...il servizio della Parola costituisce la missione principale della Chiesa insieme alla celebrazione dei sacramenti e alla diaconia. Ma l'annuncio deve essere ispirato dalle sfide che ogni periodo storico pone al credente e alla comunità cristiana nel suo insieme. Solo in questo modo l'annuncio, e l'omelia in particolare, possono divenire un evento di salvezza veramente efficace perché sacramento della Parola esattamente equiparabile, sovrapponibile, al sacramento dell'altare. Come il pane e il vino trasformati dallo Spirito santo in Corpo e sangue di Cristo, trasformano e conformano a Cristo il credente e la comunità, così anche la Parola ascoltata nello Spirito santo discende nel cuore e lo plasma, lo rende docile, lo ammorbidisce affinché divenga conforme alla Parola, e in comunione con il Figlio: Parola di Dio. Ma come l'unico pane della nostra mensa eucaristica per comunicarsi a tutti deve essere spezzato, così anche la Parola necessita un «lavoro» che la renda fruibile, digeribile, efficace per gli uomini. Significativa appare dunque l'immagine diventata comune dello «spezzare la Parola» che lega indissolubilmente liturgia della Parola e liturgia eucaristica.
La figura di Teodoto e legata al Concilio di Efeso (431): dietro la polemica egli rivela un organico sistema cristologico e uno spiccato impeto creativo di esaltazione mariana.
Per spezzare i legami del peccato e liberarci dall'influenza del maligno dobbiamo essere pronti a dargli battaglia. I padri della chiesa, che vissero in un'epoca segnata dal paganesimo e dalle eresie, sono guide affidabilissime in quanto abili conoscitori delle complessità dell'animo umano. L'autore di questo libro ha raccolto i loro consigli più efficaci contro colui che, in modo insidioso e incessante, cerca di intralciare il nostro cammino verso Dio, medico celeste. L'insegnamento dei padri, fondato sulle scritture, oltre a indicarci la via della guarigione spirituale, ci fa anche trovare quell'unità liberante che è Dio stesso.
L'autrice, carmelitana, vuole offrire, senza pretesa di esaustivita, le indicazioni piu significative per una teologia spirituale cristiana, e cio grazie all'esempio delle principali figure carmelitane.
Il 'De praescriptione haereticorum' è un'opera che affronta un problema cruciale della vita ecclesiale: la nascita e lo sviluppo delle eresie.
Al tempo di Agostino la sinodalità era la forma ordinaria di Chiesa. Le sue stimolanti testimonianze esprimono una prassi che nel tempo è diventata la modalità usuale di affrontare i nodi disciplinari, pastorali, liturgici e teologici. Gli scritti di Agostino svelano che la prassi sinodale andava oltre le riunioni periodiche dei vescovi; era un modus operandi che traspare dai frequenti scambi di lettere fra i vescovi oppure fra i vescovi e il Vescovo di Roma. Lo spaccato storico analizzato mostra che la sinodalità non è la democrazia bensì la carità che si sparge e si dispiega fra i vari membri della Chiesa; tutti sono in ascolto della voce dello Spirito Santo e del Successore di Pietro, che ne conferma l'autorità. Papa Francesco chiede oggi una ritrovata mentalità sinodale, fatta di ascolto partecipativo e dialogo costruttivo come antidoto per combattere la mentalità clericale, ancora dominante nella Chiesa.
Palladio (nato tra il 363-364 e morto prima del 431), prima avvocato, poi monaco e infine vescovo, legò la sua vita a due protagonisti perdenti del cristianesimo del IV-V secolo. In Egitto, per nove anni fu discepolo di Evagrio Pontico, morto nel 399 in pace con la Chiesa, ma condannato per origenismo a Costantinopoli nel 553. Divenuto vescovo nel 400, fu stretto collaboratore di san Giovanni Crisostomo, condannato nel 403 al sinodo della Quercia e lasciato morire di stenti in esilio. Palladio difese l'uno e l'altro, con l'azione politico-ecclesiastica e con gli scritti. La Storia Lausiaca, dedicata nel 420 a Lauso, importante uomo di corte e vicino alle donne dell'entourage imperiale, è un diario di viaggio del suo monachesimo in Egitto, in Palestina e in Asia Minore fatto di una foltissima galleria di ritratti di asceti e ascete, con cui Palladio intende rivalutare la spiritualità ascetica e mistica di Origene e di Evagrio.
La figura di Paolino di Nola è oggetto di un rinnovato interesse da parte della critica. Studi recenti hanno posto in risalto l'importanza della sua poesia nello sviluppo della letteratura tardoantica e l'apporto da lui fornito alla coeva cultura letteraria. Meno indagati sono tuttavia la riflessione di Paolino, il suo contributo alla definizione di un sistema di pensiero cristiano, i rapporti con scrittori ancora poco studiati e non facilmente etichettabili in semplicistiche definizioni, i modelli filosofici ai quali egli si richiama. Una corretta contestualizzazione dell'opera del Nolano dimostra come la fitta intertestualità con pensatori precedenti sia decisamente volta a utilizzare la sapientia pagana trascendendola in una nuova creazione, al cui autore va riconosciuto un posto di rilievo nella fusione di Antike und Christentum. A un'attenta lettura, Paolino, esponente di una generazione a cavallo fra due mondi profondamente diversi, si rivela un anello importante nella catena di trasmissione del pensiero classico e di codificazione di concetti destinati a larga fortuna in epoca moderna e contemporanea.
Il presente volume raccoglie la maggior parte degli interventi fatti al Convegno di studi nel 750° anniversario della morte di san Tommaso d'Aquino, tenutosi presso il Santuario di Madonna dell'Arco - Sant'Anastasia (NA), dal 25 al 27 aprile 2024. Gli argomenti delle relazioni, qui riportate, spaziano tra storia, filosofia, teologia, etica. Alcuni fanno il punto sulla persona di Tommaso d'Aquino, sul suo insegnamento, sulla tradizione tomista e il Neotomismo; sulla predicazione dell'Aquinate quale emerge dall'inchiesta condotta in vista della canonizzazione di Tommaso d'Aquino e sulla predicazione circa san Tommaso di personaggi della corte Angioina, in particolare di quella del sovrano Roberto d'Angiò; sul culto delle reliquie di san Tommaso; sul pensiero di Tommaso in generale sul dialogo, in relazione ai Greci, al pensiero islamico, agli Ebrei e al dialogo interreligioso. Altri interventi mettono in relazione l'Angelico e il suo pensiero con la contemporaneità.
A Parigi nel 1946 viene pubblicata nella collana Théologie della Facoltà di Teologia Scolastica della Compagnia di Gesù a Lyon-Fourvière un'opera del teologo francese Henry-Marie de Lubac, Surnaturel, poco dopo accusata indirettamente di deriva modernista dall'enciclica di Pio XII del 1950, Humani generis. È la ripresa di un lungo dibattito teologico tra natura e grazia che era andato a poco a poco assopendosi. Questo studio, partendo dalla comprensione della controversia pelagiana, e successivamente dalla risposta di Agostino d'Ippona con il suo De natura et gratia, delineerà l'efficacia soteriologica nell'uomo - attraverso la morte e resurrezione di Gesù Cristo -, divenuto nel battesimo «nuova creatura» (2 Cor 5,17) del suo infinito amore misericordioso.
Questo volume, che ha accompagnato generazioni di lettori, rappresenta non solo un viaggio nella straordinaria vita di San Camillo de Lellis, ma anche un faro di ispirazione per chiunque voglia abbracciare i valori della carità, della compassione e del servizio. La riedizione di quest'opera arriva in un momento significativo: celebriamo non solo l'Anno Giubilare della Chiesa Universale, ma anche il 450° anniversario della conversione di San Camillo. Un momento di grazia che ha segnato una svolta decisiva nella sua vita, portandolo a divenire un autentico "gigante della carità". Questa nuova edizione vuole essere più di un semplice libro: è un invito, un appello accorato a tutti -religiosi, laici, giovani e meno giovani - a rileggere e riscoprire il cuore pulsante dello spirito camilliano. In un mondo frammentato, distratto e spesso indifferente, il messaggio di San Camillo risuona con una forza sorprendente, ricordandoci che la vera grandezza si trova nel servire i più vulnerabili con amore incondizionato. San Camillo non è solo un esempio del passato; è una figura che parla al presente e guida verso il futuro. La sua vita ci insegna che il servizio agli altri non è un'opzione, ma una chiamata. Il suo spirito ci sfida a vivere una "nuova scuola di carità", ancora attuale e necessaria, capace di rispondere alle urgenze dell'umanità moderna: il bisogno di cura, empatia e riconciliazione.
Dalla Svezia a Roma passando per i luoghi di pellegrinaggio in Europa: sulla strada dei valori, della spiritualità, della ricerca delle radici cristiane in Europa, santa Brigida di Svezia appare come una figura significativa da proporre alle Chiese e ai popoli del Vecchio Continente quale compagna di cammino nella difficile transizione verso esperienze di nuova evangelizzazione e verso nuove configurazioni politico-culturali. Giovanni Paolo II sottolinea che la "Mistica del nord" ci "ricorda che, solo radicandosi nei valori permanenti del Vangelo, la società può costruire qualcosa di effettivamente valido per ogni epoca".