I contributi racchiusi nel volume non sono soltanto un segno di omaggio all’Amico, al Collega, al Maestro, al Vescovo ma anche un modo per mettere a fuoco una varietà di elementi che si intrecciano con quei saperi che hanno permesso alla Chiesa del Vaticano II di fare un passo avanti importante nella propria autocomprensione e nel dialogo con le realtà in cui è chiamata a vivere offrendo la propria luce. Cultura Teologia Storia: tre termini che denotano altrettanti orizzonti dove trovano spazio i numerosi studi. Il Lettore che scorre l’ampio Indice dell’opera ha la possibilità di cogliere - soprattutto attraverso l’articolazione dei sottotitoli - l’ampiezza e la varietà delle singole ricerche. Nel loro insieme queste costituiscono anche un invito a sviluppare il rapporto che i tre ambiti hanno tra di loro. Se il legame tra teologia e storia unisce strettamente gli sviluppi e gli approfondimenti delle rispettive ricerche, è poi il termine "cultura" che può assemblare ogni risultato in vista di orizzonti sempre nuovi che permettano di dare un volto di richiamo a quel desiderio di incontro con le più diverse realtà proprio di ogni persona. Per conoscere a fondo il profilo e gli interessi culturali del Festeggiato il Lettore può percorrere la parte introduttiva dove ha modo di essere informato sull’attività scientifica il cui esito è presente in numerose opere, in pubblicazioni e in articoli che nel loro insieme denotano una molteplicità di interessi, sempre comunque accomunati dall’intento di elaborare cultura. L’esemplarità di un’opera come questa si presenta come un invito a chiunque opera nell’ambito della formazione e dell’educazione in ogni ramo della scienza, a portare avanti con serietà e impegno tutto ciò che può illuminare il cammino dell’umanità. «Veritatem inquirere…» è il titolo che caratterizza la presente collana di studi; un’espressione che è già un programma eloquente; e le opere finora apparse ne sono un segno tangibile; un segno che - guidato dagli orizzonti culturali di due Università (in Italia e in Polonia) - si pone come incoraggiamento per chiunque si trovi a dover rispondere ad una vocazione eccezionale quel è quella dell’impegno nei più diversi ambiti della scienza e della ricerca, in una parola: della cultura. Presentazione di Alberto Melloni.
Chi è Gesù Cristo per noi e che cosa vuol dire, in concreto, essere salvati da lui?.
Questo libro, che condensa venticinque anni di insegnamento, tenta di rispondere a tale domanda avendo a a cuore la finalità evangelizzatrice della teologia. È una sintesi a servizio dell'annuncio della Buona Notizia e riconduce alla "dottrina della Salvezza" (soteriologia) il nucleo delle principali discipline teologiche. Questo aiuta a scongiurare sia la frammentazione che insidia la teologia accademica sia il rischio di scarsità contenutistica di talune forme di pastorale.
A partire da un'intuizione ispirata al sommo capitolo biblico, Giovanni 17, si elabora una cristologia adamitica e nuziale: Gesù Cristo è il Salvatore in quanto Figlio divino, santo nell'amore e glorioso per la risurrezione; egli viene a sposare l'umanità per trasformarla e conformarla a sé. In lui si rivela e si realizza la Verità ossia il piano di Dio: l'Umanità nuova, inaugurata da Maria e dalla chiesa dei santi che culminerà nella Gerusalemme celeste. Questo approccio, molto fedele al dato biblico e all'insegnamento ecclesiale (specie al Concilio Vaticano II) apre anche prospettive interessanti in ambito ecumenico e di dialogo interreligioso.
Articolate riflessioni sulla felicità a partire dalla Scrittura. Facendo parlare, in brevi riflessioni tutte incentrate su un brano biblico diverso, tratto sia dall’Antico che dal Nuovo Testamento, l’autore interpella il lettore sul tema spesso dimenticato dalla predicazione cristiana: l’autentica felicità promessa da Dio all’uomo. Unendo competenze bibliche alla tradizione tomistica più autentica e attingendo alla sua esperienza di guida spirituale, l’autore offre un affresco di grande fascino che può interessare credenti e non credenti.
In questo libro, don Francesco Cristofaro ci guida in un percorso spirituale alla scoperta del Volto di Gesù nel Vangelo di Matteo. Dalla nascita a Betlemme fino al Discorso della Montagna, dalle tentazioni nel deserto agli incontri che hanno segnato la vita dei discepoli e delle persone ferite, ogni pagina ci avvicina al Cuore del Maestro e alla sua misericordia. L’autore intreccia il racconto evangelico con esperienze personali, episodi di vita quotidiana, incontri pastorali e testimonianze, creando un dialogo vivo tra Parola di Dio e vita di ogni giorno. A impreziosire il percorso offerto al lettore, numerosi riferimenti alla tradizione della Chiesa, in particolare con ampi riferimenti a sant’Agostino, che con la sua sapienza illumina e approfondisce i temi trattati. Questo testo, nello stile di don Francesco, non è solo un commento al Vangelo, ma un invito alla contemplazione per il lettore: è un viaggio da fare insieme, che sollecita a fermarsi, ad alzare lo sguardo e a lasciarsi trasformare dall’incontro con Cristo. Il Volto di Gesù diventa così specchio in cui riconoscere la nostra umanità e scuola di amore, umiltà e speranza. Un libro da leggere con calma, da meditare e da portare nel cuore, come compagno di preghiera e guida nel quotidiano.
Il rotolo e il libro, in quanto strumenti di supporto per la scrittura, rappresentano simbolicamente l’evoluzione e la trasmissione dei testi scritti. Per questo il volume in omaggio a Jean-Pierre Sonnet presenta una serie di contributi in cui si riflette sul significato che il medium della forma scritta ha assunto nella composizione della Bibbia. La miscellanea è formata da quindici contributi scritti da amici, colleghi, confratelli ed ex studenti di Jean-Pierre. Alcuni si concentrano sulla qualità narrativa e sull’arte poetica delle sacre Scritture, commentando anche passi biblici in cui si fa esplicito riferimento all’atto di scrivere. In diversi saggi si riflette sulla figura degli scribi di Israele e sul ruolo che hanno esercitato nel processo di composizione dei libri biblici e nella tradizione scritturistica.
In questo volume, l’autore ci invita a scoprire il significato profondo e la ricchezza spirituale della preghiera più amata dai cristiani: il Padre Nostro. Attraverso riflessioni ispirate alle Sacre Scritture, ai Padri della Chiesa e ai grandi maestri di fede, il lettore viene accompagnato in un percorso di contemplazione che svela il mistero di Dio come Padre, la dignità di essere figli, e il senso della volontà divina nella nostra vita quotidiana. Un’opera che invita alla preghiera autentica e alla fiducia in un amore infinito, capace di trasformare il cuore di chi si rivolge a Dio.
Nella strada del pane fragrante è un percorso meditativo e narrativo ispirato al Vangelo di Luca, che invita il lettore a compiere un viaggio spirituale e relazionale alla scoperta del «Gesù vero uomo». Antonio Manganella, sacerdote e studioso di spiritualità biblica, accompagna passo dopo passo tra gli eventi della vita di Cristo - dall’annuncio a Zaccaria e la nascita di Giovanni, fino alla Passione, alla Risurrezione e al cammino verso Emmaus - offrendo una lettura quotidiana del testo evangelico. Ogni meditazione è una tappa del cammino di fede: brevi riflessioni che intrecciano parola, emozione e vita concreta, pensate per essere lette con calma, un paragrafo al giorno. Con linguaggio limpido e accessibile, l’autore unisce la profondità spirituale alla semplicità narrativa, aiutando il lettore a incontrare Gesù come compagno di strada e presenza viva.
Cosa ci aspetta dopo la morte? Che cosa dobbiamo temere o sperare? siamo destinati al nulla o a un altro tipo di esistenza? Che cos’è «la vita del mondo che verrà»? Sono domande che da sempre inquietano l’umanità e a cui la Bibbia offre risposte sorprendenti, tutt’altro che immediate. Gérard Billon e Sophie Ramond ci guidano in un affascinante viaggio attraverso l’Antico e il Nuovo Testamento, rivelando come la speranza nella vita dopo la morte si sia sviluppata gradualmente all’interno della fede biblica. Partendo dall’esperienza di liberazione del popolo d’Israele dalle forza del male e della morte nell’Antico Testamento, gli autori esplorano le prime timide aperture alla speranza nel libro di Giobbe, nei Salmi nella visione delle ossa inaridite di Ezechiele: lì l’idea di una risurrezione per i giusti inizia a farsi strada. Con l’avvento del Nuovo Testamento, la figura di Gesù Cristo diviene la chiave di volta per comprendere il mistero della vita eterna: la sua risurrezione inaugura una speranza nuova per l’umanità, celebrata nel cuore della liturgia eucaristica con la proclamazione della sua morte, risurrezione e del suo imminente ritorno. Ripercorrendo con rigore filologico e chiarezza espositiva le Scritture, Billon e Ramond ci invitano a riscoprire la ricchezza e la complessità della tradizione biblica sull’aldilà, mostrando che se il nostro futuro si gioca davvero in ciò che viviamo oggi, allora la domanda "Quale vita dopo la morte?" è destinata a diventare "Quale vita prima della morte?".
Questo lavoro di Giancarlo Toloni è nuovo non soltanto per affrontare nei suoi aspetti linguistici, letterari, ecclesiali e storici un argomento solitamente preso in esame da angolature circoscritte, ma per tentare di ricostruire la storia contrastata della Bibbia in italiano nel quadro più generale di una storia europea, alla quale la cultura italiana ha concorso in modi e termini specifici. La Bibbia giunta a noi ha attraversato epoche e stagioni non tutte gloriose, combattuta o favorita da istituzioni e uomini spesso tra loro in dissidio, sempre sulla spinta di grandi passioni. Elemento di novità non ultimo sono due capitoli dedicati l’uno alla Bibbia in lingua italiana in Svizzera, l’altro alla Bibbia degli ebrei italiani, dal giudeo-italiano al toscano all’italiano dei giorni nostri. Un’opera imponente, arricchita di nutriti indici di nomi, luoghi, edizioni, temi e motivi, lingue e fonti.
Una secolare tradizione iconografica e una vasta letteratura si sono diffusamente interrogate sulla sequenza centrale del processo a Gesù: il «faccia a faccia» con Ponzio Pilato e con le istituzioni degli occupanti romani, le sole tenute a eseguire la sentenza. Pressoché sconosciuta, invece, è la sequenza precedente, cioè la disputa tra farisei e sadducei intorno all’identità di Cristo come Messia. Una sequenza che ora Israel Knohl restituisce in modo magistrale, seguendo in un percorso inedito lo sviluppo millenario di due correnti contrapposte del pensiero biblico, messianica e antimessianica, che collidono drammaticamente nel processo a Gesù. Portatori di una visione «popolare», i farisei credono alla venuta di una «figura eccelsa» in grado di restaurare «la grandezza della Casa di Davide», e pur non riconoscendo in Gesù quella figura, abbracciano la posizione filomessianica. All’opposto, è l’idea stessa di messianismo a risultare blasfema per i sadducei, che ne rigettano le ragioni ultime, dalla resurrezione dei morti ai concetti di premio e castigo. Alfa e omega di questa radicalità dottrinaria, la distanza incolmabile tra il divino e l’umano, a sua volta riconducibile a un’interpretazione severa della Torah. Nel rimarcare come il giudizio su Gesù spettasse proprio ai sadducei - egemoni nel Sinedrio -, Knohl smantella con la sua avvincente narrazione una serie di stereotipi e pregiudizi consolidati: dimostra come le radici teologiche del processo a Gesù siano da ricercarsi in un conflitto interno al giudaismo, non tra giudaismo e (proto)cristianesimo; e come le responsabilità della sua morte non si possano in alcun modo ascrivere al «popolo ebraico nel suo complesso» (Concilio Vaticano II), come vuole l’adagio «deicida» a lungo impresso quale marchio indelebile su un’intera comunità.
I Padri della Chiesa commentano brani dei Salmi 51-150 dell'Antico Testamento.
La Prima Lettera di Giovanni esprime perfettamente la novità della Rivelazione e della vita cristiana fondata sulla persona di Gesù. Per questa ragione non si può ridurre il cristianesimo a una filosofia, un'idea o una pratica sociale: solo l'incontro con il Risorto, persona vera e ardente d'amore, può rinfrescare e rinnovare l'esistenza del singolo e della comunità, riconducendola alla sua autentica sorgente. Proprio nel rinnegamento di questo elemento fondamentale e nella manipolazione della Parola a proprio uso e consumo, Giovanni intravede le sembianze dell'Anticristo, che grazie a numerosi complici si sostituisce alla verità di Cristo.