Sono qui raccolti tre brevi testi di Karl Rahner. Egli ci invita a cogliere le nostre giornate come un avvento, esortandoci ad andare verso quel Dio che è venuto nel nostro mondo per trasformare tutto nel suo futuro. Ne saremo capaci? Se il tempo liturgico di Avvento è spesso identificato con quelle quattro settimane che ci lasciamo alle spalle non appena festeggiamo il Natale, qui Rahner intende allora sottolineare che questo tempo è molto di più: perché le nostre vite, abitate da ricordi e attese, sono accompagnate da una nostalgia profonda. In che cosa consista questa nostalgia e come essa trovi un approdo è il contenuto delle riflessioni spirituali di Rahner sull'Avvento, che qui sono state sapientemente raccolte dal gesuita A.R. Batlogg, curatore dell'Opera omnia di Rahner, e dal teologo e psicoterapeuta P. Suchla. «Dio ha già cominciato a celebrare il suo avvento nel mondo, e anche in noi. E se noi a nostra volta accogliessimo la vita come un avvento?». I tre brevi testi di Karl Rahner qui raccolti aiutano a rispondere a questa domanda, invitando ad andare verso quel Dio che, in Cristo, è venuto nel nostro mondo per trasformarlo.
Alla fine di questa vita, la morte è una certezza che condividiamo, ma in Egli si è fatto uomo John Behr capovolge l'ordine e afferma che la certezza della nostra vita inizia dalla volontà di Cristo di morire. Le riflessioni di padre Behr si intrecciano a testi delle Scritture, citazioni dei primi Padri della Chiesa, nonché riproduzioni di icone, mosaici e dipinti. Tutti questi frammenti forniscono una meditazione riccamente stratificata sulla domanda centrale: «Che cosa significa diventare umani?». Attraverso profonde riflessioni e oltre 20 immagini d'arte accuratamente selezionate, John Behr ci sfida a pensare di nuovo a chi siamo, come uomo e come donna, a cosa siamo chiamati a diventare e al rapporto tra la vita e la morte in questo viaggio. Presentato in modo poetico e meditativo, ornato da opere d'arte e citazioni sfalsate, questo libro accompagna il lettore in un cammino spirituale, soppesando ogni parola e immagine.
A conclusione delle celebrazioni del Bicentenario del "Sogno dei nove anni" di don Bosco, questo libro si propone di approfondire il sogno fatto da Giovannino a nove anni alla luce di un secondo sogno fatto dall'ormai giovane prete a Valdocco, nell'anno 1844. Evidentemente, per un bambino, un sogno, anche se rivelato da Dio, non è facile da assimilare e capire rapidamente. Questo verrà interpretato progressivamente e troverà conferme durante tutte le esperienze di vita, nell'esistenza quotidiana, nella riprova dei fatti accennati nel sogno e nella gradualità degli accadimenti. Ma quando don Bosco ha fatto suo in modo esplicito ed esperienziale questo sogno? Dal 1844 al 1846, vive con intensità e non senza sofferenze una continua peregrinazione, cercando un luogo per i suoi giovani a Torino, per concretizzare quanto intravisto nel sogno. È, quindi, nel don Bosco adulto che il sogno diventa vita, esistenza, esperienza. Vivendo personalmente questa ricerca di un luogo per vivere e accogliere i suoi giovani, ha sviluppato e integrato il valore dell'ospitalità nella sua vita, spiritualità e prassi educativa.
Quando pensiamo ai racconti biblici, troppo spesso il nostro immaginario è prevalentemente maschile. In verità, in ogni storia c'è sempre un rimando femminile che non fa solo da coreografi a ma ne rappresenta molto spesso la chiave di lettura vincente; infatti, le donne della Bibbia sembrano le più "affidabili" nel realizzare la Storia della Salvezza. In questo testo sono raccolte alcune riflessioni che Luigi Maria Epicoco ha dedicato proprio a loro, le "affidabili" di Dio.
Con questo piccolo libro, il card. Angelo Comastri desidera portare l'attenzione dei sacerdoti sull'origine di tutto. È dal cuore della Messa, infatti, che ogni presbitero (così come ogni battezzato) deve partire e da cui deve lasciarsi plasmare nelle azioni e decisioni quotidiane affinché tutti sappiano che siamo suoi discepoli. Il testo, in cui si riportano numero esempi di Santi e personaggi della storia, ci accompagna nella riflessione e alla consapevolezza che, oggi e in ogni tempo, i sacerdoti sono chiamati a diventare servi e custodi dell'unico miracolo che regge la Chiesa: l'Eucaristia.
Maria Cristina Cella è una giovane sposa e mamma che alla terza gravidanza scopre di avere un tumore. Vuole curarsi ma, pur di non danneggiare il piccolo che porta in grembo, limita le sue cure a quelle strettamente necessarie. Il bambino nasce sano, ma il male ormai è diffuso in modo irrimediabile. Il 22 ottobre 1995, Maria Cristina raggiunge il cielo a ventisei anni, lasciando i suoi tre splendidi bambini e il marito, con cui fin da giovanissima ha costruito un rapporto di coppia che testimonia un amore «vero, saldo, puro e profondo», a imitazione di quell'Amore che Dio ha per loro e che «noi vogliamo imitare». Questo libro vuol farci conoscere la straordinarietà del mondo interiore di Cristina anche attraverso il suo Diario, che ha accompagnato la sua vita da quando aveva quattordici anni. Emerge una figura esemplare di adolescente, di fidanzata, di sposa e di madre, che ha fatto ruotare tutti gli avvenimenti quotidiani attorno all'Amore... e lo ha fatto fino in fondo!
Quali sono i problemi etici emergenti nell'ambito delle nuove tecnologie all'inizio e alla fine della vita umana? Quali le regole? Come interpretarle ed applicarle? Il volume cerca di rispondere a questi interrogativi, partendo dall'analisi delle principali teorie etiche in bioetica e dei modelli biogiuridici, per delineare in modo sistematico il quadro concettuale, i principi e le categorie di riferimento indispensabili per comprendere le singole questioni oggi al centro della discussione e le modalità con cui sono regolate. L'ultima parte è dedicata ad un'analisi critica biogiuridica delle norme: la legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita; la legge 219/2017 sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento; la sentenza n. 242 sul suicidio assistito della Corte costituzionale. L'obiettivo del volume è quello di consentire al lettore di acquisire una consapevolezza critica della discussione oggi sui temi centrali della biogiuridica all'inizio e alla fine della vita umana.
Un padre che ha deciso di mettere il vangelo al primo posto, di frequentare la Scrittura per trarne parole che diano direzione alla sua vita. Un pastore da poco in pensione che traccia una sorta di bilancio su ciò che può dire della sua fede, su ciò che attiene all'essenziale, e lo indirizza ai suoi figli ormai lontani dalla chiesa. Commosso nel vederli diventare adulti, Antoine Nouis non vuole prendere la difesa dell'istituzione, ma racconta della scommessa della fedeltà e delle piccole e grandi lotte che essa ha comportato. Questa lettera, pastorale e personale al tempo stesso, traccia un percorso di speranza sulla mappa della vita, punteggiato da intense e vere narrazioni della libertà, dell'amore, della grazia... e della morte.
Il 2023 segna gli 800 anni della conferma della Regola di san Francesco. Perché Francesco ha dovuto scrivere una Regola? Senz'altro per dare stabilità e riconoscimento nella Chiesa alla sua Fraternità, che si presentava come una realtà molto innovativa. Questo volume presenta una lettura non statica ma dinamica della Regola di san Francesco, per aiutare chi non la conosce a scoprirla e a gustarne l'ispirazione e il senso più profondo. Un testo sempre in divenire, che propone un rinnovato contatto con il Vangelo e che diventa anche per noi provocazione e profezia per una scelta radicale di vita.
Il mondo ha bisogno di storie di bene che contrastino le storie di male. Di cuori puri, liberi, misericordiosi e compassionevoli; appassionati nel compiere il bene e che si prendano cura di donare gioia, amore e attenzione al prossimo, con tenerezza. E questi sono come stelle, come astri del cielo e della storia: basta saperli scoprire. Non dissipiamo il tesoro di bontà presente anche nelle nostre case, proprio vicino a noi. Il libro raccoglie in un meraviglioso "coro" le straordinarie storie di piccoli - ma "giganti" - testimoni della fede, della carità e della speranza. Lasciamoci contagiare dalla loro santità, assecondando in noi l'azione dello Spirito Santo il quale, come un Plettro divino, sfiora le corde del nostro cuore perché anche dalla nostra vita scaturisca un meraviglioso cantico di lode, di amore e di gioia.
Spesso Papa Francesco ha proposto ai cristiani e all’umanità intera una “rivoluzione di tenerezza”. Con questa espressione, il Santo Padre incoraggia a raggiungere le periferie del mondo, avvicinandole a Cristo “per attrazione”: l’attrazione dell’amore vissuto in modo sacrificato, universale, trasparente e allegro. Da queste parole ben si comprende l’importanza di sapere amare davvero, in modo maturo, vivendo, in particolar modo fra i futuri sacerdoti della Chiesa, la castità cristiana, «segno della limpidezza nelle relazioni e nel dono di sé» come dice la recente Ratio sulla formazione sacerdotale (n. 21).
A febbraio 2018, il Centro di Formazione Sacerdotale della Pontificia Università della Santa Croce ha organizzato la V Settimana di Studio per Formatori di Seminari, con il titolo Insegnare ed imparare ad amare. L’affettività umana e la castità cristiana. Questo incontro, a cui hanno preso parte sacerdoti venuti da 17 paesi, è stato l’occasione per una riflessione interdisciplinare (teologica, filosofica, pastorale e psicologica) sui diversi aspetti della formazione dell’affettività nei candidati al sacerdozio. Dalle relazioni e dal dialogo tra i partecipanti sono emerse delle linee guida utili per presentare questa virtù in modo più gioioso, integrativo, significativo, paterno e apostolicamente efficace ai candidati al sacerdozio, e più in generale, anche ai giovani che cercano aiuto per vivere una vita cristiana.
Il presente volume raccoglie alcune delle relazioni tenute durante la Settimana di Studio. Vuole essere uno strumento destinato ai diversi protagonisti della direzione dei seminari, perché possano aiutare i canditati ad amare Dio e gli altri con un cuore sempre più puro. Così, dalla propria esperienza, i sacerdoti potranno insegnare alle persone che ricorreranno alla loro guida spirituale a crescere in questo amore.
Francisco Javier Insa Gómez (Siviglia, 1975) è Professore Incaricato di Bioetica e Segretario del Centro di Formazione Sacerdotale presso la Pontificia Università della Santa Croce. Medico psichiatra (2004), ha lavorato vari anni in ospedale e ambulatorio, e ha pubblicato diversi articoli nel campo della salute mentale. Dopo gli studi di licenza e dottorato in Teologia Morale è stato ordinato sacerdote (2011), incardinato nella Prelatura dell’Opus Dei. Da allora ha sviluppato diversi incarichi pastorali, tra cui la formazione di candidati al sacerdozio, e ha sviluppato la propria ricerca accademica soprattutto negli ambiti della bioetica e della psicologia applicata alla formazione cristiana