La filosofia islamica si è qualificata originalmente come tale nel periodo che siamo soliti chiamare Medioevo. Questo libro non pretende di ricostruirne la storia, ma vuole restituirne il senso complessivo. Vuole cioè definire i modi e le tematiche fondamentali di una speculazione che non è rimasta chiusa nei confini del mondo islamico ma ha contribuito all'evoluzione di tutta la storia della filosofia con una sua peculiare originalità.
Pubblicato nel 1956, questo testo permise una metamorfosi della filosofia analitica: ruppe la linea - fondata sulla dottrina del "sapere per conoscenza" - che univa Russell e Ayer a Locke e Hume. Per Sellars il mito del dato della tradizione dell'oggettivismo scientifico è il risultato di una confusione tra l'acquisizione e la giustificazione delle conoscenze, tra la spiegazione casuale di come veniamo a conoscere una certa cosa e la giustificazione delle credenze che ci siamo formati circa la realtà. Il "mito del dato" nasce nel momento in cui confondiamo il piano della comunicazione con quello degli eventi mentali, mentre per Sellars le intuizioni, la perspicacia e le conoscenze prelinguistiche sono apprese di fatto attraverso il linguaggio.
Per Li Zehou l'arte e l'estetica cinese sono figlie della psiche cinese che, nel corso del suo secolare sviluppo, ha costantemente perseguito un punto di equilibrio fra emozione e realtà. Traendo spunto da un vasto campionario di prodotti artistici cinesi, dai bronzi alle ceramiche, dai manufatti alle sculture, dalla letteratura alle opere pittoriche, l'autore esplora il mondo della cultura cinese offrendo al lettore occidentale i principali strumenti per studiarla e interpretarla.
Consacrato a Leibniz, ma dedicato a investigare i più diversi aspetti della cultura barocca, dall'estetica alla metafisica, dal costume alla pittura, questo libro cerca di definire, attraverso la metafora della "piega", il costituirsi dell'anima e dell'esperienza moderna. La piega ha sempre caratterizzato l'arte, ma caratteristico del Barocco è replicarla all'infinito. Se la filosofia di Leibniz è filosofia barocca per eccellenza è perché in essa tutto si spiega, si dispiega, si ripiega. Per scoprire l'essenza del neobarocco moderno Deleuze segue la storia della piega infinita in tutte le manifestazioni artistiche: nella poesia di Mallarmé, nel romanzo di Proust, nell'opera di Michaux, nella pittura di Hantaï.
In Maria Zambrano (1904-1991), pensatrice spagnola tra le più interessanti del Novecento e allieva di Ortega Y Gasset, si fondono in modo perfetto filosofia, mistica e poesia, nella strenua ricerca di un sapere non più astratto e puro, ma in grado di insinuarsi nelle pieghe della vita..In questo tentativo la filosofa si imbatte in forme di sapere che hanno reso il 'sentire' strumento di conoscenza, come nella mistica poetica di Giovanni della Croce, nelle Confessioni di Agostino, nel pensiero materno di Seneca. L'interiorizzazione di queste esperienze e il suo amore per la vita la conducono a scrutarne il fondo oscuro e innominabile, che vuol dire affrontare il tremendo, il sacro da cui tutto si origina. Ad esso, però, si può giungere solo con la ragione poetica, che porta in sé una profonda passione per la vita e che perciò è in grado di darle voce.
Destinatari
Chi è interessato a percorrere l'evoluzione del pensiero di questa grande figura di filosofo spagnola, specie in relazione all'applicazione della filosofia alla vita.
Autore
ANNA MARIA PEZZELLA è docente di filosofia dell'educazione presso la Pontificia università Lateranense di Roma. I suoi interessi sono rivolti soprattutto alla filosofia del Novecento e in modo particolare alla fenomenologia e a Edith Stein, cui ha dedicato il suo lavoro di dottorato, numerosi saggi apparsi in riviste italiane ed estere e alcune traduzioni.Ha pubblicato diversi articolo sulla filosofia femminile e sul pensiero e l'opera di Maria Zambrano.
Ciascuno di noi offre e riceve doni, ma qual e il senso e il valore profondo del dono? Ciascuno di noi offre e riceve doni, trovandosi cosi immerso in una rete di relazioni che ci liberano dall'ossessione dell'utilitarismo. E' forse per questa naturalezza che trascuriamo spesso di interrogarci circa il senso e il valore profondo del dono. Eppure gli interessi contemporanei della filosofia e delle scienze umane hanno visto proprio nel dono una chiave privilegiata per accedere alla ricomprensione della condizione umana e della sua verita. Con un linguaggio il piu possibile non specialistico, questo libro propone un'originale interpretazione filosofica del dono, delineando una ricognizione complessiva dei principali apporti dei contemporanei (Heidegger, Derrida, Marion) ed evidenziando in particolare l'alternativa tra dono e abbandono.
La filosofia di Wittgenstein come recupero del senso dell'esistenza in tutte le sue variegate implicazioni. Ludwig Wittgenstein e un pensatore che, per quanto occupi un ruolo di primo piano nel dibattito filosofico della seconda meta del XX secolo, resta ancora da scoprire. Dal presente volume emerge infatti un Wittgenstein che da ancora a pensare" perche si rivela impegnato a dar voce all'inesauribile problematicita della vita, al di la delle restrizioni a cui la sottopone il pensiero scientifico. Un indubbio merito degli autori di questo libro e di entrare nel profondo della complessa filosofia di Wittgenstein per trarne gli elementi di inquietudine dell'esistenza comuni a tutti gli uomini. "
Un lavoro che riconosce al pensiero di Capitini una dignita filosofica. La nonviolenza come chiave che apre il senso del vivere degli uomini. Il dialogo con la filosofia di Capitini rivela la dimensione umana che la nonviolenza attraversa, permettendoci una costellazione di relazioni possibili: innanzitutto il rapporto con le sue fonti, con il confluire di una pluralita di voci ed esperienze che formano l'originalita del suo pensiero. Inoltre, le relazioni essenziali che appaiono all'interno della lenta tessitura che e l'opera di Capitini sono, da un lato, quella tra la nonviolenza e la vita, dall'altro, quella tra la nonviolenza e la verita.
Norberto Bobbio, in una intervista al giornalista Luise, parla delle cose ultime", dove si incontrano i confini del pensiero e le segrete ragioni dell'anima. " Tra due momenti, quelli del dubbio e del mistero, e racchiusa la vicenda umana, intellettuale e spirituale di Norberto Bobbio, il grande filosofo della liberta scomparso lo scorso gennaio. E sono questi i due momenti cruciali della lunga conversazione che Raffaele Luise ha avuto con il filosofo e senatore a vita, ormai novantenne. E, proprio nella vivissima tensione tra il dovere del dubbio e l'esaltazione del piccolo lumicino" della ragione da una parte, e il fascino del mistero dall'altra, mistero vissuto con un "pudore" quasi metafisico, Bobbio, indirettamente ma potentemente, ricorda alla fiacca ma ambigua spiritualita del nostro tempo che la fede e "agonia", lotta, mai possesso di Dio, magari usato come arma identitaria contro altre religioni e altre civilta. "
Un contributo nella direzione di un chiarimento dell'enigma della prossimita" di Levinas, alla luce dell'idea di "ospitalita". " Una nuova prospettiva, alla luce dell'idea di ospitalita", dalla quale provare a leggere l'opera di Levinas, ma anche uno dei nodi centrali del nostro tempo: la fatica a misurarsi con la differenza. Il pensiero dell'ospitalita cerca di restituire dignita profonda alla dimensioni della pazienza e dell'attesa, un pensiero che vorrebbe far spazio - nella nostra terra come nelle nostre menti - invece che pretendere di occuparlo. Lo straniero, e persino il nemico, sono testimoni vivi, anche nella loro violenza e desolazione, di una separatezza che non vuole essere abolita, ma ascoltata e ospitata,perche ci parla di cio che noi, come uomini, siamo da sempre"
La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo fra utopia" e "prassi". "
L'Autore tenta un'analisi filosofica del concetto di sacrificio prendendo in considerazione alcuni pensatori dell'Ottocento e del Novecento nei quali tale argomento occupa un posto centrale (da Kierkegaard, Solger, Nietzsche, Gerard...).