La beatificazione del cardinale John Henry Newman (1801-1890), celebrata a Birmingham da Benedetto XVI il 19 settembre 2010, ha riportato alla memoria della Chiesa uno dei suoi personaggi più illustri e una delle più grandi figure teologiche del secolo XIX. Dalla lontana Inghilterra, chiusa nei suoi radicati pregiudizi antiromani, egli portò il suo decisivo contributo a una Chiesa bisognosa di un profondo aggiornamento, richiesto dal mutare dei tempi e delle situazioni e dal ristagno in cui la comunità cristiana si trovava dopo l'ormai lontana celebrazione del concilio di Trento e l'estenuante polemica che l'aveva seguito. Quella di Newman è una figura a tutto campo che ha avuto il merito di anticipare in larga misura le intuizioni del concilio Vaticano II e che in ogni settore ha fatto sentire la sua presenza e la sua originalità, dal movimento patristico alla promozione del laicato in una Chiesa clericale e gerarchica. Il volume ripercorre l'opera di Newman a partire dalla conversione dall'anglicanesimo al cattolicesimo e presenta, in particolare, la sua teologia del laicato, l'elaborazione del rapporto tra fede e ragione fino agli sviluppi dell'escatologia.
Fisionomia e finalità delle istituzioni accademiche cristiane. Pillay, Rettore della Liverpool Hope University attingendo alla sua esperienza delinea con vivacità, la concezione di università cristiana nel pensiero di Newmann. Promotore e primo rettore dell'Università Cattolica di Dublino, John Henry Newman (1801-1890), con il suo pensiero sulla natura dell'istituzione accademica cristiana e sul concetto di "educazione liberale" che vi si deve impartire, determinò buona parte dello sviluppo delle Università Cattoliche nei decenni successivi. Nel suo pensiero il fine di una istituzione accademica cristiana è: formare personalità mature, frutto di un percorso formativo che coniuga responsabilità civica e un profondo senso di giustizia sociale. Mentre alcune università possono prefiggersi esclusivamente il compito di produrre specialisti nei diversi campi e ritengono che il loro ruolo principale consista nell'educare alla competenza nelle varie discipline, la fondazione cristiana ha tra le sue finalità quella di dare un contributo al progresso umano e culturale della società.
Newman consiglia una strada percorribile ed efficace ai cattolici di oggi per offrire il messaggio cristiano nel nostro contesto culturale. Propone, attraverso una conoscenza certa del sapere della fede, il forte impegno per la formazione dei cristiani laici a tutti i livelli, la riqualificazione delle università cattoliche, il ritorno delle discipline teologiche nelle università laiche.
Il testo affronta il complesso rapporto tra teologia dogmatica e teologia spirituale, attingendo al prezioso contributo del grande teologo inglese recentemente beatificato.
Un breve profilo biografico di John Henry Newman, che mette in luce l'influsso della sua appartenenza all'Oratorio di san Filippo Neri. "Il pensiero e la grandezza di John Henry Newman nascono e si sviluppano in un autentico cammino di esperienza cristiana, nel quale ha un posto di rilievo l'adesione al patrimonio spirituale dell'Oratorio di san Filippo Neri. È il motivo per cui, in questo breve profilo del Beato, si è dedicato un certo spazio alla vocazione oratoriana di Newman e al suo cammino sulla "via dell'Oratorio", dove risuona orientatore il monito di Padre Filippo: "Non è superbia desiderare di passare in santità qualsivoglia santo: perché il desiderare d'esser santo è desiderio di voler amare ed onorare Dio sopra tutte le cose".
Queste meditazioni, considerazioni devote e preghiere sono state scelte dalla raccolta di testi di John Henry Newman predisposta e pubblicata postuma dal suo segretario ed esecutore letterario, William Neville. Spesso sorprendentemente semplici e dirette, abbinano il linguaggio tradizionale della devozione cattolica alla voce tipica del card. Newman. La maggior parte del testo è costituita dalle Meditazioni sulla dottrina cristiana, più una selezione di commenti alle litanie lauretane. Vi è inclusa anche quella Via breve alla perfezione che esprime vivacemente la convinzione secondo la quale, per amare Dio e obbedirgli, non dobbiamo far altro che svolgere bene i nostri compiti quotidiani. È "perfetto colui che svolge il lavoro di ogni giorno in modo perfetto, e non serve andare oltre a questo per cercare la perfezione".
Figura di spicco della cultura europea dell'Ottocento, John Henry Newman è oggetto di nuovo e crescente interesse, favorito dalla sua beatificazione da parte di Benedetto XVI nel settembre 2010 e per l'attualità del suo pensiero in campo filosofico, teologico, letterario e educativo. Fece scandalo nell'Inghilterra vittoriana la sua conversione dall'anglicanesimo al cattolicesimo: questo atto coraggioso e drammatico fu un profetico segnale per molti uomini e donne del suo tempo e continua a essere un monito per gli uomini e le donne del nostro tempo. Appassionato interprete dell'esperienza umana, Newman elaborò, all'interno della tradizione analitico-empirista, un'originale dottrina dell'assenso e della certezza, che rivalutando l'esistenza concreta superò ogni forma di scetticismo. Fu, in tutta la sua lunga vita, affascinato dal Mistero cristiano. Teologo innovatore e studioso scrupoloso, riconobbe nella Chiesa di Roma la vera continuazione delle prime comunità cristiane. Questa raccolta di brani, tratti dalle sue più importanti opere, vuole delineare, in modo semplice e accessibile a tutti, un profilo del pensiero e della figura di Newman, con l'auspicio che, anche in Italia, un numero sempre maggiore di lettori si accosti agli scritti di questo autore
Una meditazione sulla morte, sull'incontro con Dio e sul destino che attende l'anima cristiana. Newman, attraverso Geronzio, si spinge fino ad una verità profonda e stupefacente, cioè che nella morte si è finalmente se stessi. Introduzione di Enzo Vicari.
Con straordinaria cura e partecipazione l’Autore rende ragione dell’affascinante avventura intellettuale e credente del celebre convertito John Henry Newman (1801-1890). Al tempo stesso, evidenzia la singolare attualità della visione profetica di Newman sulla Chiesa, chiamata a dialogare con le istanze più problematiche della modernità: secolarismo e relativismo critico, soggettività e individualismo, intimismo, razionalismo, ricerca sofferta di spiritualità.
Fortunato Morrone è docente di Teologia sistematica presso l’Istituto Teologico Calabro e l’ISSR Apollinare della Pontificia Università S. Cuore. A Newman ha dedicato numerose pubblicazioni.
Un quasi secolare luogo comune fa del Cardinale John Henry Newman (1801-1890) il precursore, quasi il padre nobile, del modernismo classico e, quindi, della nouvelle theologie, fino ad attribuirgli le radici degli elementi più novativi del Concilio Vaticano II. Niente di più falso e di più distante dalla granitica, lucida e razionale Fede cattolica del grande convertito inglese, beatificato da Benedetto XVI il 19 settembre 2010: risposta alta e forte a quei vasti settori della Chiesa cattolica, non solo inglese, che antepongono il dialogo ecumenico alla riaffermazione del dogma. Il Cardinale Newman, infatti, combatté, sinceramente e lealmente il liberalismo, tracciando, con metodo sistematico e analitico, uno dei profili più reali dell’Europa in fase di corruzione, di abbandono della civiltà cristiana, di incalzante apostasia. Dal ponte della propria nave riuscì a identificare i connotati secolarizzanti e relativistici dei nostri giorni, anteponendo i luoghi comuni alla ragionevolezza della Tradizione. Che cosa vide questo «Dottore della Chiesa» nello specchio in cui si rifletté e di cui parla nella sua autobiografia? E che volto può riflettere, oggi, lo specchio di un cristiano e di un cattolico? Attraverso la lettura della vita del nuovo Beato si potrà scoprire. «Ex umbris et imaginibus in Veritatem» («Dalle ombre e dagli spettri alla Verità»), così recita l’epitaffio della sua tomba, la cui vita è la prova più evidente e concreta che la ragione si unisce felicemente alla Fede.
Nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per «La Stampa», «La Gazzetta del Piemonte», «L’Osservatore Romano», «il nostro tempo» e collabora con diverse riviste culturali e religiose, fra cui «il Timone». È membro delle Accademie «Paestum», «Costantiniana», «Ferdinandea», «Archeologica italiana». Fra le sue più di quaranta opere edite in Italia e all’estero ricordiamo: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (19983); Elena. La regina mai dimenticata (20022); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (20022); La «bambina» di padre Pio. Rita Montella (2003); Santa Rita da Cascia e il suo tempo (2004); Monsignor Luigi Talamoni. Tutto è nulla se non è nell'amore di Dio (2004); Fratel Silvestro. La vite di Dio (2006); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (20074); Paolo VI. Il papa della luce (2008); Padre Luigi Scrosoppi. Quando l'umiltà si fa gloria (2008); Sposi per davvero. La vita di Rosetta e Giovanni Gheddo (2008); Tutto il mondo in un solo cuore. Maddalena Sofia Barat (2009); Mons. Marcel Lefebvre. Nel nome della Verità (2010). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia.
Il cardinale John Henry Newman sarà beatificato dal Papa il 19 settembre 2010, a Birmingham, durante il suo viaggio apostolico nel Regno Unito (16-19 settembre 2010). Questo evento segna il culmine della riscoperta di questo grande teologo, oggi considerato tra i più importanti nella storia della Chiesa. In particolare, va sottolineata la sua influenza sul pensiero di Joseph Ratzinger, che si esprime sia nella concezione dell’atto di fede come atto razionale sia nella centralità attribuita alla coscienza, da non confondersi con un individualismo arbitrario.
John Henry Newman (1801-1890), teologo, filosofo e cardinale inglese, è il più autorevole apologeta della fede cattolica che la Gran Bretagna abbia prodotto nel corso della sua storia. Molto amato in Italia, la sua ricchissima opera è ampiamente tradotta in italiano. Verrà proclamato beato da papa Benedetto XVI, una tappa decisiva in vista della canonizzazione, e il 9 ottobre è stato fissato come giorno di festa a lui dedicato.
Convertito della tempra di Paolo e di Agostino, autorevole apologeta della fede, prosatore efficacissimo, questo sacerdote anglicano divenuto cattolico nell’ottobre del 1845 e cardinale nel 1879, sorprende per la modernità delle sue analisi. Molte delle difficoltà che la Chiesa si trova oggi ad affrontare sono puntualmente anticipate nei suoi scritti.
Prima della sua conversione al cattolicesimo Newman fu per quasi vent’anni parroco della chiesa anglicana di Saint Mary, a Oxford, ed era considerato il predicatore più dotato del suo tempo. I sermoni che vi teneva in occasione delle feste più importanti – come nei normali giorni liturgici – sono un esempio tra i più efficaci della straordinaria forza spirituale del suo pensiero.
Qual è il segreto del persistente richiamo esercitato dagli scritti di Newman? Forse risiede nel modo fresco, persuasivo e incredibilmente vivace con cui ci presenta il cristianesimo. Penetra a fondo nelle pieghe delle verità e dei grandi temi che si propone di indagare (l’obbedienza alla Legge di Dio, l’autenticità della professione di fede, l’importanza dell’amore e della carità ecc.), senza il timore di assumere posizioni scomode o difficili, e anzi imboccando con decisione e lucidità le vie che conducono al cuore di ogni argomento. E poi continua a incantarci perché ci sollecita a non dare un fiacco assenso a una serie di enunciazioni astratte, ma a cercare un vivido incontro con un insieme di realtà concrete, che conquistano tutta la nostra persona e a cui ci chiede di aderire senza esitazioni o incertezze, nella sostanza e non solo nella forma.
In questa raccolta, curata dallo stesso Newman, il lettore troverà alcune delle sue omelie più belle, «così rivoluzionarie nella forma e cristalline nel ragionamento», come scrive la grande scrittrice Muriel Spark nella prefazione al volume. La raccolta di quelli che lui stesso considerava i suoi migliori sermoni rappresenta quindi l’introduzione più efficace all'insegnamento di Newman.
Un ritratto vivo, completo e coinvolgente del grande convertito dall’anglicanesimo al cattolicesimo, del modo in cui sono maturate le sue idee – dando spesso la parola allo stesso protagonista attraverso ampie citazioni sia dei suoi trattati sia del suo epistolario – e di come queste siano divenute degli atti concreti in sintonia con quanto ha sempre sostenuto, e cioè che «la vita è per l’azione». Quello che risulta particolarmente toccante nella vicenda umana di Newman – che Fidel González Fernández, Consultore nel processo per la sua beatificazione e canonizzazione, nella circostanziata Prefazione definisce «uno dei maggiori e più significativi teologi cristiani moderni dal tempo della Riforma e dal Concilio di Trento – è proprio come il sentimento di sé sia alimentato da quella tensione verso Dio che lo ha portato a fare scelte difficili e scomode. Prima di abbandonare la Chiesa d’Inghilterra egli può ambire a una carriera di grande soddisfazione; nel momento in cui ha la certezza che questa non sia la vera Chiesa e che sia in gioco la salvezza della sua anima – «Sarei salvo se morissi questa notte?» è l’interrogativo che lo angoscia – si spoglia di ogni onore e ricomincia un percorso di fede nella vera Chiesa. Chi leggerà questa biografia comprenderà che per Newman non ci saranno scorciatoie; il cammino riprenderà dall’inizio e Newman si troverà a fianco di altri giovani novizi a lavare i pavimenti del monastero di Santa Croce. Egli, però, non ha paura di cambiare perché – come sostiene nel Saggio sullo Sviluppo – «vivere è mutare; ed essere perfetti è avere molto spesso mutato!».