 2024, sul tema "Mistica e e preghiera. Per un dialogo nel mondo, nel contesto dell'Anno della Preghiera indetto da papa Francesco, in preparazione all'anno giubilare.
La peculiarità del pensiero di Michel de Certeau è stata sempre l’attenzione a leggere la storia culturale e sociale intrecciando discipline e me­todi diversi, dalla filosofia alla psicoanalisi, alla linguistica. E questo non per una sorta di comodo eclettismo o di sincretismo conciliante, ma per la volontà di reinserire ogni momento storico nella molteplicità delle sue componenti, anche nelle contraddizioni dei suoi conflitti. Egli diffidava fortemente delle griglie costruite sul passato per ritagliare i saperi e rifiutava l’idea di azione cul­turale come pioggia benefica di briciole cadute dalla tavola dei sapienti e dei potenti.
Anche questo testo, che vede qui la sua prima traduzione italiana, è intriso della sua capacità di vedere sempre più lontano e in profondità, andando a scoprire le mille reti informali che permettono ai flussi di trasmissione culturale di circolare: unico modo per evitare che una società soffochi e muoia. Perché una cultura al singolare traduce sempre, dice de Certeau, il «singolare di un ambiente», imponendo la leg­ge di un potere, mentre la cultura plurale è crea­zione, magari deperibile, magari conflittuale, ma sempre relativa a una comunità che cresce e sa cambiare e, alla fine, durare.
Figlio del suo tempo (gli anni a ridosso del ’68 francese), il libro affronta argomenti ancora al centro delle nostre preoccupazioni: le forme del lavoro, la situazione nella scuola, la collocazio­ne sociale degli intellettuali e degli scienziati, lo spazio di convivenza urbana, le minoranze, il ruolo delle istituzioni culturali… Tutti stimoli per riflettere anche sull’oggi adottando il ‘metodo de Certeau’, il suo sguardo che smaschera il simulacro di ciò che è stato e non è più, ma che allo stesso tempo conosce e valuta i limiti del gioco plurale. Una lezione di libertà, un deside­rio attivo di creare possibilità, di allestire spazi concreti di movimento nella vita in comune.
Biografia dell'autore
Michel de Certeau (1925-1986), gesuita fran­cese, è stato una delle figure di maggior rilievo nel panorama culturale contemporaneo. Storico affascinato dall’avventura mistica, antropologo attento alla vita quotidiana delle persone, viag­giatore curioso delle diverse culture umane, ha indagato su vari ambiti del sapere, spesso mescolandoli in percorsi trasversali di grande originalità. Tra le sue molte opere tradotte in italiano: Fabula mistica, Storia e psicoanalisi, La presa della parola, L’invenzione del quotidia­no. Per Vita e Pensiero sono già usciti nel 2010 Lo straniero o l’unione nella differenza e nel 2020 La debolezza del credere.