Donne devianti, donne criminali, donne detenute, binomi complessi da affrontare e, soprattutto, da analizzare di fronte alla complessità del genere e alle implicazioni che emergono nel nuovo, diverso, loro coinvolgimento nelle organizzazioni malavitose. Il volume ripercorre l’evoluzione di donne di camorra che, grazie agli interventi ri–educativi del trattamento penitenziario, scoprono il proprio potenziale partendo da una revisione critica del loro vissuto e dei reati commessi, realizzando un percorso ideale che aiuta a comprendere gli elementi di forza e debolezza di un sistema penale che, nonostante le carenze, è ancora la strada per l’inclusione e la valorizzazione del capitale umano.
«Se proprio dovessi, sceglierei la Tasmania. Ha buone riserve di acqua dolce, si trova in uno stato democratico e non ospita predatori per l'uomo. Non è troppo piccola ma è comunque un'isola, quindi facile da difendere. Perché ci sarà da difendersi, mi creda». "Tasmania" è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo. La paura e la sorpresa di perdere il controllo sono il sentimento del nostro tempo, e la voce calda di Paolo Giordano sa raccontarlo come nessun'altra. Ci ritroviamo tutti in questo romanzo sensibilissimo, vivo, contemporaneo. Perché ognuno cerca la sua Tasmania: un luogo in cui, semplicemente, sia possibile salvarsi. Ci sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un'altra direzione. La chiamiamo crisi. Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande. Con lui ci sono Lorenza che sa aspettare, Novelli che studia la forma delle nuvole, Karol che ha trovato Dio dove non lo stava cercando, Curzia che smania, Giulio che non sa come parlare a suo figlio. La crisi di cui racconta questo romanzo non è solo quella di una coppia, forse è quella di una generazione, sicuramente la crisi del mondo che conosciamo - e del nostro pianeta. La magia di "Tasmania", la forza con cui ci chiama a ogni pagina, è la rifrazione naturale fra ciò che accade fuori e dentro di noi. Così persino il fantasma della bomba atomica, che il protagonista studia e ricostruisce, diventa un esorcismo: l'apocalisse è in questo nostro dibattersi, e nei movimenti incontrollabili del cuore. Raccogliendo il testimone dei grandi scrittori scienziati del Novecento italiano, Paolo Giordano si spinge nei territori più interessanti del romanzo europeo di questi anni, per approdare con felicità e leggerezza in un luogo tutto suo, dove poter giocare con i nascondimenti e la rivelazione di sé, scendere a patti con i propri demoni e attraversare la paura.
"Questo libro è pieno di errori, mille per la precisione: refusi (ma non di punteggiatura o sintassi, non sono così cattivo), errori lessicali e grammaticali, vocaboli sbagliati, errori fattuali, omissioni. E non è colpa del povero correttore di bozze che ci ha lavorato. Gli errori li ho messi io, per giocare con voi come Niccolò Errante faceva con me. Errante era un grande scrittore misterioso, enigmatico, che non amava apparire: nessuno sa esattamente neanche quando o dove è nato. Avevo il privilegio di essere il correttore di bozze dei suoi romanzi e posso dire di essere stato anche un suo amico. E a un certo punto io e Niccolò abbiamo iniziato a fare un gioco. Mi inviava brevi racconti pieni di errori da scovare, e quegli errori componevano un messaggio segreto. Ci abbiamo giocato fino alla sua morte o, per meglio dire, fino al suo suicidio: il 3 giugno 2025, dopo una riunione con la casa editrice, il mio scrittore preferito e mio amico, infatti, completamente ubriaco si è buttato dal balcone di casa sua. Però io so che Errante non si è suicidato e ho nascosto la verità nei mille errori disseminati in questo libro. E solo i più scaltri tra voi che riusciranno a trovarli potranno ricomporre un messaggio segreto e risolvere il giallo della sua morte. Quanti di voi accetteranno la sfida?".
Nel Vangelo secondo Giovanni la glorificazione di Gesù avviene nella sua passione e morte, e nella sua risurrezione trova ulteriore esplicitazione. Infatti, ponendosi in completo ascolto del Padre, nell'obbedienza completa fino alla morte, Gesù compie il primo imperativo religioso dell'ebraismo: l'ascolto, lo Shema'. Questa particolare prospettiva è elaborata da Giovanni tenendo conto dei racconti sinottici (Matteo, Marco, Luca). Il messaggio teologico dei brani che qui vengono studiati trova conclusione nella sintesi, che vorrebbe aiutare a cogliere il significato dello Shema'per il lettore del quarto vangelo.
I saggi contenuti in questo volume, in prima edizione italiana, mostrano in modo organico la peculiarità del «realismo cristiano» di Niebuhr, una teoria politica tra le più originali del Novecento che ha ispirato negli Stati Uniti il New Deal di Roosevelt. Niebuhr propone una teologia politica antiperfettista dell'esistenza umana e della storia, che mira a comprendere realisticamente in tutte le sue contraddizioni la vicenda personale dell'individuo e la vicenda globale dell'umanità. Sono analizzati, con chiarezza e disincanto, i grandi temi della politica: ottimismo\pessimismo nella vita delle democrazie liberali, il ruolo delle utopie nella azione politica, la pace e la Chiesa, le illusioni di un governo mondiale, il dilemma nucleare, i limiti da porre al potere militare anche in caso di guerra. La sua attualità è una difesa della tradizione democratica che si ispira al pensiero di Sant'Agostino.
La tesi provocatoria di E. Käsemann (1906-1998), celata nella sua metafora genetica – l’apocalittica (diventata) la ‘madre’ di tutta la teologia cristiana – per quanto inevasa, è un punto di partenza storico-teologico permanente per le questioni fondamentali circa il rapporto tra Cristianesimo e ciò che si può intendere per “apocalittica”. Dalle sue origini il Cristianesimo viene plasmato dall’apocalittica, una sensibilità che chiama in causa i vari contributi scientifici nel solco del paradigma-transdisciplinare attuale, proprio per le sue aperture di senso già dal giudaismo del Secondo Tempio. A partire da una prospettiva ermeneutico-escatologica, il presente volume prende parte a tale riflessione ricavando, dagli approcci storico-religiosi che segnano una “ricerca apocalittica” e dalle tracce di alcuni teologi – K. Rahner, H.U. von Balthasar, J.B. Metz, J. Moltmann, W. Pannenberg, J. Ratzinger, et al. –, una chiave euristica originale: l’apocalittica in quanto sensibilità è una dimensione originaria del cristianesimo e trova una sua rifusione nel metodo della teologia.
Sono qui raccolti i romanzi Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009).
Con la Trilogia delle metamorfosi (Maruzza Musumeci, Il casellante, Il sonaglio) Camilleri celebra la persistenza del mito nel tempo riportandolo nella sua Siciia, terra in cui il mito è nato. Nei tre romanzi di trasformazione Camilleri avvia una macchina di intrecci e dialoghi, avviluppati intorno all'albero maestro dell'ironia. Non c’è teoria nelle sue storie, c'è l'antica pratica del racconto, c'è quell’oralità di cui il mito si nutre fin dalle origini e che incantava uomini e donne intorno al fuoco, bambini sull'orlo della notte, guerrieri all'alba del combattimento. Viola Ardone
Le fiabe popolari perpetuano stereotipi ampiamente superati o comunque da superare, sono storie sorpassate che ammanniscono lezioni comportamentali che risentono del tempo in cui sono state scritte.
Paola Zannoner, una delle scrittrici per ragazzi più note e apprezzate, ha scritto un libro che confuta questo semplicistico e sterile luogo comune.
Molti genitori e molti insegnanti si chiedono: a cosa servono oggi le fiabe? non riproducono ruoli superati? non tendono a modellare la realtà attraverso stereotipi?. Ci si immagina che nel mondo nuovo, dove la tecnologia domina il nostro immaginario, sia necessario ripensare totalmente anche il mondo fantastico in cui introduciamo i nostri bambini nei primi anni della loro vita. Paola Zannoner, studiosa della fiaba, romanziera e formatrice nel campo della letteratura giovanile, prova a rispondere a queste domande, sfatando pregiudizi e luoghi comuni. Il C’era una volta… è sempre stato per i bambini una molla dell'immaginazione che produce una mente aperta in tutte le direzioni del possibile. La fiaba è senza tempo e senza spazio, è astratta eppure molto concreta nella rappresentazione di emozioni profonde e inespresse, di sentimenti contrastanti, incarnati non da eroi ma da figure umane, semplici, spesso bambine e bambini che devono affrontare prove e avventure ignote. Nella sua varietà e multiculturalità, la fiaba rappresenta un'educazione sentimentale di bambini e adolescenti alla complessità della vita e soprattutto prevede la condivisione della lettura creando una indispensabile relazione del racconto in famiglia e a scuola.
Questo libro torna a interrogarsi sul senso profondo di un evento centrale nella storia italiana ed europea del Rinascimento, il passaggio di Firenze dalla repubblica al principato nel bel mezzo delle Guerre d'Italia, mettendo in dialogo la dimensione dello scontro ideologico con quella dell’effettiva azione politica
Alessandro de' Medici fu l'uomo che pose fine alla Repubblica di Firenze e il primo a inaugurare due secoli di dominio della dinastia medicea sulla Toscana. La sua ascesa fu imposta con le armi dal papa e dall'imperatore a una città tenacemente decisa a difendere la propria libertà, capace di resistere per dieci mesi a un terribile assedio. Per questo motivo è stato sempre rappresentato come l'uomo che diede inizio alla decadenza dell'Italia. Ma la leggenda nera che grava sul "tiranno fiorentino" trova conferma nella storia o è stata un'abilissima costruzione dei suoi oppositori politici? Cosa aveva fatto Alessandro per meritare l'epiteto di tiranno?
Non tutti gli italiani sono stati brava gente. Anzi a migliaia – in Libia, in Etiopia, in Grecia, in Jugoslavia – furono artefici di atrocità e crimini di guerra orribili. Chi furono i volenterosi carnefici di Mussolini? Da dove venivano? E quali erano le loro motivazioni? In Italia i crimini di guerra commessi all'estero negli anni del fascismo costituiscono un trauma rimosso, mai affrontato. Non stiamo parlando di eventi isolati, ma di crimini diffusi e reiterati: rappresaglie, fucilazioni di ostaggi, impiccagioni, uso di armi chimiche, campi di concentramento, stragi di civili che hanno devastato intere regioni, in Africa e in Europa, per più di vent'anni. Questo libro ricostruisce la vita e le storie di alcuni degli uomini che hanno ordinato, condotto o partecipato fattivamente a quelle brutali violenze: giovani e meno giovani, generali e soldati, fascisti e non, in tanti hanno contribuito a quell'inferno. L'hanno fatto per convenienza o per scelta ideologica? Erano fascisti convinti o soldati che eseguivano gli ordini? O furono, come nel caso tedesco, uomini comuni, "buoni italiani", che scelsero l'orrore per interesse o perché convinti di operare per il bene della patria?