"La Seconda Repubblica aveva suscitato, ai suoi albori, grandissime aspettative. Istituzioni modernizzate ed efficienti. Un sistema politico almeno tendenzialmente bipolare, simile a quello degli altri grandi Paesi del mondo occidentale. La fine del malaffare, degli intrecci perversi tra politici disonesti, amministratori infedeli e imprenditori privi di scrupoli. Non uno di questi obiettivi può dirsi conseguito, tanto che si continua da anni a parlare di transizione incompiuta. I ricorrenti scandali hanno dimostrato che la corruzione e l'abuso del denaro pubblico non sono certo tramontati con la Prima Repubblica. Ambiziosi disegni di riforma costituzionale non sono riusciti a venire alla luce. Lo stesso federalismo, da alcuni additato come una panacea, ha per ora prodotto essenzialmente una moltiplicazione del ceto politico e un appesantimento dei tributi locali. E infine, il bipolarismo made in Italy, forzatamente messo in atto grazie alle riforme elettorali, si è caratterizzato per la mancata legittimazione reciproca dei due maggiori schieramenti, per un clima da guerra civile che ha spaccato in due il Paese. Un bipolarismo muscolare, litigioso e inconcludente, fondato su coalizioni eterogenee, nate per vincere le elezioni, ma inadatte a governare. Un sistema che ha creato immobilismo, un ostacolo all'innovazione." (dalla premessa)
Quante energie dedichi ad amare? Quanto ami te stesso, le persone che incontri, quanto sei connesso con l'amore universale? C'è chi ha mantenuto questa naturale propensione, ma anche chi l'ha ostacolata con i costrutti della mente o con la forza delle emozioni. C'è chi ha paura ad amare gli altri, chi per rabbia si rifiuta di farlo. Ma c'è anche chi dedica tutto se stesso al sentimento che tiene insieme il mondo. E tu, in quale categoria ti collochi? Paolo Gambi, life coach ed esperto di comunicazione, ha deciso di rispondere alle esigenze di persone che come lui sono credenti, ma che spesso non trovano in se stesse e nei circuiti religiosi tradizionali risposte capaci di interpretare spiritualità e realtà in tempi sempre più complessi. Ne è nato un percorso estremamente suggestivo ma anche molto pratico e liberatorio che, attraverso le esperienze di mente, anima e corpo, intreccia identità e fede per esplorare le profondità dell'essere umano. Dalla gestione delle emozioni agli strumenti per evitare le trappole della mente e i condizionamenti, dalla consapevolezza di se stessi all'amore per gli altri, un viaggio fatto di riflessioni ed esercizi che ti porta alla scoperta del mistero di te stesso. Per riprendere in mano la tua vita e la tua capacità di essere felice.
Una aristocratica cavalleria teutonica contro masse di fanti comunali appiedati. Un ambizioso progetto di governo universale contro l'autogoverno di città libere. Una società fortemente gerarchizzata contro comunità di uomini eguali in grado di autodeterminarsi. È questa la guerra durata oltre vent'anni che vede Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, tentare di piegare sul campo di battaglia i comuni italiani. Non solo uno scontro fisico e strategico ma anche ideologico tra due società agli antipodi. L'obiettivo dell'imperatore è di riacquisire il controllo perduto sul Regno d'Italia per poi assoggettare il Mezzogiorno normanno. Ma durante l'assenza del potere imperiale dalla penisola, le città italiane sono cambiate: sono città ricche, militarmente potenti, che pensano a se stesse come collettività di uomini liberi. Quando cala alla testa dell'esercito teutonico, Federico Barbarossa si trova di fronte i comuni italiani. Paolo Grillo ricostruisce la guerra che sconvolse l'Italia intera e durò dal 1154 al 1176, prima di giungere a una pace definitiva nel 1183: dagli scontri campali in Lombardia alle battaglie urbane a Roma, dagli assedi di Alessandria e di Ancona alla spedizione bizantina in Puglia. I protagonisti sono Federico Barbarossa, i papi che gli si opposero, i re normanni, l'imperatore di Costantinopoli e, soprattutto, le popolazioni dei comuni italiani del Nord, del Centro e del Sud che si batterono per difendere la loro autonomia e la loro idea di libertà.
L’inizio tumultuoso e per vari aspetti anomalo del Concilio Ecumenico Vaticano II è sempre stato poco conosciuto e lasciato cadere nell’oblio più completo dalla storiografia dominante sul Concilio, ragion per cui non si può nemmeno dire che sia stato “rimosso”. Questo saggio di Paolo Pasqualucci si propone di ripristinarne la perduta memoria, nella convinzione che la singolare “pastorale” prodottasi alla fine nei documenti di quel Concilio non dogmatico debba imputarsi anche a quell’inizio. L’analisi viene condotta con particolare riguardo al tormentato iter conciliare di uno dei documenti più importanti del Concilio stesso, la costituzione Dei Verbum sulla divina Rivelazione.
Nella vita quotidiana delle comunità per minori vanno contrastate le logiche istituzionalizzanti e si deve promuovere un approccio centrato sulle relazioni interpersonali. Mantenendo l'attenzione sul preminente interesse del minore, si può costruire un'alleanza emotiva e di lavoro tra operatori e ragazzi in comunità, in un processo di educazione e di riparazione dei danni subiti negli ambienti di provenienza. Il volume offre molte indicazioni e consigli pratici in tal senso e introduce le schede informatizzate per il monitoraggio del progetto educativo nelle comunità per minori e nelle comunità ad alta autonomia per neomaggiorenni, strumento semplice e innovativo per costruire e portare avanti in modo condiviso il progetto educativo. La guida si rivolge agli educatori che operano nelle comunità per minori e per neomaggiorenni e a chi riveste ruoli di coordinamento e dirigenza di strutture di assistenza residenziale per minori.
Chi non si ricorda del mondiale di calcio del 1982? Chi non ricorda il miracolo Paolo Rossi? A distanza di trent'anni da quel mitico 1982, Paolo Rossi ripercorre i giorni che hanno cambiato la sua vita, che lo hanno reso eterno. E i giorni che ci hanno tenuti inchiodati davanti al televisore. Aneddoti e ricordi si intrecciano a emozioni, paure, sensazioni. Fino alla finalissima Italia-Germania con cui l'Italia vince il campionato. Un campionato rimasto nel cuore degli italiani che, dopo il racconto di Paolo Rossi, fanno sentire la loro voce, i loro ricordi, le loro emozioni. Un libro che è insieme la testimonianza di un grande campione e i ricordi di quegli italiani che ancora hanno impresso nel loro cuore l'esultanza del presidente Pertini e l'urlo indimenticabile del telecronista Martellini: "Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!".
Il mondo di Tony Pagoda è grande, non si lascia contenere da un solo libro. E così eccolo di nuovo, presentato dall'ex cognato Ughetto De Nardis. Ughetto parla di "nuove esperienze" che a lui non sono piaciute per niente. Noi possiamo, con Pagoda, parlare di vecchi e nuovi amici, di tutti gli incontri che Tony ha continuato ad avere nel mondo che più gli piace, quello compreso fra lo spettacolo di chi fa spettacolo e lo spettacolo delle vite pubbliche. Fabietto e Carmen Russo, il mago Silvan e Tonino Paziente, Maurizio Costanzo e Jacqueline O'Rourke. Ogni occasione è buona per far mostra di una copiosa morale dell'assurdo che è diventata cifra stilistica, segno inconfondibile. Tony Pagoda non teme la risata, non teme la lacrima, non teme la sprezzatura, o lo sfottò. Con lui ci facciamo portare dentro un'umanità che mai avremmo visto così, con cui mai avremmo pensato di compatire. Ma questa volta è come se la voce di Tony raddoppiasse in quella del suo creatore, che infatti sentiamo arrivare, più si avvicina il congedo, ad aprirsi un varco, a lasciare un'impronta. Interprete del nostro tempo, Tony Pagoda è pur sempre il protagonista, lui e le sue tirate, come Falstaff: "L'umanità, dunque, è miserabile. Non si discute su questo. Eppure, non è stato inventato ancora niente di meglio. Perché, quando si palpita, si palpita. Tutte le emozioni della vita non hanno senso. Si addizionano tra loro, incongrue, per accumulo. Compongono la vita, come una lista della spesa. E questo, infine, è il senso".
Questo libro è un'avventura nel significato profondo e multiforme della parola "cura", in un arco che attraversa quotidianità, pratica medica, mito, filosofia e Scrittura.
In un arco che attraversa quotidianità, pratica medica, mito, filosofia e Scrittura, questo libro è un’avventura nel significato profondo e multiforme dell’essere, pensare e agire cura. «Cura è desiderare che la verità prenda forma». Accade che ci prendiamo cura, di noi e degli altri, dei corpi, delle parole, del creato. Accade che gesti e parole di cura trabocchino in noi, o che percepiamo sulla nostra pelle la compassione degli altri e di Dio.
Autore
PAOLO CATTORINI, professore ordinario di bioetica all’Università degli studi dell’Insubria, offre consulenza etica e formazione permanente in bioetica clinica e medical humanities a operatori, staff, istituzioni sanitarie. È autore di numerosi articoli scientifici e pubblicazioni, tra le quali: Estetica nell’etica. La forma di un’esistenza degna (EDB 2010), La libertà del cervello. Neuroscienze, etica e cinema (EDB 2013), Il desiderio di salute. Bioetica nella clinica, nella società, nello sport (Edizioni Camilliane 2013).
È dentro le stanze che le famiglie crescono: strepitanti, incerte, allegre, spaventate. Giovani coppie alle prime armi, pronte ad abbracciarsi o a perdersi. Come Nora e suo marito. Ma di quelle stanze bisogna prima o poi spalancare porte e finestre, aprirsi al tempo che passa, all'aria di fuori. "A lungo andare ogni amore ha bisogno di qualcuno che lo veda e riconosca, che lo avvalori, altrimenti rischia di essere scambiato per un malinteso". È così che la signora A., nell'attimo stesso in cui entra in casa per occuparsi delle faccende domestiche, diventa la custode della loro relazione, la bussola per orientarsi nella bonaccia e nella burrasca. Con le pantofole allineate accanto alla porta e gli scontrini esatti al centesimo, l'appropriazione indebita della cucina e i pochi tesori di una sua vita segreta, appare fin da subito solida, testarda, magica, incrollabile. "La signora A. era la sola vera testimone dell'impresa che compivamo giorno dopo giorno, la sola testimone del legame che ci univa. Senza il suo sguardo ci sentivamo in pericolo".
A Medjugorje la vita di Paolo Brosio ha avuto una svolta inaspettata e sconvolgente. Sulla collina delle apparizioni, dalla cui sommità si scorgono sterminate distese di lavanda, la Madonna ha abbracciato la sua esistenza, facendogli vivere l'esperienza della conversione, della misericordia e della tenerezza di Dio. Ricco di gioia per questa rinascita interiore, il celebre giornalista e conduttore televisivo - dopo una vita disordinata di droga, alcol e sfrenatezze - ha sentito forte il desiderio di narrare l'incontro con Dio e con la Regina della Pace e di condividere l'esperienza di sentirsi amato dal Cielo. Ha cominciato così a tenere incontri pubblici, a fare presentazioni del suo libro "A un passo dal baratro" a invitare amici, conoscenti, lettori e semplici fedeli a seguirlo a Medjugorje in pellegrinaggio. Da quest'intensa attività è nata una ricca trama di nuovi amici, di incontri, di segni e di miracoli che, ancora una volta, Paolo ha voluto raccontare ai suoi moltissimi lettori: per lui è stata una grazia della Madre di Dio, capace di guarire le ferite di ogni cuore trafitto.
Il volume è in larga parte centrato sull'opera del cardinale Gabriele Paleotti, che con un suo celebre trattato pose con forza il problema dell'aderenza dell'arte alla nuova spiritualità tridentina. La Roma papale, già avviata agli splendori della propria autocelebrazione, respinse tuttavia la rigorosa precettistica di Paleotti. Due posizioni inconciliabili che nell'arte figurativa conducono da una parte alla quotidianità sofferta di Caravaggio e dall'altra all'esaltazione atemporale del divino e delle sue manifestazioni nel barocco trionfante.