Le sostanziali modifiche apportate dal Trattato di Lisbona in vigore dal 1 °dicembre 2009 sono alla base di questa edizione del volume. Il nuovo Trattato opera un profondo rinnovamento nell'assetto politico ed istituzionale dell'ordinamento giuridico europeo, provocando una quasi integrale riscrittura degli atti sui quali si fondavano le Comunità europee. Tra i principali interventi della riforma si sottolinea: la definitiva scomparsa della Comunità europea ormai assorbita dall'Unione europea, dotata di personalità giuridica esclusiva; l'inserimento tra le istituzioni del Consiglio europeo, al cui Presidente viene assegnato un ruolo determinante e di maggiore continuità (con un mandato di due anni e mezzo), e della Banca centrale europea; il valore giuridico vincolante della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e la previsione dell'adesione dell'Unione alla Convenzione europea per i diritti umani (CEDU); l'assegnazione di una maggiore centralità al cittadino europeo a cui è attribuito un potere di iniziativa legislativa; la facoltà di recesso dall'Unione. Il testo, nell'incorporare la vastità delle riforme intervenute, è stato rivisitato completamente nella struttura e nei suoi contenuti continuando a proporre una trattazione esaustiva degli aspetti istituzionali e delle politiche europee, di particolare utilità sia per quanti devono preparare esami e concorsi sia per l'aggiornamento professionale.
La Storia del diritto romano è oggi una disciplina di particolare attualità perché consente di cogliere le origini illustri del nostro ordinamento e di quelli di derivazione latino-germanica, compreso quello dell'Unione europea. Lo studio di questa materia, soprattutto relativamente all'analisi dei rapporti di forza tra gli organi dello Stato nei diversi periodi storici dell'antica Roma, si rivela molto formativo, offrendo numerosi spunti di riflessione e di confronto con l'attualità. Nella "Respublica", ad esempio, vigevano regole etiche non scritte come la dignitas che, riferita soprattutto alle alte cariche dello Stato, escludeva dal cursus honorum tutti gli individui che, ricoprendole, si rendevano responsabili di comportamenti non esemplari nella gestione della cosa pubblica. Questa III edizione, arricchita ed ampliata, offre un panorama d'insieme della storia dell'ordinamento giuridico romano dalle origini di Roma (753 a.C. ca.) fino a Giustiniano I (565 d.C.) e tiene conto delle difficoltà che uno studente, privo di dimestichezza con il latino e la storia antica, può incontrare: per questo motivo viene utilizzato un linguaggio semplice e lineare. In appendice viene riportato un glossario degli istituti, dei protagonisti e dei loci storici che caratterizzano la storia del diritto pubblico romano.
Con la carta delle Nazioni Unite (1945) e la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) si è aperta una nuova era nella storia dell'umanità. Il principio secondo cui "il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, eguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo" prende il posto del principio di sovranità degli stati. Ha così inizio una rivoluzione copernicana nell'ordinamento internazionale: la dignità umana come il sole al centro del sistema, l'etica universale recepita dalla norma giuridica che se ne fa traghettatrice nei vari campi, a cominciare da quello della politica. La globalizzazione dei diritti ha preceduto la globalizzazione in atto nei vari campi, esiste quindi la "bussola globalizzata" per rispondere, in corretto rapporto di scala, alle sfide del governo della globalizzazione. Quanto proclamato dalla Dichiarazione universale è il risultato di un processo carsico della civiltà del diritto: i vari percorsi costituzionali, separatamente realizzati dagli stati nel corso dei secoli, sono emersi in superficie confluendo nell'alveo di un nuovo diritto internazionale che esalta la vita delle persone e l'eguaglianza dei diritti fondamentali. La Dichiarazione universale è all'origine di un folto gruppo di convenzioni giuridiche e protocolli che costituiscono il corpus organico del vigente diritto panumano.
Tra i meriti del Codice del 1983 è l’aver consegnato agli operatori del diritto l’importante novità contenuta nel can. 1536, § 2 in merito al valore probativo delle dichiarazioni delle parti e alla possibilità di attribuire loro la forza di prova piena; non si è trattato del frutto isolato di una stagione legislativa, ma del venire a compimento di fermenti e istanze già presenti da decenni in dottrina e nella Giurisprudenza Rotale. Lo studio delle sentenze relative ad alcuni capi di nullità ha messo in luce la ricezione, non sempre piena, di questa novità sino alla Dignitas Connubii, di cui sono stati studiati anche gli schemi preparatori. Al termine del cammino, la novità appare mancata, cioè depotenziata, nel concreto della prassi forense canonica, ma non svanita, restando aperte nuove e proficue vie di utilizzo di essa.
Andrea Ripa
è sacerdote della Diocesi di Rimini. Laureato in Lettere classiche con indirizzo archeologico, già membro della Missione Archeologica Italiana a Cirene, ha conseguito il Dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense. Dal 2006 al 2008 è stato docente di Diritto matrimoniale presso l’Istituto Superiore di Scienze religiose “A. Marvelli” (Rimini), dove dal 2008 insegna Introduzione al Diritto canonico.
«Non ci si può limitare alla descrizione del diritto costituzionale. Si tratta invece di valutarlo, criticarlo, costituirlo. Non mi soffermerò più dello stretto necessario sui dati (normativi o strettamente tecnici della materia), bensì mi sforzerò di fornire elementi e stimoli per poter poi valutare criticamente il complesso degli istituti, dei fatti, delle regole che vengono a comporre il diritto costituzionale».
Gaetano Azzariti propone un'originale ricostruzione sistematica che riflette l'esigenza di collegare l'analisi giuridica alle trasformazioni politiche, storiche e culturali per comprendere la vera dinamica del diritto costituzionale. Emerge con chiarezza come il carattere essenziale degli ordinamenti giuridici e costituzionali sia definito dal modo in cui viene data soluzione ai conflitti sociali.
Che cosa c'è al fondo delle regole che ci governano la vita obbligandoci? Qual è il paradigma oggi fondante il diritto e, con esso, l'organizzazione sociale in cui ci troviamo immersi? E quale o quali sono stati i paradigmi nelle epoche passate e quale paradigma potrà esservi – o è sperabile che vi sia – nel futuro?
Nel libro si interroga la storia occidentale alla ricerca dei fondamenti che sono stati via via posti alla radice del potere e delle sue articolazioni normative; fondamenti che hanno retto (o reggono tuttora) la dinamica del comando e dell'obbedienza all'interno delle comunità organizzate e, all'esterno, delle relazioni, paritarie o di supremazia, tra i diversi Stati.
Questo imponente lavoro raccoglie numerosi studi di Diritto Matrimoniale e Diritto Processuale Canonico. Questa pubblicazione costituisce un omaggio che la Pont. Univ. Gregoriana e la Pont. Univ. Della S.Croce hanno svoluto dedicare a S.E. Mons. Antoni Stankiewicz, Decano del Tribunale della Rota Romana, in occasione del suo 75° genetliaco. L'opera è di particolare interesse per gli avvocati rotali e gli studiosi di Diritto Canonico.
Questo imponente lavoro raccoglie numerosi studi di Diritto Matrimoniale e Diritto Processuale Canonico. Questa pubblicazione costituisce un omaggio che la Pont. Univ. Gregoriana e la Pont. Univ. Della S.Croce hanno svoluto dedicare a S.E. Mons. Antoni Stankiewicz, Decano del Tribunale della Rota Romana, in occasione del suo 75° genetliaco. L'opera è di particolare interesse per gli avvocati rotali e gli studiosi di Diritto Canonico
Uno studio che l'Arcisodalizio della Curia Romana ha dedicato alla Lex Propria del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica approvata da Benedetto XVI il 21 giugno 2008. Scopo di questo studio è rispondere il più esaurientemente possibile alle complesse problematiche legate alla vita del tribunale della Segnatura Apoostolica, che costituisce l'asse portante dell'intera economia ecclesiale relativa alla giustizia. In particolare il testo si sofferma sull'identità e la funzione del Supremo Tribuanel e sulla posizione che la Lex Propria ricopre nella gerarchia apostolica.
Il volume esamina le pene espiatorie e le censure nel Codice di Diritto Canonico del 1983. Questa esposizione si incentra sulle proibizioni e l'applicazione delle sanzioni penali che la Chiesa impone ai fedeli che hanno commesso dei delitti, come ad esempio la proibizione di prendere parte come ministro alla celebrazione dell'Eucaristia o di qualunque altra cerimonia di culto pubblico, il divieto di celebrare e ricevere sacramenti, o di esercitare altre funzioni in uffici, ministeri o incharichi ecclesiastici.
Il presente volume approfondisce l’argomento sui membri associati, una realtà che trova espressione in molti Istituti secolari, sin dalla loro fondazione, oggi regolamentata a norma del can. 725 del CIC.
L’autrice analizza questa norma codiciale partendo dalla sua genesi e nelle sue fonti, arrivando a comporre un lavoro di interpretazione basato sullo studio degli elementi cardine nel canone.
Grazie alle informazioni raccolte attraverso un questionario inviato a 160 Istituti secolari, si sono messe in evidenza le caratteristiche peculiari dei vari Istituti riuscendo a cogliere differenze anche sostanziali. L’analisi dell’applicazione del can. 725 nel diritto proprio di questi Istituti mette in luce una ricca realtà carismatica dai diversi risvolti giuridico-canonici, in cui vengono identificati i differenti modi di associare altri fedeli da parte dei medesimi, analizzandone i diritti e gli obblighi riconosciuti. Infine, vengono individuate alcune peculiarità atte ad affrontare le difficoltà emerse dall’applicazione del canone in talune disposizioni di diritto proprio.