La Sicilia ha dato i natali a numerosi uomini e donne che si sono posti con serietà alla sequela radicale di Gesù di Nazareth. Accanto ai numerosi santi del primo millennio, a tanti cristiani di questi ultimi secoli è stata riconosciuta, o è in via di riconoscimento, da parte della Chiesa, la santità di vita. Il volume presenta la spiritualità di alcuni fedeli (da Francesca Leofante, monaca benedettina olivetana del XV-XVI secolo, a don Giuseppe Puglisi, vissuto nel XX secolo) che hanno impreziosito, con la loro testimonianza cristiana, la terra siciliana.
Questa figura monastica fuori del comune, questo grande mistico, la cui fama di santità si sta estendendo nel mondo, ha già ispirato molte persone e suscitato adesioni, devozioni e amicizie spirituali, soprattutto in Libano e nel Bellunese. Se la sua austerissima vita è difficilmente imitabile, la semplicità e l'unificazione da lui raggiunte sono invece il cammino normale di ogni ricercatore di Dio.
"Mario Mori, generale dei Carabinieri. All'opinione pubblica il mio nome probabilmente dirà qualcosa. Evocherà dei ricordi, vicende per certi aspetti anche spiacevoli di cui si è molto scritto sui giornali e parlato nelle aule giudiziarie. La mia, però, è una storia lunga. Da raccontare. E quella di un militare e dei suoi uomini che hanno combattuto per quarantanni terrorismo e mafia. Nei reparti d'eccellenza dell'Arma. E ai vertici dell'intelligence, quei Servizi segreti in Italia sempre così chiacchierati." Scritta con Giovanni Fasanella, questa è la straordinaria storia "professionale" di un uomo che è stato al centro di tutti i grandi eventi italiani. Ufficiale del controspionaggio al SID, il Servizio segreto militare nei primi anni Settanta, nei nuclei speciali comandati dal generale Dalla Chiesa dopo il delitto Moro, comandante della sezione Anticrimine a Roma durante gli anni di piombo, Mori è stato uno dei protagonisti della lotta al terrorismo. A metà degli anni Ottanta è a Palermo, con Falcone e Borsellino, a combattere la mafia; nel 1998 diventa comandante del ROS, il reparto speciale dei Carabinieri, che aveva contribuito a creare. Uscito dall'Arma, dirigerà infine il sisde, il Servizio segreto italiano, che ritrova un ruolo decisivo per la sicurezza nazionale dopo i fatti dell'll settembre. Nel corso della sua lunga carriera ha combattuto il terrorismo, arrestato Riina, messo a punto nuove tecniche d'investigazione, gestito infiltrati, ascoltato pentiti."
Secondo il percorso di vita proposto da queste Catechesi, tutto si salda nell’uomo: per sperare deve credere, per poter credere deve avere dentro di sé la certezza che proviene dall’avvertire la portata dell’amore di Dio, la Carità. Arrivando ad affermare “credo, amo, spero”, ciascuno potrà dire “io sono”: a quel punto potrà affermare “io sono in Cristo” e anche “io sono in Dio” e quindi prendere in mano la propria vita e camminare verso la meta dove il Signore lo condurrà.
Prefazione del Card. Camillo Ruini
Aquí se trata de manera asequible para todos, de modo claro y ordenado, los principales temas que relacionan a la ciencia con la religión: el caso Galileo, el cristianismo y el desarrollo de la ciencia moderna, la fiabilidad de la ciencia, el materialismo científico, la inteligencia artificial, la sociobiología, el determinismo y la libertad, el evolucionismo, los límites de la ciencia, la verdad científica, la colaboración entre ciencia y religión...; se incluyen amplios comentarios sobre best sellers científicos.
Mariano Artigas (natural de Zaragoza), Doctor en CC Físicas y en Filosofía, es profesor ordinario de Filosofía de la Naturaleza y de las Ciencias en la Universidad de Navarra, donde ha sido Decano de la Facultad Eclesiástica de Filosofía. Ha publicado varios libros y numerosos artículos sobre las relaciones entre ciencia, filosofía y teología. Miembro titular de la Academia Internacional de Filosofía de las Ciencias de Bruselas y de la Academia Pontificia de Santo Tomás del Vaticano; ha sido consultor del Consejo Pontificio para el diálogo con los no-creyentes e invitado por la Academia Pontificia de Ciencias. Profesor visitante de varias universidades.
María Zambrano habló de «filiación» para caracterizar la relación de su pensamiento con el de José Ortega y Gasset. Esta «filiación» fue, sin embargo, extremadamente problemática. Ni el «padre» se reconoció como tal —más bien, al contrario, censuró la orientación inicial del pensamiento de su «discípula»— ni la «hija» pudo ser reconocida como tal por su maestro. Pese a ello, se puede calificar de función ejemplar de «maestro» la que ejerció Ortega ante Zambrano y todos los de su generación. Los vericuetos de la historia y de las vidas personales hicieron que esta función se volviese voz y recuerdo lejanos, pero de una inusitada perennidad.
Zambrano dijo de Ortega que «creaba un ámbito de distancia colmado de confianza que despertaba —y exigía—, en los que en él entraban, el sentir de lo intangible de cada persona». «Por eso —añadía ella— el diálogo con él se desenvolvía con poco esfuerzo, a pesar de las diferencias». En contadísimas ocasiones, ella mostró públicamente esas diferencias, esas desavenencias, filosóficas y políticas, ambas de hondo calado. Al final de su vida, las hizo un poco más explícitas, en los libros y, sobre todo, en las cartas.
Esta edición crítica se propone presentar todos los trabajos que María Zambrano dedicó a su maestro —artículos, manuscritos inéditos y cartas enviadas por ella— hoy por hoy existentes, mostrando a través de las variantes de los textos la modulación temporal de una visión que nunca fue estática sino que se fue enriqueciendo con el aporte de nuevos matices. Estos escritos iluminan con insospechada intensidad una página esencial de la historia del pensamiento español y, nos atreveríamos a decir, de la filosofía europea del siglo XX.
La ciencia forma parte de nuestra compresión contemporánea del mundo y de nuestra esperanza en el futuro. Para algunos ha desplazado a la religión, y los creyentes deben afrontar los desafíos planteados por la ciencia. Sin embargo, pocos tienen un conocimiento científico directo, sino que la impresión que en general se tiene de la ciencia está más bien basada en el trabajo de los divulgadores, figuras públicas que crean la imagen de la ciencia que llega a la gente común. Además, las opiniones de estos intelectuales públicos sobre la relación entre ciencia y religión son a menudo controvertidas, personales, e incluso idiosincráticas. Sin embargo, son ampliamente conocidas y percibidas por muchos como conclusiones autorizadas derivadas de la ciencia. Oraculos de la Ciencia analiza los escritos populares de los seis científicos que más han influido en nuestra percepción de la ciencia. Los biólogos Stephen Jay Gould, Richard Dawkins, y Edward O. Wilson y los físicos Carl Sagan, Stephen Hawking y Steven Weinberg se han convertido en intelectuales públicos, que han articulado una visión mucho más amplia de la ciencia y del papel que debe jugar en la moderna visión del mundo, El prestigio científico y la elocuencia literaria de estos pensadores se combinan hasta transformarlos en lo que podemos llamar «oráculos de la ciencia». Curiosamente, los principales «oráculos de la ciencia» son predominantemente no creyentes, de manera que no reflejan la distribución de las creencias religiosas en la comunidad científica. Algunos de ellos son incluso hostiles a la religión, creando la falsa impresión de que la ciencia como un todo es incompatible con la religión. Karl Giberson y Mariano Artigas ofrecen una crítica informada de las visiones de estos seis científicos, distinguiendo cuidadosamente ciencia de religión en sus escritos. Este libro será bien recibido por aquellos que están preocupados por el tono del discurso público a propósito de la relación entre ciencia y religión y retará a otros a examinar de nuevo sus propias ideas preconcebidas sobre este tema tan crucial.
In questo tempo difficile e aspro, il registro del lamento rischia di permeare il nostro stare al mondo e di farci perdere il contatto con la realtà, tenuta a distanza dai deserti e i dirupi dell’insoddisfazione. Divenuta inaccessibile quella «terra piana» su cui i nostri passi possano fare affidamento nel cammino della vita, è facile che all’incertezza si accompagnino risentimento e critica. Rimedio a tale veleno dell’anima è «prendere bene le cose, per il lato giusto», coglierne il lato buono non in nome di un ingenuo ottimismo, ma in forza di una fiducia radicale nella bontà della vita. Questa adesione alla realtà non è certo semplice, specie nei passaggi più dolorosi dell’esistenza. Possiamo però farlo alla scuola di Gesù, seguendolo nel suo affidarsi anche nell’ora decisiva. E sapendo che in tale abbandono si può far conto sul Padre, che al Figlio dona la Vita che non tramonta.
Prendere bene tutte le cose consente di gustare l’avventura di vivere proprio così come essa si dà, anche in questo nostro tempo di crisi che può rivelarsi tempo benedetto di un nuovo inizio.
Maria Ignazia Angelini, è badessa del Monastero benedettino di Viboldone. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Niente è senza voce. La vita monastica oggi (2007), Donne in cerca di Dio (2011).
Dal 2007 stiamo vivendo in Occidente una drammatica crisi economica, frutto di un'ideologia liberista estrema, con forti ripercussioni finanziarie, economiche e sociali. Quali le cause? Per il comune cittadino comprendere questa situazione non è semplice. Smarrimento, sfiducia, disperazione, in alcuni casi, sono i sentimenti più diffusi. Gli Autori offrono uno strumento semplice, ma non semplicistico. Facendo eco alla celebre favola di George Orwell "La Fattoria degli animali" attraverso la finzione della favola spiegano l'attuale drammatica crisi economica in modo semplice e chiaro, alla portata di qualunque cittadino. Attraverso il codice personale presente alla fine del libro è possibile scaricare alla pagina web del libro una serie di schede di approfondimento sull'argomento e un utile glossario.