È necessario togliere dal dialogo con Dio ogni presunzione, tutto ciò che crediamo di aver imparato e di possedere. Dobbiamo entrare nella preghiera come poveri, non come possidenti. Ogni volta che ci presentiamo davanti a Dio, ci presentiamo come assolutamente poveri; credo che, tutte le volte che non lo facciamo, la nostra preghiera ne soffra, diventi più pesante, sia carica di cose che la disturbano. È necessario entrare davanti a Dio veramente in stato di povertà, di spogliazione, di assenza di pretese: Signore, non sono capace di pregare e se tu permetterai che io stia davanti a te in uno stato di aridità, di attesa, ebbene benedirò questa attesa, perché tu sei troppo grande perché io ti possa comprendere. Tu sei l'Immenso, l'Infinito, l'Eterno: come posso io parlare con te? (Carlo Maria Martini)
Con umiltà e sapienza, attraverso la lectio, la meditatio e l’attualizzazione del testo di Is 45,15, le meditazioni del cardinal Carlo Maria Martini ci conducono in questo approfondimento in cui le pagine spingono a interrogarsi e a lasciarsi interrogare dalla realtà inequivocabile del male, della sofferenza e del dolore, pronti a rivivere come Gesù in Croce l’esperienza del nascondimento di Dio, ma con lo sguardo fisso sul Volto luminoso di Colui che – morto e risorto – ha rivelato la potenza dell’amore e del bene.
Contemplando il volto dell’Uomo della Sindone, il fedele scopre i segni inequivocabili del dolore e della violenza, ma si lascia raggiungere anche dalla pace che emana da quel volto sereno e disteso, il volto di Chi non è stato semplicemente vittima della violenza e della sopraffazione, ma ha offerto la propria vita per amore.
La stessa dinamica di rivelazione e di nascondimento, di drammatica notte oscura e di pacificazione del cuore si ritrova nell’esperienza e negli scritti di molti mistici, fra i quali i principali santi del Carmelo, di cui offriamo in appendice una breve antologia.
Questo libro raccoglie sette omelie tenute nel 1975 da Carlo Maria Martini, allora Rettore del Pontificio Istituto Biblico di Roma. Si tratta di commenti esposti durante le celebrazioni liturgiche all'interno di un corso di esercizi spirituali e fino a oggi mai pubblicati. Martini aveva, all'epoca, 48 anni e non era ancora noto al grande pubblico. La sua frequentazione con la parola di Dio, però, lo rendeva già uno dei predicatori più ricercati, per la sua capacità di coniugare le domande interiori della spiritualità, personale e comunitaria, con le pretese del testo biblico. Il lettore scoprirà, in queste pagine, la voce di un Martini a tratti sorprendente, forse anche inusuale, certamente acerbo in qualche spunto, dove però si intravede già la struttura solida di chi non teme di farsi provocare dalla Bibbia e dalle sue pagine anche difficili, come nel caso del commento alla storia di Iefte o alle invettive di Gesù nei confronti dei farisei, che l'autore riconduce all'oggi di un clero e di una Chiesa che non possono "fingere di essere ciò che non sono". Sette omelie inedite, dunque, che aprono uno scorcio originale per meditare e conoscere meglio l'amato gesuita e indimenticato pastore della Chiesa milanese.
Il testo del card. Carlo Maria Martini è un commento profondo e semplice alla Costituzione 'Dei Verbum' sulla Divina Rivelazione, promulgata da Paolo VI con tutti i Padri Conciliari il 18 novembre 1965.
Carlo Maria Martini ci offre un'intensa catechesi sui sacramenti per cogliere la relazione tra i diversi modi con cui Dio si comunica all'uomo. Attingendo sempre alla ricchezza della Parola di Dio, il Cardinale spiega il significato e il valore di questi gesti che la Chiesa compie e che rendono presente e operante la grazia di Dio nei passaggi fondamentali della vita. Con un linguaggio molto semplice le sue parole arrivano dritte al cuore e possono rappresentare uno spunto utile per una catechesi parrocchiale, per la meditazione personale o anche per un primo approccio alla religione cristiana e ai suoi riti. Segue poi una bellissima meditazione sulla preghiera: «Ciascuno di noi - dice Martini - ha una propria, irripetibile situazione di preghiera; irripetibile non soltanto perché è "mia", di me come persona diversa da un'altra, ma anche perché è mia in questo momento e quindi è anche irripetibile nel tempo».
Una silloge di invocazioni proposte dall'autore nei momenti di "lectio divina". I 9 capitoli approfondiscono i temi dell'ascolto della Parola di Dio, della sequela, della croce, della Chiesa degli Apostoli.
Quaranta composizioni poetiche che vanno dalla riflessione esistenziale alla rievocazione interiore di luoghi del cuore (come Milano e Gerusalemme) e di figure significative (come Etty Hillesum e papa Francesco). Su tutti, spicca la memoria di Carlo Maria Martini, di cui Garzonio è considerato uno dei più acuti biografi. "Cronache dell'anima scandite entro una scansione di tempo preciso, 'da Martini a Bergoglio': evocata la stagione della nascita dei testi, ma evocato anche un amore, non celato, quasi da privilegio, per un vescovo e un papa. (...) Spesso nelle pagine cogli una passione ferita - siamo il sogno, ma siamo anche l'incubo di Dio -, passione che leva grido, a volte anche urlo dalle poesie, là dove immobilità, indifferenze, ingiustizie sporcano sogni, nella vita della società e della chiesa" (dalla prefazione di don Angelo Casati).
Io a Roma vi sarò propizio. Con queste parole Ignazio di Loyola, nella sua Autobiografia, descrive l'esperienza spirituale di cui è stato protagonista alle porte di Roma, dove era arrivato dopo il fallimento dei suoi diversi tentativi di andare a Gerusalemme. Queste stesse parole danno il titolo alla raccolta di meditazioni e di conversazioni organizzate dall'Università Gregoriana tra il 26 febbraio e il 2 marzo 2001, in occasione dei 450 anni di fondazione, e aperte a docenti e studenti. Il cardinale C.M. Martini, al quale queste giornate erano affidate, partendo dall'icona della Trasfigurazione e con continui riferimenti all'esperienza di Ignazio di Loyola, rilegge la storia recente, caratterizzata dalla cultura della frammentazione, offrendo piste per un cammino di sempre maggiore sintesi tra cultura e vita, tra ricerca teologica e contemplazione del mistero.