Cola di Rienzo (1313-1354) fu uomo di vasta cultura, oratore con grandi capacità di persuasione e importante uomo di governo, che con il titolo di "tribuno" tentò di riformare le istituzioni di Roma in senso popolare. Dopo vicende di grande portata storica e straordinarie peripezie, la sua vita si concluse tragicamente nel corso di una sommossa popolare. Il presente volume racconta una nuova vita di Cola di Rienzo alla luce delle più recenti ricerche storiche. Il primo capitolo è dedicato a Roma e al tempo in cui visse il protagonista; nei capitoli centrali è raccontata la storia della sua vita, mentre nell'ultimo capitolo si indaga il modo in cui si è andata costruendo l'idea del "personaggio" Cola di Rienzo nel corso dei secoli.
Il libro documenta le lettere e le conversazioni intrattenute fra Eugenio Corti e il suo vastissimo pubblico di lettori. Corti spiega loro che il senso della sua vita e della sua opera risiede nella lotta contro il totalitarismo, di qualunque colore, contro le ideologie di morte, contro la menzogna. Il libro assume in diversi capitoli il carattere dell'autobiografia: Paola Scaglione ha saputo tesserla con finezza, lasciando che Corti si esprimesse in libertà . Vi evoca la genesi della sua opera, i ricordi di guerra, le convinzioni religiose, l'incontro con le persone che l'hanno segnato come uomo e come scrittore. E, sul filo delle sue confidenze, appare il profilo di uno degli interpreti più luminosi della letteratura contemporanea (pp. 280).
La storia di Sansone, narrata nei capitoli 13, 14, 15, 16 del settimo libro dell'Antico Testamento, Giudici, nella traduzione dall'antico ebraico di Erri De Luca. Il testo restituisce al lettore la figura dell'eroe suicida che si fa crollare addosso il palazzo gremito di nemici filistei.
Umberto II (1904-1983), ultimo re d'Italia, e per un tempo brevissimo: dal 9 maggio 1946 al 13 giugno successivo, quando il referendum sancì la vittoria della Repubblica. Lami si è lungamente intrattenuto con l'ex re in esilio a Cascais, ricevendone confidenze e documentazione, tracciando in seguito un ritratto completo dell'uomo e del sovrano. Umberto crebbe fra i contrasti di un'Italia trionfalmente mussoliniana prima e belligerante e sconfitta poi. Da alto ufficiale ed erede al trono fu spettatore silenzioso dei sotterfugi di dignitari più preoccupati del tornaconto che della patria e dell'onore. Se sul fronte privato si entra nelle pieghe del difficile matrimonio con Maria José, sul versante pubblico si descrivono, nel trapasso dalla monarchia alla Repubblica, le mistificazioni e sopraffazioni che hanno impresso nella democrazia italiana una macchia d'origine (pp. 352).
Chi era Nostradamus? Isolato dai suoi contemporanei, avvolto da un alone di mistero, l'autore delle "Centurie", il fondatore di una nuova teoria del tempo, l'inquietante padre di alcune delle profezie più oscure della storia della letteratura e della divinazione, ha lasciato con la sua morte una serie di enigmi insoluti.
Il barone Amedeo Guillet, nato a Piacenza nel 1909, è uno degli eroi dimenticati del Novecento italiano. Ufficiale di cavalleria del Regio Esercito, fu campione di equitazione e soldato coraggioso. Veterano della conquista dell'Etiopia nel 1936 e del conflitto civile spagnolo, allo scoppio della Seconda guerra mondiale si trovava in Africa Orientale Italiana al comando del Gruppo Bande Amhara a cavallo. Nel 1943 raggiunse l'Italia da clandestino per battersi contro i tedeschi. Fedele al giuramento che lo legava al re, abbandonò la divisa dopo il referendum del 2 giugno e intraprese la carriera diplomatica che lo portò in diversi paesi arabi. Oggi, a 93 anni, vive nella sua seconda patria, l'Irlanda.
Giaime Pintor, protagonista di primo piano, con Cesare Pavese, Norberto Bobbio e Leone Ginzburg, dell'attività della casa editrice Einaudi, a soli ventiquattro anni, nel dicembre del '43, cadde in combattimento in uno dei primi episodi di guerra partigiana. Figura eroica della Resistenza diventerà, dopo la scomparsa, il punto di riferimento ideale per più generazioni di antifascisti. Pintor, però, fu anche un personaggio complesso, profondamente radicato nella sua epoca: studioso della letteratura e del pensiero tedesco, distaccato alla commissione d'Armistizio tra Italia e Francia e qui incaricato di mantenere i rapporti con la delegazione di Berlino, non fu affatto disimpegnato nei confronti del regime fascista fino alla sua caduta.
È passato alla storia come colui che, impegnato nella lotta agli infedeli, lasciò il suo regno in balia del perfido fratello Giovanni Senza Terra. Jean Flori, specialista del mondo medievale, esperto di cavalleria e di crociate, ha deciso di rendere omaggio a Riccardo Cuor di Leone, cercando di separare la verità storica dalle leggende che secolo dopo secolo sono state costruite attorno alla sua figura.