Nell'era dell'attesa ossessiva di un "like" che esalti l'ego, era nella quale l'"io" sembra neanche più intravedere il "tu", tutto diventa pressoché irrilevante se non viene confermato dallo "share", dalla certificazione di essere stati riconosciuti, osannati, acclamati... Ma è questo il vero successo? L'uomo lo raggiunge davvero se, inseguendolo e cercando la propria autocelebrazione, dimentica l'"altro da sé"? Paola Versari, con la sua esperienza di psicoterapeuta, quasi avesse in mano un pennello da artista, dipinge l'attuale, imperante cultura narcisistica, la quale, identificando il successo nella triade "celebrità-potere-denaro", finisce per costituire una mera illusione, un insidioso auto-inganno, piuttosto che il veicolo per il raggiungimento di un'autentica realizzazione esistenziale. Il pensiero del grande psichiatra austriaco V. E. Frankl - sopravvissuto ai campi di concentramento e che è stato capace di trovare un successo esistenziale nei luoghi di dolore - fa da traino a questo testo e aiuta a comprendere come solo dedicando la propria vita a un compito e all'incontro con l'altro sia possibile pervenire al successo autentico. Una tale consapevolezza, il riconoscere e il vivere il vero successo, aiutano a ribaltarne il senso comune. È unicamente il successo autentico che apre alla vita vera, a quella che appaga pienamente e regala attimi di felicità ineludibili, pregni di un significato che non conosce inganno.
La liturgia è come un pozzo al quale attingere, come da una sorgente, l’acqua viva della salvezza. Ma come poter abbeverarci, senza nulla con cui attingere? La convinzione che anima le pagine di questo saggio è che la coppa attraverso cui abbeverarci dello Spirito sia nient’altro che la nostra umanità, fatta di sensi e di sentimenti. Portando noi stessi al pozzo della liturgia, noi facciamo del nostro corpo il luogo dell’incontro: un incontro sensibile allo Spirito, che accende di luce i sensi del corpo e di amore i sentimenti del cuore. Il breve viaggio alla scoperta dell’importanza dei sensi e dei sentimenti nella liturgia ci conferma di quanto il modello liturgico scaturito dalla riforma del Concilio Vaticano II sia ancora tutto da scoprire e valorizzare, nelle sue ricchezze e nelle sue potenzialità.
Il commentario esegetico-teologico proposto guida il lettore nella conoscenza del secondo Vangelo, fornendo indicazioni di tipo linguistico e storico, accompagnate da riflessioni esegetiche e approfondimenti di tipo teologico e narrativo, in dialogo con gli studi e le metodologie più recenti. Il commentario propone l’analisi di tutti gli episodi del Vangelo, letti nel loro contesto più ampio e valutati nella loro funzione narrativa in relazione all’intero racconto. Una snella introduzione aiuta inoltre a reperire le competenze necessarie per affrontare l’analisi del testo, che è effettuata secondo una metodologia di tipo narrativo, per accompagnarlo passo dopo passo alla scoperta del Vangelo di Marco, trattato anzitutto per quello che è: un racconto avvincente e misterioso, capace di creare «un mondo di conflitti e suspense, di enigmi e segreti, di domande e rovesciamenti delle evidenze, d’ironia e di sorpresa» (C. Focant).
I contadini alla fine dell'inverno spargevano cenere sul terreno per offrire nuovo vigore alla terra. La vita, non di rado, cosparge sulla propria storia la cenere della ferita, della sconfitta e dei muti silenzi, ma inaspettatamente nuove energie esplodono, nuovi cammini iniziano.
La storia della scienza offre una prospettiva unica da cui osservare alcune delle sfide intellettuali più ambiziose degli ultimi cinque secoli. Rilevando l'intreccio tra scienza, istruzione e sviluppo, può anche aiutarci a capire come utilizzare meglio la scienza e la tecnica di oggi. Il libro offre al lettore un primo sguardo sulla storia della scienza, proponendo una guida rapida ai classici del settore e alcune riflessioni sui rapporti attuali tra scienza e società.
Il saggio offre una presentazione critica di tutta la produzione musicale di Roberto Vecchioni, dagli esordi all'ultimo album "L'infinito", in uscita nell'autunno 2018. Il cantautore milanese nei suoi cinquant'anni di attività artistica ha ripercorso con profondità e lucidità i temi fondamentali dell'esistenza, dall'amore all'amicizia, dalla riflessione esistenziale e religiosa alla polemica culturale e politica. Dall'analisi attenta di Jachia, amico e collaboratore di Vecchioni, emerge con forza, da un lato, il vastissimo reticolo artistico e letterario – con citazioni da film, leggende, romanzi, poesie – che innerva i testi di Vecchioni e, dall'altro, la profonda ricerca spirituale che li caratterizza.
Il libro parla del dolore.
Non per offrire una soluzione o una via di fuga: al discepolo la sofferenza non è evitata.
E nemmeno la Bibbia offre una soluzione univoca e condivisa.
Dobbiamo arrenderci all’evidenza: la sofferenza è un mistero che ci sfugge, nella sua complessità.
Eppure possiamo provare a riflettere, a mettere in gioco la conoscenza e la dignità, l’intelligenza e il ragionamento, perché così vuole il nostro Dio.
Nonostante tutto, Dio è buono.
Nonostante tutto, possiamo amare.
Nonostante tutto, la vita è straordinaria.
Perché esistono il dolore e la sofferenza? Paolo Curtaz riflette su uno dei grandi misteri della vita di ogni persona.
La sofferenza, specie la sofferenza dell'innocente, è l'unica seria obiezione all'esistenza di un Dio buono e compassionevole e, da sempre, rappresenta un problema serio per chi accoglie il volto del Padre che Gesù ci ha svelato. Perché soffriamo? A cosa serve il dolore? Questo saggio riflette, con semplicità , sulla sofferenza, interrogando la Parola di Dio, senza voler dare una risposta esaustiva che la Bibbia stessa non offre. Paolo Curtaz, uno degli autori spirituali più apprezzati e originali di questi anni, porta in questo volume intenso e profondo vicende personali e di altre persone segnate dal dolore, senza nessuna pretesa di dare risposte scontate, ma con il desiderio di seguire le poche tracce di luce che emergono dalla riflessione biblica e dall'esperienza di chi è passato attraverso la sofferenza riuscendo a scorgere una prospettiva di speranza.
Tra i più citati ma meno noti “grandi codici dell’umanità”, il Corano occupa oggi un posto di rilievo in un confronto-scontro di civiltà nel quale prevale inesorabilmente l’aspetto mediatico e, quindi, semplicistico. Testo sacro per oltre un miliardo e mezzo di persone, il suo stile allusivo e frammentato può disorientare o scoraggiare anche i lettori più volonterosi; proporne una breve antologia aiuta dunque a sapere ciò che vi si afferma davvero su temi molto dibattuti e spinosi – come quello della violenza o della condizione femminile –, ciò che invece non vi compare – come la lapidazione e la circoncisione maschile – e ciò di cui non ci si aspetterebbe la presenza ma c’è – come l’enfasi sul tema della pace e del perdono, sulla gentilezza e la benevolenza. Il volume accompagna quindi in un viaggio alla scoperta di un messaggio che risuona da oltre quattordici secoli ma che, paradossalmente, resta in gran parte ancora da esplorare.
Rispettare gli altri nelle diverse situazioni, essere gentili, conoscere non solo i propri diritti, ma anche i doveri: perché "la regola fa parte del gioco". Le regole servono per crescere e vivere bene insieme agli altri, anche se spesso è difficile farsi ascoltare dai bambini. Regoliamoci è una compilation con 8 canzoni, complete di basi musicali, tutte sull'argomento. Oggi è cambiato l'approccio educativo e spesso non è facile trasmettere ai bambini le regole di comportamento. Per dare una mano a insegnanti e genitori, proviamo anche con la musica: magari così il messaggio arriva!
Per il concetto di "secolarizzazione" è tempo di bilanci. Introdotto in origine per indicare il passaggio di beni e persone della sfera sacra e quella profana, si è trasformato nei secoli quasi in un sinonimo di "modernizzazione" (slittamento non sempre condiviso dalla comunità scientifica oggi). Attorno a tutto ciò ha preso forma una raffinata teoria filosofica e teologica della secolarizzazione. Paolo Costa ricostruisce per la prima volta sistematicamente gli sviluppi avvenuti, che - specie nelle versioni più recenti - configurano un vero e proprio mutamento di paradigma. E lo fa analizzando il contributo di studiosi esemplari come H. Blumenberg, D. Martin, C. Taylor, H. Joas, T. Asad, M. Gauchet, J. Habermas e G. Vattimo. Il risultato dell'indagine è una fotografia nitida, che mette a nudo sia l'urgenza della questione storica sottostante al tema "secolarizzazione", sia i limiti strutturali dell'apparato concettuale su cui ha fatto leva la prospettiva teorica che ha prevalso fino a pochi decenni fa. Ne risulta, alla fine, una mappa indispensabile per orientarsi criticamente in uno dei dibattiti cruciali della contemporaneità.
«L'anno in cui l'uomo andò sulla luna e in cui i ragazzi americani si diedero convegno a Woodstock per tre giorni di 'pace e musica'. L'anno di Lavorini e Jan Palach, quello della strage di Piazza Fontana e quello in cui i Rolling Stones tuonavano contro la guerra in Vietnam con "Gimme Shelter". L'anno del "Satyricon" di Fellini e della strage di Bel Air ad opera dei seguaci di Charles Manson. Si parla sempre del 1968 come anno chiave del cambiamento. E lo è stato. Ma il 1968 è il simbolo di qualcosa iniziata nel 1967 e proseguita nel 1969, senza soste, come se si trattasse di un unico lunghissimo anno rivoluzionario. Conti mette insieme le tessere, componendo un mosaico affascinante, romantico, drammatico al tempo stesso. E lo fa con una prosa semplice e avvincente, facendoci viaggiare indietro nel tempo tra musiche, film, spettacoli, cronaca, politica e costume. Provando così anche a farci capire meglio chi siamo oggi.» (Ernesto Assante, "la Repubblica"). Il racconto di un anno straordinario in cui il mondo è cambiato: i film, i dischi, i libri, la cronaca, la politica, il calcio, i concerti, la rivolta, i sogni, la rabbia, la vita di ogni giorno.
Il gesuita Isaac-Joseph Berruyer (1681- 1758) ci ha lasciato un’imponente produzione di parafrasi commentate della Sacra Scrittura che, se hanno ottenuto all’epoca un grande successo, sono state anche attaccate e condannate da Roma. Ricostruendo il dibattito suscitato dalle opere di questo esegeta “paradossale”, senza pretendere di esaurire la figura di Berruyer e della sua ricezione, questo studio si propone di affrontare la storia della sua censura e le modalità di costruzione della stessa.