Descrizione dell'opera
Il filone pace-guerra-violenza è stato centrale nella ricerca biblica di Giuseppe Barbaglio: su di esso egli ha disteso orientamenti di speranza.
Il volume affronta i temi della pace e della violenza a tre livelli. Quello biblico-esegetico in senso stretto, che esamina passi significativi della Scrittura, presentando visioni d'insieme e spiegando singoli versetti particolarmente importanti. Quello teologico, che chiama in causa il monoteismo e la sua pretesa di assolutezza, i binomi colpa e castigo, perdono ed espiazione. Quello antropologico: Bibbia e diritti umani, esperienza storica ed esperienza di fede, laicità del credente e presenza nel mondo.
Sommario
Presentazione (A. Filippi). 1. Lettura biblica sul tema della pace. 2. Cristo principe di pace. 3. L'amore dei nemici. 4. «Porgere l'altra guancia». 5. Regno di Dio con violenza. 6. La violenza: testimonianza delle Scritture ebraiche e cristiane. 7. Il monoteismo fonte d'intolleranza e di violenza? 8. Gesù il giusto e la violenza. 9. La Bibbia e i diritti umani. 10. Esperienza storica ed esperienza di fede. Interpretazione biblica. 11. Della laicità del credente o della sua presenza nel mondo e nella storia.
Note sull'autore
GIUSEPPE BARBAGLIO (1934-2007) presso le EDB ha diretto due collane di argomento biblico: «La Bibbia nella storia» e «Scritti delle origini cristiane» (con Romano Penna); ha curato Schede bibliche pastorali (8 voll.), La Spiritualità del Nuovo Testamento (42011) e l'edizione greco-italiano del Merk (Nuova edizione 2010); è autore di La Prima Lettera ai Corinzi. Introduzione, versione, commento (22005); La teologia di Paolo. Abbozzi in forma epistolare (32008); Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica (52005); Davanti a Dio. Il cammino spirituale di Mosè, di Elia e di Gesù (32008), insieme a Piero Stefani; Canti d'amore nell'antico Israele. Traduzione poetica del Cantico dei Cantici (2004) e I Salmi: testo poetico esistenza vissuta (2008), insieme a Luigi Commissari; Il pensare dell'apostolo Paolo (22005); Gesù di Nazaret e Paolo di Tarso. Confronto storico (32009); La Parola si moltiplicava (2008), Emozioni e sentimenti di Gesù (2009), Il mondo di cui Dio non si è pentito (2010). Ha inoltre pubblicato: I Vangeli, Cittadella, Assisi 1978, di cui ha curato la traduzione e il commento insieme a Rinaldo Fabris e Bruno Maggioni; Paolo di Tarso e le origini cristiane, Cittadella, Assisi 32002; Le lettere di Paolo, 2 voll., Borla, Roma 21990; Dio violento? Lettura delle scritture ebraiche e cristiane, Cittadella, Assisi 1991; San Paolo, Lettere, 2 voll., Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1997, di cui ha curato introduzione e traduzione.
Un saggio sulle vicende della prima comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme, poco conosciuta e solo da qualche tempo oggetto di studio. Ebbe vita breve: dal 33 al 135 e la sua memoria, custodita solo negli Atti degli Apostoli, merita di essere rinvigorita grazie alle nuove conoscenze archeologiche e letterarie.
Un testo sulla ricchezza e la povertà nella Bibbia. Piano generale dell'opera: - Beati voi poveri!". "Guai a voi, ricchi!" (S.A. Panimolle); - Ricchezza e povertà nell'Antico Testamento (G. Ibba); - Ricchezza e povertà nel giudaismo intertestamentario (F. Manns); - Ricchezza e povertà nei Vangeli e negli Atti (S.A. Panimolle); - Ricchezza e povertà nell'epistolario del NT e nell'Apocalisse (R. Fabris). "
Il titolo di questa miscellanea ("In ogni scrittura e sapienza"), dedicata al prof. Alviero Niccacci ofm in occasione del suo 70esimo compleanno, vuol sottolineare i due campi di studi ai quali il festeggiato ha contribuito maggiormente: la grammatica, ossia la linguistica testuale ebraica, e la sapienza, ossia i libri sapienziali vetero-testamentari. I ventuno contributi qui raccolti si concentrano principalmente sul primo di questi campi. Si distinguono per una notevole varietà, ma il fattore che li unisce tutti è l'interesse, o meglio la passione, per la Bibbia ebraica e per la lingua ebraica, insieme alla stima per il festeggiato. Con contributi di: G. Claudio Bottini, Krzysztof J. Baranowski, Rüdiger Bartelmus, Bruno Chiesa, Matteo Crimella, Mats Eskhult, Steven E. Fassberg, Gregor Geiger, Walter Gross, Bo Isaksson, Jan Joosten, Paolo Messina, Tania Notarius, Massimo Pazzini, Rosario Pierri, Eep Talstra, David Volgger, Wilfred G. E. Watson, Wojciech Wigrzyniak, Ziony Zevit, Tamar Zewi.
Introduzione, traduzione e commento al libro di Esdra-Neemia di cui si presenta il testo antico e una possibile versione italiana attenta a quest’ultimo.Annotazioni e commento sono scanditi secondo due livelli:
Il primo, filologico-testuale-lessicografico, offre puntualizzazioni legate alla critica testuale (riprendendo le varianti testuali più significative), approfondisce il significato di alcuni termini, tenendo conto dell’influsso del contesto su di essi.
Il secondo, esegetico-teologico, tiene presenti le unità letterarie del testo biblici. Fornisce la struttura delle parti, per poi procedere al commento delle sezioni che le compongono e dei brani in cui queste ultime sono articolate. Il testo viene commentato evidenziandone gli aspetti teologici e mettendo in evidenza, la dove lo si ritiene opportuno, il nesso tra Antico e Nuovo Testamento, rispettandone però la reciprocità.
L’introduzione segue una precisa articolazione: a) il titolo, l’importanza e il posto del libro nel canone; b) la struttura e gli aspetti letterari del libro (stile, generi...); c) le linee teologiche fondamentali; d) gli aspetti maggiormente legati alla diacronia (data, autore, storia della composizione, versioni testuali, trasmissione).
Quelli che solitamente noi consideriamo come due libri distinti, sono qui presentati come una storia unica, sgorgata da una medesima scuola autoriale.
Destinatari
Comunità cristiane, studenti e insegnanti di Sacra Scrittura
L’autore Francesco Bianchi, dottore in ebraistica, ha insegnato Lingua e letteratura ebraica antica alla Facoltà di Lettere dell’Università “La Sapienza” di Roma e poi Lingua e letteratura ebraica moderna alla facoltà di Studi Orientali dello stesso Ateneo. È autore di diverse monografie e di numerosi articoli apparsi su riviste specializzate italiane e straniere che hanno trattato la storia di Israele durante il periodo persiano, con particolare attenzione alla fine della dinastia davidica e al problema dei matrimoni misti (La donna del tuo popolo. La proibizione dei matrimoni misti nella Bibbia e nel medio giudaismo, Roma 2005); la letteratura sapienziale, con particolare interesse per il libro del Qohelet; gli Apocrifi dell’AT e i manoscritti di Qumran; la polemica ebraico-cristiana medioevale. Sposato e padre di quattro figli, insegna religione cattolica nella scuola secondaria inferiore.
Per il Dio biblico e della tradizione rabbinica, la vita di "un solo uomo equivale all’intera opera della creazione" (Abot deRabbi Natan A 31,1). Dio è "il formatore di tutti, il creatore" (Abot 4,29). Perciò non solo Gesù e i vangeli, ma tutti i libri della Bibbia, aiutano a fare l’esperienza di Dio che educa e accompagna ogni vivente per realizzare il progetto-mistero (Rm 8,28-30; Rm 16,25-26) della propria esistenza, fino a quando "si compirà" (Ap 10,7).
Come e perché Dio crea ed educa l’umanità e il popolo eletto? Come si è formato Gesù, che dichiara ai discepoli di ogni tempo che "uno solo è il vostro Maestro, voi siete tutti fratelli"? (Mt 23,8) Quale novità comporta il suo arrivo, il suo annunziare il "vangelo di Dio", (Mc 1,14) e il suo agire educativo rispetto al mondo rabbinico?
Il presente testo, suddiviso in quattro parti – 1. Dio creatore e "formatore di tutti. 2. Sulle "orme" di Gesù, maestro ed educatore. 3. "Trasformazione" nello Spirito: l’ekklesia discepola e maestra. 4. Profilo dell’educatore e progetti educativi per/nel terzo millennio –, si pone come strumento utile nel processo educativo e nel cammino di una "nuova" evangelizzazione nella Chiesa italiana. Si propone di far scoprire il senso globale della vita personale e sociale e come crescere fino alla pienezza integrale. Emerge il profilo del formatore e della comunità educante nella prospettiva trinitaria dell’educazione, dove Gesù rivela il Padre come colui che "insegna" a "tutti i suoi figli" e dona lo Spirito come "guida alla verità tutta intera" inviando a fare suoi discepoli tutti i popoli del mondo.
Oggi, nell’educazione prevale la dimensione psicopedagogica, manca la Scrittura. Questo testo mette in dialogo Bibbia e scienze umane.
L’individuo è chiamato sempre a diventare persona in ambito comunitario (con dignità, diritti, doveri): attraverso una relazione "iotu" originante, sia nell’AT come nel NT.
La dimensione educativa dell’esperienza tra Gesù maestro e Pietro discepolo è alla base dell’evangelizzazione e formazione per il regno.
Destinatari
Animatori biblici e operatori pastorali e insegnanti (sacerdoti, religiosi e laici).
Autore
Michele Mazzeo, sacerdote cappuccino, è docente di Sacra Scrittura all’Università Antonianum (spiritualità del Nuovo Testamento), all’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro (fondazione biblica e normativa della teologia morale e prospettive bibliche in bioetica) e allo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme (Apocalisse). Fra le sue opere ricordiamo: La spiritualità del Nuovo Testamento. Ascolto e sequela (Bologna 2011). Con Paoline ha pubblicato: La sequela di Cristo. Nel libro dell’Apocalisse (1997); Lettere di Pietro. Lettera di Giuda. Nuova versione, introduzione e commento (2002); Pietro. Roccia della Chiesa (2004); Vangelo e lettere di Giovanni. Introduzione, esegesi e teologia (2007).
Questo breve studio si propone di ovviare all'inconveniente costituito dall'uso che le chiese cristiane fanno della Bibbia. I cristiani sono soliti sì dire che la parola di Dio affidata alla chiesa è la Bibbia, ossia l'Antico e il Nuovo Testamento, ma quando si tratta di risolvere problemi riguardanti la dottrina, la liturgia, i compiti della chiesa nel mondo, ci si basa perlopiù soltanto sul Nuovo Testamento, senza troppi scrupoli per l'unità e la totalità della Bibbia. Quale sia il rapporto tra Gesù Cristo, "signore" della comunità cristiana, e l'Antico Testamento è un problema che nel corso della storia del cristianesimo ha avuto varie soluzioni, e ogni generazione ha il compito di trovarne una nuova. E dev'essere una soluzione che tenga finalmente conto del fatto che la Bibbia ebraica è letta, predicata e trasmessa anche nelle comunità ebraiche.
In quanto cristiani occidentali, all'origine della nostra cultura non c'è soltanto il cristianesimo, né soltanto l'ebraismo e attraverso di esso l'eredità medio orientale antica, ove è nata la città, ma anche la Grecia e Roma (l'ellenismo).
È un merito non piccolo della teologia al femminile (o teologia femminista) nella sua travagliata storia che dura ormai da due secoli l'aver portato alla luce e imposto all'attenzione di tutti la consapevolezza che l'Occidente ha usato (più o meno consapevolmente) la Bibbia come strumento di legittimazione di una società, di un ethos androcentrico (centrato sul maschio), patriarcale (dominato dal maschio) e sessista (discriminatorio sulla base del sesso).
Né il cristianesimo né l'ebraismo hanno inventato tutto ciò, ma certo non se ne possono chiamare fuori: nemmeno le Scritture ebraiche e cristiane ne escono indenni
In questo volume, don Maggioni dà colore e vita alla sacra rappresentazione del Natale facendo rivivere i suoi personaggi. L'accorrere dei pastori, la visita dei Magi, Maria, Giuseppe e il Bambino, vengono fotografati come in una istantanea cogliendo i protagonisti nella loro semplicità e concretezza, lontano da ogni stereotipo sentimentale o devozionistico. L'immagine di copertina è un particolare del dipinto "Il censimento di Betlemme" di Pieter Bruegel. Nella grande tela il pittore fiammingo rappresenta Maria e Giuseppe che arrivano a Betlemme passando in mezzo a tanta gente indaffarata nel lavoro e totalmente incurante della presenza divina. È quello che capita anche oggi: il Signore viene tra la sua gente, ma nessuno se ne accorge. Don Maggioni con queste meditazioni ci dona una piccola ma preziosa mappa evangelica per aiutare noi, gente indaffarata e incurante, ad andare incontro al Signore che viene.
Questo libro si propone di esplorare la patria teologica dei primi cristiani, o, se preferite, il mondo delle loro convinzioni... La ricerca biblica è maggiormente consapevole rispetto al passato della diversità dei primi cristiani. La linguistica, la poetica, la narratologia, la retorica, la sociologia, l'antropologia culturale hanno finito per integrare il quadro degli strumenti più classici dell'esegesi volti ad auscultare il paesaggio molteplice delle loro convinzioni.
C'è una ragazza, un po' noir, che viene presentata nell'atto di salire al piano di sopra per impiccarsi; c'è un demonio geloso che uccide tutti gli aspiranti mariti fin dalla prima notte, solo che tentino di unirsi a lei; c'è un angelo in incognito, che accompagna un giovanotto, partito per una missione finanziaria, ma condotto alla fine a fare ben altro e ben di più; c'è un pesce prodigioso che contiene virtù terapeutiche che si riveleranno cruciali. Insomma parrebbe una favola, il libro di Tobia, ma una favola non è, anzi si può dire che è un piccolo manuale di vita cristiana, con quel suo pesce misterioso (ichthùs), che ha in sé il potere di guarire "ogni malattia ed infermità tra il popolo" (Mt 9,35). Un pesce che guarisce persino il matrimonio! Certamente la cosa più inguaribile che ci sia...un po' "come il cuore" (Ger 17,9), del resto.
Quest'opera è stata pensata come aiuto all'applicazione pratica delle segnalazioni, emerse nell'insegnamento magisteriale più recente, sull'importanza d'intraprendere un'esegesi complessiva dei testi biblici, tenendo presente la loro natura di scritti divinamente ispirati. Appare, infatti, l'urgenza di servirsi nello studio biblico di un'ermeneutica che tenga presente l'unità della Scrittura e sappia integrare il metodo storico-critico e gli altri metodi razionali in una prospettiva di fede; ermeneutica proclamata con grande accuratezza e sensibilità dalla Costituzione dogmatica Dei Verbum, al n. 12. Il volume intende presentare, attraverso un percorso storico, la varietà di lettura della Scrittura sorta lungo i secoli all'interno della Tradizione della Chiesa. È quindi uno stimolo perché si possa valorizzare in modo rinnovato la ricchezza della parola di Dio ed intraprendere ciò che si potrebbe chiamare una lettura multidimensionale della Bibbia. Quest'ultima, lungi dal diminuire la ricchezza dei testi, è capace di apprezzare la multiforme varietà di sfumature che essi racchiudono, appunto perché parola di Dio per la salvezza di tutti gli uomini.