Nel 1933 viene lanciato nei cinema USA I tre porcellini di Walt Disney. Questo piccolo avvenimento segna l'inizio della parabola della cultura mainstream promossa dai film delle majors hollywoodiane, raccolta e amplificata dalla radio e dalla tv. Questo tipo di cultura, basata su un'idea consolatoria dell'intrattenimento, fondata su una visione manichea del bene contro il male e sul must del lieto fine, prende forma allora e mette radici nell'immaginario collettivo dell'Occidente. Basti pensare a film come Via col vento, Il mago di Oz e Gli uomini preferiscono le bionde, o a fumetti come Tarzan, Dick Tracy o i supereroi. Dopo la seconda guerra mondiale si assiste invece alla nascita e al successo di una controcultura di massa, animata - sin dai primi anni Sessanta - soprattutto dalla formazione e dal successo della musica rock. Bob Dylan, Beatles, Pink Floyd intrecciano i loro rapporti con il coevo 'nuovo cinema' di Hollywood, da Easy Rider a II laureato, fino alla nuova produzione teatrale di Broadway e alle nuove forme della programmazione televisiva. Una cultura alternativa, con al centro gli afroamericani, i ragazzi e le ragazze delle subculture giovanili, i militanti per i diritti civili. Questa costellazione potente si dissolve a partire dalla metà degli anni Settanta permettendo alla cultura di massa mainstream di rinnovare la sua egemonia, ancora oggi evidente.
In quattro successive sezioni, le prime tre originarie e la quarta aggiunta in questa nuova edizione, il libro raccoglie venti articoli, suggeriti da occasioni, letture e incontri molteplici e per lo più pubblicati in epoche diverse su giornali e riviste; ma tutti, o quasi tutti, legati tra loro da qualche connessione con il mondo manzoniano. Si tratta di riflessioni o «difese», spesso scherzose o semiserie e quasi sempre controcorrente, dedicate a famosi personaggi de «I promessi sposi»; di evocazioni di piccoli eventi personali o familiari dell'autore, stranamente intrecciati con l'opera del Manzoni; di ritratti di persone singolari incontrate nella vita, le quali, nella loro umiltà e umanità, suggeriscono confronti con i protagonisti maggiori o minori del romanzo; di meditazioni più recenti, legate alle tragedie, alle crisi, ai costumi dei nostri tempi e condotte dall'autore in un tacito e commosso colloquio «manzoniano» con il padre scomparso.
Già il destino di essere nati non è privo di stranezza, ma all'interno della condizione umana vi è qualcosa di più strano: il servizio militare. Michele Mari racconta in queste pagine la sua esperienza da recluta nella caserma Gaetano de Cordevolis di Como, nell'Anno del Signore 1979. Le sue descrizioni della vita in un C.A.R. (Centro Addestramento Reclute), lucide e visionarie al tempo stesso, sono pervase dal sentimento agghiacciato del neofita a contatto con una realtà incomprensibile e aliena, eppure rese lievi da un'ironia classificatoria e da un incongruo furore filologico, dissacrante, che tiene a distanza le cose usando le lunghe pinze di una lingua e di uno stile arcaici e preziosi, capaci di far risaltare all'ennesima potenza la surreale assurdità del tutto. Ecco allora la minuziosa disamina del cubo e delle intrinseche motivazioni per cui l'istituzione militare lo idolatra a tal punto; l'epico resoconto della fila alla mensa di mezzogiorno e della corvè in infermeria; la quotidiana lotta con l'armadietto zeppo da esplodere, l'addestramento con le armi, gli oscuri dilemmi sui gradi e le gerarchie militari, le celle di rigore e l'adunata, la libera uscita e l'attesa delle "destinazioni": tutti i riti e i tic di quell'"enorme, flagrante demenza, non priva di una sua astuzia tignosa, che è l'istituzione militare".
Il Vicino Oriente si estende su circa duemila chilometri quadrati, poco meno dell'Europa Occidentale. Per darne un'immagine semplificata si usa per consuetudine la metafora della "fertile mezzaluna": un semicerchio di terre rigogliose, irrigate, adatte all'insediamento agricolo e urbano, che va dalla Palestina alla Siria, alla Mesopotamia, confinando con il deserto siro-arabico e le terre anatoliche, armene, iraniche. In questo territorio, nei tre millenni che vanno dal 3500 al 500 a.C., si sviluppano grandi civiltà dell'antichità come quelle di Sumeri, Ittiti, Assiri, Babilonesi, Fenici, Caldei e Medi. La ricostruzione storica di Mario Liverani ripercorre in modo unitario le vicende politiche, economiche, sociali, demografiche e tecnologiche di queste popolazioni alla luce delle più recenti scoperte archeologiche.
Descrizione dell'opera
La vita consacrata sperimenta un momento particolare: di cambiamento ovunque e di difficoltà in molti contesti. La chiusura delle «opere» da parte di molti istituti religiosi ne è l'indicatore più eloquente.
L'autore è tuttavia convinto che essa conservi in sé potenzialità e anima, in grado di restituirla sempre alla sua freschezza e alla sua «genialità».
In tale situazione, egli individua i pericoli più frequenti nelle fughe, in avanti o all'indietro: «In avanti per sognare prospettive di un'impossibile palingenesi, che vorrebbe la totale rigenerazione delle persone e delle loro storie e per indicare strade per il domani o dopodomani, senza però dirci come passare dall'oggi al domani, che è il problema concreto e reale da risolvere. All'indietro per rimpiangere sicurezze perdute e credere stoltamente che le condizioni difficili dell'essere "in mezzo al guado" si superino tornando al punto di partenza».
Il volume insegna ad abitare il presente recuperando una spiritualità non più legata alle cose da fare e radicata, invece, nell'interiorità del singolo e della vita comune.
Sommario
Prefazione. 1. Il futuro dentro il presente: i segni del nuovo nella nostra vita. 1. Una spiritualità incarnata. 2. Una fraternità leggibile. 3. Una nuova missionarietà. 2. La missione della Chiesa e le sfide della modernità ci interpellano. 1. Un orizzonte onnicomprensivo: l'ecclesiologia di comunione. 2. L'ecclesiologia di comunione si nutre soprattutto di eucaristia. 3. La necessità di ascoltare, la voglia di essere ascoltati. 4. Un'icona evangelica. 5. Un'altra icona evangelica. Conclusione. 3. Il servizio dell'autorità e (il servizio del)l'obbedienza. Faciem tuam, Domine, requiram. Riflessioni, annotazioni, provocazioni. 1. Alcune premesse e alcuni impertinenti perché. 2. Il titolo e il contenuto. 3. Il «cuore» del documento. 4. Il tema dell'obbedienza punto focale del documento. 5. Il vademecum per chi esercita il servizio dell'autorità. 6. I tre protagonisti dell'autorità-obbedienza. 7. Passaggi importanti: piste da approfondire. 8. Obbedienza e testimonianza. 4. Meditazioni. 1. Giacobbe e la lotta notturna al wadi Iabboq. Riappropriarsi della propria interiorità e riscoprirla abitata. 2. Il buon samaritano. Icona di Gesù e del vero discepolo. 3. La samaritana. Gesù: il dono di acqua viva e di se stesso.
Note sull'autore
Mario Aldegani, nato a Petosino di Sorisole (Bergamo) nel 1953, licenziato in teologia e laureato in storia della Chiesa, ordinato sacerdote nel 1980, è superiore generale della Congregazione di San Giuseppe, comunemente nota come Giuseppini del Murialdo. Ha svolto il servizio di superiore della Provincia Piemontese, prima, quindi della Provincia Unita d'Italia. Dal 2001 al 2005 è stato apprezzato presidente della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM).
Un manuale visivo" che spiega, attraverso numerose imagini sintetiche e chiare descrizioni, la tecnica delle retine per il punto antico. "
Belle, buone, brave e obbedienti: quante donne hanno imparato fin dall'infanzia che questo è l'unico modo per essere amate? Come succede ad Arabella, la protagonista di questa favola: pur essendo capace, intraprendente e piena di talenti, è pronta a sacrificare la sua allegria, la sua curiosità e i suoi stessi bisogni per compiacere i genitori e sentirsi apprezzata. Ma c'è qualcosa che grida dentro di lei, un grumo di insoddisfazione che le lacera lo stomaco e la rende irrequieta e vorace: è la sua fame d'amore. Si convince che solo un uomo potrà placarla e va dritta nella Città degli Incontri. Ma come può una ragazza poco nutrita d'affetto riconoscere il sapore del vero amore? È sin troppo facile accontentarsi di un riempitivo qualunque. Per fortuna c'è qualcuno pronto a darle una bella svegliata e guidarla a trovare la giusta ricetta. In questa favola, la psicoterapeuta Maria Chiara Gritti affronta con ironia e delicatezza la "love addiction", quella strana cecità del cuore che porta a scambiare ogni rospo per un principe, a cui dare tutto in cambio di... niente. Troppe principesse ne soffrono, si aggrappano a rapporti squilibrati nei quali perdono autostima, fiducia e sorriso. Basta, non dobbiamo più accontentarci delle briciole, insegna la favola di Arabella: l'unico modo di nutrire il vero amore è imparare a nutrire noi stesse. E dovrà essere il principe a mostrarsi degno di noi.
Una raccolta di meditazioni bibliche per sposi e fidanzati. Questo libro propone un cammino di meditazione biblica concepito per sposi e fidanzati che si allarga all'esperienza umana e spirituale di ogni individuo o comunità, per cui il vangelo del matrimonio diventa il vangelo della vita.
Il cinema insegue i giovani, sia confezionando prodotti per loro sia parlando di loro. Il libro presenta un ampio e aggiornatissimo panorama di film italiani, con interviste a registi e attori.
È antico quanto l’uomo il tentativo di indagare sulle potenzialità della mente. Questi studi hanno sempre dovuto confrontarsi con l’esperienza di individui che mostrano caratteri straordinari, le cui abilità mentali sembrano addirittura “magiche”.
A quasi quaranta secoli di distanza, il mago egizio Siosiri e il sensitivo torinese Gustavo Rol danno prova delle loro capacità extrasensoriali leggendo all’interno di papiri e libri chiusi; il profeta Alessandro nel II e Uri Geller nel XX secolo riescono entrambi (con un terzo occhio?) a vedere all’interno di rotoli e buste sigillate; Pietro Aretino nel Cinquecento e Max Maven agli albori del terzo millennio utilizzano le carte da gioco per “dimostrare” la possibilità di trasmettere il pensiero.
Dovute a reali capacità o a trucchi da prestigiatore, tali capacità definiscono la cosiddetta “magia della mente”, la cui straordinaria storia – dall’Antico Egitto ai giorni nostri – è ricostruita in queste pagine attraverso testimonianze, aneddoti e… segreti. Eh, sì! Perché da sempre tale forma di magia ha intrecciato la propria storia con segreti custoditi con cura e dedizione, tramandati di generazione in generazione per lo straordinario potere che conferivano a chi li possedeva.
Con un’introduzione di Raul Cremona, La magia della mente è il primo libro che affronta la storia del “mentalismo” attraverso un’approfondita analisi della nascita, dell’evoluzione e dell’eterno ritorno, in forme sempre rinnovate, dei grandi temi della parapsicologia (telepatia, chiaroveggenza, precognizione e psicocinesi) ma anche – dal Settecento in avanti – dell’illusionismo teatrale, quando l’intrattenimento psichico conquisterà i teatri abbandonando la dimensione metafisica e spirituale per acquistarne una più istrionica e spettacolare.
Mariano Tomatis, scrittore e ricercatore, si occupa da anni di indagini storiche su illusionismo e parapsicologia. Docente di “magia della mente” presso il Circolo Amici della Magia di Torino, collabora con riviste specializzate del settore, ha pubblicato diverse monografie riservate ai prestigiatori ed ha prestato consulenze a Raul Cremona e Arturo Brachetti.
Cura il più ricco blog italiano dedicato all’illusionismo (www.marianotomatis.it), e nell’ambito della prestidigitazione ha pubblicato ROL Realtà O Leggenda (Avverbi, 2003), insieme a Massimo Polidoro Il trucco c’è (Quaderni del CICAP, 2003) e insieme a Raul Cremona L’arte della prestidirigiri… (Rizzoli, 2008).