
Sulla Shoah hanno ormai scritto in molti - forse in troppi - ma un aspetto fondamentale è finora rimasto stranamente in ombra: le donne, che nelle selezioni ad Auschwitz costituirono, insieme ai bambini, quasi il 70% dei prigionieri inviati alle camere al gas. Questo libro, articolato in tre conversazioni con Liliana Segre, Goti Bauer e Giuliana Tedeschi - italiane deportate ad Auschwitz e prigioniere nel campo femminile di Birkenau nel 1944 - mette in luce la diversa esperienza femminile della prigionia e della testimonianza.
Nell'affascinante excursus della Pernoud, all'interno di un taglio storico molto accattivante, si rivelano particolari vivaci, curiosi, poco noti, che contribuiranno a mutare radicalmente il nostro concetto di Medioevo.
Questa storia della Siria ricostruisce i tormentati sviluppi storico-politici di tale nazione, dedicando ampio spazio agli aspetti culturali della società siriana e al complesso mosaico etnico e religioso della regione. Ripercorrendo le tappe fondamentali del cammino verso l'indipendenza, i contrasti e i conflitti con gli stati limitrofi, la genesi delle attualissime questioni curda, libanese e palestinese, il libro consente di comprendere il ruolo centrale della Siria nello scacchiere mediorientale, immergendosi al tempo stesso nell'atmosfera incantata di una nazione ancora misteriosa e ricca di tradizioni.
"Rajchman è un sopravvissuto di Treblinka. Ha visto tutto, sentito tutto, provato tutto. Ha il coraggio di deporre per la Storia. Il suo racconto è di una densità che dà i brividi. Credo di aver letto molte opere su questo stesso soggetto. E tutte sono dolorose. Alcune sollecitano dei dubbi sull'uomo, altre sul suo creatore. Quella di Rajchman, con la sua semplicità commovente, apre degli orizzonti nuovi nell'immaginario del Male. [...] Il viaggio angosciante verso l'Ignoto. L'arrivo. L'abbandono delle ultime proprietà. La separazione delle famiglie. Le urla. Il sadismo degli 'assassini' e la tortura umiliante delle vittime. Il sistema funziona alla perfezione. Tutto è previsto, programmato. Gli uccisori uccidono e gli ebrei muoiono. Rajchman è restato un anno a Treblinka: dal 1942 al 1943, fino alla rivolta eroica dei disperati, cui aveva partecipato. In questo lasso di tempo, nell'odore pestilenziale permanente, ha conosciuto ciò che nessuno dovrebbe vedere: lavorava lì dove le vittime, uomini, donne e bambini, andavano verso la morte. Era lui l'ultimo essere umano che le donne vedevano prima di soffocare nelle camere a gas.[...] Come ha fatto Rajchamnn a vivere e sopravvivere con i morti adattandosi così velocemente a situazioni così pietrificanti? Nel giro di ventiquattro ore, è colui che taglia i capelli ai condannati. Poi quello che smista i loro vestiti, frugando nelle tasche segrete." (Dalla postfazione di Elie Wiesel) Prefazione di Annette Wieviorka.
Chateaubriand è stato il fondatore del moderno opinionismo politico, e questo violento pamphlet, scritto tra l'inverno e la primavera del 1814 per spianare la strada al ritorno dei Borbone sul trono di Francia, lo conferma. Fu, il suo, uno di quei gesti risoluti e instintivi che nascono dall'indignazione e tagliano tutti i ponti dietro di sé. Scopo di Chateaubriand era di convincere i francesi che per evitare una nuova repubblica o l'instaurazione di un governo straniero bisognava restituire la fiducia ai Borbone e insieme togliere loro il potere assoluto, dando alla Francia un governo monarchico-costituzionale.
Il 20 luglio del 1944 fu il giorno del fallito attentato a Hitler. E nel clima torbido di quell'ora fatale dell'umanità si dipana uno dei più audaci intrecci di Lernet-Holenia. La scena è Vienna, degradata a periferia del Reich, dove una signora dell'alta società nasconde all'insaputa di tutti un'amica ebrea facendola ricoverare in ospedale sotto il proprio nome. Ma l'improvvisa morte di quest'ultima la getterà in una paradossale condizione di non esistenza: ufficialmente defunta, sarà dunque costretta a una fuga precipitosa, in un vortice di ambigui congiurati, ufficiali concupiscenti e agenti della Gestapo. Ancora a Vienna - quella del primo e secondo dopoguerra - ci troviamo negli altri due pannelli di questo trittico. Un mondo di reduci e deraciné: come l'invalido di guerra che, in un rapporto perverso con il suo cane-guida, diventa una sorta di crudele "dio cieco"; o come l'ex ufficiale imperial-regio, nobile decaduto, che uccide per eccesso d'amore la bella giumenta che in passato era stata sua. E ancora una volta il lettore si lascerà irretire dall'incanto dell'arte narrativa di Lernet-Holenia, che si offre qui nella sua forma più pura.
La campagna portata avanti da Cesare Mori, "il prefetto di ferro", tra il 1925 e il 1929, rimane una delle più importanti e controverse operazioni antimafia mai condotte in Sicilia. Basato sulle carte private di Mori e su altre fonti archivistiche, questo libro ci svela alcuni caratteri inediti quanto fondamentali della mafia e dei metodi usati dal governo fascista nello sforzo di imporre l'autorità dello Stato sull'Isola. Il libro pone in maniera fortemente problematica il rapporto tra mezzi e fini nella lotta contro la criminalità e, per questo, non ha mancato di suscitare forti polemiche sin dal suo apparire, quando, nel 1987, venne recensito da Sciascia sul "Corriere della Sera" con un articolo dedicato ai professionisti dell'antimafia che valse allo scrittore siciliano l'accusa di apologià della mafia.
Il recente colpo di Stato di Kiev è stato l'ultimo atto di una strategia messa in atto per spingere l'Ucraina nella Nato e quindi per preparare il terreno alla definitiva disintegrazione della Russia come Grande Potenza. Dopo aver assistito a questo tentativo di minare le basi geostrategiche della sicurezza russa, Putin è tornato con maggior forza a promuovere un'azione in grado di ricostituire la sfera d'influenza di Mosca nelle regioni dell'ex Unione Sovietica e di dimostrare alla comunità internazionale che l'"Orso russo" possiede ancora artigli forti che gli consentono di tenere a bada i suoi avversari. Sfidando la Russia nel suo cortile di casa l'Occidente ha dato il via a una crisi globale destinata a minare per i prossimi anni la possibilità di costruire un pacifico ordine mondiale.

