La povertà. La povertà subita e la povertà come spoliazione. Alessandro Mari parte da questo nodo di luce e costruisce un romanzo a due strade. In una insegue la figura di Francesco d'Assisi, ne registra l'avventura interiore, ne illumina il mistero e lo scandalo, fa vibrare la poesia della sua vicenda terrena. Nell'altra si muove nel nostro tempo e racconta di Rachele e Ilario: lei psicologa in un centro per anziani, lui titolare di un'agenzia di marketing al servizio del non profit. Lei ascolta le storie di chi ha molto vissuto, si lascia toccare dal senso della fine, cerca nei suoi pazienti "a termine" una prossimità non professionale. Lui "vende la povertà" e finisce, più confuso che colpevole, per guadagnarci. Toccata così dalla vergogna, Rachele si sottrae progressivamente a quella che fino ad allora era stata la scena dei suoi affetti, del suo lavoro, della sua storia d'amore. Alessandro Mari sospinge Rachele e Francesco verso il nudo segreto del dono di sé e della spoliazione, e allo stesso modo spoglia la propria lingua narrativa, conducendo i suoi protagonisti a un appuntamento rivelatore. Quasi fosse il convergere, in una sorta di vertigine temporale, di due anime liberate dalla tentazione del compromesso.
Penultima bontà: perché quell'aggettivo? Perché 'penultima'? Domanda legittima, persino scontata, di fronte al titolo di questo libro del filosofo catalano Esquirol, la cui risposta si snoda lungo pagine di parole semplici e dense insieme, calde e profondamente vere, scritte con finezza di tessitura letteraria e originalità di pensiero. Abbiamo davvero bisogno di uscire da quell'orizzonte di senso che ingabbia la vita umana tra un inizio perfetto e perduto e una fine ineluttabile e definitiva, perché quello che avvertiamo, con la certezza di un'esperienza che ci percorre continuamente dalla pelle al cuore mentre viviamo qui e ora, è che il mistero della vita non risiede in un paradiso impossibile da cui siamo stati cacciati né nell'ultimità della morte, ma nella penultimità, appunto, della vita che vive e si sente vivere. Questa, ci dice qui Esquirol dialogando con il libro della Genesi, con Platone, con san Francesco e Zarathustra/Nietzsche, con Heidegger, Simone Weil e tante altre voci del pensiero filosofico, è la caratteristica propria dell'umano: sentirsi vivere, essere coscienti di un'esperienza vitale che non si fa rinchiudere, ma vibra e pensa e ama scoprendosi imperfetta, spesso ferita, mai compiuta e sempre penultima, eppure proprio per questo capace di riconoscere la stessa condizione negli altri e di creare comunità. Una comunità fraterna che vive ai 'margini', per usare la bella espressione con cui Esquirol indica il quotidiano, fatto di crepe, di deserto, di fatica, ma anche di prossimità, di resistenza, e soprattutto di cura e di gratitudine.
Oltre le ombre di Goya, i rebus di Picasso e gli enigmi di De Chirico, Maria Zambrano ci conduce in un itinerario spirituale alia ricerca dei profondi luoghi di umanità racchiusi nelle tele di maestri immortali.
Agli occhi del lettore contemporaneo la storia del Ducato di Milano che fa seguito alla morte di Francesco Sforza risulta piena di avventure, lotte di potere, intrighi e misteri, e proprio per questo straordinariamente avvincente. Ce lo ricorda Carlo Maria Lomartire in questo secondo volume della sua trilogia dedicata a una delle più potenti dinastie del Rinascimento italiano. Se infatti è noto e acclarato che Galeazzo Maria, primogenito e successore di Francesco, rimase vittima di una congiura tanto da essere assassinato sul sagrato della basilica milanese di Santo Stefano, il macabro sospetto che suo figlio Gian Galeazzo Maria, legittimo erede, fosse morto avvelenato continuò a circolare per lungo tempo, dentro e fuori la corte milanese. Gettando un'ombra sul personaggio più spregiudicato e cinico della famiglia, Ludovico Sforza, detto «Il Moro» per la carnagione olivastra, la capigliatura corvina, gli occhi neri e fiammeggianti. Uomo di intelligenza sfolgorante, dotato di una sottile sensibilità politica e animato da un'ambizione insaziabile, Ludovico riuscì a fare di Milano oltre che una delle città più ricche, vivaci e ammirate d'Europa, un'invidiata capitale della creatività e della cultura. Fu proprio negli anni della sua reggenza che Milano accolse - insieme al Bramante e a tanti altri artisti, poeti e letterati - il genio di Leonardo da Vinci. Qui il pittore toscano attese ad alcune delle sue opere più celebri: dalla "Dama con l'ermellino" (che altro non era che il ritratto della bella e sensuale Lucia Gallerani, amante del Moro), all'"Ultima cena", dalle costruzioni di macchine militari alla realizzazione del sistema di irrigazione dei Navigli, fino al progetto, rimasto incompiuto, di un colossale monumento equestre in onore del capostipite Francesco Sforza (il famoso "Cavallo di Leonardo"). Sullo sfondo, intrecciata a elementi narrativi che permettono al lettore di cogliere tutte le coloriture psicologiche dei protagonisti dell'epopea sforzesca, gli avvenimenti più importanti, rigorosamente documentati, che attraversano l'Italia del XV secolo: dalla congiura fiorentina dei Pazzi alla battaglia di Fornovo, dall'elezione di papa Giulio II alla discesa di Carlo VIII di Francia. Grazie a una descrizione dei fatti puntuale e scrupolosa, ricca di dettagli e notizie, il libro di Lomartire ci guida alla comprensione di un'epoca irripetibile della nostra storia, dentro la quale si possono rintracciare, insieme ai pregi e ai difetti del carattere italiano, le radici delle fortune e delle virtù della Milano d'oggi.
«Lo Spirito Santo è invisibile ed è dappertutto, pervade ogni cosa ed è al di là di ogni cosa. Tutto ciò che di bello e di positivo avviene nel mondo è opera sua». Dove si trovano nel nostro tempo autentiche esperienze dello Spirito, simili a quelle dei primi cristiani? Dove e come e quando esistono le condizioni perché un uomo o una donna, pur contagiati dal secolarismo, arrivino a esclamare: «Veramente Dio è in mezzo a voi!»? In altre parole: come lo Spirito Santo, sempre all’opera nel mondo, risponde oggi alle sfi de dell’immanentismo, dell’indifferenza religiosa, del consumismo, e vi risponde non con ragionamenti ma con fatti convincenti del Vangelo? Ecco alcuni degli interrogativi a cui il cardinal Martini risponde in queste intense meditazioni.
In tempi in cui si fa più acuto il bisogno di capire, di confrontarsi e di dialogare con genti e culture anche molto lontane, appare esemplare il cammino di Giancarlo Bregantini, uomo del Nord trapiantato al Sud, che ha amato il Sud fino a comprenderlo ed è riuscito a mettere in comunicazione viva i due poli, spesso così distanti, del nostro Paese.
Un itinerario che, negli anni, diventa stima e passione per la terra e per la gente.
La terra, e cioè il mare e il sole della Calabria, ma anche i suoi ripidi sentieri di montagna, i paesetti arroccati e quasi irraggiungibili, le case, le scuole, le fabbriche e le chiese.
E la gente, spesso sfiduciata e convinta che nulla possa cambiare, ma anche animata da giovani e donne pronti a lottare e a pagare di persona per un futuro più giusto.
L’autore si fa testimone, davanti alla chiesa e alla società, di una nuova speranza fatta di reciprocità e non solo di solidarietà: saggezza antica che il Sud regala al Nord e che diventa uno stile, anche politico, di interrelazione con ogni Sud del mondo.
Una mattina come tante altre, la gente in parrocchia si accorge che don Giustino è improvvisamente cupo, prima della messa. Di fatto, egli sale all’altare e fa un’omelia durissima, accusatoria...
Le voci si diffondono, la gente comincia a discutere, si scatena una “caccia” senza tregua, che coinvolgerà, in un crescendo di pathos e ironia, tutto il paese e non solo.
Un libro che, partendo da un’occasione dai toni di commedia, diviene una riflessione sul tema dell’accoglienza, delle parrocchie e della condivisione secondo il Vangelo. Non manca nessuno: dalla sindaca leghista al vescovo preoccupato di non finire sui giornali, da un europeo di calcio all’intrattenimento televisivo, dal pettegolezzo di paese alla globalità della “rete”. Ma soprattutto non manca un piccolo animale che diventa la vera cartina di tornasole di tante chiacchiere vane e di tanti discorsi che val la pena affrontare.
I tre testi riuniti in questo volume sono stati scritti da Mario Pomilio in tempi diversi della sua vita, ma pur nelle differenza stilistiche e compositive mostrano una grande coerenza di sguardo e di pensiero. "Il cimitero cinese" e "Ritorno a Cassino", che lo stesso Pomilio riunì in un solo volume alla fine degli anni Settanta, intrecciano, nel segno di un manzonismo moderno, vicenda personale e storia dell'Occidente, affidando il ruolo propulsivo della narrazione a una coppia il cui legame sentimentale deve fare i conti con le terribili eredità della seconda guerra mondiale; nel cimitero, un italiano e una giovane tedesca attraversano in macchina, pochi anni dopo la fine del conflitto, la Francia del nord, e quello che doveva essere un romantico week end si trasforma nella contemplazione dei duraturi sconvolgimenti, nei paesaggi geografici e in quelli interiori, apportati dall'invasione, dal dominio e dai massacri; in "Ritorno a Cassino", ambientato sull'Autostrada del sole all'alba degli anni Sessanta, le ferite che sembrano chiuse si rivelano in realtà solo ipocritamente nascoste. Il racconto inedito "I partigiani" è l'inizio della riflessione, in un Pomilio ancora molto giovane, sul tema che porterà ai due esiti successivi, e che l'autore non smetterà di rimeditare almeno fino al Quinto evangelio. Si tratta insomma di una serie compatta, che qui viene restituita integralmente per la prima volta.
Il libro di Monsignor Mariano Crociata si propone come una riflessione sull’ispirazione e l’intenzione che animano credenti e comunità ecclesiali in Italia attraverso un linguaggio fruibile ed accessibile.
Oggi più che mai siamo chiamati a coniugare insieme, in una situazione complessa, presenza sociale, percorsi di comunità e di gruppi, accompagnamento personale. Non siamo come chi sta a guardare dall’alto: siamo parte in causa, siamo dentro
il processo; siamo come marinai che devono riparare la nave mentre è in navigazione e raddrizzare la rotta. La prima parte del volume è dedicata a una categoria importante nella comprensione della Chiesa, quella di popolo, utilizzata in modo oscillante tra approccio sociologico e significato teologico. La seconda è invece incentrata sulla famiglia. La terza, e ultima, su alcune tematiche di frontiera come comunicazione, etica, impegno politico, salvaguardia del creato.
L'AUTORE
Mons. Mariano Crociata ha conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, insegnando successivamente presso la Pontificia Facoltà teologica di Sicilia. È stato ordinato sacerdote nel 1979 e vescovo nel 2007. Il 25 settembre 2008 papa Benedetto XVI lo ha nominato Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.
DESTINATARI
• Cristiani impegnati, operatori pastorali ed educatori.
"Maria Luana è una ragazza straordinariamente normale con tanti sogni e progetti, come tante ragazze della sua età. Si è appena laureata in psicologia e ha una voce meravigliosa. All’età di ventuno anni entra a far parte della grande famiglia Frammenti di Luce, nel coro. Esegue numerosi concerti in Italia, incide cd e dvd come solista. Poi Luana scopre di avere un tumore al seno, un male che la porterà in pochi anni alla morte; un male che segnerà l’ultima parte della sua vita di donna e di credente. In questo libro è raccontata la sua storia. La storia di una ragazza che tra una terapia, una chemio, interventi chirurgici e quasi cento concerti in tutta Italia, ha lottato ma ha anche consegnato la sua vita a Dio. Il sorriso dei giorni migliori e la voglia di vivere non l’hanno mai abbandonata. Completano il volume i suoi quaderni, le sue meditazioni, scritte durante gli esercizi spirituali. Parole che lasciano senza fiato… come la sua voce…. Allegato al volume ci sarà un cd musicale con le canzoni del coro."
La Chiesa cattolica negli Stati Uniti è oggi la prima chiesa del Paese per ordine di fedeli. Dopo una prima immigrazione irlandese risalente agli anni Quaranta dell'Ottocento, è stata una seconda ondata prevalentemente italiana, a cavallo tra XIX e XX secolo, ad alimentare il numero di fedeli cattolici. Il volume porta alla luce una parte della storia di questa emigrazione, focalizzando la propria attenzione sulle religiose italiane e sugli ordini femminili religiosi cui dettero origine. Un tassello di storia di genere, dunque, che consente di arricchire la storia della relazione tra cultura maschile e femminile in ambito confessionale.
La teoria dell'evoluzione ha cambiato per sempre il nostro modo di concepire la vita sulla Terra, eppure il maestoso edificio costruito da Darwin non fu esattamente un viaggio rettilineo dal mito alla scienza: funzionò in realtà quasi per miracolo - tra errori, equivoci e imprecisioni - almeno fino alle scoperte di Mendel sui meccanismi dell'eredità biologica. A sbagliare, però, Darwin fu in ottima compagnia. Lord Kelvin, uno dei più grandi scienziati della seconda metà del diciannovesimo secolo, sostenne perentoriamente che la Terra non poteva essere più vecchia di qualche milione di anni; Linus Pauling, fondatore della biologia molecolare e due volte premio Nobel, propose un modello del DNA del tutto errato perché temeva di essere battuto sul tempo dai colleghi; l'astrofisico Fred Hoyle definì sarcasticamente "Big Bang" l'esplosione che dette origine all'Universo perché non vi credeva (ma era lui ad avere torto). Einstein stesso volle elaborare una teoria generale delle forze naturali senza tener conto della meccanica quantistica semplicemente perché non l'aveva mai studiata. "Un genio non sbaglia. I suoi errori sono cercati e sono l'anticamera delle scoperte" diceva l'Ulisse di Joyce e ci ricorda Mario Livio in questo nuovo saggio; un viaggio al cuore del pensiero scientifico attraverso gli scivoloni di cinque menti eccelse indotte in errore da vanità, ambizione o eccessiva fiducia in sé.