Oggi siamo chiamati a riscoprire nella fede cristiana ciò che è davvero vita: vita più vivente del semplice esistere biologico, vita che si è manifestata nel Verbo-Parola Gesù Cristo. La conversione che ci occorre non è a una dottrina, a delle formule teologiche, ma, appunto, alla vita, come testimoniano i primi cristiani di Gerusalemme. Si tratta di rimettere al centro della fede innanzitutto Gesù Cristo, colui che ci ha narrato il Dio invisibile, vivente e vero. Solo Cristo è il fondamento della "differenza cristiana", il Cristo del Vangelo, nato da Maria, vissuto in Palestina, morto e risorto. Senza la morte e la resurrezione, Gesù Cristo non può essere il destinatario della nostra adesione-fede, colui nel quale abbiamo speranza perché è la nostra speranza. Noi cristiani non abbiamo molto di specifico da dare agli altri, ma questa buona notizia della resurrezione di Gesù, quindi anche nostra, sì! Proprio per questo il cristianesimo non può attestarsi in modo definitivo, ma può sempre e solo rinascere, ricominciare: il cristianesimo ricomincia sempre e apre davanti a noi un futuro inedito.
Per mezzo secolo, Padre Pio da Pietrelcina fu perseguitato dal Sant'Uffizio, il massimo Tribunale ecclesiastico preposto alla difesa della fede. I suoi più accaniti difensori furono un gruppo di laici che riuscirono, con immani difficoltà, a smontare tutte le accuse, rivelando al mondo che si basavano su calunnie ed equivoci. Uomini come Francesco Morcaldi, Emanuele Brunatto, Giuseppe Pagnossin e altri riuscirono a portare in tribunale i delatori di Padre Pio, che furono condannati. Tra questi, ecclesiastici importanti e persino un vescovo. Quasi nessuno si ricorda di questi suoi «moschettieri». Sono raramente citati nelle biografie e spesso sono indicati come dei fanatici disobbedienti; in realtà, furono autentici eroi. Questo libro parla di loro.
Biografia degli autori
Renzo Allegri, giornalista, scrittore e critico musicale, si è formato alla Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica. È stato per venticinque anni inviato speciale al settimanale «Gente» e poi caporedattore per lo Spettacolo e la Cultura ai settimanali «Noi» e «Chi». Ha pubblicato circa un centinaio di libri seguendo soprattutto tre filoni: la musica classica, i fenomeni paranormali e i grandi personaggi della religione. Ha dedicato dieci volumi a Padre Pio, da uno dei quali è stato tratto il film per la TV Padre Pio interpretato da Sergio Castellitto. Con Roberto Allegri ha pubblicato per Àncora nel 2023 L'anima di Maria Callas.
Roberto Allegri è nato nel 1969. Ha pubblicato una quarantina di libri, alcuni dei quali tradotti in inglese, giapponese, tedesco, polacco, francese, spagnolo, croato e portoghese. Tra i titoli: Reportage da Fatima (Àncora, 2000); Callas by Callas (Mondadori, 2007); Il sarto di Guareschi (Àncora, 2008); Io sono Fango (San Paolo, 2015); La mamma di Calcutta. Madre Teresa (Àncora, 2016); Come il vento tra gli ulivi. Le apparizioni dell’angelo a Fatima (Àncora, 2017); La dolcezza del fuoco. Le stimmate di Padre Pio (Àncora, 2018); L’amico dei poveri. La straordinaria storia di fratel Ettore Boschini (Àncora, 2019); «Farò più rumore da morto che da vivo». I testimoni raccontano prodigi di Padre Pio (Àncora, 2020); «I miei diletti figliuoli..». Parla chi ha conosciuto Padre Pio (Àncora, 2021). Nel 2016 ha vinto il premio «Padre Pio da Pietrelcina» per la sua attività di scrittore.
Un libro d’arte di grande formato e con 180 illustrazioni a piena pagina, accompagnate da testi di grandi scrittori, poeti, teologi.
Il titolo FIGLIA DEL TUO FIGLIO nasce da un verso di Dante (Paradiso, cap. XXXIII) che nel visitare Roma durante il Giubileo del 1300 fu attratto in Santa Maria Maggiore da un mosaico di Jacopo Torriti in cui è rappresentato Cristo mentre ascende al cielo tenendo tra le braccia l’anima bambina di sua Madre. “Vergine Madre Figlia del tuo Figlio” canta Dante.
A partire da questa suggestione scorrono le pagine di questo libro mostrando anche opere poco note dell’arte cristiana che raccontano la storia di Maria, prima impersonificata nelle donne dell’Antico Testamento, (da Eva a Sara, da Giuditta alla sua mamma Anna), e poi dalla sua vita stessa. Come in un film d’essai, fotogramma dopo fotogramma, scorrono rare immagini dei momenti più salienti della sua storia, l’Infanzia, il Matrimonio, la Nascita di Gesù, il Calvario, l’Ascensione, la Pentecoste, momento in cui Maria diventa madre della Chiesa per poi reclinare il capo e – nella Dormitio Virginis – tornare ad essere figlia del suo Creatore.
Giotto, Raffaello, Bellini, El Greco Chagall cantano all’unisono con Dante, Jacopone da Todi, Pascoli, Garcia Lorca, Herman Hesse, Peguy Testori la bellezza di Maria.
Autore: Alfredo Tradigo giornalista, scrittore e poeta milanese. E’ autore di numerose pubblicazioni tra cui Icone e santi d’oriente, Per salire bisogna crederci.
Il volume è interamente dedicato al tema della tutela e salvaguardia dei bambini e degli adulti vulnerabili. Nel progettarlo si è accolta una richiesta precisa: da una parte, sostenere e favorire le attività di tutela e protezione delle vittime e, dall'altra, sviluppare una cultura della prevenzione e corresponsabilità. Ciò che si è messo in rilievo è che nella prospettiva della Chiesa l'interesse per la protezione del minore, il riconoscimento della sua dignità di persona e la tutela della sua identità come bene giuridico da difendere, debba essere posto al centro di ogni azione ed intervento. La prospettiva, pertanto, è la tutela della vittima, ma anche, dell'autore del delitto da sé stesso. In questo senso si è sottolineata l'importanza dell'accompagnamento e della cura degli abusatori poiché questo aiuterebbe a prevenire la reiterazione di altri delitti, come pure, si è considerata la necessità di un continuo sviluppo della formazione in quanto, a sua volta, determina, la coscienza e consapevolezza di far emergere e segnalare comportamenti inadeguati. Leggendo queste pagine, la risposta della Chiesa dinanzi agli abusi è nella prevenzione, prima ancora che nella punizione. Prefazione di mons. Domenico Cornacchia.
Se "la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia" (SC 10), l'"accurata riforma generale della liturgia" (SC 21), voluta dal Concilio Vaticano II e attuata con immane sforzo, con la collaborazione di numerosi storici, biblisti, studiosi di liturgia, teologi e pastori di tutto il mondo, implica una riforma e un rinnovamento della Chiesa, della sua coscienza, della sua spiritualità, del suo modo di presentarsi al mondo e della sua prassi pastorale. Il volume, nei suoi cinque capitoli percorre il cammino, non privo di difficoltà e di resistenze, della riforma liturgica, per concludere che la liturgia come la Chiesa è semper reformanda.
Perché e come proporre poesia nella scuola primaria, fin dalle prime classi? Dopo una riflessione teorica sul valore della poesia e sulle ragioni per cui è necessaria nell'educazione dell'infanzia, il volume approfondisce la natura del linguaggio poetico in quegli aspetti che sono più utili per l'insegnamento. Cuore della parte operativa sono cinquanta proposte didattiche, tutte su grandi poeti italiani a noi prossimi. Accanto a Ungaretti, Saba, Quasimodo e Montale, vengono presentati poeti come Caproni, Giudici, Bertolucci, Lamarque, Sanguineti, Merini, senza dimenticare Leopardi, Carducci, Pascoli, D'Annunzio, che vengono rivisitati in modo adatto ai bambini di oggi. Non si tratta di un percorso sistematico di educazione poetica, ma di un avvicinamento del bambino alla poesia in modo che possa amarla e trarne beneficio. La poesia diventa il mezzo per un'educazione della persona, per un incremento delle capacità di comprensione degli altri e delle potenzialità espressive, uno strumento per arricchire il lessico e favorire il dialogo ascoltando la propria interiorità. Si coltiva così la creatività, che nasce dal guardare il mondo con uno sguardo personale, non incanalato su schemi predeterminati, si educa a credere in se stessi e a conservare l'ingenuità e la forza immaginifica dell'infanzia.
È cosa lecita e utile venerare i santi e invocare la loro intercessione. Questo insegna la Chiesa cattolica, pur mettendoci in guardia da eccessi e abusi. Oggi, però, questa devozione ci tocca sempre meno: sentiamo di poter tranquillamente tralasciare il ricordo orante dei defunti, siamo anzi scettici sul fatto che si possano davvero mettere in comunicazione morti e viventi. Sono espressioni della fede che "puzzano di vecchio". Ecco perché Rahner sente di dover fornire una giustificazione teologica profonda e rigorosa di questa prassi. Il teologo gesuita intreccia mediazione e immediatezza, ricollega amore di Dio e amore del prossimo, ribadisce che il culto dei santi è contemporaneamente adorazione di Dio. Andrea Grillo, nell'Appendice, applica questi saldi princìpi teologici al caso delle indulgenze, prolungando con fine sensibilità contemporanea la riflessione di Rahner. "Queste pagine di Rahner sono alla radice del grande passo argomentativo con cui papa Francesco ha riletto la tradizione dell'indulgenza, conducendola di nuovo nell'alveo della preghiera della Chiesa" Andrea Grillo. A che servono i morti? Non sono semplicemente svaniti in un vuoto passato? Davvero possiamo credere in una loro "intercessione" per noi? È pensabile una solidarietà perdurante con i defunti, entrati nel silenzio di Dio? È vero che l'accesso a Dio si dà per noi soltanto accostandosi all'altro nell'amore?
Pare difficile crederlo, e persino dirlo, ma la realtà dei documenti e della loro storia effettiva autorizza ad affermare che ancora oggi, a più di 125 anni dalla sua morte, e addirittura nonostante la solennità recente di un documento pontificio interamente dedicatole, la vera e molteplice fisionomia vissuta di Teresa di Lisieux e della sua dottrina è ancora quasi nascosta alla comprensione dei non specialisti, sovrastata da un'immagine costruitale addosso, quella della Santa bambina, e perciò esemplare maestra per tutti della cosiddetta infanzia spirituale. Questo agile libretto, opera di due studiosi che si sono impegnati per ricostruire un'immagine corretta di Teresa di Lisieux e del suo pensiero, offre alcune tracce fondamentali dell'insegnamento spirituale che costituisce la vera lezione del "dottore" Teresa ai figli e alle figlie della Chiesa di oggi.
Questo libro, esaltato da alcuni - ed esecrato da altri - come il "manifesto" che chiudeva la fase tellurica del post-Concilio, è ormai entrato tra i testi di riferimento della storia della Chiesa. Uscito nel 1985, l'anno stesso in cui si apriva il Sinodo per i vent'anni dalla fine del Vaticano II, raggiunse in tutto il mondo diffusioni da best-seller. In effetti, per la prima volta nella storia, un Prefetto dell'ex-Sant'Uffizio parlava "a cuore aperto", con lucido e coraggioso realismo, affidando le sue riflessioni sulla fede oggi a un giornalista. Questo Rapporto sulla fede è ormai un classico, ma è sempre bruciante la sua attualità di punto obbligato di riferimento per comprendere presente e futuro della cristianità.
Questo libro nasce dopo un tempo vissuto in una comunità di giovani che combattono contro diversi tipi di dipendenza. Lì ho conosciuto ragazzi veramente speciali che dal profondo della loro lotta gridavano in cerca di un senso. In questo testo ho cercato di dare una risposta ai quesiti che molte volte quei ragazzi mi hanno posto sul senso della vita, e l'ho fatto seguendo la struttura della celebrazione della Messa. Per me l'Eucaristia è riposo, forza, perdono, luce, speranza, attesa, movimento, sorpresa e soprattutto amore che dà senso e colore a ogni cosa. Per questo ho voluto scrivere in modo semplice, immediato e con l'aiuto di illustrazioni, la meraviglia che vivo ogni volta nella celebrazione eucaristica utilizzando due personaggi: un ragazzo che pone le domande e un macaco che dà le risposte. Non esiste un libro così chiaro ed efficace per spiegare cosa sia la messa. Troppe volte infatti si danno scontate delle cose che nella realtà non lo sono affatto. Giovani e adulti frequentano la messa senza conoscerne il significato. L'autore, usando l'espediente del dialogo tra un macaco e un ragazzo, spiega con semplicità e chiarezza ciò che ormai nella nostra epoca secolarizzata nessuno più conosce. Inizia con questo libro un paziente percorso di ritessitura della fede, che si trasmette e acquista significato, anche attraverso dei simboli, e l'accadere nella vita reale di eventi che per secoli hanno rappresentato un solido legame tra il mondo di quaggiù e le cose di lassù.
Il libro contiene il Rito dell’Unzione degli infermi e il Viatico Rito dell’Unzione degli infermi:
Riti iniziali Lettura della Parola di Dio Riti dell’unzione Preghiera litanica Rendimento di grazie sull’olio Sacra unzione Riti di conclusione
Viatico:
Riti iniziali Indulgenza plenaria Lettura della Parola di Dio Professione di fede Preghiera litanica Viatico Riti di conclusione
In appendice una proposta di letture per la celebrazione.
L’esperienza del ritmo è vasta, profonda e pervasiva. La incontriamo nei fenomeni cosmici, naturali, biologici, culturali. Il ritmo conserva e dischiude una qualità particolare della nostra esperienza, decisiva anche per la dimensione religiosa. Occorre chiedersi allora in che modo il ritmo è presente nella dinamica del rito e che cosa è in gioco attraverso di esso. Non ha forse la liturgia un proprio ritmo? Come interagisce con i ritmi della vita sociale di oggi? L’arte di celebrare non è forse una questione (anche) di ritmo? Questi e altri interrogativi aprono un percorso riflessivo estremamente fecondo.
Contributi di: Andrea Albertin, Giorgio Bonaccorso, Claudio Ubaldo Cortoni, Loris Della Pietra, Serena Facci, Marco Gallo, Luigi Girardi, Paolo Tomatis, Lorenzo Vol-tolin.