
Come ha potuto una pianta dell'Himalaya, in origine utilizzata solo da qualche remota tribù, conquistare il resto del pianeta? L'incomparabile, sorprendente storia del tè, l'innocua fogliolina che ha cambiato la società e la cultura, influenzato l'arte, creato e dissolto imperi.
Che l'arte sia un piacere è un'idea così lontana dalle più recenti manifestazioni e tanto poco dichiarata da non essere oggi nemmeno pensata. Questo saggio pone in primo piano il piacere da ricercare nelle quattro arti visive -la pittura, la scultura, l'architettura e il design- cominciando a proporsi come una guida per la loro conoscenza. Renato De Fusco è professore di Storia dell'Architettura all'Università di Napoli. Dal 1964 dirige la rivista "Op. cit." di selezione della critica d'arte contemporanea.
La Bellezza non è mai stata, nel corso dei secoli, un valore assoluto e atemporale: sia la Bellezza fisica, che la Bellezza divina hanno assunto forme diverse: è stata armonica o dionisiaca, si è associata alla mostruosità nel Medioevo e all'armonia delle sfere celesti nel Rinascimento; ha assunto le forme del "non so che" nel periodo romantico per poi farsi artificio, scherzo, citazione in tutto il Novecento. Partendo da questo presupposto, Umberto Eco ha curato un percorso che non è una semplice storia dell'arte, né una storia dell'estetica, ma si avvale della storia dell'arte e della storia dell'estetica per ripercorrere la storia di un'intera cultura dal punto di vista iconografico e letterario-filosofico.
Attraverso le cinque conversazioni che compongono questo volume, l'arco di Costantino, nelle parole di Federico Zeri, diviene il paradigma di un'ampia panoramica sulle civiltà di tutti i tempi e sulle loro forme di espressione artistica: attingendo a un repertorio inesauribile di opere, dalle più famose a quelle meno note ma non per questo minori, l'autore provoca continui "cortocircuiti", nuovi e in ogni caso affascinanti, tra i più diversi campi del sapere, dimostrando quanto un approccio filologico al dato artistico non sia che il punto di partenza per una migliore comprensione della storia e dell'uomo.
L'eredit‡ dei secoli passati nel territorio della nostra penisola: un affascinante percorso storico attraverso lo sguardo della fotografia aerea.
All'interno del progetto Patrimonio Artistico Italiano, questo volume intende documentare la complessa stratificazione artistica italiana attraverso uno sguardo assolutamente peculiare e di straordinario fascino: la fotografia aerea con riprese da elicottero. Viene cosÏ reso appieno il contesto ambientale in cui il manufatto architettonico o urbano Ë inserito, senza perderne la tridimensionalit‡, la plasticit‡ e perciÚ stesso il valore formale e la qualit‡ artistica. Le riprese sono effettuate in modo da abbracciare in una sola visione monumento e contesto, architettura e territorio, qualit‡ plastiche e valori ambientali.
La storia parte dal paesaggio geometrico dell'epoca romana e individua successivamente via tipologie che perdurano nel tempo, lasciando la loro chiara impronta nell'Italia odierna.
La veduta "a volo d'uccello" permette di abbracciare con lo sguardo interi monumenti, borghi, castelli, abbazie, grandi opere urbane gotiche, rinascimentali o barocche.
L'assassinio del conte Bonmartini poteva restare un episodio di cronaca nera dell'Italia d'inizio Novecento e invece, coinvolgendo i figli di un noto esponente della cultura scientifica italiana, il clinico Augusto Murri, si trasformò nel caso giudiziario più discusso dell'epoca giolittiana; giornali, pubblicazioni a dispense, cartoline illustrate, fogli volanti, volumi stampati ancor prima della conclusione del dibattimento fecero di questo episodio giudiziario un fenomeno collettivo di grande portata sociale. La strumentalizzazione ideologica e politica, l'attacco alla scienza, la perdita di rispettabilità della borghesia, ma anche il richiamo di tutto ciò che è intrigo e licenziosità sessuale: più che una causa celebre il "bel delitto di Bologna" - come lo definì la stampa straniera - negli anni che vanno dall'apertura dell'istruttoria nel 1902 al verdetto nel 1905 viene assumendo i tratti di un grande romanzo popolare. Sulla scia dell'affaire Dreyfus, la vicenda Murri diviene il primo caso mediatico dell'Italia unita, che sollecita tra l'altro l'appassionata partecipazione di illustri personalità della cultura come Pascoli, Ada Negri, Capuana, oltre ai Lombroso, a Mann, Mesnil, Bjornson e ad Anna Kuliscioff. Attraverso la rilettura di atti giudiziari, perizie, carteggi inediti, reportages giornalistici, memorie e diari dei protagonisti, l'autrice ricostruisce il caso offrendo una vivace fotografia della società italiana all'aprirsi del secolo nuovo.
La loro esistenza si esprimeva in un'unica parola: servire. Servire Mussolini e la rivoluzione fascista. A costo di morire. Ma chi erano questi sacerdoti del regime e perché avevano una fede così assoluta nel duce? In questo volume l'autore ricostruisce la storia di Niccolò Giani, Guido Pallotta, Berto Ricci e dei tanti altri che in quegli anni credettero, obbedirono e combatterono in nome del fascismo. Il volume si basa su una ricca documentazione di diari e carteggi privati ed è completato da un'Appendice di documenti inediti, fra i quali il diario dal fronte di Giani e le lettere dalla guerra dei giovani volontari di Mistica.
Dicembre 1944. Milano è diventata l'ultima roccaforte del fascismo in agonia. Nella città devastata dai bombardamenti, Mussolini gioca una carta disperata: lascia il rifugio sul lago di Garda per parlare ai suoi fedeli convocati al teatro Lirico. Il colpo di teatro gli riesce, ma sarà anche il colpo di coda di un uomo ormai segnato dal destino: Hitler si ucciderà nel bunker di Berlino e Mussolini verrà fucilato a Dongo, nell'aprile del 1945. Ma nelle intenzioni di Giovanni Pesce, comandante dei Gruppi di Azione Patriottica e medaglia d'oro della Resistenza, il duce avrebbe dovuto morire cinque mesi prima, durante la sua permanenza a Milano. Questa è la storia di un attentato mancato, "incorniciata" nel tragico e spietato mondo in cui maturò.
Fino a non molti anni fa per la maggioranza degli americani, i "dagos", come venivano chiamati gli emigrati italiani, erano più o meno tutti dei mafiosi. Qualsiasi cosa facessero, sembrava impossibile sfuggire a questa accusa. Frutto di anni di ricerche di uno dei più famosi giornalisti del "Time", questo volume è un'inchiesta sugli italoamericani a partire da Colombo e Verrazzano. Un'indagine che mostra il vero volto degli emigrati italiani che dall'industria alle banche, dallo sport allo spettacolo, hanno contribuito a fare dell'America un mito.