La questione di "chi è il filosofo?" ha certamente un rapporto con il tipo di filosofia che ciascun pensatore sceglie o elabora, eppure si riferisce ad un oggetto diverso da quello delimitato dalla domanda: "che cos'è la filosofia?". È una domanda esistenziale (che senso ha essere filosofo?), antropologica (perché l'uomo si dedica alla filosofia?), etica (come deve essere un buon filosofo, che responsabilità ha?). Rispondere a questi interrogativi ha la sua utilità sia per coloro che in qualche modo già hanno intrapreso la "carriera" filosofica, o desiderano farlo, sia per coloro che si sono sempre chiesti perché c'è chi si dedica alla filosofia, forse spinti dalla preoccupazione per la salute mentale di qualche parente stretto. Nell'intraprendere questa indagine è inevitabile rivolgersi ai giganti della storia del pensiero occidentale sulle cui spalle noi, nani, da secoli tentiamo di salire per vedere più lontano, e in particolare a colui che ha elaborato la prima analisi approfondita sulla questione: Platone. Il punto di partenza obbligato è un piccolo rompicapo che due dialoghi platonici, il Sofista e il Politico, pongono al lettore.
Norberto Bobbio è figura di straordinario e ineguagliato spessore nel panorama del pensiero politico e giuridico novecentesco. Ha fatto dei tre temi più trascurati dalla cultura politica postrisorgimentale - pace, diritti, democrazia - l'oggetto principale della sua opera, coniugando una rigorosa concezione proceduralistica della democrazia a una costante riflessione sui valori e gli ideali della vita associata. I suoi contributi specialistici alla teoria generale del diritto e della politica hanno fatto scuola, consacrandolo in Italia come il maggiore studioso di Hobbes e di Kelsen. Con la sua opera si è confrontato tanto con i protagonisti del dibattito intellettuale italiano del Novecento, da Benedetto Croce ad Antonio Gramsci, che con i classici contemporanei della scienza politica, da Gaetano Mosca a Vilfredo Pareto, ed è stato interprete anche dell'altra Italia, l'Italia civile fustigatrice della miopia e del malcostume nazionale, la patria di Cattaneo, Salvemini, Gobetti. Su questa base eclettica e articolata, Bobbio ha proposto un proprio coerente 'profilo ideologico' del Novecento ed è divenuto un classico lui stesso. In questo volume Pier Paolo Portinaro ne ripercorre gli studi, il pensiero, il prezioso magistero.
La città è il luogo storico di concentrazione della domanda di energia. Nel succedersi delle forme di organizzazione sociale che hanno segnato il corso della storia, i consumi energetici si sono addensati, in modi e quantità differenti nel tempo e nello spazio, in quei luoghi particolari che sono le città. La città è sempre stata quindi il luogo specifico, fisicamente ristretto e per un lunghissimo periodo anche nettamente circoscritto, del territorio umanizzato in cui si sono variamente dispiegati gli usi energetici ed i loro effetti sull'economia, sull'ambiente, sulla cultura e sulla società in generale. Se questa considerazione sembra ovvia, meno scontate sono invece le implicazioni e conseguenze di tale fenomeno, specialmente se traguardate attraverso l'imponente valenza da questo progressivamente assunta fino ai nostri giorni. Appare in ogni modo palese che, a fronte di una relazione intrinseca universalmente e incondizionatamente riconosciuta, il rapporto energia/città, nelle sue complesse articolazioni, viene ampiamente trascurato. Il libro propone un esame di alcuni elementi di tale rapporto, in particolare per quanto riguarda le relazioni tra consumo di energia e organizzazione fisica e funzionale degli insediamenti urbani analizzando quindi le posizioni operative in merito.
In un contesto storico-politico come quello attuale, sembra indispensabile poter risalire alle origini della storia italiana. In questo volume, composto di tre parti, partendo dalle origini del marxismo in Italia, vengono affrontati sia gli aspetti metodologici e genetici della teoria della conoscenza scientifica ispirata dal marxismo, sia i rapporti tra la scienza economica e quella sociologica nelle elaborazioni marxiane originarie, al fine di rinnovare la critica all'economia politica.
Si chiamava Francesco, della nobile famiglia Possenti di Assisi, dove nacque nel 1838. A 18 anni, dopo molte incertezze, lascia la famiglia e la città di Spoleto dove era cresciuto ed entra tra i religiosi Passionisti. Amava in modo particolare la Madre del Signore. Alla professione volle chiamarsi Gabriele dell'Addolorata in suo onore. Dopo appena sei anni di vita religiosa, il Signore lo chiamò a sé nel fiore degli anni, alla vigilia dell'Ordinazione sacerdotale. Il 2008 segna il primo centenario della sua beatificazione dichiarata da Pio X nel 1908. San Gabriele è chiamato con diversi appellativi, ma gli si addice specialmente quello di "Santo dei giovani", per la sua esperienza conflittuale prima di scegliere la sua strada.
Oltre a fornire una guida pratica per interpretare i sogni, il libro spiega che cos'è e come si raggiunge il sogno lucido, cioè il sogno in cui il sognatore è consapevole di sognare. Il presente volume rappresenta quindi il punto d'incontro tra la cultura occidentale, che si è dedicata prevalentemente all'interpretazione dei sogni ordinari, e quella orientale, che ha coltivato soprattutto il sogno lucido.
L'Antico Testamento, come insieme di libri autoritativi per la religione ebraica e cristiana, non si è costituito in un istante, né è sorto in uno spazio vuoto. Per questo motivo il lettore che non si accontenta di leggere il testo biblico, ma intende anche comprendere il significato profondo contenuto in questa raccolta di libri dovrà accostarsi a essi possedendo le dovute conoscenze storiche, teologiche e letterarie. Il volume è una guida all'Antico Testamento, che offre un aggiornato status quaestionis delle più recenti conoscenze scientifiche, affrontando in modo sintetico i temi di carattere storico, letterario e teologico di ogni gruppo di libri dell'Antico Testamento. A questi contenuti sono stati premessi alcuni ampi capitoli introduttivi dal carattere spiccatamente storico per poter valorizzare pienamente le nuove acquisizioni critiche in ambito storico, archeologico e storico-religioso. Negli ultimi due decenni, infatti, si è arrivati a una completa revisione delle precedenti nozioni storico-religiose sui regni d'Israele e Giuda che rende, di fatto, ogni trattazione sull'Antico Testamento precedente agli anni novanta oramai superata.
A tre anni dalla sua scomparsa la voce di Giovanni Paolo II non ha ancora smesso di parlare ai nostri cuori e tener deste le nostre menti. Questo libro è una sorta di testamento spirituale che raccoglie preghiere, brani di omelie e messaggi apostolici e vuole essere un omaggio a un uomo che ha fatto della sofferenza la sua forza, a un Padre che ha fatto dell'amore l'elemento fondante della sua esistenza e non ha smesso fino all'ultimo di insegnarlo ai suoi figli. Con le parole, con le opere, ma soprattutto con la testimonianza della sua vita.
Una autobiografia di Giovanni Paolo II. In questa biografia scritta con il cuore" il racconto della sua vita si snoda come mai è accaduto prima, attraverso le tante confidenze lasciate cadere durante i discorsi e i colloqui che hanno contrappuntato il suo magistero e gli incontri con milioni di fedeli in tutto il mondo. "
Il volume affronta a livello teorico e metodologico, il problema relativo alla "traduzione culturale" nell'ambito della ricerca etno-antropologica sia nell'indagine sul campo, sia nell'analisi "a tavolino" dei dati raccolti. In tal senso propone un confronto di particolare interesse scientifico, tra Geertz e Sabatucci, esponenti dell'antropologia cognitiva. Nella sua trattazione l'autrice sviluppa un confronto critico del pensiero dei due studiosi, senza trascurarne i riferimenti al più ampio dibattito scientifico nell'ambito delle scienze sociali. L'argomento è di grande attualità non solo per il dibattito antropologico, ma anche per la comprensione e il superamento dei problemi posti dall'intensificarsi dei flussi migratori e dalla globalizzazione.
Le lettere, le conferenze e i documenti relativi alle sue opere costituiscono la testimonianza del generarsi del carisma vincenziano della carità. Il piano dell’opera prevede la pubblicazione nella traduzione italiana dei 12 volumi dell’opera omnia pubblicata negli anni 1920-1921 da Pierre Coste.
E' in gioco il futuro, non tanto del nostro essere quanto del nostro divenire.