«A te, che non mi hai mai conosciuta»: è questa l'intestazione della lettera che, nel giorno del suo compleanno, riceve un romanziere viennese, un quarantenne di bell'aspetto a cui la vita ha offerto i suoi doni più ambìti: la ricchezza, la fama e un fascino «morbido e avvolgente» a cui è impossibile resistere. «Ieri il mio bambino è morto»: così esordisce la misteriosa scrivente, e continua: «adesso al mondo mi sei rimasto solo tu, tu che di me non sai nulla». Quando lui leggerà quelle righe, lei sarà già morta: per questo, solo per questo, concede a se stessa di raccontargli la propria vita - la vita di una creatura che per più di quindici anni (prima bambina, poi adolescente, e poi donna) gli ha votato, «con la dedizione di una schiava, di un cane», un amore «disperato, umile, sottomesso, attento e appassionato», senza mai rivelargli il proprio nome, senza mai chiedere nulla, ottenendo in cambio solo poche notti d'amore e portandosi dentro un unico, struggente desiderio: che incontrandola, almeno una volta, la riconoscesse. Ma quasi sempre il volto di una donna rappresenta per l'uomo «solo lo specchio di una passione, di un gesto infantile, di un moto di stanchezza, e svanisce altrettanto facilmente di un'immagine allo specchio». E il destino di lei è stato di non essere mai riconosciuta. Con la consueta maestria Zweig ci trascina nel labirinto di un amore assoluto, regalandoci lo straordinario ritratto di una donna viva, vera e appassionata che è al tempo stesso una «creatura invisibile», immateriale «come una musica lontana».
“Donne. Soltanto donne.
Donne con cui deve essere stato difficile convivere.
Donne assenti, lontane.
Donne che non sono mai riuscite a vivere nel presente.
Incapaci di fermare l’attimo perché sempre protese verso l’altro sfuggente…
Donne che desiderano mondi lontani, mai reali.
Donne bambine, che detestano le loro madri e finiscono per assomigliarle.
Che non vogliono crescere e vivono di ricordi di amori inventati o mai vissuti.
Innamorate di fantasmi e ormai spettri anch’esse…
Adesso resto solo io, l’ultima semina, e questa pianta deve spuntare.
Fiorire. Dare un senso al passato.
Perché i fantasmi possano finalmente dormire in pace.”
“Partiri? E dove avemu a jiri?” domandai.
“A la Merica”, rispose seria Nanna.
La Merica?! Ma io la Merica non sapevo manco dove stava!
Rosalia è una bambina di 10 anni quando, all’inizio del Novecento, abbandona la sua amata isola di Stromboli per la “Merica”, la terra promessa. E nel “Paese Nuovo” continua la sua vita, tanto simile a quella di milioni di emigranti che sperano di lasciarsi alle spalle stenti e povertà. Questa è la sua storia. Ma è anche la saga di due continenti, l’Italia e l’America a cavallo di due secoli, e di una famiglia che viene seguita con meticoloso amore da una scrittrice che in America ha vissuto, lavorato e condiviso con la propria famiglia, quella vera – la famiglia Barzini –, un tempo che in quel Paese sembra scorrere più in fretta. È la storia di una ricetta, la parmigiana di melanzane, che unisce o divide come un sottile filo rosso le protagoniste. È un intreccio di affetti, di separazioni, di rimpianti e di rimorsi, di gioie e di dolori, di risa e di pianti, di quattro generazioni che si incontrano, si scontrano, si rincorrono.
Sono molti gli scrittori e i libri che hanno descritto quel mondo. Sono molte le sollecitazioni che nel Novecento e non solo hanno portato l’America a conoscenza del pubblico europeo, snodo mai risolto fra Vecchio e Nuovo Continente, basterebbe ricordare con una vena di ironia America di Kafka. Eppure Stefania Barzini riesce a cogliere in questa sequenza un suono dolce e drammatico. L’ingrediente perduto parrebbe un racconto fra donne, di donne ma è molto di più. Perché Rosalia, Connie, Sandy, Sarah incarnano la storia del nostro passato, delle nostre origini, della nostra emigrazione, delle miserie, delle speranze, delle delusioni e dei successi, e anche delle loro ricette che le hanno aiutate, nel bene e nel male, a sopravvivere.
Il valore salvifico della morte di Gesù nei testi di Chiara Lubich
Un'indagine sull'universo gastronomico di Andrea Camilleri, espresso attraverso il suo illustre personaggio: il commissario Montalbano, goloso e continuamente affetto da un "pititto" smisurato. Ne viene fuori un'antologia gustosa come una tavolata ben imbandita, con rievocazioni di alimenti e pietanze tratte dai suoi ricordi dell'infanzia in Sicilia. Il cibo diventa protagonista trasversale di tutte le storie, e acquista una valenza affettiva molto forte, sinonimo di materializzazione dell'amore materno. Da qui si deduce l'importanza che questa passione ha per il commissario, così prepotente da prevaricare anche la passione amorosa. Per lui, il cibo è l'oggetto del desiderio, più importante degli altri piaceri e deve essere conquistato a tutti i costi; ma i segreti delle gustose pietanze sono custoditi da altri, la "cammarera" Adelina, Calogero, Enzo. Le ricette sono svelate in queste gustose pagine da assaporare in silenzio e solitudine, con animo lieto e mente sgombra, una per volta, come quando Montalbano si siede a degustare i suoi piatti preferiti.
Autore:
Stefania Alotta
Insegna in provincia di Latina, in una scuola primaria dove coordina la Commissione Intercultura e l'integrazione degli alunni stranieri. Si è laureata in Sociologia nel 1994. Ha conseguito il dottorato di ricerca e condotto studi e seminari.
Target:
Mondo della scuola. Ambiente cattolico e laico.
Contenuti:
Oggi la società è sempre più multietnica. Perché sia ragionevolmente unita e armoniosa bisogna favorire un'educazione interculturale e decostruire il razzismo.
Quest'ultimo era originariamente un'ideologia con pretese di scientificità che si sono rivelate insostenibili.
Oggi rappresenta soprattutto una patologia sociale.
L'Autrice descrive il percorso del pensiero europeo razzista fino ad oggi e contrappone ad esso i valori e i metodi dell'intercultura.
Il volume è inoltre corredato da un'ampia parte didattica con esempi direttamente applicabili in ambito scolastico.
Questo volume si propone come soluzione ideale per l'insegnamento della matematica nelle lauree triennali in Scienze dell'Economia e della Gestione Aziendale. Il testo è costruito con il preciso obiettivo di interessare gli studenti alla matematica; a tal fine esso fa ampio uso di esempi e offre un continuo riferimento ad applicazioni di ambito aziendale. Pur fornendo gli essenziali riferimenti teorici, la trattazione segue un approccio prevalentemente pratico-applicativo, nel quale si inserisce in modo organico anche l'uso di calcolatrici grafiche, fogli elettronici e risorse su Internet; ciò rende il testo particolarmente efficace nello sviluppare le abilità di "problem-solving" basate su strumenti matematici.
L'edizione degli Inventari del 1607 e del 1611: fonti per la storia della Pinacoteca Ambrosiana.
Costruito in funzione delle esigenze didattiche nei nuovi corsi di laurea, il volume è diviso in due parti: nella prima sono esaminati i fondamenti "teorici" della psicometria; la seconda è una rassegna dei principali metodi per l'analisi dei dati che dà particolare spazio alle applicazioni. Tutto è presentato in modo semplice, breve e diretto partendo da un problema reale di ricerca. Una introduzione ai fondamenti, ai metodi e alle applicazioni della psicometria che, evitando l'uso eccessivo di formalizzazioni, risulterà particolarmente utile a quanti si avvicinano alla materia per la prima volta.