
Il racconto autobiografico di due anni di prigionia di Aldo che, grazie al suo clarinetto e alle capacità musicali, riuscì a sopravvivere alla terribile esperienza. Dopo l'8 settembre 1943 molti soldati italiani rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò. Deportati in Germania, molti di loro trovarono la morte per le terribili condizioni di prigionia, altri si inventarono mille modi di sopravvivere. La risorsa" di Aldo Valerio Cacco fu un clarinetto, che i tedeschi non gli tolsero mai perchè ne apprezzavano la musica. Queste pagine raccolgono il suo intenso diario scritto durante la prigionia nei campi di Furstenberg am Oder e Mittelbau-Dora in Turingia. "
Il 23 ottobre del 1965, 450 soldati americani del primo battaglione del 7° Cavalleggeri vengono trasportati con gli elicotteri in un piccolo spiazzo nelle valli di Ya Drang. Sono immediatamente circondati da 2000 militari nordvietnamiti. Tre giorni dopo, a poco più di due miglia di distanza, il battaglione che avrebbe potuto giungere in loro soccorso viene letteralmente fatto a pezzi. Il luogotenente Hal Moore ha un solo ordine: resistere. E un solo obiettivo: mantenere la promessa di riportare a casa tutti i suoi uomini, vivi o morti.
Dalle grandi rivoluzioni di fine Settecento alla Prima Guerra mondiale: è la periodizzazione di questo volume pensato esplicitamente per la didattica universitaria. Una periodizzazione che vede l'Ottocento come un "secolo lungo" - dalla rivoluzione americana ai primi anni del secolo - e che è non solo largamente invalsa a livello storiografico, ma anche consacrata dai programmi scolastici e fatta propria dai nuovi ordinamenti universitari e dalla logica modulare che li contraddistingue.
I protagonisti di questo libro sono i diplomatici italiani del secondo dopoguerra. In particolare quei bravi e qualificati diplomatici che, rispettivamente, a Roma nei vari uffici di Palazzo Chigi e nelle nostre Legazioni in Egitto, Libano e Siria, erano, giorno dopo giorno, impegnati a ritrovare e riannodare pazientemente i fili sottili dei tanti rapporti, non solo politici, che la guerra aveva sommerso, rovinato e, talvolta, addirittura reciso. Questi diplomatici, leali servitori dello Stato, fatti i conti con polemiche e rancori legati alla pesante eredità della sconfitta ed alla sofferta rinuncia italiana ad ogni residua ambizione coloniale, si misero subito all'opera, con entusiasmo e con passione, per ricostruire (malgrado i limiti imposti dalla debole posizione internazionale del Governo di Roma) la nuova immagine della nostra giovane Repubblica e rilanciare la sua presenza nell'Oriente mediterraneo all'insegna della pace e dell'autodeterminazione dei popoli arabi. Ma, soprattutto, all'insegna della "diplomazia dell'amicizia", quell'originale "modello politico" tipicamente italiano di relazioni mediterranee che in questo libro si cerca di analizzare ed approfondire in maniera sistematica.
Il crollo dell'Unione Sovietica è stato il maggior evento storico nel periodo compreso dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alle soglie del XXI secolo. Alla disgregazione delle nazioni dell'Est contribuirono potenti forze economico-militari, tra le quali in primo piano gli Stai Uniti d'America. A differenza di quanto molti esponenti religiosi affermano, la Chiesa Cattolica ha avuto un ruolo marginale nel processo implosivo dei regimi dell'Est. Questo libro attraverso un'analisi accurata, cerca di smontare questa tesi.
"La Confessione di fede" di A.Ch. Belobockij, erudito polacco accusato nel 1861 a Mosca di essere un eretico, è uno straordinario documento manoscritto, testimone di una delle fasi di passaggio più delicate nei rapporti tra Polonia e Russia. La polemica teologica e politica illustra con forza non solo le contraddizioni e le inattese aperture ideologiche della Russia prima delle riforme di Pietro il Grande, ma anche l'importanza del bagaglio retorico e dottrinale di un erudito polacco nutrito di quelle idee di pace e tolleranza sviluppatesi a partire dalle opere del mistico catalano Ramon Llull.
Il libro affronta le tappe cronologiche del periodo medievale in un contesto più ampio tramite una riflessione sulla genesi, la formazione e lo sviluppo di questa civiltà. Ciò significa investigare, in modo agevole e ben comprensibile, la mentalità, il quotidiano di quel tempo, passando per i grandi processi evolutivi e di lunga durata e l'esposizione dettagliata di personaggi e fatti essenziali. Ne deriva la certezza che quest'opera si prospetta come uno strumento ricco e affidabile. Una garanzia di conoscenza che si avvale del continuo reciproco richiamo tra eventi circoscritti e grandi mutamenti. Un libro per tutti, in particolare raccomandato ai docenti e agli studenti
Il libro espone aspetti caratteristici dell'impero zarista nella sua fase di nascita e consolidamento: il rapporto centro-periferia, e la collaborazione tra le forze autocratiche e l'etnia cosacca che ne trasse grande autonomia e tratti unici tra le varie popolazioni dell'impero.
Questo libro tenta di esaminare "la realtà di Canne" affrontata dai singoli soldati che vi parteciparono, senza perdere di vista "il quadro generale" della battaglia nel suo complesso. Comincia, di conseguenza, a prendere in esame la battaglia sulla base dei criteri convenzionali come il significato strategico, la grande tattica, la topografia e le forze in campo. Fatto questo, compie una digressione per studiare gli eserciti contrapposti, quello romano e quello cartaginese, compito complicato ma necessario, allo scopo di comprendere come essi si batterono a Can ne e perché lo fecero. Grazie ad un quadro ragionevolmente completo delle forze contrapposte, diventa possibile mettere a fuoco in modo specifico l'azione stessa, prima studiando la parte svolta dai comandanti contrapposti, allo scopo di capire fino a che punto ed in quale modo essi abbiano influenzato l'esito dello scontro. Dopo di che, il "modello Keegan" de "Il volto della battaglia", può venire usato per analizzare la battaglia, nel tentativo di individuare l'esperienza dei singoli combattenti a Canne.