
Christopher Dawson, uno dei maggiori storici del dopoguerra, affronta in questo fondamentale saggio il tema della religione quale elemento dinamico dello sviluppo della civiltà dell'Occidente.
L'autore descrive il cammino della civiltà europea dalla caduta dell'Impero romano alla crisi del XIV secolo, individuando nella presenza della Chiesa l'elemento che, agendo nella realtà e coinvolgendosi in essa, fu capace di trasformarla e di porre i fondamenti di una civiltà che ha segnato in maniera indelebile il Vecchio Continente.
Il rapporto con i Barbari, il legame con la tradizione bizantina e con le civiltà dei popoli nordici, la tensione continua alle riforme che ha segnato la vita della Chiesa, sono le tappe descritte da Dawson, la cui lettura del Medioevo cristiano come adolescenza della civiltà occidentale risulta ancora oggi di estrema attualità.
Introduzione di Serenella Carmo Feliciani
Mussolini, superata la crisi del delitto Matteotti, in Italia è considerato un nuovo Cesare, il suo potere è assoluto. Ma all'estero è solo un personaggio emergente: il primo uomo che ha "battuto il bolscevismo". È il 1928. Richard Washburn Child, ex ambasciatore americano in Italia, gli chiede di scrivere la sua autobiografia per il pubblico di lingua inglese: sarà il "biglietto da visita" internazionale del nuovo grande attore della politica. Suo fratello Arnaldo si occupa della prima stesura, il duce la corregge, il diplomatico-editore la fa pubblicare: prima a puntate sul giornale americano "Saturday Evening Post", poi in volume a Londra. Un successo editoriale: Mussolini ha ora un posto e un pubblico su un palcoscenico mondiale. Unica autobiografia del capo del fascismo, questo autoritratto rappresenta un'utile testimonianza per osservare dalla prospettiva dello stesso Mussolini il percorso che lo condusse all'acme del potere.
Mai apparsi prima d'ora in Italia, i cinque testi che compongono questo libro riguardano tre temi particolarmente cari a Philippe Ariès. Il primo è una lettura quasi autobiografica del suo incontro con la storia delle mentalità, la cui indagine richiede ragione e passione. Il secondo riguarda il mondo dell'infanzia, osservato in un passaggio cruciale: a partire dal XVII secolo, la famiglia aperta sulla società degli adulti diviene una struttura chiusa che si concentra, anche sul piano affettivo, sui bambini e li confina tra le mura di casa ritardandone il passaggio all'età adulta. Il terzo tema riguarda la fine della vita; i testi qui riportati permettono di cogliere la "preistoria" delle ricerche dell'autore su questo tema e sulla liturgia antica dei funerali.
A 150 anni dall'unità d'Italia, il Risorgimento appare un evento che fa ancora discutere con accesi dibattiti che coinvolgono sia gli storici che opinione pubblica in generale. Il volume, attraverso le parole di Francesco Traniello, per molti anni docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche di Torino, affronta alcuni degli snodi principali dell'unificazione nazionale segnalando, nello stesso tempo, anche i diversi usi che nei decenni si sono fatti delle vicende e dei miti risorgimentali.
La storia di una bambina che, dai té danzanti di Francoforte, si ritrova rinchiusa nel ghetto di Kosvo prima di finire nel campo di concentramento di Stutthof. Una storia vera, di affetto e devozione. La prova d'amore di una figlia ragazzina, che nella grande tragedia dell'olocausto rifiuta di salvarsi per non abbandonare la madre, perché sa che solo da quel legame forte e profondo, indispensabile per entrambe, potrà attingere la forza per continuare a sperare anche quando, nuda e rasata, si vedrà spinta verso la bocca di un forno crematorio.
L'opera è una analisi delle trasformazioni subite dai rapporti agrari nel mondo ellenistico-romano. Per l'autore l'istituto del colonato rappresenta una sorta di ritorno all'antico, una specie di pseudomorfosi dei rapporti agrari che Roma aveva ereditato dalle monarchie ellenistiche e che corrisponde all'immobilizzazione generale conosciuta dalla società del IV secolo d.C. La miniera di informazioni su Egitto, Asia Minore, Sicilia e Africa, unita a un'ampia e generale visione dei problemi economici animata da grande capacità di sintesi, fa di quest'opera la premessa ai capolavori rostovtzeffiani "La Storia economica e sociale dell'impero romano" e la "Storia economica e sociale del mondo ellenistico".
Monachesimo e diritto, architettura e musica, letteratura e pittura in una ricostruzione unitaria delle linee fondamentali della civiltà bizantina nell'arco della sua lunga storia e in particolare durante i suoi tre secoli cruciali, quelli che vanno dal X al XII. Il costante contrappunto che Kazhdan stabilisce con il Medioevo occidentale mette in luce coincidenze e differenze che rendono il mondo bizantino a noi più vicino e "contemporaneo".
Che cosa è stato il mito greco e quali sono i motivi della sua inesauribile vitalità? Graf risponde alla domanda ripercorrendo i vari momenti storici della presenza del mito nella cultura greca: nei poemi epici come nelle raffigurazioni cosmologiche, nella storiografia come nella tragedia, presso gli allegoristi come presso i filosofi. Una introduzione chiara e puntuale al mito greco, che ne rintraccia la presenza in molti aspetti della vita sociale e della civiltà di ieri e di oggi.