"Un chiostro è il mio cuore ove tu scendi a sera io e te soli a prolungare il colloquio". (David Maria Turoldo)
Una morte scomoda mette in moto una spirale di inquietanti interrogativi nel Perù degli anni Cinquanta: una riflessione sull'ambiguità della realtà e le menzogne della storia.
Sullo sfondo le grandi allegorie di Lorenzetti e dei fratelli Van Eyck, le scene evangeliche di Vermeer, Giovanni Bellini, Michelangelo, Bosch, e naturalmente le Ultime Cene (Veronese, Leonardo), e in primo piano le analisi ‘tecniche’ dei soggetti pittorici: esse consentono a Riva di mostrare la quintessenza spirituale dell’arte, di riflettere in particolare sulla centralità dell’eucaristia. Una galleria di capolavori della pittura europea appartenenti ad epoche diverse affiancate ad una raccolta di considerazioni spirituali meditate alla luce degli scritti di Maria Maddalena dell’Incarnazione.
Il linguaggio adottato da Riva sfugge al gergo della critica d’arte e si adatta bene al grande pubblico.
Sr. Maria Gloria Riva (Monza 1959) entra tra le Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento nel 1984 dove, accanto alla sua passione per l’arte, coltiva lo studio della Sacra Scrittura (con una particolare attenzione all’ebraico biblico e alla tradizione rabbinica), della Patristica e della spiritualità di Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione, fondatrice dell’Ordine. Partecipa alla fondazione di un gruppo laicale associato all’Istituto (la Comunità Rete di luce) e propone dal 1996 lezioni su Bibbia, arte e spiritualità, presenti sul sito Beth-or.org. Fonda con alcune consorelle una rivista (Nel Cuore del Lume) per diffondere la spiritualità di Madre Maria Maddalena. Ha pubblicato articoli su alcuni quotidiani e riviste e collabora col sito www.culturacattolica.it.
La cura della salute, con una più acuta sensibilità alla qualità della vita, appare una nota distintiva della nostra epoca. Nella sua evidente valenza positiva, essa presenta anche innegabili ambiguità: mentre, infatti, spinge la ricerca biomedica verso traguardi sempre più esigenti, è però motivo di una diffusa preoccupazione nei confronti di tutto ciò che è considerato una minaccia al proprio benessere, come il dolore, la malattia, l’invecchiamento. Ed ecco il paradosso: l’imperativo della salute ad ogni costo, anziché provocare una maggiore sicurezza, si sta trasformando in fonte di una nuova insicurezza, che rischia di identificare la felicità con la salute, la dignità della vita con la qualità della vita. D’altra parte, gli interrogativi sui significati di esperienze cruciali come il dolore, la malattia, la morte, rischiano di rimanere irrisolti, se le risposte si affidano soltanto alla scienza biomedica o alla tecnica. Diventa allora quanto mai importante, in particolare per chi svolge una professione di cura, la riflessione antropologica, premessa necessaria a qualsiasi riflessione bioe-tica. Chiedersi chi è veramente l’uomo appare indispensabile per cogliere il bisogno di senso che egli manifesta universalmente nell’affrontare il vivere e il morire, la sofferenza e la cura.
Corporeità e dolore, salute e malattia, vecchiaia e morte, cura e compassione, sono le questioni affrontate nel saggio, non con la pretesa di fornire soluzioni, ma di offrire un’occasione per comprendersi e per comprendere.
Gli autori presentano, sotto angolutare differenti, i passi di una danza che può cambiare la vita: scelte, atteggiamenti, pensieri, stili di vita capaci di portare una ventata di gioia, di amore, di festa che vinca la pigrizia e la paura di coinvolgersi nell'avventura della vita.
Una raccolta di saggi, una riflessione su un tema di forte attualità: la condizione dei detenuti nelle nostre prigioni e la necessità di ripensare integralmente il sistema penitenziario. Martini, forte della sua profonda esperienza di questo universo e del contatto frequente con i detenuti, ci insegna a guardare con occhi diversi all'interno delle mura di queste fortezze cariche di dolore.
Questo libro consente di ripercorrere l’itinerario di ricerca vocazionale del “Gruppo Samuele”, un folto gruppo di giovani che, con la guida del cardinale Martini, nacque nei primi anni ’90 a Milano. Questa esperienza ricca di contenuti preziosi viene riproposta integralmente, anche attraverso le lettere che i giovani stessi inviarono al Cardinale, come un esempio e uno strumento attuale per l’azione pastorale e la ricerca vocazionale.
In questo libro Carlo Maria Martini, stabilitosi a Gerusalemme dopo aver lasciato il suo incarico di vescovo a Milano, compie per la prima volta una lectio divina partendo non da testi biblici, ma da immagini artistiche, e lo fa nella terra di Gesù, che si presenta una volta tanto non come teatro di violenza, ma come luogo che ospita oasi di pace. Le opere contemplate da Martini sono quelle di un autore contemporaneo, padre Francesco Radaelli, che ha realizzato in Terra Santa stupende vetrate, mosaici e sculture in diverse chiese, conventi e centri di spiritualità. Il libro è strutturato in due parti: nella prima il testo di Martini commenta e medita alla luce del Vangelo le immagini, riprodotte nella pagina in miniatura; nella seconda le immagini di p. Radaelli sono riprodotte in grande sulla pagina di destra con a fronte il testo di commento dell’autore e una citazione del testo di Martini.
Gianfranco Ravasi e David M. Turoldo offrono questa loro soave e affascinante fatica agli umili e ai dotti, ai semplici e ai poeti, ai fratelli sacerdoti, alle comunità religiose, ai gruppi spontanei di preghiera, a tutte le assemblee domenicali, quale strumento “musicale”, affinché, terminate le celebrazioni, ognuno ritorni a casa con la Parola che gli canta dentro.
David Maria Turoldo, nato a Coderno del Friuli nel 1916, sacerdote dei Servi di Maria dal 1940, è vissuto per quindici anni presso il Convento milanese di San Carlo al Corso. Nominato parroco di Sant’Egidio a Sotto il Monte Giovanni XXIII, da quest’abbazia diresse il Centro Studi Ecumenici Giovanni XXIII fino alla morte, sopraggiunta nel febbraio 1992. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Il diavolo sul pinnacolo (19925); Via crucis. Il cammino verso la vita (20026); Amare (200121); Opere e giorni del Signore (in collaborazione con G. Ravasi, 19923).
Gianfranco Ravasi è nato nel 1942. Sacerdote della diocesi di Milano, è docente di esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, membro della Pontificia Commissione Biblica, prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana. Ha diretto (con P. Rossano e A. Girlanda) il Nuovo dizionario di teologia biblica (Ed. San Paolo, 20017). Autore di numerose pubblicazioni e di saggi, collabora a diverse riviste scientifiche e divulgative. Tra le opere pubblicate presso le Edizioni San Paolo segnaliamo: “Lungo i fiumi”. I Salmi (in collaborazione con D. M. Turoldo, 200312); Il Cantico dei cantici (20049); Qohelet (20044); Vieni, Signore Gesù (1990); Il Giordano (19933); L’Albero di Maria. 31 icone bibliche (19942); La Parola e le parole (19992); I monti di Dio (2001); Fino a quando, Signore? ( 20032); I comandamenti (2002); «Viviamo ogni anno l’attesa antica» (2002); «Convertitevi e credete al Vangelo» (2003).