Chi sono oggi i musulmani? In che cosa si differenzia la loro tradizione religiosa rispetto a quella cristiana? Nel ripercorrere la storia, i principi del credo, i precetti del culto, sino alle forme e alle correnti del pensiero religioso islamico, il libro fa emergere le contraddizioni di un universo tutt'altro che monolitico. Un universo assai diversificato a seconda delle aree geografiche, oggi diviso tra modernizzazione e radicalismo, ma destinato a giocare un ruolo di primaria importanza.
L'appassionante racconto delle campagne archeologiche dell'antico Oriente da metà Ottocento a oggi, dalla decifrazione delle due scritture più antiche dell'umanità alle prime epiche imprese alla ricerca di Ninive, alle grandi scoperte nella Valle dei Re a Tebe, da Ebla, Qatna e Aleppo in Siria a Nimrud e Sippar in Mesopotamia, a Troia e Hattusa in Anatolia, ad Abido e Amarna in Egitto, fino a Gerusalemme in Palestina.
":Siamo ancora in grado di custodire e alimentare il buon seme della fede. Lo dimostra tanto la perseveranza di chi nella quotidianità: rimane saldo nei principi religiosi, quanto la presenza di alcuni che hanno saputo vivere con particolare pienezza le virtù: cristiane. Il presente volume è: dedicato a uno di questi testimoni, Chiara Badano": (dalla presentazione di mons. Pier Giorgio Micchiardi, già: vescovo di Acqui). La breve vita di Chiara Luce attraverso i ricordi dei testimoni che hanno sostenuto la sua causa di beatificazione. Una storia di fede intensa, che apre a riflessioni profonde e illumina la strada della fede come una scia luminosa.
Il presente manuale si prefigge, pur nei limiti intriseci di un testo istituzionale, di evidenziare le peculiarità dell'ordinamento dell'Unione. Il volume intende offrire non tanto un'analisi esaustiva del modo di funzionare dell'Unione e del suo apparato istituzionale, quanto una disanima degli aspetti più interessanti e innovativi di un ordinamento tuttora in via di evoluzione, preoccupandosi di promuovere una comprensione dei suoi tratti caratteristici. Pertanto, prende in esame solo le peculiarità essenziali delle istituzioni e degli organi dell'UE, dei loro atti e delle relative procedure di adozione, approfondendo invece gli aspetti relativi al riparto delle competenze tra l'Unione e gli Stati membri, all'integrazione delle lacune dell'ordinamento comunitario ad opera della Corte di giustizia, con particolare riferimento alla tutela dei diritti dell'uomo, e alla collaborazione tra giudici dell'Unione e giudici nazionali. Tutte queste tematiche sono analizzate facendo ampio riferimento alle decisioni della Corte di giustizia che sono commentate con la finalità di far comprendere quale ruolo esse abbiano esercitato nonché le incertezze e i ripensamenti che talvolta le hanno caratterizzate. Nella sua ultima parte il volume analizza dettagliatamente due materie, la cittadinanza europea e l'azione esterna che, con il Trattato di Lisbona, hanno acquisito caratteri nuovi modificando rilevantemente i connotati dell'Unione sia nel suo ambito interno che nei suoi rapporti internazionali.
"Un mattino di settembre presi il sacco e uscii di casa senza voltarmi indietro. La mia meta stava a sud, un sud così perfettamente astronomico che sarebbe bastata la bussola a raggiungerlo. Era la punta meridionale dell'Istria, un promontorio magnifico sui mari ruggenti di Bora, regina dei venti d'inverno, e di Maestrale, che è il più glorioso dei venti d'estate. Una scogliera talmente ideale che è stata battezzata 'Capo Promontore' (Premantura in lingua croata). Un luogo che tutti i lupi di mare sanno riconoscere traversando l'Adriatico." Sette giorni per arrivare da Trieste a Promontore raccontati ai giovani lettori letteralmente passo dopo passo da un camminatore d'eccezione: Paolo Rumiz. Una narrazione che apre finestre su molti temi: le frontiere da attraversare, i confini che cambiano, la guerra dei Balcani, gli animali selvatici che si incontrano, l'orientamento con le stelle, le mappe. Ma soprattutto una riflessione sull'importanza di camminare: esercizio che abbiamo dimenticato, sostituendo sempre più spesso i viaggi virtuali a quelli reali. Una guida precisa da seguire, una lettura che diventa occasione di approfondimento e un testo che può ispirare altri viaggi e altri itinerari. Età di lettura: da 11 anni.
La prima volta che Teresa li vede stanno facendo il bagno in piscina, nudi, di nascosto. Lei li spia dalla finestra. Le sembrano liberi e selvaggi. Sono tre intrusi, dice suo padre. O tre ragazzi e basta, proprio come lei. Bern. Tommaso. Nicola. E Teresa che li segue, li studia, li aspetta. Teresa che si innamora di Bern. In lui c'è un'inquietudine che lei non conosce, la nostalgia per un'idea assoluta in cui credere: la religione, la natura, un figlio. Sono uno strano gruppo di randagi, fratelli non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, carichi di nostalgia per quello che non hanno mai avuto. Il corpo li guida e li stravolge: la passione, la fatica, le strade tortuose e semplici del desiderio. Il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. E la campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent'anni, quattro vite, un amore. Coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l'altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto del mondo.
Personalità di rilievo della Democrazia cristiana e uomo delle istituzioni (al governo ininterrottamente dal 1966 al 1981), Adolfo Sarti ha prodotto più di trenta annate di diari - una preziosa e ricchissima fonte d'archivio rimasta sinora inedita che racconta in modo dettagliato e interno le vicende del partito di maggioranza e la storia dell'Italia repubblicana. Questo volume - focalizzato sugli anni che vanno dal secondo dopoguerra alla strage di Piazza Fontana e all'esplosione del cosiddetto «autunno caldo» - costituisce la prima parte di un lavoro storiografico dedicato a Sarti e analizza gli snodi fondamentali della storia nazionale ricostruendoli a partire dal peculiare punto di vista del politico cuneese, caratterizzato da un insistente richiamo alla categoria della crisi. Per lunghi tratti della sua carriera politica, la democrazia repubblicana gli appare, infatti, fragile e costantemente orientata verso ipotesi di trapassi di regime - declinati variamente nei termini di una seconda Repubblica, una Repubblica presidenziale, un colpo di Stato. Una visione non di rado drammatica che appare in diverse circostanze largamente condivisa da una parte significativa della classe dirigente nazionale.
Lui è un uomo che vive di espedienti e raggiri e, proprio causa di uno dei mille nomi falsi che usa, la polizia lo scambia per un criminale e lo arresta. Due mesi dopo esce dal carcere, ma ormai ha perso tutto: la sua casa e lo studio dentistico dove praticava la professione di cavadenti abusivo sono stati, sempre abusivamente, occupati. Come se ciò non bastasse, deve 70.000 euro a un usuraio e due robusti criminali gli danno la caccia per riscuoterli. Ha solo qualche banconota in tasca e tre settimane per procurarsi il denaro - in caso contrario perderà i suoi attributi! Decide così di ripresentarsi a casa di Marta, la moglie che aveva abbandonato insieme alle loro due figlie, Elisa di sedici anni e Lucia di quasi nove. Conta sulla sua compassione per convincerla a farsi dare dei soldi, nonostante lei fatichi a mantenere se stessa e le figlie, e nello stesso tempo spera che il padre, gravemente malato (e con il quale non ha rapporti da anni), muoia e gli lasci l'eredità che lo renderebbe ricco. Nell'attesa, inizia a svolgere qualche lavoretto - estorsioni, per lo più - per un tale che ha conosciuto in galera, ma quello che riesce a recuperare è sempre troppo poco. Ci vorrebbe un colpo grosso, l'aggancio giusto, che un giorno arriva davvero... Passerà sopra i sogni delle figlie pur di portare a termine la sua missione e salvare la pelle? Zardi ci mette davanti a un protagonista incorreggibilmente scorretto, sempre curioso e quasi candido nel perseguire il proprio tornaconto, i propri bisogni e desideri. Un "cattivo simpatico", con cui ci troviamo, nostro malgrado, a solidarizzare.
Perché la scienza non ha potuto prescindere dagli algoritmi, e da quanto tempo il calcolo è entrato prepotentemente in ogni settore della nostra vita? Che cosa può e che cosa non può essere automatizzato? La matematica possiede sempre e comunque le qualità che le sono generalmente attribuite, come l'utilità, l'armonia o l'efficacia in ogni sua applicazione? Questo libro offre una risposta penetrante e articolata a domande che appaiono oggi ineludibili. Zellini le affronta con un rigore e con una misura che fanno emergere con evidenza tutto l'interesse scientifico del pensiero algoritmico, come pure il carattere virtualmente apocalittico di ciò che appare ormai un dominio incontrastato del calcolo digitale. Se non si vogliono ignorare i princìpi di libertà e di responsabilità, non si può rimanere estranei o indifferenti alla diffusione di una scienza che si ispira a un criterio fondamentale di effettività e di efficienza meccanica, ultimo fondamento e pietra angolare del calcolo, ma anche causa di inevitabili pregiudizi e travisamenti.
Il Vaticano II ha affermato il carattere universale della vocazione cristiana e le assemblee sinodali successive hanno mostrato l'importanza delle diverse forme vocazionali: laicale, sacerdotale e consacrata. Tuttavia, i processi culturali della modernità hanno portato, soprattutto le nuove generazioni, a sentire la parola «vocazione» distante dalla vita. La cultura del provvisorio ha reso assai difficile prendere decisioni «per sempre». Per questo è necessario riscoprire il senso antropologico e teologico della vocazione, che si realizza sempre nell'assumere una concreta forma di vita all'interno della comunione ecclesiale. Il volume affronta queste problematiche alla luce della circolarità tra il concetto di vocazione e quello di forme della vita cristiana o «stato di vita», cercando di sviluppare un confronto con le diverse posizioni teologiche in proposito e, in particolare, con il pensiero di Hans Urs von Balthasar.
Un bellissimo faro sul mare e tre settimane di vacanza. Per quattordici ragazzi sta per iniziare un'estate magnifica. Un'estate di amicizie, amori e anche piccoli dissapori. Ognuno di loro ha una storia diversa alle spalle, una ferita da nascondere, un segreto da custodire. Come Samuele, sempre pronto ad attaccare briga con tutti; o Fran, che è così timida da non riuscire a parlare con nessuno; o ancora Ahmed, il ragazzo scappato dalla guerra... E poi c'è Lin, tredici anni e un numero di assenze ingiustificate sufficiente a farsi cacciare da scuola. Dalla vita ha imparato due cose: la prima è che non bisogna mai abbassare la guardia, la seconda è che non ci si può fidare di nessuno. Per questo Lin preferisce starsene per conto proprio piuttosto che fare amicizia con i compagni. Ma una scoperta nella cava di pietra ai piedi del faro cambia tutto: uno strano graffito che mette Lin sulle tracce di una misteriosa e romantica storia d'amore. E così, tra calde giornate d'agosto e meravigliose notti stellate, Lin avrà bisogno di tutto l'aiuto dei suoi amici per riallacciare gli ingarbugliati fili del passato, scoprire la verità e vivere un'avventura che la cambierà per sempre.
I miti sono quel che resta dopo la dimenticanza, la rovina, il tempo che passa. Per questo sono eterni, perché sono al fondo di noi. Paola Mastrocola ha trovato una misura miracolosa per raccontarci una volta ancora queste storie infinite: nelle sue pagine la ricchezza e la leggerezza s'incontrano per la gioia pura del lettore, parlando in fondo dell'amore e basta. L'amore per un uomo, una donna, un fiume, una stella. La nostra porzione illuminata, il punto in cui alla nostra vita tocca ancora una parte del divino. L'amore per il mondo, così com'è. Dentro ogni storia c'è una domanda, che va dritta al cuore. In quale forma dobbiamo amare? E la bellezza si può rapire? Si può, amando, non conoscere l'amore? E quanto conta una promessa? E perché a una certa età che chiamiamo giovinezza abbiamo voglia di non concederci a nessuno, e giocare, e stare a mezz'aria, in volo? Le domande pungolano il mito, lo piegano a parlare da sé. Il racconto seduce con la sua forza, muovendosi con naturalezza dal passato al presente, in un tempo indifferenziato, inanellando dialoghi senza virgolette, parole che restano nell'aria. Storie che si richiamano e si inseguono, componendo un unico romanzo. L'amore, come lo raccontano i Greci, è struggente. Non è un sentimento, è di più: è la forza che lega insieme il tutto, il nodo che ci stringe, il cielo che ci sovrasta: ciò che ci determina, ci toglie la libertà ma ci dà senso, nutre la nostra più profonda sostanza di esseri umani transitori, così attaccati alla vita.