
Una sintesi su una tra le più grandi civiltà di ogni tempo. In questo classico volume di Mango la civiltà bizantina non è tanto seguita nella sua evoluzione cronologica, ma viene presentata per grandi temi e problemi: economia e società, educazione, mentalità, letteratura, architettura e arte, fino ad aspetti finora poco considerati, quali l'universo fisico, gli ideali di vita, il mondo delle rappresentazioni fantastiche.
Il volume si rivolge in primo luogo agli studenti universitari dei corsi di base, a cui solitamente vengono consigliati manuali di liceo (quelli "universitari" sono troppo complessi rispetto alle esigenze dei corsi attuali soprattutto per il triennio, dopo il varo della riforma), ma può essere apprezzato anche dagli appassionati della materia.
La storia è cambiata. Mentre l'Europa ha smesso di essere il centro del mondo, i processi di modernizzazione non appaiono più lineari e uniformi e i conflitti etnico-culturali sembrano aver sostituito lotte politiche e scontri di classe come dinamiche storiche dominanti. Sono cosi diventati rapidamente impraticabili forme tradizionali di narrazione storica, grandi affreschi etico-politici, scenari da sistema-mondo, come mostrano le interpretazioni del Novecento discusse negli ultimi anni. "Storia e globalizzazione" ripercorre la crisi della storia così come è stata pensata negli ultimi due secoli e ne affronta un elemento cruciale: il tramonto della fiducia nell'unità sostanziale della vicenda umana in un'ottica di progresso, a causa di una globalizzazione inseparabile da intensi processi di frammentazione. Il destino del mondo sarà inevitabilmente quello dello scontro di civiltà? Malgrado le sfide che ne scuotono l'impianto tradizionale, forse proprio la storia, più di altre scienze umane, è oggi in grado di mettere in discussione certezze scontate. Solo la prospettiva storica, infatti, riesce a liberare dalla prigionia di un presente sconfinato e concorre a sciogliere il dilemma tra cittadinanza planetaria e identità particolari.
Il fascismo ha tentato di sfruttare l'emigrazione come strumento di penetrazione e di condizionamento nei paesi occidentali e nelle proprie colonie. L'emigrato non ha disdegnato di utilizzare il fascismo per migliorare le proprie condizioni nei paesi d'immigrazione. Gli studiosi, che hanno collaborato a questo testo, hanno verificato i successi, ma anche i limiti della penetrazione fascista in tutti i luoghi di emigrazione. Il fascismo non è infatti riuscito a guadagnare l'appoggio incondizionato delle comunità all'estero e queste, con l'approssimarsi della seconda guerra mondiale, si sono allineate sostanzialmente ai paesi d'immigrazione.
L'immagine stereotipata della civiltà ellenica ne concentra le vicende nello scenario della penisola greca, dell'Asia minore, della Sicilia e dell'Italia meridionale. Solo alla fine del IV secolo si sarebbe verificata in Oriente la grande espansione ellenistica. In realtà l'orizzonte del mondo greco era da tempo assai più ampio. I Greci delle periferie sono i coloni, i mercanti, gli esploratori che hanno dilatato la presenza della civiltà ellenica in un'area vastissima e moltiplicato gli scambi economici e culturali con altri popoli.
Nel corso del Due e Trecento la quantità di denaro destinata all'esecuzione di opere d'arte cresce esponenzialmente e diviene una delle forme più comuni di beneficenza a favore di enti ecclesiastici. I lasciti testamentari destinati alla realizzazione di affreschi, sculture, vetrate danno espressione alla volontà di raccomdarsi direttamente all'intercessione dei santi e corrispondono all'ansia dei singoli per la sorte della loro anima nel mondo a venire. A poco a poco, tra i personaggi sacri, si insinuano i ritratti dei donatori in atteggiamento pietoso. Il libro è una lettura non consueta di molte opere medievali e getta nuova luce sul rapporto dell'uomo con l'arte.
Stragi di civili inermi, eccidi, brutalità: quanto è accaduto tra gli abitanti e gli eserciti di occupazione che si sono susseguiti nella provincia di Frosinone ha toccato un tale livello di violenza da rendere unica l'esperienza della popolazione. Al centro dell'indagine è la percezione del conflitto incredibilmente rimossa da parte degli abitanti. Baris ricostruisce gli avvenimenti, i racconti, i ricordi, alla ricerca del perché continui ad essere assente la memoria pubblica, perché la guerra sia considerata ancora un evento drammatico ma inevitabile e permanga l'incapacità di cogliere la violenza pur conservandone il ricordo.
Nel processo medievale di trasformazione dei signori delle campagne in nobili, l'Italia centro-settentrionale rappresenta un caso. La sua nobiltà urbana condivide con l'élite signorile del contado stili di vita, ma si distingue per la formazione del reddito, il controllo dell'amministrazione e della magistratura e la forte vocazione cittadina. Non legittimata formalmente dal principe, ma direttamente dal sentimento di dignità municipale, questa nuova nobiltà si identifica con la classe dirigente dando seguito a quell'equivoco nobiliare tutto italiano che perdurerà nella sostanza ancora per tutto l'Antico Regime.
"Non nuovo a fruttuose incursioni nel terreno della storia dell'arte, Massimo Firpo ha scritto con grande rigore storiografico, ma anche con la sapienza narrativa di chi sa trarre il massimo profitto dal montaggio di colorite citazioni d'epoca, un'appassionata indagine sulla controversa questione dell'ortodossia di Lotto, che getta nuova luce sul problema." (Antonio Pinelli). "Il libro di Firpo è una gemma che documenta preziosamente l'intricata ricchezza della vita religiosa italiana del Cinquecento." (Sergio Luzzatto). Massimo Firpo insegna Storia moderna nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino.
Ralf Dahrendorf, tra i maggiori scienziati sociali e studiosi della politica del nostro tempo, si sofferma in questo volume sulle trasformazioni del mondo negli ultimi quindici anni: dal crollo del muro di Berlino e dalle trasformazioni dei paesi ex comunisti allo sviluppo di alcuni paesi asiatici, dalle odierne forme dei partiti socialisti all'emergere di una nuova classe dirigente transnazionale, dai rischi del populismo al futuro della democrazia.
Professore ordinario di Storia contemporanea all'Università di Napoli Federico II, Giovanni Montroni offre con questo libro un manuale dal taglio didattico innovativo, attento alla natura dialettica e contraddittoria del processo storico. L'autore ripercorre le vicende della storia mondiale lungo un arco di tempo bisecolare che dal congresso di Vienna arriva fino ai nostri giorni, prestando un'attenzione particolare alle vicende di paesi e regioni normalmente poco considerati nei manuali tradizionali.