Il dominio occidentale sul mondo, che si è affermato con il colonialismo, poi con la rivoluzione industriale e, negli ultimi decenni, con l'imposizione di un ordine mondiale basato sul mercato, è in profondissima crisi. Alla crisi interna delle economie capitalistiche, che non riescono più a garantire il benessere della popolazione, si aggiungono la crisi ambientale e quella dei rapporti internazionali. La consapevolezza della fine di un'epoca è diffusa, ma ciò che sorprende non è tanto la sua conclusione, quanto l'apparente assenza di alternative. In Occidente, infatti, si continua a interpretare il mondo con le stesse categorie mentali che hanno determinato e sostenuto il suo dominio. La convinzione degli autori del volume è che pensieri e ideologie costituiscano le vere strutture di ogni realtà sociale, e che la mancanza di alternative sia dovuta al fatto che conservazione, reazione e spinte al cambiamento condividano schemi culturali affini, cosicché ogni superamento dello stato attuale delle cose è ostacolato. Questi schemi culturali riguardano, in sostanza, il modo di concepire l'essere umano, la formazione del pensiero, il ruolo degli affetti per l'identità di ciascuno e le fondamenta stesse della nostra natura sociale. A partire dalla teoria e dall'esperienza dello psichiatra Massimo Fagioli, gli autori tracciano alcuni percorsi di ricerca per una trasformazione possibile. Le loro proposte muovono dalla teoria della nascita, che consente di dare un senso nuovo a concetti quali uguaglianza, libertà e nonviolenza, rinnovando le basi dell'agire collettivo e della prassi politica.
In tempi in cui i fondamenti della convivenza civile sembrano sempre più incerti e le ideologie appaiono svanite, i temi del radicalismo politico e della rivoluzione tornano a imporsi con forza. Con La rivoluzione dei santi, classico dimenticato di Michael Walzer, il grande filosofo statunitense individua nell'esperienza puritana del Seicento l'emergere di una forma originale di politica radicale, costruita sull'insolita convergenza tra vocazione religiosa, disciplina collettiva e tensione trasformativa dell'ordine sociale. Per mezzo di una indagine magistrale capace di intersecare storia, politica e filosofia, sociologia e teologia, Walzer restituisce il senso della mobilitazione puritana come origine di un modello politico alternativo sia alla monarchia tradizionale che alla razionalità secolare dell'Illuminismo. Lontano da una lettura convenzionale, il saggio propone una riconsiderazione delle interpretazioni tradizionali sia marxiste che liberali, mettendo in luce l'autonomia dell'ideologia e il ruolo decisivo degli "intellettuali radicali" nei momenti di svolta storica. Il puritanesimo emerge così non tanto come moralismo religioso, ma come forza culturale e organizzativa capace di prefigurare le logiche dei moderni partiti rivoluzionari. Un testo imprescindibile per comprendere come, tra Vecchio e Nuovo mondo, la coscienza religiosa abbia potuto dare forma a uno dei primi laboratori della modernità politica e di come, ancora oggi, ideologia e fede continuino a bruciare sotto la cenere di un tempo che si vorrebbe disincantato, ma che resta attraversato da impulsi irrazionali e visioni totalizzanti.
La vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per il sindaco di New York ha sorpreso tutti: trentatré anni, origini indiane, musulmano, nessuna esperienza politica significativa. Eppure è riuscito a battere Andrew Cuomo, uno dei nomi più potenti e controversi della politica americana, sostenuto dall’intero establishment democratico. Una vittoria clamorosa, che arriva in un momento cruciale: con Donald Trump alla Casa Bianca per il secondo mandato e un Partito Democratico in crisi d’identità, incapace di offrire una leadership credibile, New York diventa un laboratorio politico. Mamdani incarna la nuova sinistra americana, quella dei Democratic Socialists of America, che rifiuta i compromessi del centrismo e propone un’agenda esplicitamente egualitaria, attenta ai diritti sociali, alla redistribuzione e al welfare. La sua affermazione apre una domanda decisiva: si tratta di un caso isolato, limitato alle metropoli progressiste, o di un modello replicabile su scala nazionale? Nella sfida tra due visioni opposte - quella liberal e quella socialista - si gioca il futuro del Partito Democratico e, forse, della sinistra occidentale. Dall’esperienza di questo outsider potrebbe nascere una nuova via per un’America che cerca, ancora, una narrazione alternativa al trumpismo.
Intorno alle stragi del 1993, nonostante i trent'anni trascorsi e le numerose sentenze giunte all'ultimo grado di giudizio, permangono ancora molti misteri e opacità. Tanto che sono tuttora in corso inchieste sui "concorrenti esterni" per la collocazione delle bombe esplose a Firenze, Milano e Roma che causarono dieci morti e centosei feriti. A ricostruire le inchieste nei particolari ed evidenziarne il rilievo è ora questo libro che segue il filo rosso che porta agli assassini di Falcone e Borsellino ma anche a quello di don Pino Puglisi. Nella cornice storica e investigativa si stagliano gli indiscussi strateghi mafiosi di quei fatti drammatici. Innanzitutto Matteo Messina Denaro, a lungo latitante, simbolo di una mafia in evoluzione che di lì a poco si trasformerà in una "Cosa nuova", fatta di legami con i "salotti buoni" dell'imprenditoria, di infiltrazioni nel mondo dell’alta finanza, di proiezioni e interessi internazionali. Oltre a lui emergono figure come i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, i boss di Brancaccio. Il primo regista di complesse operazioni finanziarie. Il secondo vero e proprio "gemello diverso" del trapanese Messina Denaro. Tutti e tre irriducibili uomini di fiducia del boss Totò Riina. E depositari di indicibili segreti.
Il cammino dell’umanità non è mai stato agevole. Troppo spesso, però, ce ne dimentichiamo e siamo preda dell’antico adagio del «si stava meglio prima». È così che finiamo per avere paura del futuro e abbiamo l’impressione che le speranze nell’umanità si assottiglino giorno dopo giorno. I conflitti si aggravano, l’economia ci stritola, il clima si ribella, la tecnologia inquieta, i sentimenti sono sempre meno lineari, la gioventù sembra perdere valori e guide, la società invecchia. Sullo sfondo di questo panorama preoccupante c’è una sola vera chiave di salvezza ed è quella che passa attraverso i nostri giovani, le nuove generazioni. Sono loro la speranza dell’umanità: donne e uomini del futuro senza confini mentali - né tra i popoli, né tra le culture, né nei confronti del nuovo che avanza. In questo libro, Don Antonio Mazzi spiega per la prima volta come è nata l’ormai ventennale esperienza di Educatori Senza Frontiere. Un’esperienza in grado di far entrare i giovani in contatto con il mondo e le sue diversità, un progetto ambizioso ma concreto, ricco di storie straordinarie tra Milano e il Madagascar, la Bolivia, l’Angola, la Palestina e molti altri Paesi. Una realtà sorprendente che racconta qual è l’educazione di cui tutti abbiamo bisogno, una formazione che ha come primo scopo la rinascita e la riscoperta di sé in rapporto all’altro. Perché è vero che «non esistono "il" tempo giusto, "la" società ideale, l’uomo sicuro di sé in ogni circostanza e sempre coerente con i suoi principi. Ma esistono persone in continua crescita, e ciò che conta è come queste persone riescono a "essere", in ogni epoca e in ogni luogo».
Difficile sfuggire a quel sentimento formidabile e sublime che chiamiamo amore. Ma che cosa significa amare? Cosa accade quando ci innamoriamo? E perché le parole «ti amo» possono generare tanto sconcerto? Sono alcune delle domande a cui non solo i filosofi, ma donne e uomini di ogni tempo hanno tentato di rispondere. L’amore ci guida lungo i sentieri del sapere, in una ricerca di sé e dell’altro che è il cuore di ogni possibile felicità; spesso si accompagna alla paura, a passioni che ci fanno perdere il contatto con il mondo, anche se poi è proprio nello smarrimento che è possibile ritrovarsi. Questo libro è un insieme di indagini sull’amore. Ne esplora volti, incognite, enigmi, restituendo la complessità di un sentimento che la filosofia continua a interrogare e che oggi, nell’epoca del consumismo, resiste alla sua mercificazione imperante.
In questa biografia l’autore lascia che sia la protagonista stessa a raccontarsi. Ne nasce così una sorta di "autobiografia", possibile grazie ai molti scritti che Chiara Lubich ha lasciato: appunti, diari, lettere, interviste… Numerosi gli inediti. Ciò consente di entrare nell’intimo del suo vissuto, nelle esperienze più profonde, dagli inizi fino al 1962, quando la sua "Idea" raggiuge il primo riconoscimento ecclesiale.
Pur in un’epoca di grandi cambiamenti, ci sono verità che restano sempre attuali. La verità non si acquisisce una volta per tutte, ma è frutto di una continua ricerca, anzi essa stessa è ricerca. Ciò, tuttavia, non osta al fatto che ci siano aspetti della vita più veri di altri e che non tutto sia equivalente. Almeno alcune verità, pur modificandosi sotto tanti punti di vista, nella sostanza resistono al tempo. Certo non sono verità perentorie, assolute. Si presentano piuttosto come piste di ricerca e di scoperta ineludibili: il sapere chi siamo noi come persone, qual è il fine ultimo della nostra esistenza, come si debba camminare per giungere alla meta del nostro viaggio. Sono queste verità intergenerazionali di cui urge parlare.
L’alfabetizzazione scientifica è un aspetto essenziale della formazione universitaria. Il libro risponde a questo bisogno fornendo un’introduzione ai metodi e ai ragionamenti scientifici, rappresentando uno strumento imprescindibile per qualsiasi studente universitario. Può essere utilizzato in un’ampia varietà di corsi, compresi quelli introduttivi al ragionamento scientifico, quelli di metodologia nelle discipline scientifiche e quelli di educazione scientifica e di filosofia della scienza. Gli autori offrono casi di studio contemporanei e storici nel campo delle scienze fi siche, biologiche e sociali; ausili visivi per chiarire e illustrare le idee; riquadri di testo per esplorare argomenti correlati; numerosi esercizi per supportare il richiamo e l’applicazione dei concetti da parte degli studenti; suggerimenti per ulteriori letture alla fi ne di ogni capitolo; un glossario con definizioni utili dei termini chiave; e materiali online con l’indicazione di ulteriori risorse, slide, appunti delle lezioni, esercizi aggiuntivi e brevi video originali su argomenti chiave.
«Per quasi due anni di spedizione, la nostra routine mattutina è stata scandita da alcuni rituali. Dopo la colazione, lavoravamo qualche ora e poi uscivamo ad esplorare i dintorni. In Baja, questo significava spesso gonfiare il kayak e spingersi tra le foreste di mangrovie oppure al largo di qualche baia. Un giorno fummo così fortunati da essere circondati da un branco di delfini, molti dei quali cuccioli, che presero a giocarci attorno. Altre volte, a farci visita erano enormi tartarughe olivastre che, al nostro primo accenno di meraviglia, si immergevano velocemente per ricomparire svariati metri più in là. Una mattina decisi di oltrepassare il punto in cui la baia dove avevamo dormito si apriva sul mare aperto, prima che l’alta marea chiudesse il passaggio. Il sentiero era disseminato di conchiglie, nidi di uccelli marini abbandonati, una carcassa di coyote, un paio di mandibole e tutto quel che restava del processo di sfilettatura delle catture quotidiane dei pescatori. Tra queste, un numero indescrivibile di piccolissime teste di squalo martello smerlato. Ne raccolsi una con il rispetto di chi sa che potrebbe essere l’unica volta in cui si trova al cospetto di una creatura tanto antica e misteriosa». Una naturalista percorre il Nord e il Sud America raccontando, giorno per giorno, un viaggio on the road attraverso gli ecosistemi più affascinanti e minacciati della Terra. Bracconaggio, deforestazione, inquinamento, cambiamento climatico, diffusione di specie aliene. Ma anche luoghi straordinari, specie animali e vegetali che resistono e comunità che combattono perché il proprio territorio venga preservato.
Possiamo definire ‘italiana’ un’esperienza gastronomica basata sulla diversità e sull’ibridazione culturale? Quale valore identitario riconoscere a ingredienti o ricette o modalità di preparazione che la nostra cucina ha mutuato da altre culture? O, viceversa, alle esperienze italiane assorbite da altre culture? Seguendo il filo di queste e altre domande, Montanari e Petrillo chiariscono il senso della candidatura UNESCO, che riguarda la cucina italiana come realtà profondamente incorporata nella cultura e nel sentire quotidiano, non solo nelle sue espressioni più alte ma anche e soprattutto nella ‘normalità’ delle pratiche comuni. Ecco perché gli italiani hanno grande confidenza con la cucina e, come spesso (e giustamente) si dice, parlano sempre di cibo, mettendo tutto in discussione. Non è un caso che la cucina italiana si possa definire soprattutto per ciò che non è: non monolitica, non codificata, ma fondata su principi di libertà e di inclusione. L’opposto dello sciovinismo, del sovranismo o del fondamentalismo gastronomico. Proprio per questo è da considerare un patrimonio universale.