Bussa alla nostra porta, viene dal Sud del mondo, è il diverso. Mentre il dibattito pubblico parla di “clandestinità”, si riscopre qui il messaggio più intimo della Bibbia, quello che considera lo straniero come “luogo divino”. Non una minaccia ma, all’opposto, la porta che spalanca la relazione dell’uomo con l’Altissimo. In un percorso lucido e accessibile, Carmine Di Sante accosta alla tradizione ebraica la recente riflessione filosofica per giungere ad affermare e giustificare quanto molti hanno solo intuito: che negli occhi di chi ci chiede aiuto possiamo trovare il senso profondo della nostra esistenza.
Destinatari
Studenti, religiosi, un pubblico interessato alla cultura biblica e al confronto.
L’autore Carmine di Sante ha studiato teologia presso Istituto Teologico di Assisi, si è specializzato in Scienze Liturgiche al Pontificio di Sant’Anselmo di Roma e si è laureato in Psicologia all’Università La Sapienza di Roma. Ha insegnato all’Istituto Teologico di Assisi e ha lavorato come teologo dal 1980 al 2000 al SIDIC (Service International de Documentation Judéo-Chrétienne) di Roma, un centro fondato dopo il Concilio Vaticano II per promuovere l’applicazione della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate n. 4 e per favorire il dialogo ebraicocristiano.Tra i suoi volumi, alcuni tradotti in varie lingue, ricordiamo: Parola e terra. Per una teologia dell’ebraismo (Cittadella, 2011); L’uomo alla presenza di Dio. L’umanesimo biblico (Queriniana, 2010); La morte finestra sull’esistenza (Cittadella, 2010); La preghiera d’Israele. Alle origini della liturgia cristiana (Marietti, 2009); L’umano buono e i vizi capitali (Cittadella, 2009).
Confrontando il pensiero ebraico-cristiano con il pensiero greco, l'autore offre una riflessione sul tema della responsabilità indeclinabile, portando il lettore a una riscoperta della dimensione e priorità del dono e del gratuito.
Famiglie, scuole, istituzioni e chiese pongono sempre più al centro della loro attenzione la formazione e l’educazione delle nuove generazioni. Come trasmettere valori e ideali condivisi in una società dai cambiamenti rapidi e sconvolgenti dove i legami con la tradizione si sono infranti e l’ipertrofia dell’io minaccia la compagine sociale e la solidarietà che, della compagine sociale, è il fondamento? L’autore di queste pagine si confronta con la crisi educativa in atto attingendo al patrimonio biblico e individuando un nuovo paradigma fondato sulla relazione d’amore gratuita.
Bibbia e filosofia, Gerusalemme e Atene: di questi due universi concettuali, senza i quali non si comprenderebbe nulla della cultura occidentale, il primo è quello più rimosso e ignorato a causa dell’antigiudaismo cristiano e soprattutto a causa del fenomeno della «ellenizzazione» che ha letto le scritture ebraiche con il logos greco. Proponendo una «teologia dell’ebraismo», come vuole il sottotitolo del saggio, l’autore di queste pagine individua nel concetto di «natura» la forza seducente dell’ellenizzazione e restituisce priorità alla categoria biblica dell’alleanza o relazione di alterità irriducibilmente altra: «Relazione di alterità è quella che disegna tra Dio e l’uomo un genere di rapporto dove l’iniziativa divina ha il carattere di chiamata e il suo effetto è il sorgere davanti a Dio dell’uomo non come sua partecipazione ma come suo interlocutore, come interpellato a dare una risposta. Così l’uomo […] viene promosso a partner di Dio, che gli affida la cura del mondo, a luogo-tenente di Dio, che lo incarica del buon governo della creazione» (dalla Presentazione di Armido Rizzi).
Carmine Di Sante si è specializzato in Scienze liturgiche al Pontificio Istituto S. Anselmo di Roma, si è laureato in psicologia all’Università La Sapienza di Roma e ha lavorato come teologo dal 1980 al 2000 al SIDIC di Roma.
Alla luce del Dio biblico amante dell'uomo, la morte - più che il momento finale della vita - è la finestra attraverso la quale comprendere la vita.
Come individuano le Scritture ebraico-cristiane ciò che costituisce l’essere umano veramente tale e ciò che al contrario lo disumanizza? Un breve trattato sulla concezione biblica dell’uomo, che trova le sue coordinate nella categoria di alleanza e nell’evento dell’incarnazione. Un saggio che illustra la specificità irriducibile della prospettiva biblica nel contesto delle molteplici interpretazioni dell’umano fornite oggi dalla filosofia e dalle scienze.
Dalla quarta di copertina:
Cosa vuol dire essere uomo? Quando l’uomo è veramente essere umano? In cosa consiste la sua humanitas? Cosa fare perché l’uomo sia (o torni ad essere) umano? A queste domande, al centro della celebre Lettera sull’umanismo di Heidegger (1946), l’Autore, teologo e saggista, risponde attingendo alla sapienza biblica.
Ne risulta un breve trattato dell’umanesimo biblico, che trova le sue coordinate nella categoria dell’alleanza e nell’evento dell’incarnazione di Gesù il Cristo, e che viene illustrato nella sua specificità irriducibile nel contesto delle molteplici prospettive interpretative dell’umano.
Superbia, gola, lussuria, avarizia, ira, invidia, accidia. Ma l'uomo è vizio" o "sette ovlte buono" come afferma la Bibbia? "
Il linguaggio trinitario appare quasi sempre incomprensibile al punto che, se dovesse scomparire dai testi liturgici e dogmatici, il fatto passerebbe probabilmente inosservato. Questo libro decostruisce tale modo di pensare. Né rompicapo che compromette la logica matematica né realtà insignificante che non aggiunge nulla alla fede cristiana, il linguaggio trinitario è il linguaggio dell'amore divino nel quale e dal quale siamo ospitati. Che narra di un Dio che è apertura, relazione e comunione. Relazione e comunione di alterità sempre feconda, aperta al terzo e alla pluralità. Il Dio trinitario è il Dio il cui essere è di essere-pre-l'altro. È il Dio amore: che è Amore e promuove l'amore. Non L'amore di eros che, forza ed energia, irresistibilmente tutto attira a sé bensì l'amore di bontà o benevolenza che accoglie ed ospita e chiama ad accogliere ed ospitare.
Un'indagine su ciascuno dei dieci comandamenti in cui si cela la grandezza del monoteismo ebraico-cristiano. Tra tutte le parole dei dizionari e delle enciclopedie, dieci, per la Bibbia, sono le piu assolute e incontestabili. Consegnate da Jhwh a Mose sul monte Sinai e incise su tavole di pietra, simbolo di cio che permane al di la dello scorrere del tempo e della storia, le prime cinque sono svelative del divino come amore gratuito e incondizionato, le altre cinque istitutive dell'umano come possibilita di amore ugualmente gratuito e incondizionato. Di queste dieci parole, conficcate nella coscienza umana e mai cancellabili definitivamente perche non provenienti dalle sue profondita ma da altrove, l'autore ricostruisce la genesi e i contenuti alla luce del testo biblico originario, ritrovandone la potenza di senso capace di parlare anche all'uomo postmoderno.
Fra tutti i cambiamenti in atto nessuno è più sconvolgente di quello che riguarda l'ambito relazionale: sessualità, coppia, matrimonio e famiglia. Assumendo queste radicali trasformazioni, l'autore le ripensa attingendo al patrimonio biblico ebraico-cristiano custode di un sapere - il sapere dell'alterità - che ridefinisce l'io da identità a responsabilità e che, nella rivoluzione in atto, oggi più che mai si propone come possibilità inedita e liberante.
Una ricostruzione della trama narrativa, simbolica, teologica di quella Grande Storia che e la Bibbia. La Bibbia come parola amicale di Dio, ma soprattutto come storia - la Grande Storia - della'amore di Dio per l'uomo attraverso la vicenda di un gruppo di ebrei liberati dall'oppressione egiziana nel 1300 circa a.C. E attraverso la vicenda di uno dei suoi figli piu straordinari, Gesu di Nazareth. Di questa Grande Storia, intesa nel duplice senso di racconto e di evento, l'autore ricostruisce la trama narrativa, simbolica e teologica, individuando i grandi temi o nuclei - esodo, deserto, monte e terra promessa per il Primo Testamento; passione, risurrezione, spirito e missione per il Secondo Testamento - che continuamente generano e rigenerano il lessico cristiano in forme sempre nuove e feconde.
'Cena del signore', 'frazione del pane' 'eucaristia', 'sacrificio', 'anafora', 'liturgia', 'messa', 'riunione', 'colletta': questi i nomi con i quali, da duemila anni, è conosciuto e tramandato il rito per eccellenza della tradizione cristiana. Con mano sapiente l'autore di queste pagine ci porta alla riscoperta di queste parole arcane guidandoci all'interno dell'edificio rituale cristiano in un percorso ideale affascinante di 'dieci stanze'.