Il volume presenta il testo ebraico del Libro delle Lamentazioni, la traduzione italiana, un saggio introduttivo, un ricco apparato di note filologiche e di commento, un approfondimento di carattere liturgico.
Il testo fa parte di una nuova collana, curata da noti biblisti italiani, che riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico- teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
Destinatari
Religiosi, gruppi di lettura biblica, biblioteche, semplici credenti.
Autore
Elzbieta M. Obara ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, la Licenza e il Dottorato in Scienze Bibliche nel Pontificio Istituto Biblico. Attualmente offre corsi e seminari nella Pontificia Università Gregoriana e nella Pontificia Università Urbaniana. Ha pubblicato: Le strategie di Dio. Dinamiche comunicative nei discorsi divini del Trito-Isai (Roma 2010).
Abdia, Giona, Michea, tre libri profetici della Bibbia. Ogni testo è preceduto da un’introduzione e da una bibliografia, ed è presentato nell’originale ebraico e nella nuova traduzione italiana, con un ricco apparato di note filologiche e di commento. Completa l’opera un’appendice dedicata all’uso dei tre libri nella liturgia odierna.
Destinatari
Religiosi, gruppi di lettura biblica, biblioteche, semplici credenti.
Autore
Donatella Scaiola ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico.Attualmente, è professore straordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontifica Università Urbaniana. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite”. Fenomeni di composizione appaiata nel Salterio Masoretico, Roma 2002; Rut, Giuditta, Ester, Padova 2006; “Servire il Signore”. Linee di una teologia biblica della missione nell’Antico Testamento, Roma 2008, Rut, Milano 2009. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale.
Il testo ebraico del libro di Ester ha spesso provocato un certo sconcerto fra i suoi lettori, perché si presenta privo di espliciti riferimenti religiosi. In esso, infatti, non ricorre mai la parola «Dio». Questa carenza, però, era stata rimediata dalla versione greca dei Settanta, che con le sue sei aggiunte ha reso il racconto di Ester un racconto «edificante», cui ricorre tre volte il riferimento a Dio.
Ma il testo ebraico va preso e valorizzato per quello che è: un libro drammatico, in cui alla fase del panico e dell’afflizione segue quella finale del rasserenamento e della festa con un’allegria popolare e travolgente (la festa dei Purim). Infatti, ogni anno, in occasione dei Purim si legge nella sinagoga il Rotolo di Ester, il cui racconto fornisce ormai l’eziologia della festa (per il carattere popolare e buffonesco, che comporta pure il travestimento delle persone con le maschere, la festa dei Purim somiglia al nostro carnevale).
In questo piccolo libro biblico, di soli dieci capitoli, si rivela l’abilità letteraria dell’autore, che pre- senta il suo racconto in uno stile ritmato e festante con il quale vuole incantare il suo pubblico. In questo caso, la traduzione letterale del testo aiuta a riprodurre meglio gli espedienti linguistici del suo stile un po’ artificiale, che comunque si presta a rappresentare l’incanto del mondo immaginario dello scrittore, per meglio cogliere i valori che lui vuole suggerire.
Destinatari
Biblisti. Docenti del Pontificio Istituto Biblico e docenti di Sacra Scrittura facoltà teologi- che e negli Istituti di scienze religiose. Non- ché cultori della Sacra Scrittura.
Autore
Antonino Minissale, sacerdote dal 1957, ha studiato esegesi biblica, in particolare dell’Antico Testamento, all’Università Gregoriana, al Pontificio Istituto Biblico di Roma e all’Università ebraica di Gerusalemme. In Germania ha frequentato la facoltà di Teologia evangelica di Göttingen e di Heidelberg e di Teologia cattolica di Münster.A Oxford ha partecipato a diversi corsi d’aggiornamento biblico a stretto contatto con biblisti anglicani, mentre a Washington ha studiato al seminario metodista. Docente alla facoltà teologica di Sicilia, ha insegnato esegesi dal 1962 nel corso teologico del seminario di Catania e poi Antico Testamento e lingua ebraica nello Studio Teologico S. Paolo, nell’Istituto superiore di scienze religiose S. Luca e nel corso teologico S. Euplio per la formazione ai ministeri e al diaconato.Autore di importanti e numerosi lavori scientifici, si è dedicato in particolare allo studio del libro del Siracide, sul quale ha fatto la tesi di dottorato; ha curato, inoltre, traduzioni di opere esegetiche dal tedesco e dall’ebraico moderno, frutto della sua esperienza di studioso aperto, ancor prima del concilio Vaticano Il, al dialogo ecumenico e interreligioso. È stato assistente ecclesiastico regionale del Movimento ecclesiale d’impegno culturale e cappellano-confessore dell’Istituto Leonardo daVinci.
Terzo e conclusivo tomo di quella che è stata definita "una magnifica esposizione e illustrazione di tutte le maggiori problematiche dei primi quarant'anni di cristianesimo" (D.C. Allison), nelle pagine di questo volume si affrontano gli ultimi tempi della vita di Paolo e le due altre grandi figure del cristianesimo delle origini: Pietro e Giacomo. Queste personalità non marginali sono approfondite nel contesto tragico della Galilea di quegli anni, e anche forniscono il destro a utili considerazioni su come si debba pensare il rapporto fra i primi cristiani e la predicazione di Gesù, quale sia insomma la natura del cristianesimo alla fine della prima generazione. La grande opera di James Dunn - messa in valore anche dagli estesi indici editi in questo terzo tomo - combina visione generale, sensibilità per questioni specifiche e per la documentazione pertinente con una padronanza impareggiabile della ricerca odierna e con uno stile che non cessa di sorprendere per la sua gradevolezza.
Fin dai primi secoli del cristianesimo, il Cantico dei cantici ha esercitato un enorme fascino, sino a godere di una straordinaria fortuna. Il poema biblico dell'amore infatti, insieme al Salterio, non solo è stato il libro dell'Antico Testamento più letto e commentato, ma ha anche svolto un ruolo oggi difficilmente immaginabile nella liturgia, nella catechesi sacramentale, nella teologia e soprattutto nella spiritualità. Nel VI secolo, con la sua Expositio, Gregorio Magno avrebbe portato a compimento la stagione patristica, preludendo ormai alla grande fioritura dei commenti monastici medievali. Questo volume, che propone una nuova edizione del Commento al Cantico dei cantici di Gregorio Magno, contiene il testo originale latino con traduzione a fronte, corredato da note che ne accompagnano la lettura, e da un'introduzione che ne illustra il contesto e analizza l'esegesi...
Il profondo significato di pazienza come virtu che emerge dalle epistole paoline e un insegnamento fondamentale per comprendere l'uomo e la spiritualita in San Paolo. La pazienza e la virtu dei forti", come emerge dalle lettere di San Paolo. Il presente lavoro ha lo scopo di mettere in risalto il profondo significato che assume il concetto di pazienza nelle lettere paoline, con la speranza che solleciti nel lettore il desiderio di seguire il suo esempio per essere ogni giorno "piu paziente nella propria impazienza". "
Il testo fa sua la domanda dei pellegrini greci saliti a Gerusalemme: "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21). Accompagnato dall'evangelista Giovanni, l'autore si sofferma anzitutto sulla dinamica dell'incontro con Cristo (cfr. Gv 1,35-42), nella gioiosa scoperta che in lui Dio ha voluto stabilire lasua dimora (cfr. Gv 2,13-22). Se Gesù è colui che incarna il volto misericordioso di Dio (cfr. Gv 8,1-11), allo stesso istante non si lascia però restringere dentro le attese, spesso interessate, dell'uomo (cfr. Gv 6,16-21).Nella lettura del volumetto si coglie l'invito che Gesù rivolse ai discepoli a dimorare in lui (cfr. Gv 15,1-11); su questo invito Gesù attende una risposta totale e sincera: la risposta della fede.
Per rispondere a questo clamore della nostra società, bisognosa di Dio e di valori morali, offro questo libro sul Decalogo, come parola di vita e libertà per l'uomo. Come teologo - scriba diventato discepolo del Regno - ho voluto "estrarre dal tesoro cose nuove e cose antiche" (Mt 13,52). Nell'arca dell'alleanza si custodiva il Decalogo. "Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, sono essi la gioia del mio cuore" (Sal 119,105.111). Ho cercato, scrutando la Scrittura, il senso originale del Decalogo nell'alleanza di Dio con gli uomini. E l'antico si è illuminato con la novità di Cristo e della sua nuova alleanza, sigillata nel suo sangue e vissuta nella Chiesa, dalla quale ho raccolto soprattutto il magistero di Giovanni Paolo II e del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. Questo libro è diviso in due parti: il Prologo e il Decalogo. Il prologo inquadra e dà senso ai dieci comandamenti che, nella seconda parte, sono commentati uno per uno. Auspico solo che, come ci raccomanda Giovanni Paolo II nell'omelia con la quale inizio questo prologo, ascoltiamo Maria, la Chiesa, che ci dice: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). Facendo ciò che Egli ci dirà sperimenteremo la gioia del "vino nuovo e migliore" del Vangelo, che ci manca e col quale sarà saziata la nostra sete di Dio, di Verità, di Luce, di Libertà, di Vita.
Arrestato la Domenica delle Palme del 1498, in una notte di guerriglia urbana, Girolamo Savonarola è in prigione. È terminato da pochi giorni il processo civile contro di lui a cura della Repubblica fiorentina e sono in corso, a sua insaputa, delicate trattative con il papa Alessandro VI Borgia, uno dei bersagli preferiti della sua infuocata predicazione, per un'eventuale inquisizione, o un trasporto del prigioniero a Roma. Tra solitudine nel presente e incertezze circa il futuro, senza libri (né Bibbia, né breviario) e senza l'uditorio di nobili e plebe che riusciva a eccitare i suoi fuochi profetici, egli scrive questo Commento al salmo 50, destinandolo alla stampa. Vi mette effusione lirica, preghiera, ardente richiesta a Dio perché venga a liberarlo da ristrettezze e impedimenti, perdonando i suoi peccati; effettua così il riconoscimento della propria miseria, che eleva fino a renderla figura della più ampia miseria di ogni uomo peccatore e a sciogliere un canto di lode, anche se nell'angustia, al Dio che salva e perdona.
Le storie di alcuni personaggi della Bibbia (Noè, Giuseppe, Rut, Giona, Giobbe, Daniele, Ester, Tobia, Giuditta) e le storie di bambini e ragazzi come te. Sono meravigliose perché sono piene di meraviglie: fanno vedere che Dio è presente nella nostra vita, è vicino a ogni persona in ogni momento... anche a te! Un testo che induce alla riflessione e strappa un sorriso; pensato per i bambini cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei e musulmani; adatto ad essere letto dai piccoli e, ancor meglio, in compagnia degli adulti. Un buon modo per imparare a conoscere la Bibbia e prendere il gusto della sua lettura. Età di lettura: da 8 anni.