Un'agile, completa e aggiornata panoramica dei fondamentali argomenti di diritto privato che consente, grazie al linguaggio semplice e all'esposizione sintetica, una visione d'assieme del programma istituzionale. Questa edizione light tiene conto delle esigenze dello studente e si limita all'esposizione dei contenuti essenziali per facilitare quanti si avviano per la prima volta allo studio di tale disciplina. Il volumetto, inoltre, riporta per ogni capitolo un utile glossario con le definizioni delle parole più tecniche, nonché alcuni schemi riepilogativi.
Gli ipercompendi, strumenti didattici di ultima generazione, costituiscono pratiche guide che, affiancate allo studio, consentono di ripercorrere in forma sintetica e sistematica le linee espositive del programma.
Nel testo, tra i provvedimenti normativi intervenuti in materia, si segnala il D.Lgs. 6-9-2011, n. 159 relativo al Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione nonché il D.L. 22-12-2011, n. 211 per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri. Il lavoro riporta, per ogni capitolo, un glossario, con le definizioni delle parole più tecniche, per facilitare la comprensione del lessico giuridico e le più frequenti questions per mettere in evidenza gli aspetti più problematici della disciplina.
Questo libro nasce dall'esigenza di offrire agli studenti nozioni e argomentazioni relative a due nodi del diritto ecclesiastico: il matrimonio e gli enti. Si rivolge inoltre al pubblico più vasto di chi vuole conoscere radici giuridiche e polemiche culturali di temi spesso all'attenzione di un'opinione pubblica e di una cultura non specialistica, che talvolta ne discutono senza avere a riferimento le categorie del diritto. Basti pensare alla sempre più ridotta efficacia della giurisdizione ecclesiastica matrimoniale o alle polemiche pronte a infiammarsi sul trattamento tributario degli enti ecclesiastici. Sotto il profilo metodologico, il volume ricerca i nessi tra diritto ecclesiastico e diritto delle confessioni, anzitutto diritto della Chiesa cattolica. È metodo caro all'Università Cattolica del Sacro Cuore, utilizzato non solo perché i rapporti inter ordinamentali, dei quali la scienza del diritto ecclesiastico si occupa, richiedono conoscenza degli specifici valori e categorie di entrambi gli ordinamenti, ma anche perché essi si rivelano ottima palestra per il rafforzamento del senso e perfino per la percezione del 'mistero' del diritto nel buon governo della società.
Di fronte alle drammatiche sfide del presente, la Costituzione ha ancora risposte adeguate da dare? I suoi principi sono applicabili a situazioni nuove, un tempo imprevedibili? Il dubbio non è irragionevole. Ma il fatto che sia un programma per il futuro, pensato e costruito intorno a valori essenziali e senza tempo - la persona umana e la sua dignità - rende ancora possibile ricavare dalla Carta fondamentale indicazioni forti persino riguardo a questioni inedite, quali quelle derivanti dal flusso ininterrotto di persone in fuga da guerre, morte, miseria, in cerca di pace e lavoro. I punti di riferimento per orientarsi, se non per risolvere definitivamente problemi complessi e mutevoli, sono molteplici. In particolare il principio di laicità, prima regola per una convivenza possibile. Un principio legato in modo indissolubile al rispetto della persona, della sua sfera di libertà, della sua coscienza inviolabile e della sua autodeterminazione. Dignità della persona si coniuga poi con eguaglianza, parola chiave, vessillo delle rivoluzioni settecentesche d'America e d'Europa che oggi non è solo parità di fronte alla legge, divieto di trattamenti discriminatori, ma obiettivo da raggiungere con la rimozione degli ostacoli che generano diversità. La dignità della persona è inscindibile dalla centralità del lavoro sul quale la Repubblica si fonda e dall'istruzione, presupposto essenziale della democrazia. La conoscenza della Costituzione è il punto di partenza per un popolo che si voglia libero.
Il 21 volume (decimo della nuova serie) della pubblicazione periodica del Tribunale della Sacra Rota Romana, relativo all'attività dell'anno 2010.
Con le più recenti pronunce della Corte costituzionale e i principali nuovi provvedimenti di cui si è tenuto conto L.17 feb. 2012, n. 9: Conversione con modifiche del D.L. 22 dic. 2011, n. 211, recante interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri L. 15 feb. 2012, n. 12: Norme in materia di misure per il contrasto ai fenomeni di criminalità informatica L. 27 gen. 2012, n. 3: Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento L. 12 nov. 2011, n. 183: Legge di stabilità 2012 D.lgs. 6 set. 2011, n. 159: Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione D.lgs. 1° set. 2011, n. 150: Semplificazione dei procedimenti civili (nuovo rito per i ricorsi avverso sanzioni amministrative).
L'analisi del processo di globalizzazione del diritto può seguire due percorsi, che si potrebbero caratterizzare ricorrendo all'immagine degli alberi e della foresta. Da un lato, si può guardare all'insieme del paesaggio giuridico globale, ossia alla foresta, per cogliere le valenze e le tendenze generali; dall'altro ci si può concentrare sugli alberi, ossia su una o su alcune delle varie manifestazioni giuridiche "atipiche", che per lo più travolgono alcuni caratteri e requisiti tipici del diritto moderno e sono sintomatiche delle trasformazioni in corso. Maria Rosaria Ferrarese ritiene che entrambi gli approcci siano significativi e consentano di rilevare le novità in campo, e che le due visioni si sostengano l'un l'altra: non avrebbe senso una fotografia dall'alto della foresta senza una didascalia che illustra la varietà delle nuove forme di vegetazione che sono comparse. E, parimenti, ogni analisi o ricerca relativa alle singole specie botaniche nello spazio globale dice poco se non si sa come esse si collocano o come modificano il paesaggio complessivo. Da entrambe queste prospettive ci si può chiedere se e in che senso si possa parlare di un diritto "globale" e se le nuove tipologie botaniche siano parte irreversibile della evoluzione giuridica odierna, o se non siano piuttosto da considerare vegetazioni improprie o dannose, che vanno semplicemente rimosse, o considerate non giuridiche, o che fanno intravedere "la fine del diritto" come sostengono alcuni teorici.
La "Teoria della giustizia" nasce dal corso che Norberto Bobbio tenne nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Torino nell'anno accademico 1952-53, come ordinario di filosofia del diritto. Un paragrafo per lezione, all'incirca, testimonia l'intensità del suo insegnamento e il ritmo con cui sviluppava i diversi passaggi delle varie problematiche. Si può dire che in quel corso del 1953 si chiarisca in Bobbio stesso il disegno della sua riflessione successiva: da quel momento in poi egli sarà sempre meno (soltanto) giurista e sempre più (anche) filosofo politico. Nell'idea di giustizia egli individua l'incontro e l'intreccio tra tre fondamentali dimensioni della realtà umana: pace, uguaglianza e libertà. Bobbio mostra come queste si sviluppino nella storia del pensiero politico e le riconduce infine a unità, attraverso la logica delle coppie antitetiche (una tecnica argomentativa che egli utilizzerà un'infinità di volte) dapprima, per cercare poi di ricondurre a unità i tre valori della giustizia, pur sempre comunque emblematicamente coinvolti nella "crisi politica del nostro tempo", come Bobbio conclude. Allora come oggi. Una intensa e affettuosa Prefazione, scritta per questa occasione, di Gregorio Peces-Barba Martínez attualizza la lezione bobbiana e ne illustra l'ancora intatta capacità didattica e la fecondità delle interpretazioni che discute.
Qual è la portata sostanziale e quale la forza reale del modello italiano di laicità in un panorama che appare sempre più globalizzato ma, al tempo stesso, sottoposto a tensioni identitarie che mettono in pericolo l'efficacia inclusiva dei diritti, a partire da quello di libertà religiosa, così indissolubilmente personale e universale? E quale spazio può rivendicare l'attuazione di questo modello nel contesto europeo? Ma soprattutto: qual è lo scarto registrabile ancora oggi in Italia fra laicità procedurale - ossia, laicità giuridica "in progetto" - e laicità sostanziale, ossia laicità giuridica "in bilancio"? Quali campi normativi ne risultano interessati? A chi vanno imputati, e come possono essere colmati, gli scarti che si registrano? Il volume si impegna a dare risposta a queste domande, e a offrire, insieme, sia un contributo teorico alla rivalutazione della portata di significato e di valore del metodo della laicità giuridica quale garanzia di governo non dispotico delle società pluraliste, sia un contributo pratico immediato al disegno di una "mappa" degli interventi regolatori del gioco pluralista operati sino ad oggi dal diritto italiano, sulla quale risultino più chiaramente indicate le principali mete già raggiunte e quelle ancora da raggiungere
Il volume risponde ad una duplice esigenza. Innanzitutto fare il punto della situazione, nell'ambito dei Paesi membri del Consiglio d'Europa, sul grado di tutela dei diritti di libertà religiosa e di coscienza, così come regolati dall'art. 9 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, e sul modo in cui questi ultimi sono interpretati e applicati dalla Corte di Strasburgo. In seconda battuta, il volume muove da un approccio pragmatico dettato dall'esigenza di capire dai diretti protagonisti, i giudici, sollecitati dal confronto diretto con la dottrina europea, quali siano i problemi reali sottesi agli attuali orientamenti giurisprudenziali in materia di libertà religiosa, di coscienza e di antidiscriminazione. A contributi di carattere più squisitamente dottrinale che descrivono il quadro generale di applicazione dell'art. 9 CEDU all'interno del Consiglio d'Europa, seguono analisi critiche della giurisprudenza di Strasburgo da parte di giovani ricercatori provenienti da diverse università europee, incentrate su questioni chiave - simboli religiosi, libertà di insegnamento, ordine pubblico e sicurezza - che hanno scandito negli ultimi due decenni gli orientamenti dei giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo
Tra i provvedimenti di cui si è tenuto conto nell'aggiornamento di questa edizione è importante segnalare la legge 29-12-2011, n. 218 che ha risolto le dibattute questioni interpretative concernenti il dimezzamento dei termini di costituzione dell'opponente nel giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo, nonché il d.l. 24-1-2012, n. 1, che ha istituito il cd. "tribunale delle imprese" ampliando sensibilmente il novero delle materie attribuite alla cognizione delle sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale