Cofanetto contenente 3 volumi sull'archivio storico di Terra Santa.
Tra il 1905 e il 1906 un giovane professore di storia ecclesiastica tenne presso il Seminario Romano un corso di lezioni dedicate al medioevo. Le lezioni non avevano nulla di straordinario: furono preparate attenendosi a un tono uguale allo spirito di conformità del tempo, vennero litografate e distribuite agli alunni del corso, tuttavia scomparvero dalla circolazione pochi mesi dopo. Il professore era Ernesto Buonaiuti. Dalla fine del 1906, venticinquenne, egli dovette abbandonare la sua cattedra al Romano, sospettato di partecipare a quella trasformazione che la Chiesa romana avrebbe definito "sintesi di tutte le eresie", il modernismo. Le sue "Lezioni di storia ecclesiastica", qui ripresentate, sono solo in parte un elemento della storia della persecuzione che Bonaiuti subì. Piuttosto, esse ne sono la preistoria e la premessa non necessaria a tutto quanto avvenne dopo, quando Ernesto Buonaiuti fu percepito e volle essere percepito come una sorta di "papa" del modernismo.
L'ornamento, nell'accezione greca di ágalma (ciò che risplende e onora, e perciò glorifica), è stato per oltre un millennio uno dei segni elettivi con i quali la gloria del Dio della Bibbia, imprimendo le figure della santità cristiana, ha disseminato nella storia le sue tracce visibili. Le impronte di gloria (orme divine, reliquie, reliquiari, immagini votive e altre insegne e sostanze cristiche) avrebbero enucleato alcuni tra i più importanti dispositivi rituali che, dalla Tarda Antichità al Rinascimento, attivarono l'efficacia politica dello scambio salvifico. È il regime discorsivo e rituale, qui definito paradigma agalmatico, che istituì e governò l'immaginario economico e religioso dell'Europa cristiana consentendo l'incessante metamorfosi dei beni terreni nei tesori celesti e innescando il sistema retributivo della grazia e del miracolo. Dal XII secolo, l'oro dei santi e l'oro monetale, fino ad allora non separabili perché parte e motore di uno stesso circuito sacrificale, divaricarono per sempre i propri destini. Si avviò così la transizione epocale dal paradigma agalmatico alla modernità economica, dal mondo dell'ornamentum al regime dell'utilitas, dall'era dell'effigie e dell'impronta all'età dell'arte e degli artisti.
"Joseph Ratzinger non doveva diventare papa. Non poteva. Secondo le regole non scritte dei conclavi una personalità così 'polarizzante' non sarebbe mai riuscita a ottenere i due terzi dei voti necessari per essere eletto. Invece il 19 aprile 2005, dopo un'elezione tra le più rapide dell'ultimo secolo, il tedesco Ratzinger si affacciò sorridente alla Loggia delle Benedizioni. Chi varca il Portone di Bronzo impara presto cosa significa il termine 'polarizzare'. Significa creare con dichiarazioni, gesti e idee un campo di tensione così forte da spaccare la Chiesa tra visioni differenti": dopo sei anni di pontificato Benedetto XVI è ancora un pontefice che divide. Eletto per rassicurare la parte di Chiesa in cerca di autorità e identità, il papa ha messo a disagio il cattolicesimo che si ispira al Concilio Vaticano II; con una citazione sprezzante su Maometto ha provocato uno scontro violento con l'Islam; elogiando Pio XII e togliendo la scomunica al vescovo negatore della Shoah ha causato una serie di crisi con l'ebraismo; le sue frasi sull'Aids hanno suscitato reazioni di protesta in tutto il pianeta; non ha affrontato questioni come il calo dei sacerdoti e il ruolo della donna. Marco Politi ricostruisce questi anni di pontificato nel quale crisi ed errori di comunicazione sono stati ripetuti e tratteggia il profilo meno conosciuto di un papa impolitico. Un uomo sensibile, timido, caloroso e pieno di umorismo nel privato. Un uomo che crede a un cristianesimo 'religione dell'amore'...
Un santo in difesa dei lavoratori nella Torino dell'Ottocento: una storia da riscoprire.
La mostra "Lo spirito del Concilio nella mente di Papa Giovanni XXIII" vuole celebrare il 50° anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II, ponendo in evidenza il grande ruolo svolto da Papa Giovanni XXIII, giustamente chiamato il "Papa del Concilio". Le numerose fotografie e gli importanti documenti esposti, alcuni dei quali inediti, consentono di ricostruire con rigore e precisione storica l'idea, l'annuncio, la preparazione, l'apertura e la prima sessione del Vaticano II. La mostra offre al pubblico un primo frutto del paziente lavoro di ordinamento e di inventariazione delle carte del Fondo Roncalli, che si prospetta assai promettente.
I primi cristiani hanno trasmesso un’esperienza per loro incontestabile: chi accoglie la parola del vangelo e crede in Gesù, nel battesimo nasce cristiano. Ma cristiano poi si diventa nella misura in cui il dono dello Spirito ricevuto manifesta la sua potenza di trasfigurazione della persona e del mondo. La parola dei primi tre concili è maturata su tre secoli di esperienza e di testimonianza vagliata dal sangue dei martiri, “seme di Chiesa”. Gli stessi Padri che hanno aiutato ad elaborare il dogma in un concilio, hanno anche descritto in termini molto concreti la vita cristiana che corrispondeva a tale parola di fedeltà della Chiesa unita. Ecco allora le letture patristiche che accompagnano lungo il percorso: la Vita Antonii di Atanasio, il trattato sullo Spirito Santo di Basilio, gli scritti sulle beatitudini di Gregorio di Nissa, quelli sulle virtù e i vizi di Evagrio e Cassiano... nella ricerca di una corrispondenza tra dogma e vita cristiana. Una lettura che può aiutare a ricomporre in antropologia la tanto auspicata necessaria unità tra teologia e vita spirituale.
Indice: Introduzione * Dall’esperienza di fede al “dogma” cristologico
* L’eresia ariana e i risvolti antropologici * Il paganesimo “interiore” e “La Vita di Antonio”, realizzazione concreta del dogma di Nicea * Costantinopoli: La vita divina nei battezzati e la divinità dello Spirito Santo * Il “regno di Dio” descritto nelle beatitudini * Efeso: dignità della creatura nuova, prefigurazione del regno compiuto * Il rapporto tra dono di Dio e impegno personale * I vizi e l’impegno per custodire la grazia * La memoria della salvezza: un’arte della relazione con il Salvatore
Fare memoria attualizzante" di don Bosco per decifrare e affrontare i problemi dell'oggi. "
Le "conversazioni" che compongono il volume leggono il presente con gli occhi di don Bosco per ricomprenderlo nell'attualità e proiettarsi verso il futuro. In ogni intervento si parte dal presente, problematico dal punto di vista di scala di valori, mentalità e costume, che si traducono poi nei comportamenti di un popolo in una fase storica. Si passa poi alla lettura dell'esperienza di don Bosco sull'argomento, riflettendo infine sul modo di essere Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice nell'attuale panorama culturale.
Pio XII amico di Hitler e dei nazisti, come lasciava intendere una pubblicazione di qualche anno fa? Pier Luigi Guiducci ha interrogato al riguardo i documenti del Terzo Reich, molti dei quali si trovavano in precedenza in Unione Sovietica e nella Germania Orientale. Dalla ricerca risulta esattamente il contrario: i gerarchi nazisti, specie nei messaggi coperti da segreto, espressero valutazioni ostili e denigratorie nei confronti di Pacelli fin dagli anni precedenti la sua elezione. Divenuto Papa, egli continuò a tenere aperti i canali diplomatici per non privarsi della possibilità di intervenire a favore dei diritti umanitari. Non esitò, tuttavia, a opporsi alla violenza del Terzo Reich e a sostenere quanti si battevano a favore dei perseguitati.
L’imperatore Costantino e l’Editto di Milano hanno segnato la storia dell’Impero Romano e della Chiesa. Certo è stato anche un editto politico, ma non si può trascurare il valore vero della libertà di religione in esso contenuto.
Nel volume vengono presentate alcune figure di martiri cristiani che nei primi secoli testimoniarono la fede a scapito della loro stessa vita. Sono poi ripercorse le dispute teologiche sulla Trinità e il cammino che ha portato al Credo che ancora oggi professiamo: la lotta contro l’eresia dell’arianesimo e la stagione dei Concili, da Nicea a Costantinopoli. Infine si è riflettuto sulla nuova visione di potere, nata con Costantino.
Questo percorso aiuta a comprendere meglio il significato dell’Editto di Milano, a riscoprire le conseguenze religiose politiche e sociali di questo editto di libertà, e a capire che cosa può insegnarci anche oggi come cittadini e come cristiani.
Il volume che qui viene presentato costituisce la prima traduzione in lingua italiana di un testo che appartiene alle collezioni classiche degli scritti della spiritualità orientale. In questo volume (il primo di una serie di quattro vol.) vi è riprodotto quel laboratorio spirituale che nel deserto dei primi secoli trova il suo terreno più fertile. L'autore, Paolo Evergetis, ha raccolto con parole e fatti tutti gli esempi della santità cristiana di chi passò nel deserto una vita unita al Cristo, respiro della propria esistenza. Tutto ciò che vi si può ritrovare è anche un modello per ogni cristiano di oggi che desideri sinceramente imitare coloro che camminarono verso la perfezione spirituale. Nel testo sono trattati alcuni argomenti come la conoscenza di se stessi, l'umiltà, il lavoro manuale, il corretto uso dei beni materiali, la relazione tra lavoro e preghiera, la salmodia.
Un libro che, con la Prefazione di Pierre Riché (Università di Parigi X), introduce il lettore alle tradizioni scientifiche, dottrinali e manoscritte del centrale Medioevo attraverso la storia di un personaggio straordinario, Gerberto d’Aurillac, nelle vicende politiche e culturali del suo tempo. La formazione in Catalogna, l’arco delle amicizie e gli scambi intellettuali raccontano la nascita delle cifre, le tecniche e le predilezioni della simbologia numerologica. Letture ed abitudini monastiche e didattiche si saldano nel profilo di questo sapiente – talvolta ambizioso, talora contraddittorio – che ebbe ampia fama e sollevò grandi gelosie di dotti e potenti nella monarchia e nell’ecclesiologia dei Franchi come nell’entourage imperiale dell’età degli Ottoni che lo aiutarono a diventare papa Silvestro II.