Riparare i danni profondi causati dall'abuso precoce, dall'incuria grave e dalla deprivazione infantile è un compito estremamente complesso, paragonabile alla guarigione di una lesione in un organo del corpo. Questo testo offre al lettore italiano il primo studio completo e rigoroso sul trauma da trascuratezza infantile, noto anche come neglect. Ruth Cohn descrive con precisione le molteplici competenze che un clinico deve padroneggiare per diagnosticare correttamente il neglect e impostare un adeguato percorso terapeutico. Il testo, innovativo e in molti passaggi illuminante, si fonda in modo solido sulla teoria dell'attaccamento ed è reso accessibile e schematico grazie anche all'esposizione di casi clinici in apertura di ogni capitolo. Caratterizzato da un taglio pratico e dall'approccio evidence-based, "Teoria e clinica del Neglect" fornisce a tutto il mondo della psicoterapia, e in particolare agli psicotraumatologi, gli strumenti per riconoscere i segni della trascuratezza traumatica infantile e comprendere gli effetti duraturi che questa può avere nell'età adulta, al fine di massimizzare così l'efficacia della terapia.
Francesco Bonini, Pellegrini di speranza nell'anno del Giubileo La persona tra autoformazione e impegno sociale Max Scheler e Paul-Ludwig Landsberg oggi A cura di Calogero Caltagirone Calogero Caltagirone, Introduzione Donatella Pagliacci, La presenza di Agostino nel pensiero di Max Scheler e Paul-Ludwig Landsberg Sylvain Josset, Landsberg, discepolo dello Scheler pascaliano? Angelo Tumminelli, Il personalismo comunitario di matrice fenomenologica. A partire da Max Scheler e Dietrich von Hildebrand Letteratura Raffaele Manica, Tracce sparse per Flaiano e Chiaromonte Chiara Cassiani, Il "petrarchismo emblematico" nei Prigioni di Umberto Saba: Il melanconico e Il silenzioso Alessandro Cutrona, L'indifferenza borghese: il salotto del Novecento nel primo romanzo di Alberto Moravia Storia Francesco Marcelli, Vittorio Bachelet e la ricostruzione: tre prospettive di impegno Filosofia Alessandro Borghesi, Teologia politica e secolarizzazione nella Russia contemporanea. La riscoperta di Carl Schmitt nel neoconservatorismo russo Anniversari Alberto Aghemo, Giacomo Matteotti e noi. Cento anni dopo Approfondimenti Pietro Luca Azzaro, Prime fonti sull'idea ratzingeriana dell'università cattolica del futuro Rassegna bibliografica - filosofia Roberta Gambardella, Rassegna bibliografica di filosofia della mente (2022-2024) Interventi critici Simone Regazzoni, L'etica del desiderio come forza vitale. Recalcati, psicoanalisi e Vangeli Aldo Marroni, Il male tra banalità e abisso La nostra biblioteca Anna Augusta Aglitti; Angelo Tumminelli; Rocco Pezzimenti
Queste lezioni - qui pubblicate in italiano per la prima volta sulla base degli appunti di Alice Ambrose e Margaret Macdonald - sono essenziali per comprendere l'evoluzione delle idee di Wittgenstein, in particolare la lenta transizione dalla visione logicizzante del linguaggio che permeava il Tractatus a quella pragmatico-antropologica che dominerà le Ricerche filosofiche. La vivida testimonianza del suo pensiero in divenire, tuttavia, non esaurisce i motivi d'interesse di queste pagine, che ci offrono anche un punto di vista privilegiato su temi cruciali - e ancora oggi controversi - della filosofia del linguaggio novecentesca, come la critica dell'identificazione del significato di un'espressione linguistica con il suo riferimento, o il riconoscimento della dimensione intrinsecamente normativa della nozione di significato. Perno attorno al quale ruotano tutte le minuziose discussioni di Wittgenstein sono le sue convinzioni metafilosofiche: la concezione dell'origine e della natura dei problemi della filosofia, ricondotta alle confusioni che il linguaggio stesso genera; e l'individuazione degli obiettivi appropriati e dei metodi dell'analisi filosofica, radicalmente contrapposti a quelli delle scienze. Scopo della «buona» filosofia, ribadisce Wittgenstein ancora una volta, è infatti la chiarificazione dei pensieri - condizione necessaria non tanto per risolvere i tormentosi problemi della filosofia, quanto, più semplicemente, per dissolverli.
Al centro di questo libro c'è una immagine: la casa dell'attesa, quella accanto all'ospedale rurale di Chiulo. Siamo in Angola, sugli altopiani al confine con la Namibia, luogo in cui le donne della provincia vanno a vivere in comunità prima del parto per proteggere sé stesse e i loro figli dagli imprevisti dell'ultimo mese di gravidanza. Fabio Geda racconta il lavoro di un gruppo di medici italiani e le storie di donne e uomini angolani il cui destino è stato trasformato dall'incontro con quei medici e con l'organizzazione cui appartengono, Medici con l'Africa Cuamm. Ma non c'è solo la casa dell'attesa: ci sono le strade di Luanda, la capitale, abitata da oltre dieci milioni di persone, strade piene di giovani che attendono di vendere qualsiasi cosa. C'è la bellezza di un ambiente naturale mozzafiato, abitato da popolazioni che lottano con la siccità e la malnutrizione. C'è il ricordo dei ventisette anni di guerra civile. Ci sono figure straordinarie, a partire da quella di Agostinho Neto, medico, poeta e padre della patria. Alla fine della lettura, ecco che l'immagine dell'attesa diventa universale. Perché questo nostro pianeta assomiglia a una gigantesca casa dell'attesa - in portoghese: casa de espera - dove a dare alla luce il futuro, o anche solo la giornata, fatichiamo tutti. Ma tutti continuiamo a sperare.
La Natività come viene narrata dal Vangelo di Matteo ma dal punto di vista di Giuseppe, figlio di Giacobbe, un ebreo inserito nella storia del suo popolo e nel contesto della sua terra, invasa politicamente e religiosamente. La sua vita viene sconvolta dalla rivelazione che Maria aspetta un bambino che non è suo, tanto che egli intraprende un viaggio nel deserto, simbolo del suo desiderio di riflessione e comprensione di cosa è chiamato a fare. Sarà dopo l'incontro con l'Angelo che Giuseppe potrà accettare la volontà di Dio e compiere, pur con mille dubbi e difficoltà, il ruolo di padre amorevole e guida per il piccolo Gesù, trasmettendogli saggezza, conoscenza e amore per le cose semplici.
La fede cristiana è la password qualificata e accreditata per penetrare nell'abissale mistero dell'essere umano, scrutandone le potenzialità della dimensione sociale, corporea e metafisica sul modello di "Cristo, l'Uomo perfetto", e illuminandone il senso dell'esistenza terrena, alla cui piena realizzazione dà un contributo geniale e insostituibile. È la matrice e la mappa della stessa speranza, che papa Francesco ha indicato come fulcro dell'Anno giubilare. Essa ci fa vedere tutto con gli occhi di Dio e amare tutti con il cuore di Dio.
Questo libro ha un doppio interesse: da una parte la creazione e dall'altra l'uomo. Le tematiche vengono affrontate alla luce della scrittura e della tradizione cristiana, che sono in grado di esibire un ampio bacino di riflessione su entrambi gli argomenti. Per il Cristianesimo il cosmo ha un nome ben preciso, ed è quello di creato. Il fatto di riconoscerne l'artefice consente di scorgerne sia l'inizio che il fine. L'uomo, inoltre, in quanto vertice e cuore della creazione, viene visto nella sua duplice condizione: quella di Adamo e quella di Cristo. Poiché nessuno è escluso dalla salvezza, il credo cristiano chiama in causa la libertà, che è l'acquisizione più significativa dell'antropologia cristiana.
Questo studio si propone di indagare sul mistero della Chiesa seguendo un approccio teoretico, con due importanti risvolti. Il primo caratterizza la comunità di Gesù Cristo come spazio in cui la Salvezza diventa esperienza. Il secondo la definisce come soggetto comunitario con una precisa finalità: essere segno e strumento dell'azione di Dio nel mondo. L'intento del libro è proprio quello di rendere ragione dell'equilibrio fra i due dinamismi.
Questo libro è il frutto di un'appassionata ricerca sulla Vergine Maria. L'autore ripercorre il cammino compiuto dal Cristianesimo per contemplare con gli occhi della fede il mistero che si è realizzato in questa singolare creatura. Fra le "meraviglie" operate da Dio per la nostra salvezza si inserisce la vicenda della fanciulla di Nazaret. Nonostante la sua prossimità, quando ci si accosta a lei, l'atteggiamento che ne consegue è quello dello stupore, perché Dio, che i cieli non possono contenere, si è lasciato avvolgere dal calore del suo grembo. Con tale spirito è stata condotta l'indagine confluita nel presente lavoro.
In un'epoca dominata dalla frammentazione del sapere e dalla velocità dell'informazione, la metafisica, con la sua ricerca di senso e di principi primi, rischia di essere emarginata. Tuttavia, proprio oggi, essa si rivela fondamentale per affrontare le sfide del mondo contemporaneo, offrendo strumenti per la comprensione di sé, del mondo e per colmare il vuoto esistenziale. Questo lessico essenziale di metafisica si propone come bussola per orientarsi tra termini complessi e concetti profondi, favorendo un approccio critico e consapevole alla realtà.
Come è cambiata la nostra società negli ultimi decenni? Come ha influito sulla sua struttura il radicale abbandono del cristianesimo? La scomparsa della religione cattolica dalle menti e dalla vita della maggior parte delle persone è un fenomeno storico di straordinaria importanza, troppo poco indagato nelle sue conseguenze sociali, politiche, morali. Giancarlo Cesana s'interroga su questo fenomeno con lucidità e spregiudicatezza, guardando agli ultimi sessant'anni di storia del nostro Paese, che l'hanno visto in prima fila in molti eventi importanti, da una prospettiva ormai sempre più minoritaria e proprio per questo originale e degna di riflessione. Prefazione di Giuliano Ferrara.