Contrariamente alla tendenza attuale a separare la spiritualità dalla religione e a considerare la prima un'entità distinta dalla seconda, in questo volumetto si dà per presupposto che la religione cristiana è intrisa di spiritualità e che questa è la risposta di fede del cristiano al dono salvifico di Dio in Cristo: la spiritualità come incarnazione della parola. Nelle sue pagine Prosper Grech illustra i moventi fondamentali della fede e della concezione di vita del cristiano che si lasciano rintracciare nel Nuovo Testamento, per proporli alla meditazione di chi intenda vivere la propria vita cristiana in tutta la sua pienezza. Ne risulta un'immagine della spiritualità che è dinamica e insieme contemplativa, alla quale concorrono la preghiera, le opere buone, una coscienza ecclesiale e apostolica e una condotta sociale, tutte ispirate e ravvivate dall'amore che lo Spirito infonde nel cristiano. "La misura della statura spirituale di ciascuno - per concludere con parole dell'autore - dipende da quanto si è apprezzato il dono della fede che ci viene accordato e da quanta gratitudine suscita in ciascuno di noi il dono di Dio in Cristo".
Pur essendo un libro eminentemente religioso, e benché non proponga una teoria politica, la Bibbia ebraica parla spesso di capi e di leggi, di aspri conflitti interni e di guerre tra nazioni, di questioni di autorità e di politica, di critiche mosse pubblicamente al governo e agli strati sociali dominanti. Tutto ciò all'ombra di un Dio onnipotente. Di qui consegue una serie speciale di domande a cui ci si trova davanti nel caso della Bibbia: quale spazio può esservi per la politica quando chi governa in ultima istanza è Dio? In altre parole, in una nazione che vive sotto la dominazione divina e la protezione di Dio, quale spazio resta al processo decisionale guidato da assennatezza e prudenza? Com'è compreso il tempo, come viene usato il passato e come s'immagina il futuro? Quand'è giusto muovere guerra? L'assolutismo religioso favorisce il fanatismo e la guerra santa oppure l'accordo e la pace? Queste sono alcune delle domande che guidano un celebre teorico della politica in un'analisi sottile e avvincente dei testi biblici.
I racconti delle origini del mondo abbracciano una realtà universale di cui non vogliono indicare gli inizi cronologici, ma intendono spiegare il significato esistenziale. E così in apertura della Bibbia il popolo d'Israele ha condensato nel libro della Genesi una sua visione della realtà e di se stesso. Il giardino dell'Eden è essenziale non per viverci dentro, ma per esserne espulsi verso paesaggi geografici storicamente percorribili e abitabili. Il tema del rapporto tra i due generi di tempo, quello dei primordi e quello della storia, resta implicito in ognuno dei saggi raccolti nel volume, raggruppati sotto due prospettive diverse. La prima si colloca nell'ambito del tempo storico e valuta la possibilità stessa della sua misurazione. La seconda è dedicata invece al tema delle origini della civiltà in alcune sue espressioni più significative, come la nascita della città ad opera di Caino e la diffusione dei popoli sulla terra.
Giona è come "Il Piccolo Principe" biblico, dal linguaggio semplice, da favola sapienziale, dal potenziale di una parola ironica, mite e leggera, capace di illuminare e guarire. La vicenda (parodistica) di un profeta fuggiasco dalla propria missione a Ninive, cupamente adirato e intristito per non condividere la volontà salvifica di Dio verso la capitale assira, responsabile tra le peggiori crudeltà perpetrate nel Medio Oriente Antico, ci dà una lucida diagnosi dei nefasti inconvenienti del risentimento. E insieme ci regala anche il brillante rimedio in due tempi, escogitato da Dio per questo suo "antiprofeta": prima una terapia umida, incalzante e terrificante, di una tempesta e di un pesce di enormi proporzioni -, che poi diventa una più ordinaria e minimale terapia secca - un alberello contro il sole cocente, un vermicello roditore, e infine il vento afoso, che fanno dire a Giona: "per me, meglio morire che vivere!". Chissà che quei sentimenti di Dio - grande e misericordioso per Ninive -, intollerabili agli occhi di Giona, in realtà possano risultargli assai più compatibili di quanto non pensi.
Questo è il primo ampio dizionario scientifico italiano di ebraico biblico. Si basa sul lavoro previo di una traduzione letteraria completa della Bibbia ed è realizzato secondo i più moderni criteri linguistici.
I significati di ogni vocabolo sono organizzati secondo criteri di logica semantica, tenendo conto del fattore stilistico, componente fondamentale del linguaggio letterario.
Tramite una disposizione grafica chiara e intuitiva, ogni lemma propone quindi diversi tipi di informazione: morfologica (varianti possibili, coniugazione, declinazione), sintattica (modismi, fraseologia) e semantica (diverse accezioni, sinonimi, antonimi, informazione sul campo semantico a cui il termine appartiene.
Frutto maturo di un maestro della stilistica e della poetica ebraica, è lo strumento indispensabile per chiunque voglia imparare ad apprezzare la bellezza letteraria dei testi biblici.
Ogni traduttore troverà in esso i suggerimenti essenziali per superare l’inganno linguistico che va sotto il nome di traduzione letterale, che consiste nell’astrarre la parola singola dal suo uso e pietrificarla in un concetto unico e immutabile, che domina poi la traduzione.
luis alonso schökel (1920-1998), uno dei più autorevoli biblisti a livello mondiale, è stato per quarant’anni docente al Pontificio Istituto Biblico. Pionieristica fu la sua tesi sulla poetica ebraica (divenuta poi un fortunato Manuale). Nei suoi monumentali commentari ai Profeti, a Giobbe, ai Proverbi e ai Salmi (tutti tradotti in italiano) ha prestato attenzione in modo particolare all’analisi stilistica e alla struttura letteraria dei testi. Sottolineando la forza del linguaggio simbolico, ha aperto prospettive teologiche di grande suggestione.
Questo volume contiene la trascrizione di nove "lectiones divinae" dedicate alla lettura del "Libro dei giudici". Lo scritto biblico viene letto per intero e commentato passo passo, cercando di reperire nella teologia della redazione testuale alcuni elementi dell'inesauribile fecondità della parola di Dio. Le diverse figure dei giudici emergono in un tempo oscuro della storia del popolo di Dio, tra l'ingresso nella terra di Canaan e l'istituzione della monarchia (sec. XIII-XI a. C.). Nel corso di vicende che ripropongono le molteplici caratteristiche di una crisi, compaiono personaggi dotati di una loro singolare irruenza carismatica. La storia dei giudici viene raccontata come straordinaria epifania dello Spirito di Dio.
La storia raccontata nel c. 16 di Nm è il 'resoconto' della contestazione capeggiata da Core, Datan e Abiram contro l'autorità di Mosè e Aronne durante la traversata del deserto. I ribelli, con argomenti apparenti, mettono in dubbio la legittimità della loro guida e insinuano il sospetto che Mosè e suo fratello si siano attribuiti da sé, sin dall'inizio, l'autorità e il potere che ne deriva. La reazione divina non tarderà a manifestarsi nella punizione più drastica e impressionante del cammino esodale. Il presente studio riabilita il testo, affrancandolo dal giudizio di maldestra compilazione di fonti e incoerente intreccio di tradizioni, e, attraverso le tappe dell'analisi narrativa, fa emergere l'importanza teologica e la perenne attualità del racconto. La sua strategia, infatti, stabilisce ironicamente che chi aspira disonestamente al comando terreno 'scende' vivo sottoterra, e chi brama un potere spirituale che non gli compete 'sale' al cielo bruciato come un sacrificio. La ricostruzione del complesso processo editoriale del testo, poi, permette di situarlo nel contesto storico più ampio della formazione del Pentateuco. In particolare permette di percepire la contemporaneità del dibattito teologico sull'autorità, focalizzando gli elementi che caratterizzano la comunità in relazione alla mediazione umana dell'autorità divina.
Vivere nel benessere fisico e nel benessere spirituale è l’aspirazione di molte persone. Le pagine di questo libro aiutano a compiere un passo in questa direzione.
Presentano le erbe più note e più ricorrenti del testo biblico, riportando le citazioni della Sacra Scrittura e indicando il loro possibile utilizzo terapeutico. Ogni erba è riprodotta in disegno, per facilitarne il riconoscimento.
Un invito originale e concreto a fermarsi e meditare, un modo piacevole e utile per imparare i primi rudimenti nel campo affascinante e sterminato dell’erboristeria.
Il corpo, in verità, è il vestito dell’anima
Santa Ildegarda di Bingen
Il Cantico dei cantici è un sublime canto all'amore dell'uomo e della donna quale riflesso, immagine e segno dell'amore di Dio agli uomini. È un canzoniere di nozze, che canta la bellezza della sposa e dello sposo, e la gioia del loro amore. Certamente non canta l'amore erotico di un incontro occasionale, ma l'amore permanente, "più forte della morte".
Gli artisti si sono cimentati in ogni epoca con i temi sacri. Se alcuni sono in grado di riconoscere i personaggi principali delle sacre scritture, la maggior parte dei visitatori di mostre e musei si trova in difficoltà nell'individuare i soggetti delle innumerevoli scene sacre che ricorrono nella pittura fin dal Medioevo. Per chi non si accontenta di osservare, ma avverte l'esigenza di capire i significati più profondi delle immagini, il volume consente di orientarsi con agilità tra i personaggi e gli episodi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento attraverso brevi testi esplicativi documentati da oltre 500 opere. Attraverso un'accurata analisi iconografica, ogni opera rivela i personaggi, i simboli, i momenti devozionali e le scene drammatiche e illuminanti dei sacri testi. Il libro è organizzato in 14 sezioni tematiche, dalla creazione del mondo alla Passione di Cristo ed è completato da utili apparati di consultazione per orientarsi tra Antico e Nuovo Testamento e Vangeli apocrifi.
Le lettere di Bar Kokhba sono documenti storiografici di grandissimo interesse che in vario modo consentono una visione più chiara della vita, anche quotidiana, della Giudea dei primi due secoli dopo Cristo. Eccezionali questi scritti sono pure per risalire alla persona stessa del leader della seconda rivolta giudaica contro i romani, sorta e soffocata nel sangue nel breve volgere di tre anni (132-135 d.C.). Nel volume curato da Corrado Martone, specialista di Qumran, dopo un'introduzione storica nella quale vengono inquadrate le vicende che ebbero per protagonista Bar Kokhba e i suoi seguaci e in cui s'illustra la vitalità di questa figura nella tradizione giudaica antica fin nella società israeliana odierna, di ogni lettera si presentano il testo in lingua originale, la traduzione e un commento storico e linguistico. Due appendici completano il volume, una prima dedicata a un testo rinvenuto solo in anni recentissimi e in circostanze non chiare, anch'esso riconducibile al periodo della seconda rivolta, la seconda all'importanza che i testi qui raccolti hanno per la ricostruzione della storia del testo biblico.
Questo volume propone un percorso psicologico e spirituale sulla relazione tra fratelli e sorelle e sul sentimento di fratellanza.