Dove va la Chiesa cattolica? Quali percorsi sono possibili per il dialogo con il mondo, con le altre confessioni religiose, con le religioni monoteiste? Quali sono le strade per la riapertura di un dialogo nel postmoderno e alla fine delle ideologie? Che cosa ha il mondo da dire alla Chiesa? Domande
ancora oggi attuali su cui Ernesto Balducci si interrogava già cinquanta anni fa in questo testo inedito. Negli anni seguenti alla chiusura del Vaticano II, padre Balducci più volte si applicò infatti a una riflessione che rendesse i dettati del Concilio attuali, concreti, significativi per la Chiesa e la società.
ERNESTO BALDUCCI (1922-1992) ordinato sacerdote nel 1945, nel 1958 fonda la rivista Testimonianze, in cui emerge la sua riflessione sul cattolicesimo sociale e il desiderio di profonda riforma della Chiesa che vedrà realizzarsi con il Concilio Vaticano II. È condannato nel 1963 per apologia di reato in seguito alla difesa dell’obiezione di coscienza, destino che condividerà con don Lorenzo Milani.
Quella che qui viene proposta è la prima omelia che testimonia l’ingresso della festa natalizia nell’Oriente cristiano, attorno al 377; in precedenza l’ortodossia poneva al centro delle festività dell’Incarnazione la festa dell’Epifania (e così è tutt’ora).
Si tratta, dunque, di un elemento storico e teologico importante, quello che sta alla base della pubblicazione di questo testo basiliano, in cui il grande monaco e teologo del IV secolo, prendendo spunto dalla celebrazione della nascita di Gesù, fa una profonda riflessione che tocca tutti i grandi temi del dibattito cristologico dell’epoca (Cristo generato come Dio e come uomo; unità in Cristo dell’umano e del divino; salvezza proposta all’uomo che viene “assunto” da Gesù). Un testo che è, dunque, occasione di una riscoperta che va ben oltre l’archeologia cristiana. Una lettura che può essere “frantumata e masticata” per avvicinarsi alla festa di Gesù Bambino con un piglio di riflessione profonda.
GIORGIO MAZZANTI, sacerdote della diocesi di Firenze, è docente di teologia sacramentaria presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma.
A conclusione di un decennio a servizio della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Angelo Bagnasco si sofferma sui temi principali della sua Presidenza, risalendone il filo all’indomani della visita di papa Francesco a Genova. Scorrono volti precisi: operai, imprenditori e disoccupati; vecchi e nuovi poveri; presbiteri e religiosi, provocati
ad assumere lo stile del Vangelo; giovani bisognosi di coinvolgersi in una normalità fatta di lavoro e affetti; ammalati e famiglie, vita e cura. Più che un bilancio, uno sguardo sulla società e sulla Chiesa.
IVAN MAFFEIS è Sottosegretario e Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana; dal 2017 è Consultore della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. È docente di Comunicazione alla Pontificia Università Lateranense. Per le Edizioni San Paolo ha curato, insieme a Adriano Fabris, Di terra e di cielo. La comunicazione a servizio di una cultura dell’incontro (2017).
Oggi la Teologia Fondamentale, come luogo di incontro e di dialogo tra credenti e non credenti, ha un maestro e un testimone affascinante: Francesco, che è il Papa della chiesa in uscita verso le periferie esistenziali delle donne e degli uomini di oggi. Di fronte, infatti, a una teologia che troppo spesso è arida e muta per la vita concreta della gente, una sorta di chiodo da succhiare, egli propone e sogna una teologia come chiave che apre la porta del tesoro della chiesa per offrirlo in dono all’umanità, la teologia come “luogo” di incontro e fraternità. I professori del dipartimento di Teologia Fondamentale della Pontificia Università Gregoriana hanno accolto la sfida di fare teologia insieme, nella chiesa e per il mondo, a partire dal Magistero di Papa Francesco.
Papa Francesco.
Nonostante la bibliografia sulla necropoli vaticana di S. Pietro sia numericamente sterminata i contributi più importanti al riguardo sono sempre e solo tre, perché interessano la diretta esperienza sul campo degli autori che hanno condotto gli scavi sotto la basilica petrina o hanno avuto il compito di controllare il portato delle loro indagini all'indomani delle loro ricerche. Si è provato quindi a ripartire da zero, rileggendo più volte i discorsi dei pochi contributi che andavano indagati, non sempre chiari e esaustivi, ma comunque i soli da tener sempre presenti. Da questa indagine, che ha riguardato anche i rapporti tra la memoria vaticana dell'Apostolo e l'altra dell'Appia, la storia delle fasi della tomba di Pietro si è presentata molto diversa da quella che ci è stata sempre descritta. La focalizzazione della sua sepoltura ha poi definitivamente acquisito un sicuro riconoscimento, ponendo fine all'ipotesi di quelli che ancora credono che la decisione di Costantino, di erigere la sua basilica sul colle vaticano, abbia interessato solamente la valorizzazione di un locus religiosus dedicato all'Apostolo e non la celebrazione del suo Trofeo di vittoria.
Disco:
1 L’anisello Nunù
2 Ninna Nanna di sua maestà
3 Il pescecane (solo un ciao)
4 La ballata dei calzini spaiati
5 Mediterraneamente
6 Radio giungla
7 Gualtiero dei mestieri
8 Sì, davvero mi piace!
9 Un nuovo giorno
10 Bumba e la zumba
11 Canzone scanzonata
12 Una parola magica
13 Bela Bulagna (Bonus Track)
Prefazione di Giuseppe Abbà.
È possibile un vegetarianesimo cristiano? E su quali basi teologiche? Come sarà possibile costruire una teologia del vegetarianesimo, o degli animali se la Bibbia presenta evidenze contrarie sintetizzate dal comportamento alimentare dello stesso Gesù di Nazaret e degli apostoli? Inizia da queste premesse la riflessione filosofico-teologica del presente volume, che si propone di dimostrare, senza velare le contrarietà oggettive menzionate, che il cristianesimo può e deve farsi vegetariano.
Dopo la pubblicazione dei miei scritti sulla liturgia, segue ora nell'edizione generale delle mie opere un volume che contiene studi sulla teologia del grande francescano e Dottore della Chiesa Bonaventura Fidanza.
Fin dall'inizio è stato evidente che quest'opera avrebbe contenuto anche i miei studi sul concetto di rivelazione nel Santo, condotti assieme all'interpretazione della sua teologia della storia, negli anni 1953-1955, ma finora inediti.
Per completare tutto questo lavoro, il manoscritto avrebbe dovuto essere rivisto e corretto secondo le moderne modalità editoriali, cosa che io non mi sono sentito in grado di fare. La professoressa Marianne Schlosser di Vienna, profonda conoscitrice della teologia medievale e in particolare delle opere di san Bonaventura, si è degnamente offerta di svolgere tale lavoro necessario e di certo non facile. Per questo non posso che ringraziarla di tutto cuore. Discutendo del progetto ci siamo subito trovati d'accordo che non si sarebbe tentato di rielaborare il libro dal punto di vista contenutistico e di portare la ricerca allo stato attuale. Più di mezzo secolo dopo la stesura del testo, questo avrebbe significato in pratica scrivere un nuovo libro. Inoltre desideravo fosse un'edizione "storica", che offrisse così com'era un testo concepito in un lontano passato, lasciando alla ricerca la possibilità di trarne utilità anche oggi. Della cura editoriale svolta tratta l'introduzione della professoressa Schlosser, che con i suoi collaboratori ha dedicato molto tempo e molto impegno all'allestimento di un'edizione storica del testo, confidando nel fatto che teologicamente e storicamente valesse la pena renderlo accessibile a tutti nella sua interezza.
Šestov mostra la lotta agonica che si deve combattere se s’intende sottrarre la ragione al dominio del due più due uguale quattro, e aprire la strada al “capriccio di Dio”; capriccio posto a garanzia della Sua libertà assoluta, contro cui si infrange ogni necessità o sistema di conoscenza sicuro e rassicurante, che pretenda di mettere fine a ogni possibile ricerca.
La riscoperta della centralità dell’evangelizzazione per l’identità della Chiesa che è avvenuta nel post-concilio ha dato vita a numerosi tentativi di ripensare il modo con cui comunicare la fede a chi non crede o a chi vive l’esperienza cristiana in modo frammentario. In realtà, la storia dei fondamenti teologici dell’annuncio evangelico, di cui questo volume offre una lettura sintetica, mostra che la qualità e l’efficacia della missione ecclesiale dipendono anzitutto dal fatto che il popolo di Dio, sotto la guida del magistero che ne è parte integrante, sia disponibile a reinterpretare continuamente contenuto dottrinale della fede, ponendolo in correlazione con le istanze dell’esistenza umana individuale e collettiva. L’evangelizzazione, insomma, risulta essere primariamente un’attività ermeneutica.