Della vasta opera di Milosz, con questo volume presentiamo il teatro. Si tratta di tre testi composti dal 1912 al 1914, che l'autore definisce «misteri», intendendo dare a questo termine íl senso proprio delle rappresentazioni medievali, cioè di manifestazioni religiose che richiedevano ai partecipanti - fossero essi attori o spettatori - lo stesso gesto di fede. Miguel Man ara, scritto nel 1912, è il più notò e il più rappresentato. Mariara è il Don Giovanni storico, entrato in convento dopo una vita sregolata e morto in odore di santità. Mefiboseth è un'opera di ispirazione biblica, dove l'autore riprende, modificandolo, un episodio della vita del re Davide raccontata nel secondo libro di Samuele, in cui la figura del profeta Natan diventa appunto Mefiboseth. Infine Saulo di Tarso è rimasto a lungo un manoscritto, che Milosz ha conservato inedito. Lo aveva scritto nel 1914 e lo ha sempre considerato un'opera di transizione tra l'espressione drammatica e poetica. Racconta della vita di Saulo nel periodo che precede la sua conversione. Il teatro di Milosz si presenta così come un trittico in cui alla ricerca del Dio da parte dell'uomo (Miguel Mafiara), segue il Dio che prepara la salvezza anche attraverso il crimine degli uomini (Mefiboseth), per arrivare (Saulo di Tarso) all'uomo che cercherà per tutta la vita di corrispondere a chi per salvarlo ha perso la sua.
Sono almeno vent'anni che genitori e professionisti dell'educazione assistono al progressivo abbandono dell'infanzia da parte delle istituzioni, ma mai come durante la recente emergenza legata al Covid-19 la realtà dei fatti è stata sotto gli occhi di tutti. Il momento per interrogarsi davvero sulla situazione dei bambini nel nostro Paese, quindi, non può più essere rimandato, ed è necessario cominciare dalle domande fondamentali: quando abbiamo smesso di occuparci di infanzia? Chi sono stati i principali agenti di questo disastro e, soprattutto, esiste un modo per rimettere i più piccoli al centro delle preoccupazioni istituzionali? A queste domande risponde Daniele Novara, esperto di riferimento italiano sui temi della pedagogia e dell'educazione, e che per primo ha lanciato l'allarme sulla scuola durante la pandemia, dando voce al dissenso delle famiglie e dei professionisti dell'educazione verso uno Stato indifferente, con una riflessione ad ampio raggio sulla considerazione di cui (non) godono i più giovani nel nostro Paese e su cosa dovrebbero fare genitori, educatori e politici per rimettere infanzia e educazione al centro del dibattito. Perché i bambini sono, più di ogni altra cosa, il nostro futuro. E ogni giorno ce ne dimentichiamo un po' di più.
Qual è il suo segreto? Ci chiediamo di fronte a una persona che mantiene bellezza e giovinezza nonostante il passare degli anni. Né bisturi né pozioni magiche: secondo la scienza per ottenere una pelle liscia e luminosa, capelli forti e lucenti, fisico tonico e in forma il ruolo dell'alimentazione è fondamentale. Il segreto è quindi l'integrazione di cibi con le giuste proprietà mirate anche alla tutela dell'organo più grande del nostro corpo: la pelle. Nicola Sorrentino, medico nutrizionista, e Pucci Romano, dermatologa, uniscono le loro competenze e i risultati di recenti studi scientifici per distillare le indicazioni e i suggerimenti alimentari capaci di nutrire, proteggere e rigenerare la cute, riparando i danni causati dallo stress e dal tempo, rendere più elastici i vasi sanguigni, combattere secchezza, impurità, rughe, irritazioni. Un metodo esclusivo per garantire il giusto apporto di sostanze indispensabili e protettive, ma completo anche di preziose abitudini quotidiane, una sorta di beauty routine «edibile» efficace e facile da mettere in pratica. Scopriremo una dieta equilibrata, potenziata dall'acqua, elisir di bellezza alla portata di tutti, e ricca di elementi fondamentali per la nostra flora intestinale, che influisce in modo importante sulla salute cutanea. Una serie di ricette, basate su ingredienti gustosi e semplici da reperire, ci dimostrerà fin da subito gli effetti benefici della dieta su salute, pelle e peso. Non più semplice cibo da ingerire, ma anche cosmetico, medicina e strumento per rallentare l'invecchiamento e raggiungere un benessere duraturo. Perché la bellezza è soprattutto salute.
Giulietta Brenna è una donna brillante, ha una vita piena e ricca di affetti che colmano il vuoto lasciato dal compianto marito. Ma c'è una spina nel suo cuore che la tormenta da quarant'anni. È il suo primo grande amore, l'uomo che l'ha tradita e umiliata in maniera imperdonabile. Giulietta ha fatto il possibile per dimenticarlo, ma il suo volto è su tutti i giornali che raccontano i suoi successi imprenditoriali. Nel tentativo di liberarsi di lui una volta per tutte, brucia le foto e le lettere che testimoniano il loro amore lontano. Perché, a sessant'anni, vuole ricominciare una vita nuova. Rocco Di Falco ha origini molto umili. Nato in Sicilia, è arrivato a Milano con la famiglia negli anni Cinquanta. Un fatto traumatico lo ha privato delle certezze famigliari, ferendolo profondamente, e il lavoro è diventato la sua ragione di vita. L'intuito e l'intraprendenza lo hanno reso uno degli uomini più ricchi e importanti del mondo, capace, con la produzione degli occhiali, di creare un impero economico. Eppure, per quanto rapace e geniale negli affari, sul piano sentimentale la sua vita è stata un disastro. Il fatto è che non ha mai smesso di amare Giulietta, la donna che ha vergognosamente tradito. E adesso è arrivato il momento di riconquistarla.
L'attenzione che oggi richiama in tutto il mondo l'opera di Fernand Braudel, il grande storico francese scomparso nel 1985, va indubbiamente al di là della tradizionale accoglienza che gli é sempre stata riservata dalla comunità degli storici. Allievo e successore di Lucien Febvre alla guida della scuola delle «Annales», autore di opere centrali della storiografia di questo secolo, Braudel ha visto crescere intorno al suo lavoro, soprattutto negli ultimi anni, l'interesse degli uomini di cultura e del pubblico e vi ha preso parte attiva con numerosi interventi (annotazioni, interviste, libri di fotografie, trasmissioni televisive). Il lettore potrà trovare nel volume saggi importanti e anticipatori delle tematiche tipiche del «modello braudeliano» d'indagine storiografica.
Partendo da Omero e viaggiando con Alessandro Magno, Danielle Jouanna ci accompagna alla scoperta di un mondo, il nostro, attraverso l'immagine che ne avevano i Greci. È l'alternanza di terra e mare, l'esplorazione di luoghi sempre più lontani e fantastici, mentre gli scienziati tentano le prime misurazioni. Dal paese degli Iperborei alle Colonne d'Ercole, con descrizioni dettagliate e racconti immaginari, i Greci cirivelano una volta di più il fascino della nostra piccola Terra.
Il G8 del 2001 non va ricordato solo per le violenze a Genova. Durante quell’evento veniva lanciato il «Fondo Globale per la lotta all’aids, alla tubercolosi e alla malaria» voluto da Bill Gates. Una cosa buona, che però ha messo alle corde Oms e Unaids, le agenzie Onu sulla salute. Nel 1997 Ted Turner, il fondatore della Cnn, erogò la maggior donazione di sempre all’Onu. Nella corsa al vaccino anti-covid spicca la Bill & Melinda Gates Foundation. Solo un caso? Non proprio. Sono esempi dello svuotamento, operato da privati, delle più alte istanze internazionali pubbliche.
Questo libro mostra come le visioni «umanitarie» delle fondazioni dei ricchissimi e generosissimi, da John Rockefeller a Bill Clinton e Mark Zuckerberg, sono potenti strumenti di controllo planetario. A colpi di donazioni, con ovvi benefici, i filantrocapitalisti si assicurano che il turbocapitalismo non venga messo in discussione.
Primo obiettivo, la salute: «Bill Gates ha puntato a comprarsi un’intera agenzia Onu, l’Oms. La cosa gli sta riuscendo; è grave che la comunità internazionale glielo permetta». Altro campo di battaglia, l’agricoltura: la «Rivoluzione verde» in Africa funge da battistrada agli Ogm.
Dopotutto, una mano lava l’altra. La ricchezza delle aziende permette la filantropia, la filantropia apre nuovi mercati alle aziende. Il filantrocapitalismo non ci rimette mai. La democrazia, sì.
«Questo libro sarà una bussola importante per difendere le nostre libertà dalla ricolonizzazione del filantrocapitalismo» Vandana Shiva
«Il filantrocapitalismo olia le ruote delle imprese. Gli emarginati della Terra non vogliono carità, vogliono giustizia» Nicoletta Dentico
Da decenni ormai, con la fine della guerra fredda e i mutamenti dello scenario internazionale, i processi di ridefinizione delle memorie pubbliche nazionali hanno innescato in tutta Europa delle vere e proprie "guerre di memoria". In Italia, in particolare, i conflitti tra memorie contrapposte si affiancano a reiterati tentativi di ridefinizione dell'identità nazionale all'insegna della costruzione di presunte memorie condivise, alimentati da un intenso uso politico del passato. Si assiste così all'istituzione di nuove date del calendario civile, come la Giornata della Memoria per le vittime della Shoah e il Giorno del Ricordo per quelle delle foibe; al confronto fra revisionismo e anti-revisionismo su fascismo e Resistenza; a un dibattito sui crimini di guerra italiani nelle colonie e nei territori occupati durante il secondo conflitto mondiale; e all'impegno in prima persona dei presidenti della Repubblica (Ciampi, Napolitano, Mattarella) nel costruire una memoria pubblica nazionale lungo l'asse Risorgimento, Grande guerra, Resistenza, Unione Europea.
In questo volume sono raccolti i saggi più rappresentativi del lungo itinerario di Sofia Boesch Gajano nella storia della santità e del culto dei santi. Il titolo intende sottolineare come l'agiografia - nella varietà delle fonti e nella lunga tradizione metodologica e storiografica - rappresenti un osservatorio, indispensabile per l'alto medioevo e rilevante in ogni epoca, per ricostruire la storia delle società, delle istituzioni, delle culture. La memoria delle esperienze religiose, dei luoghi in cui si sono realizzate, dei miracoli compiuti in vita e in morte dai martiri e dai santi, del potere attribuito alle loro reliquie, offre un ricchissimo materiale per una storia capace di recuperare ogni aspetto della realtà, facendo emergere la varietà sociale, culturale, di genere dei protagonisti e di coloro che beneficiano del potere taumaturgico. Il volume è dedicato a Jacques Le Goff, a testimonianza di quanto i suoi scritti e ancora più la sua amicizia siano stati importanti nel percorso storiografico dell'autrice.
Il 9 dicembre 2019 si è avviata, presso l'Istituto Luigi Sturzo, alla presenza del Presidente della Repubblica e sotto l'alto patrocinio del Parlamento europeo un percorso di studi per un'attenta e doverosa rivisitazione dell'opera di Emilio Colombo. L'incontro ha rappresentato, altresì, l'occasione per presentare l'archivio personale di Emilio Colombo, recentemente acquisito da parte dell'Istituto Sturzo, e per il cui riordinamento è stata, contestualmente all'evento, firmata una Convenzione con l'Istituto Universitario Europeo di Firenze (Archivi Storici dell'Unione europea). Colombo era uno di quei giovani che a soli 26 anni entrò in Assemblea Costituente per rimanere in Parlamento fino al 1992. Operò perché la DC adeguasse i suoi comportamenti alle rapide trasformazioni della società e alle rinnovate esigenze di giustizia sociale. Fervente europeista operò in ogni occasione, e in modo concreto, per il coinvolgimento pieno nelle responsabilità sociali e politiche di ognuno dei paesi membri dell'Unione.
"Quando Ficcagenio ha chiesto il mio aiuto per costruire una Macchina Crea-Emozioni, io non mi sono certo tirato indietro. E ho scoperto che le emozioni sono uniche... proprio come noi!". Piccoli libri per parlare di grandi valori come il rispetto delle emozioni perché leggere aiuta a diventare grandi e a scoprire il mondo, parola di Stilton. Età di lettura: da 6 anni.
La buona novella non è il disco dell'abiura. Non è il disco in cui Fabrizio De André ripiega su sponde confessionali o, addirittura, metafisiche. La buona novella si offre all'ascolto piuttosto come album cruciale, che aggiorna il peace & love della cultura hippy alla protesta pre e post sessantottina. Per i suoi tratti contenutistici e formali l'album si staglia ancora come insuperato, assoluto, fulgido esempio di concept-album italiano. Il precoce testamento etico - e artistico - della discografia del grande cantautore genovese. Cinque canzoni-stazioni con dentro vicende e personaggi anteriori alla nascita di Gesù. E cinque gravitanti attorno al tema della sua morte. Spazio a figure "minori", ai derelitti taciuti dai vangeli ufficiali e qui caricati di valenze aggiunte che ripudiano l'agiografia tradizionale. Cinquant'anni dopo la pubblicazione di La buona novella, questo libro ne racconta l'attualità. Ragionandoci intorno, attraverso analisi dei testi, interviste e dichiarazioni dello stesso De André.