
Che cosa ne sarebbe stato della penisola italiana se l'impresa del 1861 fosse fallita? E se la diplomazia di Cavour avesse perso? E se Vittorio Emanuele ii non fosse andato a Teano? E se Franceschiello avesse vinto? E se Mazzini. Nel momento in cui sembrava che il sentimento nazionale fosse oscurato da un diffuso opportunismo localista, abbiamo chiesto a sei grandi storici di mettersi alla prova della controfattualità: capire come sono andati i fatti confrontandoli con le alternative possibili e anche probabili. Giuseppe Berta, Emilio Gentile, Giovanni Sabbatucci dialogano sugli eventi del Risorgimento, che erano davvero appesi a un filo, mentre Luciano Cafagna, Franco Cardini, Mario Isnenghi nel loro racconto ipotetico assumono il punto di vista di tre protagonisti: Cavour, Francesco ii, Garibaldi. Il gioco si rivela ricco di sorprese e suggestioni per l'Italia di oggi e liquida i pregiudizi prodotti dalla «storia fatta con il senno di poi». Immaginare seriamente il destino di piccole Italie ha di per sé la conseguenza di rafforzare l'unità nazionale che è - come scrive il presidente Giorgio Napolitano, interprete del nuovo patriottismo - «l'autentico fine da perseguire».
Un impero millenario svela i segreti della sua sopravvivenza: non le armi, la forza o la superiorità numerica consacrano il successo in guerra, bensì le arti dell’ingegno, in tutte le sue manifestazioni, e le inesauribili risorse della parola. Interprete consapevole dello spirito dell’età bizantina, nella Rhetorica militaris Siriano recupera tutta una tradizione di pensiero, militare, retorica, storiografica e anche biblica per un’opera che vuole essere un vademecum di discorsi esortativi per i generali. In realtà lo scritto finisce per diventare espressione dell’aspetto più dimenticato della guerra, ma non il meno determinante, quello che investiga i meccanismi umani ed emozionali che spingono gli uomini alla battaglia, li sorreggono e li conducono alla vittoria, li rianimano dopo la disfatta. Nelle parole del generale che infiamma i soldati all’approssimarsi dello scontro ha vita il repertorio dei motivi consacrati da una durevole pratica di guerra. Ne scaturisce un opuscolo originale, di straordinaria modernità. Il testo è proposto in una nuova edizione critica, tradotto per la prima volta e corredato da un commento teso ad illustrarne i rapporti con la tradizione, alla luce del ruolo che l’opera di Siriano riveste nel panorama polemografico di età bizantina, e non solo.
1° ottobre 1943, l'esercito anglo-americano entra a Napoli. Inizia una lunga convivenza con i militari stranieri che si rivela difficile e controversa. Soprattutto per le donne. Considerate, di volta in volta, traditrici o eroine, oggetti di violenze o degne di sostegno, indotte alla prostituzione o salvate da felici matrimoni. La vicinanza «con lo straniero, con il 'diverso', creò un clima particolarmente favorevole alla 'promiscuità', all'innamoramento che coinvolse le donne di tutti gli strati sociali. Mentre molti uomini erano stati catapultati dalla guerra oltre i confini delle proprie città, dei propri Paesi, sperimentando abitudini, costumi, fisionomie differenti, la diversità s'impose alle donne nelle proprie case, nei contesti di sempre, seppur profondamente stravolti dalla guerra».
Maria Porzio interpreta le relazioni tra 'occupanti' e 'occupati' e rilegge quegli anni nelle città centro-meridionali attraverso i rapporti tra donne e uomini.
Negli anni compresi fra la fine dell'Ottocento e la prima guerra mondiale, dominati dalla personalità politica di Giovanni Giolitti, l'Italia acquistò i caratteri essenziali di una nazione moderna. Un progresso accompagnato da ostacoli, carenze e insidie, che esplosero dopo la prima guerra mondiale e prepararono le condizioni per la nascita e il successo del fascismo. Il giolittismo favorì la modernizzazione e la democratizzazione del paese ma lasciò anche molti problemi irrisolti e si esaurì alla vigilia della Grande Guerra senza aver conseguito il suo scopo più ambizioso: conciliare le masse con lo Stato liberale.
Emilio Gentile delinea in questo volume, divenuto un classico e aggiornato con nuovi riferimenti bibliografici, un quadro sintetico di quel complesso e ambivalente periodo storico e, con un'interpretazione originale, fornisce al lettore una guida chiara ed equilibrata alla comprensione delle origini dell'Italia contemporanea.
L'età dell'oblio è un affresco in cui le varie parti si integrano coerentemente alla luce di un obiettivo unitario: denunciare la frettolosa rimozione dell'eredità intellettuale, economica e istituzionale del Novecento.
Alberto Martinelli, "Corriere della Sera"
Un libro che indica l'incapacità di fare i conti con la storia come uno dei mali peggiori della coscienza pubblica dei nostri anni. La profondità analitica e la stessa qualità della scrittura di Tony Judt hanno fatto di lui una figura di primissimo piano negli studi sul mondo contemporaneo.
Giuseppe Berta, "Il Sole 24 Ore"
Il richiamo alla responsabilità degli intellettuali verso la società, al loro dovere di tenere vivo il ricordo del passato anche nei suoi aspetti più sgradevoli, è un filo conduttore dell'opera di Judt. A questa difficile consegna lo storico inglese è rimasto fedele con grande coerenza.
Antonio Carioti, "Corriere della Sera"
L'autore della più rivoluzionaria storia d'Europa dell'ultimo secolo, ha raccontato in questo libro le rimozioni del '900: lui, ex fervente marxista che si definiva un socialdemocratico universalista.
Angelo Aquaro, "la Repubblica"
Fino a oggi nessuno storico aveva provato mai a seguire i garibaldini, ad uno ad uno, oltre la soglia dei loro vent'anni: ritrovandone le tracce disperse, quasi pedinandoli nella vita spesso lunga e spesso travagliata che succedette alla loro formidabile giovinezza. È quanto ha voluto e saputo fare Eva Cecchinato.
Sergio Luzzatto, "Corriere della Sera"
La storia di Garibaldi, dei garibaldini trasformisti o sconfitti copre decenni della storia d'Italia, riguarda anche la 'zona grigia' del popolo e il ruolo della chiesa e, tra fascismo e antifascismo, arriva fino a noi, figli ignoranti.
Goffredo Fofi, "Internazionale"
Eva Cecchinato riesce in un'impresa che ha del miracoloso. La scommessa è quella di far convivere monarchici e repubblicani, moderati ed estremisti, conservatori e rivoluzionari: tutti l'un contro l'altro impegnati nell'improbabile assemblarsi di un'Italia unita che cambia volto e connotazione a seconda delle parti che la evocano.
Giorgio Boatti, "Tuttolibri"
Insegnare la Storia attraverso l'ausilio della Fantasia (con la F maiuscola) si può: basta volerlo, senza travisare i fatti, ovviamente!
L'Autrice ci ha provato creando una sorta di "alfabeto storico", ripercorrendo a dialoghi teatrali, viaggi virtuali nel passato, giochi enigmistici e di parole e avvalendosi di una chiave di lettura anomala: la descrizione soggettiva delle grandi personalità di spicco che hanno portato l'Italia verso l'unità.
Descrizione soggettiva? Certo: l'unica in grado di lasciare spazio ai sentimenti, alle emozioni, alle paure, alle ansie, alle gratificazioni provate prima, dopo e durante le guerre combattute per l'indipendenza dello Stivale.
Le leggende arturiane hanno origine intorno al VI secolo, nella lotta eroica dei Bretoni contro gli invasori sassoni. Ma Artù è veramente esistito? Seguendo i mille rivoli in cui si diffonde sul suolo europeo la materia di Bretagna, il libro ricostruisce la storia del re cavaliere per eccellenza e dell'universo leggendario che gli gravita intorno (Lancillotto, il Graal, Tristano, Merlino), la cui persistenza nei secoli dai racconti medievali giunge fino alla rinascita otto-novecentesca dei temi arturiani, tra letteratura, cinema, cultura popolare.
Marc Rolland insegna all'Université du Littoral Côte d'Opale (ULCO). E' autore del volume "Le Roi Arthur. Un mythe héroïque au XXe siècle" (Presses Universitaires de Rennes, 2004).
Il contenuto
Da cinquant’anni diari attribuiti a Mussolini compaiono e scompaiono, in scenari che coniugano affarismo e sconsiderato revisionismo storico. Il punto di svolta è segnato nel novembre 2010 dalla pubblicazione dei Diari di Mussolini [veri o presunti] 1939: cinque agende rinvenute dal senatore Marcello Dell’Utri in Svizzera sono presentate come la rivelazione del «volto umano» del duce, pacifista e amico degli ebrei, intimamente avverso a Hitler e preoccupato soltanto della «sua» Italia. Un testo, insomma, che costringerebbe gli storici a riscrivere la biografia di Mussolini e a reinterpretare le vicende del Novecento. Se fosse vero. Mimmo Franzinelli lo smonta con gli strumenti dell’analisi testuale e della ricerca storiografica e svela che si tratta di un manufatto fabbricato da specialisti in apocrifi mussoliniani. Un’indagine avvincente e rigorosa mette in evidenza incongruenze, anacronismi ed errori che caratterizzano i presunti diari e ne dimostra l’assoluta inverosimiglianza. Il lettore apprenderà, tra l’altro, quali sono le fonti – dai diari di Galeazzo Ciano ai quotidiani del regime – cui i falsari hanno generosamente attinto per la stesura di quelle pagine. Autopsia di un falso raffronta inoltre l’agenda 1939 con i falsi diari di Hitler lanciati nel 1983 dal gruppo editoriale Stern, e illustra caratteri e modalità della massiccia operazione mediatica che ha accompagnato la pubblicazione dei Diari mussoliniani.
Il libro di Mimmo Franzinelli è anche una riflessione più ampia sulla falsificazione della storia e la manipolazione dell’opinione pubblica, sul divario tra gli eventi storici e la loro rappresentazione mistificante: un saggio rivelatore di una fase della vita pubblica italiana in cui – dalla cultura alla politica – il verosimile e la finzione tendono a sostituirsi al reale.
L'autore
Mimmo Franzinelli, studioso dell’Italia del Novecento, si è occupato dell’epurazione (L’amnistia Togliatti, 2006), della crisi politica del 1946 (Il Piano Solo, 2010) e della strategia della tensione (La sottile linea nera. Neofascismo e servizi segreti da piazza Fontana a piazza della Loggia, 2008). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato I tentacoli dell’Ovra (1999, Premio Viareggio 2000), sui servizi segreti del regime fascista, Rock & servizi segreti. Musicisti sotto tiro: da Pete Seeger a Jimi Hendrix a Fabrizio De André (2010) e ha curato scritti inediti di Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e Leopoldo Gasparotto.
Nel 1538 l'immagine della Madonna, venerata in una cappelletta appena fuori dal borgo di Rho, cominciò a lacrimare sangue. Ora l'immagine è conservata sull'altare maggiore del santuario dedicato alla Madonna Addolorata di Rho. Rappresenta Maria con in braccio Gesù, la vittima innocente. Il 13 giugno 1920 Angelo Minotti fu ucciso a causa della sua fede religiosa sul piazzale del Santuario. Roberto Marchesini ricostruisce con passione ed abbondanza di documenti la vicenda dell'omicidio consumato sul sagrato del santuario, inserendolo nel contesto storico e politico dell'epoca. Emerge un'immagine ricca e inedita dell'Italia cattolica nella prima metà del Novecento. Un capitolo dell'opera è dedicato alla tanto importante quanto sconosciuta associazione Avanguardia Cattolica, nata con lo scopo di difendere fisicamente la religione cattolica e attiva tra le due guerre in tutto il nord Italia.
Il lettore di questo libro si appresta a scoprire i dettagli di una vicenda che potrà sembrargli fin troppo gotica, e che ha per protagonista un misconosciuto scienziato di Lodi, Paolo Gorini: l'artefice materiale della mummia della repubblica.
Dopo la morte del capo, il 10 marzo del 1872, i mazziniani scommisero su una conservazione perenne del suo carisma politico: dove la ricetta imbalsamatoria di Gorini valesse da pietra filosofale, e il Mazzini in carne e ossa, riscattato dalla sua umana caducità, garantisse al mazzinianismo un elisir di lunga vita.
Ma il destino d'oltretomba di Mazzini avrebbe riservato, alla prova dei fatti, non poche sorprese.
Con una nuova Premessa dell'autore.
L'architettura, con le sue novità importanti come l'Arco Trionfale, invenzione che forse più di ogni altra esercitò un'influenza duratura in Europa; la statuaria ed i ritratti somiglianti; le terme ed il foro; ma anche le divinità e le leggi, la danza, gli spettacoli, l'Eros e l'abbigliamento.
La fotografia di Roma antica, potenza culturale e militare che conquistò il mondo e fondò il proprio Impero sulle rovine delle monarchie ellenistiche, dalle sue origini fino al declino, emerge da questo libro attraverso 100 parole chiave. La spiegazione di ciascun termine è affidata a lemmi interessanti ed esaustivi, affiancati da immagini e box di approfondimento.
La collana:
100 parole per capire, una civiltà, un pittore, un movimento artistico: una collana dedicata ai grandi temi dell'arte e della cultura, dove ogni volume è uno strumento facile da usare per comprendere in modo semplice e immediato i concetti fondamentali dell'argomento trattato. Roma in 100 parole chiave - vita, capolavori, contesto artistico e sociale, temi iconografici, tecniche pittoriche - proposte in successione cronologica o tematica con testi chiari e puntuali e molte immagini a colori, per lettori curiosi e viaggiatori informati.